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Autore: Akari    14/06/2005    0 recensioni
Akira Sendoh sembra essere molto bravo anche in matematica...e il suo amico Hikoichi lo invita a casa piochè ha bisogno di una mano. Ma qualcuno non aveva anche una sorella...?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akira Sendoh
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO III “ah…si sta proprio meglio a stomaco pieno, vero?” disse ridendo Hikoichi “è naturale, mi sono impegnata molto…e poi a forza di cucinare per un goloso come te fratellino, si impara per forza!” “ti ricordo che quando eri ancora al liceo eri una schiappa, e la mamma ti rimproverava spesso perché facevi bruciare tutto!” “hei! Non c’è bisogno che tu me lo ricordi…e comunque sono passati diversi anni da allora!” Yayoi lo guardò di sbieco. I tre ragazzi avevano appena finito di cenare tutti insieme nella piccola cucina di casa Aida, e prima che i due ragazzi salissero di nuovo a studiare si erano fermati a chiacchierare insieme. “si, ma io non posso scordare i tuoi primi tentativi in cucina…! Quando quella volta che eri in seconda hai provato a cucinare dei biscotti per quel Masahiko-“ “stai zitto, cretino!!” lo rimproverò la sorellina tentando di strangolare quell’impiastro! Non poteva starsene zitto almeno quando c’era lui…?! “…il poveretto ha passato san Valentino nell’infermeria scolastica! Mi ricordo che vomitò per un’ora di fila!!” concluse scoppiando a ridere a crepapelle “cretino! Non è stato male per i miei biscotti quella volta!!” ma perché quell’impiastro parlava sempre a sproposito? La ragazza lanciò un’occhiatina imbarazzata a Sendoh…che proprio non riusciva più a mentenere un’espressione composta e si unì alla risata dell’amico “ah! Uomini..!” disse stizzata la ragazza, cominciando a sparecchiare alcuni piatti e aprendo l’acqua del lavandino “dai, sorellina…sai bene che scherzo! Anche se una volta eri un’imbranata, adesso prepari piatti squisiti!” “tsk!” rispose lei fingendosi arrabbiata, se lo avesse fatto sentire un po’ in colpa si sarebbe sentita soddisfatta. “davvero…guarda che anche il Senpai ha gradito! Non farmi il muso!” “puoi ben dirlo…hai sbagliato lavoro Yayoi, dovevi fare la cuoca” “ah….grazie….” rispose al ragazzo che si accingeva a stirarsi la schiena Hikoichi guardò un po’ preoccupato la sorellina…si era fatta un po’ triste. Lo era sempre, quando si toccava quell’argomento. Solo che Sendoh non poteva saperlo. “….” Sendoh si sentiva un po’ confuso…che cosa c’era che non andava? “scusa, ho detto qualcosa….” “no, non fa niente….” Gli rispose dandogli le spalle, mentre faceva scorrere l’acqua sulle padelle “ti do una mano” si offrì il ragazzo raccogliendo piatti e bicchieri e immergendoli nell’acqua “grazie, ma non disturbarti” “..era solo un modo per dirti che cucini benissimo, Yayoi” le disse sinceramente “non intendevo certo dire che non sei una buona giornalista” “si, lo so” gli rispose con un sorriso “scusami…e poi non sparecchiare per me. quell’asino ti darà già abbastanza da fare, no?” “non c’è problema…e poi lo faccio spesso a casa quando sono da solo” “…sentito Hiko? Prendi esempio!” disse al fratellino scansafatiche “ma adesso davvero andate di sopra a finire gli esercizi che qui ci penso io, o farai davvero tardi!” “…non sono scansafatiche…” si lamentò il piccolo Hiko salendo le scale seguito dall’amico …. “mh…?” si svegliò tiepidamente la ragazza col rumore della pubblicità. Ah. Si era appiasolata mentre ingannava il tempo davanti alla tv. Davanti ad una di quelle stupide fic-com dove alla fine lui le dichiara il suo amore e lei scoppia a piangere tra le sue braccia perché è dall’inizio della storia che desidera sentirsi dire quelle parole. Poi i due si baciano appassionatamente e seguono i titoli di coda. “chissà perché lei è sempre giovanissima e bellissima e lui è sempre quello maturo e adulto?” sussurrò malinconica “perché è così che funziona. Lei giovane e magari nemmeno all’università e lui già lavoratore di successo” Proprio stupide queste fic-com. pensò guardando l’orologio. Era quasi l’una. si disse scaldando i due caffè che aveva già preparato. Un minuto dopo la ragazza stava salendo le scale con il vassoio in una mano e l’altra impegnata a sfregarsi gli occhi assonnati. Stava crollando dal sonno. Bussò piano alla porta ed entrò…che silenzio. Vide Hikoichi addormentato sulla scrivania, con la testa appoggiata sulle braccia a mo di cuscino. Era proprio crollato, poverino. “non ha più retto le mie spiegazioni” le sussurrò piano Akira, seduto accanto al ragazzo “non prendertela. Non è abituato a fare le ore piccole, lui…” gli rispose accennandogli un sorriso “ho notato” le rispose “…come mai sei ancora qui?” Gli chiese la giornalista appoggiando accanto ai testi i due caffè “ho l’impressione che non serviranno questi…” “ne ho approfittato per dare una ripassata…” “fammi vedere…” Yayoi prese in meno il testo e cominciò a sfogliarlo rapidamente “letteratura giapponese…solo in seconda e già così avanti col programma?” gli chiese “già…quest’anno il prof ci ha spremuti come dei limoni” “sai, anch’io al liceo usavo questo testo. Adoro il capitolo sul romanticismo…passavo ore e ore a rileggere il famoso capitolo 7, anche quando non c’era un compito…” disse sinceramente. Solo qualche secondo più tardi si rese conto di aver pronunciato una frase terribilmente equivoca. si disse avvampando di colpo…e sperando che lui non se ne fosse accorto. “io invece pagherei 100000 yen pur di non dover più fare letteratura….” Rispose questo riprendendosi gentilmente il libro e riponendolo in cartella “sai, al contrario di matematica, non faccio che prendere insufficienze in questa materia. Come dice l’odioso prof. Mitamura, sono proprio negato…” disse con un sorriso “davvero lo ha detto?” “già. Dovevi veder la scena…era il giorno di consegna dei compiti, e dopo averli restituiti tutti in ordine decrescente, mancavo solo io all’appello. Si è alzato in piedi e sventolando il mio foglio disse di non aver mai corretto niente che più ‘insultasse il buon nome della letteratura del nostro Paese’, e che un impedito del genere giusto al basket si sarebbe potuto dedicare” “che vecchio dispotico” disse Yayoi “non posso credere che gli insegnanti facciano ancora cose del genere, al fine di umiliare i propri studenti” “eppure lo ha fatto. E probabilmente la scena si ripeterà settimana prossima, alla consegna della verifica di domani” “domani….?” “già. Infatti è meglio che ora non disturbi ulteriormente e me ne vada a casa a studiare…” disse riponendo al proprio posto tutte le proprie cose “aspetta un attimo..!” lo interruppe la ragazza “se…se vuoi posso darti una mano io” “cosa? No, non se ne parla…sei già troppo stanca, e domani hai anche il lavoro. E poi io sono un caso disperato, credimi” “questo non è affatto vero” gli disse seria guardandolo negli occhi “io sono convinta che tu non ce la faccia solo perché sei tu per primo a crederlo. Sei intelligente, e anche se una materia non ti piace, è bene che tu rimanga almeno sulla sufficienza per non abbassare anche le altre medie. Non è così?” “si…” le rispose con uno sguardo curioso il ragazzo “per me non c’è problema a stare alzata ancora un po’. Vedrai, faremo in modo che questo Mitamura si ricreda sulle tue capacità, e che non ti insulti più!” “io…ti ringrazio tanto Yayoi. davvero. non ti facevo così determinata.” “sciocchezze. Una buona giornalista deve avere della grinta, o finirà per rimanere segregata in ufficio per tutta la vita” gli rispose con un sorriso carico d’energia “sei una continua sorpresa…” le disse sorridendole, e tirando fuori di nuovo il testo “allora…fammi vedere…” disse lei coprendosi col libro il volto. Non poteva credere di aver detto davvero tutto quello a lui. E inevitabilmente, arrossiva… “da dove devi studiare?” “dal capitolo 6 all’8” “ah. Aspetta…oddio! Ma saranno…sono più di 130 pagine…! Sono tutte per domani?” “già!” gli rispose con uno sguardo di beata ignoranza “..nonostante questo sei venuto da mio fratello per tutto oggi…e anche a scuola, quanto mi ha detto!” “non c’era niente da fare. Gliel’avevo promesso, e poi non potevo lasciarlo da solo con le sue equazioni…” Yayoi quasi non lo ascoltava…stava sfogliando frenetica il primo capitolo, cercando di ripescare dalla memoria il ricordo di paragrafi un po’ ammuffiti… “cielo, Akira, davvero, con tutta questa roba davvero non dovevi venire oggi…” “scusa?” “si, è tanta, ma non preoccuparti…insieme la finiamo in metà tempo” “no…intendevo il mio nome. Come l’hai detto” “come..?” gli chiese di colpo la ragazza “mi hai chiamato Akira. Non l’avevi mai fatto” “ah…scusami! Non volevo…cioè…non dovevo…m-mi..” . Stavolta se ne doveva essere accorto per forza che era avvampata come un peperone. “guarda che a me fa piacere Yayoi” disse abbassando un po’ il tono di voce “anzi, d’ore in poi chiamiamoci tutti e due per nome. È come essere più in confidenza” “ah…si...sa-sarà più piacevole…” balbettò in preda al panico più totale. Il capitano del Ryonan le aveva messo una mano sulla spalla e la stava guardando dritta negli occhi, in quel modo indecifrabile che aveva visto fare solo a lui “hai ragione…non mi piacciono i toni formali…” “…sorellina….” Biascicò improvvisamente Hiko Yayoi sussultò come prendendosi un colpo. Si era completamente dimenticata della presenza alle sue spalle del fratellino! In mezzo secondo l’atmosfera tutta particolare che si era venuta a creare era rotta, anche se solo lei si stava agitando vistosamente. “Hikoichi..! sei sveglio?! Vu-vuoi il caffè?!” “ancora 5 minuti…” disse il ragazzo, prima di girare la testa dall’altro lato. Era ancora addormentato. “bhe, forse è meglio che cominciamo” disse il ragazzo dopo qualche secondo di silenzio imbarazzato “già, è una buona idea” rispose lei incollando morbosamente lo sguardo al libro “allora, ti faccio uno schema verbale di questo primo pezzo…” ripetendo le vecchie lezioni, Yayoi evitava sapientemente di pensare ai propri pensieri che, lo sapeva bene, le avrebbero rimbalzato in testa per tutta la notte … DRIIIIIN DRIIIIIIIIN “….” DRIIIIIIIN DRIIIIIIIIIN “…e sta zitta….” Si lamentò Yayoi sbattendo a terra la sveglia. Non poteva di certo alzarsi con tutto il sonno che aveva. Doveva recuperare le ore di sonno perso…già, era stata tutta la notte a studiare quei benedetti 3 capitoli di letteratura con Akira. Però ne era valsa la pena. Si, alla fine avevano finito tutto, e lui non la finiva più di ringraziarla e complimentarsi per la sua bravura…e poi non si ricordava molto altro…ah, si. Akira nel mondo dei suoi sogni le aveva dato un dato un bacio, un innocentissimo bacio sulla guancia. Proprio come la bella addormentata. Solo che lei, a differenza della principessa…non si era svegliata… “bella addormentata?” disse di colpo alzandosi a sedere sul letto. Sul LETTO? Ma che diavolo…era in camera sua! come ci era finita in camera sua?! lei…era in camera di Hiko e poi… spalancò le finestre per far entrare la luce del giorno, e constatò di essere ancora vestita con gli abiti del giorno prima. Ad esclusione dei calzettoni, ripiegati sul tappeto in perfetto ordine. Troppo ordinati perché li avesse messi lei la sera prima, stanca morta. “buongiorno Yayoi!” “ehhhh!” sussultò la ragazza sentendosi afferrare alle spalle “Hikoichi! Ma che scherzi sono questi?!” lo rimproverò la sorella, più confusa che arrabbiata “scusa, scusa…non volevo spaventarti. Piuttosto, vestiti decentemente che sono quasi le otto!” “le otto?!” per fortuna però, quel giorno aveva l’orario in tarda mattina “adesso…dov’è…è ancora qui?” “no naturalmente. Il Senpai è andato via senza che me ne accorgessi…mi ero…addormentato” disse Hiko a testa china “è venuto apposta per me e io sono cascato come una pera cotta sul quaderno. Chissà se ieri sera ha fatto troppo tardi” “vorrai dire stam-“ ah, Hiko non sapeva che Sendoh era rimasto fino a tardissimo “cioè niente…speriamo che stamattina non si addormenti a scuola…” “gia…scusa sorellina ma io vado a scuola adesso!” “ok…buona giornata e buona fortuna per il compito!” “grazie sorellina! E datti da fare visto che hai dormito il doppio di noi stanotte!” “il doppio di voi, dici…?” sospirò guardando il fratellino chiudere la porta di casa…
  
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