10/11/2009
7 recensioni
Udite, udite gente:
Inu Yasha and Kagome Day, oggi!
*Si esalta*
Diamo
le dovute spiegazioni, anzitutto:
l'Inu Yasha and Kagome Day
è un'iniziativa nata da me e roro,
dalle nostre menti
perverse e subdole, e vuole
dedicare un giorno alla coppia, arricchendo il fandom con tante belle
fic dedicate al pairing per eccellenza.
Quindi, vedrete postate molte fic in loro onore: tutto ciò partendo da un contest, indetto su Efp Forum da me e roro. Avevamo promesso i risultati entro oggi, infatti.
Perché proprio 10 Novembre? Andate nel link del forum e lo scoprirete ^^
Intanto, godetevi il mio tributo: raccoltina di frasi – drabble / flash/semplici frasi – per onorare Inu Yasha e Kagome.
Auguri a tutti i fan!
Kiki.
Frammenti.
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Cose.
Inu Yasha le aveva lanciato un sguardo di sbieco e lei aveva fatto altrettanto.
«Beh, cosa c'è?»
Aveva alzato le braccia lei, con fare teatrale. Inu Yasha aveva disegnato una serie di invisibili circonferenze sul terreno, sfiorando appena i fili d'erba inumiditi. Il suo sguardo era saettato per l'ennesima volta in quello di lei: alla fine la guardava sempre in cagnesco, pronto ad ingabbiarla nel suo sguardo di vetro. «Anche io ho le mie cose, Inu Yasha»
E aveva stretto le mani in grembo, trattenendo una smorfia agonizzante.
«Ma cose... Cosa?»
Era l'ennesima volta che tentava di spiegarglielo e i suoi tentativi erano valsi veramente a poco, tant'è che si ritrovò a ignorarlo per tutto il resto della serata, deliberatamente.
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Resta
«Cosa stai facendo?»
Non aveva perso tempo a domandarglielo, Kagome, sull'orlo di un precipizio. Più precisamente si trovava con un piede penzolante negli abissi e con l'altro semi-poggiato sull'asta di legno del pozzo di vecchia costruzione. Inu Yasha la tratteneva per un braccio: ben poca galanteria nei suoi gesti.
«Sta zitta, per una volta»
E l'aveva avvicinata a sé, stringendola all'interno del proprio kimono. Kagome aveva sentito il suo odore che le soffiava sull'epidermide e, istintivamente, si lasciò andare ad un sospiro felice, rilassato. «E resta»
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Cucciolo
«Sai Inu Yasha, vorrei adottare un cucciolo»
Proferì ironicamente lei, muovendosi con scaltrezza tra padelle e pentoloni. Un mestolo di legno in mano, l'affino palato saggiava ogni volta il sale, in funzione di quello che poi sarebbe diventato il loro pranzo. Secondo la modesta opinione di Inu Yasha vivere nell'epoca Sen Goku sarebbe stato molto più semplice: niente padelle, cucine, elettricità: solo erbe, bacche, fiori.
Inu Yasha ora se ne stava appoggiato allo stipite della porta, addentando una carota, per placare – almeno un po' – la sua fame. «Tanto per capire le differenze tra te e loro»
E gli aveva sfiorato il naso con l'indice, sorridendo di tenerezza. «O forse farei meglio a prendere un coniglio?»
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Cuore
Kagome non aveva mai sentito il cuore finché quello non era impattato contro una strana forma scarlatta che ora se ne stava immobile, ferma, aspettando una sua mossa. Alzò gli occhi al cielo e, nel mentre, incontrò due occhi color miele.
Ribadì: non aveva mai sentito il cuore, fino a quel momento.
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Lei
«Inu Yasha... Io non pretendo di essere lei», gli aveva detto una notte di luna piena, quando i pensieri si erano trasformati in parole e poi in poesia. «Pretendo di essere almeno un po' parte di te»
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Prima volta
Si ritrae pudicamente Kagome, prima che Inu Yasha compia una frode sul suo corpo. È quasi arrivata al pozzo – lo zaino in spalla, chili e chili di tomi all'interno – basterebbe catapultarcisi all'indietro e finirebbe inevitabilmente nella sua epoca, nuovamente.
Ma Inu Yasha è più lesto: afferra qualche ciocca corvina e la tira verso sé. Poi si bea del suo profumo, contaminandolo al tempo stesso col proprio. Solo un bacio, un casto, religioso, timido bacio, che la fa innalzare verso Kami, improvvisamente.
Abbandona la presa, Kagome. Scrolla il gravoso magone dalle spalle nude, prima che Inu Yasha la trasporti con maggior forza sotto il suo corpo, respirando ogni suo attimo di paura.
È la loro prima volta.
La prima di tante...
La prima di un'eternità.
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Ti amo
«Tu mi ami, vero?»
Amore, amore... Che parole strane alle orecchie del mezzo-demone. Si guarda attorno, spaesato. Grugnisce, mostrando i canini. Non ha altro per esprimersi, se non l'istinto.
Lei rabbuia lo sguardo, un fievole rossore appare scaltro sulle sue gote. «Vuol dire che me lo farò dire da Koga»
Sa cosa rabbonirlo.
Inu Yasha scatta come una molla, mimando un cenno di dissenso e una smorfia di disgusto. Le sue pupille incontrano quelle di Kagome, le sue mani bloccano le spalle della ragazza, scrollandola un po'.
«Non ci pensare nemmeno. Di ti amo ne esiste solo uno e basta per te e non è da parte di Koga»
Non sa che ha appena detto la cosa più dolce della sua vita. Si limita ad annuire, sa che farglielo notare sarebbe parecchio degradante per il suo orgoglio maschile. Non c'è nulla di peggio che dire ad un uomo che è tenero.
Le labbra fremono dalla voglia di proferirgli quelle semplici parole, la lingua schiocca coi denti, pronta a sferrare il colpo.
Annuisce ancora: in fondo non sarà l'ultima volta che glielo dirà, no?
***
p.s. Alcune sono narrate al passato, altre al presente.
Non è un caso: seppur questa fic è una breve raccolta c'è comunque un'ordine cronologico nelle cose, sono le varie fasi dell'amore... Quindi, si parte da un passato remoto, fino ad un presente un po' più recente.
Non metto la fic come conclusa perché vorrei postare una seconda parte ^^