Storie originali > Horror
Ricorda la storia  |      
Autore: supergirls1993    13/11/2009    1 recensioni
Questo è un tema di tipo horror che devo portare domani (14/11/2009) a scuola e ho deciso di publicarlo. Quando mi volto nuovamente, sento il pigiama sfuggire dalla mia presa, incurante della mia volontà di tenerlo in mano. Qualcosa che fino a poco prima era esattamente vicino alla piccola finestra della stanza, ora non c'è più. Spero vi piaccia!^^
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il buio mi sta terrorizzando, ma non voglio dirlo a nessuno perchè lo so bene che non abbiamo nessuna alternativa

Il buio mi sta terrorizzando, ma non voglio dirlo a nessuno perchè lo so bene che non abbiamo nessuna alternativa. All'inizio della giornata volevamo solamente andare a casa dei nostri amici lontani, ma per colpa di un brutto temporale siamo costretti a passare la notte in una casa, che si mostra ai nostri occhi abbandonata. Le sue finestre, dipinte di nero, con il vento sembrano possedute da uno spirito. Il suo giardino, così grande e illuminato da un filo di luce dalla luna, possiede un cimitero pieno di tombe. Io ho suggerito ai miei amici che era meglio se rimanevamo a dormire dentro la macchina, ma loro non mi hanno dato ascolto e mi hanno comunque costretto ad andarci. Qualcosa mi diceva che quel posto non era per niente affidabile e che non dovevamo andarci per nessuna ragione al mondo. Superato il cancello principale, che già mi faceva paura, ci troviamo davanti all'enorme porta nera e proviamo ad entrare spingendo verso il suo interno. La porta, senza nessuna difficoltà, si apre alla prima spinta che le viene data. I brividi non ci mettono tanto a raggiungermi e forse mi sbagliavo ma era meglio se passavo la notte in macchina da solo.

- Che cosa fai? - mi chiede un mio amico appena vede che indietreggio. - Hai forse paura? Stai tranquillo, qui non c'è nessuno e poi è solo finché il temporale non si sarà fermato! -

Insieme entriamo, ma una sensazione improvvisa mi ricorda in un brevissimo arco di tempo di avere dimenticato di chiudere la macchina. La zona è deserta, ma non riesco ad essere tranquillo. Esco dalla casa fino a poco prima vuota, assicurando i miei disinteressati amici. Mentre cammino, un lampo si fionda di fronte a me in un millesimo di secondo, tempo necessario a far sì che il mio cuore cominci a battere irrefrenabilmente. Spaventato, corro il più velocemente possibile verso l'auto, la chiudo e, con la stessa velocità, ritorno dentro la casa. Quando mi trovo davanti al portone che segnava l'accesso all'interno della casa, comincio a pensare che in fondo, escludendo il tempo orribile, tutto quella sera sarebbe andato bene. In effetti questo luogo è talmente deserto che trovo impossibile la presenza di qualcun'altro oltre a me e ai miei amici. Entro per la seconda volta in quella casa. Questa volta è l'ultima...

Un rumore improvviso e violento si alza alle mie spalle. Il mio cuore palpita violentemente. Mi giro di scatto e miei occhi si spalancano. Come è possibile che una porta sbatta così violentemente e il tutto senza un supporto umano? Questa domanda rimane sigillata tra i miei pensieri per ore ed ore.

Trascorriamo questa piovosa notte tra risate e scherzi tipicamente maschili. La cena non è il massimo che si può desiderare, ma riusciamo ad accontentarci. La nostra pigrizia ci spinge a lasciare le lattine di birra e i resti dei nostri piatti abbandonati sul bancone polveroso della cucina. Andiamo al piano di sopra, salendo gli scalini scricchiolanti. Scopriamo che ci sono solo due camere e un bagno lurido e sporco. In ogni camera c'è solo un letto singolo e noi siamo in cinque. Decidiamo di lasciare i due letti al ragazzo che ha guidato per tre ore ore intere e al suo aiutante che per quelle tre ore ha decifrato una cartina di un'altra epoca, la nostra unica risorsa per raggiungere quel luogo indescrivibile. Noi altri ci dividiamo tra le due stanze, arrendendoci all'idea di dover dormire su di un pavimento completamente coperto di polvere. Io scelgo di dormire con il mio migliore amico, l'autista della situazione. Insieme, andiamo in una delle due camere. Entrando, posiamo i nostri pesantissimi zaini sul pavimento, provocando una nuvola di polvere.

-Io vado a farmi una doccia.- mi dice il mio amico.

Io annuisco prontamente. Non appena si allontana, io, voltandomi verso il muro, afferro il pigiama penzolante dallo zaino. Quando mi volto nuovamente, sento il pigiama sfuggire dalla mia presa, incurante della mia volontà di tenerlo in mano. Qualcosa che fino a poco prima era esattamente vicino alla piccola finestra della stanza, ora non c'è più. Non qualcosa di piccolo come un mazzo di chiavi o addirittura una tessera dell'autobus, ma qualcosa che a mio giudizio non può sparire in un tempo così limitato. Eppure è così. L'unico letto presente nella stanza non c'è più. Improvvisamente, sento uno strano rumore provenire dal piano di sotto. Riprendendo i sensi, corro in gran fretta scendendo due a due i gradini. Dirigendomi a sinistra, controllo la sala più polverosa della casa, che ai miei occhi sembrava essere un soggiorno malridotto. Quella stanza non ha nulla di diverso da pochi minuti prima. Mi dirigo dalla parte opposta in cui si trova la cucina. Entrando, mi fermo ad un particolare che attira la mia attenzione. Sono di fronte al bancone e osservo il punto in cui prima vi erano le nostre cinque lattine di birra vuote. Faccio un passo indietro, ma un rumore mi blocca. Guardo in basso e noto che quattro lattine sono ai miei piedi mentre la quinta si trova a distanza di poco più di un metro da me. La quinta lattina è quella a cui ho dato un calcio. Le lattine che fino a poco prima erano sul bancone, ora sono sul pavimento. Non mi preoccupo. Sono certo che sia stato il vento. Quando mi giro, rimango deluso e terrorizzato al medesimo istante. La finestra della stanza è chiusa e molto bene rispetto alle altre della casa. Voglio fuggire immediatamente. Corro subito fuori della stanza, salendo le scale allo scopo di raccontare l'accaduto al mio migliore amico, per cui mi precipito verso il bagno. Ancora terrore. Il mio amico è un tipo riservato, che odia occuparsi della propria igiene in pubblico. Eppure la porta del bagno è socchiusa e il rumore dell'acqua si nota. "E' impazzito" penso. Mi avvicino a passo lento alla porta socchiusa. L'acqua continua a scorrere. Io continuo a camminare e alla fine arrivo alla mia meta. Busso alla porta, ma non ricevo nessuna risposta in cambio. Comincio ad entrare, potendo notare che non ci sono vestiti appoggiati da nessuna parte. Avanzo più velocemente.

Il mio cuore manca di qualche battito. Ciò che vedo è troppo, troppo per un ragazzo della mia età, troppo da sopportare. I miei occhi si riempiono di lacrime irrefrenabili. Un'immagine rimane stampata nel mio cervello: il mio migliore amico disteso su di un lago di sangue ed acqua, indossante vestiti impregnati di sangue. Sotto i vestiti posso vedere la forma di qualcosa. Cercando di farmi forza, mi avvicino il più possibile a lui e, tremante di dolore e paura, alzo la maglietta. Sento la cena sullo stomaco. Un enorme pezzo di legno massiccio è infilato nel petto del mio amico. D'istinto, mi affretto a raggiungere la piccolissima finestra del bagno, in cerca della via di fuga più vicina. Ancora una volta, il mio cuore manca di un battito. Guardo giù e di nuovo assisto ad uno spettacolo terrificante. Gli altri miei compagni di avventura sono distesi sul prato, privi della loro vita. Ad uno di loro manca una gamba. Io fuggo, non so cos'altro fare in questa situazione orribile in cui mi trovo. Corro...percorro tutta la casa. Mentre corro, mi chiedo per quale motivo io sono l'unico ad essere ancora in vita. Mi chiedo cosa stia succedendo, eppure sono in un luogo deserto, tutto questo non doveva accadere. Scendo nuovamente al piano di sotto e comincio a respirare affannosamente. Non so più dove andare. Decido di uscire fuori, l'unico luogo in cui non sono stato durante la mia fuga è solo quello. Nell'ultimo gradino inciampo. Mi rialzo il più velocemente possibile. Apro la porta e sento un dolore fulminante colpire il mio petto. Sto cadendo lentamente. Prima di raggiungere completamente il pavimento, riesco ad intravedere il volto di un uomo, poi il corpo fino alle gambe, fino a che la vista non mi abbandona insieme alla vita.

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Horror / Vai alla pagina dell'autore: supergirls1993