5. Acolhedor
[Taurus
no Aldebaran]
La concha è bianca.
Mentre
nel terreiros (profumato) l’atabaque tossisce; mentre foglie (brilhantes) tremano fremono sotto le gonne. Perché Orixá
viene e il profumo (terreiros)
sorride. E c’è una vela nel tempio; e
mão de santo dice: cavalo.
E ai santi (verdadeiros) ci crede la mão de santo;
e ripete: escolhido.
Ma Shango fa medo e nella mano (grande e scura) la
conchiglia (branca) trema. Perché una divinidade dice: lutarás.
Ma la mano (una concha) tirita e a combattere não, non ci
vuole pensare. Perché oxé è solo un desenho e nella mano (che trema) non c’è; ancora.
Mas terá.
Si ringrazia Isabel di
Thule per l’aiuto e le correzioni al portoghese.
Nota al titolo:
In portoghese, acolhedor
è il participio presente del verbo acolher, e significa colui che accoglie.
De verbis
Quinta drabble.
A più di dieci mesi di distanza; ha dovuto maturare molto, questa drabble. Perché
ha continuato a ronzarmi in testa, ma non riuscivo ad afferrare la conclusione
– soprattutto la conclusione. E il
tema, ormai consolidato, è l’infanzia. Un’età non precisa, fra i quattro e i
cinque anni. Prima dell’addestramento vero e proprio, quindi. Un rituale; una
religione propria del Brasile. La sua
anima; quasi.
E Aldebaran è un bambino cui è letto il destino. E come tutti i bambini percepisce e trema. Ho immaginato che la mano di Aldebaran (grande)
sia come una conchiglia: pronta ad
accogliere.
Non credo che l’indole di Aldebaran sia combattiva; non nel
senso di chi ricerca lo scontro. Ritengo piuttosto che questo personaggio,
purtroppo spesso sacrificato, sia magnifico nel suo umile desiderio di seguire
giustizia.
Lo sfondo, come ho accennato, è il candomblè, una religione afrobrasiliano praticata soprattutto in
Brasile. Ho immaginato in modo forte, per la prima volta, una predestinazione. Aldebaran è predestinato a diventare un cavaliere (santo), ma da bambino, mentre
stringe quella conchiglia e sente la
forza di un dio eleggerlo e sceglierlo, ha
paura. Mi sono sempre chiesa come i cavalieri possano aver reagito, da
bambini, al pensiero di un avvenire prefissato. E mi sono detta: un bambino non capisce. Aldebaran non capisce. E può solo tremare e aspettare. Perché è il toro, e il toro è terra: pronto ad accogliere, a pazientare e ad aspettare. Finchè
quello che racchiude dentro di sé non germoglierà.
Aldebaran, per me, è come la terra: resistente, forte, eterna, incrollabile; ma al tempo stesso
rassicurante e pronta a racchiudere, a sedimentare e correggere. Quindi: ha paura, non capisce e la mano trema mentre
guarda il suo destino; ma non rifiuta. Il no (não) c’è,
doveva esserci. Ma non è una chiusura;
è piuttosto la reazione logica e necessaria. Aldebaran accoglie, anche se non capisce. Ma è convinto (e la conchiglia la
tiene) che capirà.
Mi piace pensare che la mano di Aldebaran sia
proprio come una conchiglia: accogliente.
Pronta a sorreggere, a raccogliere, a stringere, ad accettare.
La difficoltà maggiore, ad esser sinceri, è
stata la lingua. Il portoghese parlato in Europa e quello parlato in Brasile
differiscono fra loro, oltre per la grande varietà di dialetti presenti in
Brasile, anche per il vocabolario, la pronuncia e la sintassi, soprattutto a
livello parlato, mentre nello scritto le differenze diminuiscono. La divisione
dei dialetti brasiliani non è molto chiara, e inoltre, per l’universo dei
cavalieri, non c’è una precisa indicazione di origine di Aldebaran. Di
conseguenza, ho preferito impiegare un linguaggio neutro, più scolastico. La storia ne risente a livello di realismo, se vogliamo, ma non sono
riuscita a ovviare diversamente.
Infine, con ordine: concha
significa conchiglia ed è il
principale strumento di divinazione usato nel jogo de Buzios: in numero variabile da dodici a ventuno. La
consultazione avviene davanti ad un bicchiere d’acqua e ad una candela (vela), con il primo che rappresenta la
forza vitale e la seconda che favorisce la concentrazione. Il terreirios invece è il nome dato al
santuario del candomblè. Durante le cerimonie, il pavimento è cosparso di
foglie lucide (brilhantes) e viene
suonato l’atabaque,
un particolare tamburo rituale. Gli Orixá,
invece, è il nome collettivo con cui vengono designate le divinità o
semidivinità del culto, spesso messi in relazione con i santi cristiani e per
questo chiamati anche, appunto, santi.
La mão de santo è il
nome con cui viene designata la sacerdotessa dei riti, mentre cavalo
significa cavallo e indica lo stato di possessione dell’adepto da parte di un
Orixá. Verdadeiros significa reali,
ovvero con corpo reale, mentre escolhido vuol dire scelto. Medo
significa paura e branca bianca. Shango è una delle
innumerevoli divinità (divinidade) ed è il protettore del fuoco e del
tuono, oltre che della giustizia. È spesso raffigurato con in mano un’ascia
bipenne, che prende il nome di oxé. L’ho scelta fra tante, oltre per il
fatto che la sua maschera raffigura una testa d’ariete (e il riferimento è al
legame che intercorre fra Aldebaran e Mur), perché nel mito greco uno dei tori
per eccellenza è il Minutauro, sovente raffigurato con un’ascia in mano, che
era anche l’emblema della famiglia reale di Cnosso. Luteràs e trita
sono due verbi e significano rispettivamente combatterai e trema,
mentre desenho è la raffigurazione, il disegno. Infine mas
terá significa ma sarà.
[Remerciements]
Ninfadellaterra: ti ringrazio infinitamente per le tue parole. Personalmente, adoro
Camus e adoro la fragilità che non vuole assolutamente mostrare. Come il
ghiaccio. Sembra dura e compatto, ma se lo lasci al sole si scioglie. Non
intendo dire che Camus sia congelato
nei sentimenti; al contrario. Per me, semplicemente, ha interiorizzato troppo
la paura, è come se un tremito lo percorresse di continuo. E se tremi non ti
arrischi. E adesso, finalmente, posto Aldebaran. Spero di non deluderti^^
Blackvirgo:
io non ho mai parole per dirti grazie.
E questo grazie – lo sai – è una
briciola di quello che vorrei riuscire a esprimerti. All’inizio Arms non doveva riguardare i cavalieri
bambini, ma più passa il tempo, più le scenette che mi si affacciano alla mente
riguardano bambini. Forse perché è dei bambini creare correlazioni e attribuire
valori inaspettati alle cose. Come le mani di Camus che vogliono dire morte. Grazie ancora, carissima.
LaBelleDame:
sono davvero lusingata per il magnifico e critico
commento che mi hai lasciato. E dire grazie
mi sembra davvero riduttivo. Hai fatto una vera e propria analisi, e migliore
di qualsiasi parola che io stessa avrei potuto usare. Hai capito; hai sentito. Quello che speravo di riuscire a trasmettere; quello che lasciavo
all’intuizione. Mi hai aiutata tantissimo; per vedere risvolti che avevo
scritto come impressione e non
afferravo appieno nella loro economia. Grazie infinite.
Anticipazione
Prossimo personaggio: Cancer no Death Mask