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Autore: Isa    27/09/2003    5 recensioni
Asuka...dopo la sconfitta dell'ultimo angelo...riuscirà a rifarsi una vita? o l'incubo delle battaglie la perseguiterà ancora? E Jack riuscirà a far breccia nel suo cuore?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Asuka Soryou Langley
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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AMORE…



Asuka era contenta di aver finito di dover salvare il mondo dagli angeli. Dopo la morte di tutti i suoi amici, si era rifatta una vita. Era stata dura, ma c’e la aveva fatta.



Ora, camminando per i corridoi della scuola, stava pensando al compito in classe, sperando di averlo risolto esattamente.

Entrò in classe, e si sedette al suo posto. Il banco accanto a lei era vuoto, e tutti sapevano che era riservato ad un ragazzo che l’anno prima era stato bocciato.
Lei se lo immaginò con degli occhiali spessi, i capelli unti e la faccia brufolosa.



Ma si sbagliava.

Entrò in classe un ragazzo con i capelli biondo pallido, gli occhi freddi, azzurro ghiaccio, alto, con dei jeans sbiaditi, più grandi della sua taglia, una maglietta bianca, piuttosto vecchia e logora, molto più grande di quella che avrebbe dovuto avere e l’orecchio destro traforato da un orecchino argentato.



Asuka lo osservò molto attentamente mentre lui parlava con il professore, quando poi si rese conto che sarebbe diventato il suo compagno di banco, fece un piccolo sobbalzo e si sentì arrossire.

Era così carino…

Lui si avvicinò, prese la sedia e si sedette. Lei si girò e gli sorrise.
Lui la guardò incantato. Pensava di doversi sedere accanto alla classica secchiona, brutta e grassa, invece si era ritrovato accanto a quella ragazza. La osservò meglio, e arrossì.


Era così carina…


[…]

Una volta finita la lezione, Asuka si dedicò alle nuove conoscenze.
Si girò verso il suo compagno e chiese:- Come ti chiami?
Lui, colto alla sprovvista, non seppe cosa rispondere. Poi realizzò la domanda e disse:- Jack, tu?
- Asuka - rispose, e aggiunse - di dove sei? Il tuo nome non è giapponese…
-I miei genitori sono americani- spiegò Jack

Iniziarono a parlare, senza nemmeno far merenda o accorgersi che tutta la classe si era alzata in piedi, in segno di saluto verso il professore.
- Emm…- disse il professore sperando di essere sentito. Niente, i due ragazzi erano troppo immersi nella conversazione per poter sentire o vedere chiunque altro al di fuori di loro.
Allora il professore esclamò:- Se non siete degni di seguire le lezioni siete pregati di uscire dalla classe!-
Detto questo, i due si alzarono e guardando negli occhi il professore con sguardi gelidi, dicendo all’unisono:- D’accordo!
Bersagliati da sguardi sbalorditi, se ne andarono sbattendo la porta alle loro spalle.


Arrabbiati per essere stati interrotti, ricominciarono a parlare, camminando.
I due si erano trovati subito simpatici, anche se si conosceva appena da un’ora al massimo.

Per quanto possa sembrare strano, secondo Asuka Jack era un ragazzo molto dolce, con la quale lei stava veramente bene.
Trovarono una panchina, e bagnati dal sole mattutino, si sedettero.
Jack chiese:- qual è il tuo sogno, Asuka?
- il mio sogno?
- Esatto
“rifarmi una vita” pensò mentre un’ombra scura le attraversava gli occhi
- non lo so…- rispose infine
-Non esistono persone senza sogni…
- Io SI!- sbottò lei prima di calmarsi
Si guardarono e dopo qualche istante lui disse
-nemmeno io…
- è impossibile!- disse lei, incredula che quel ragazzo così gentile e simpatico fosse privo di sogni e aspirazioni…
- è possibile, invece!
lo guardò interrogativa
-cioè, voglio dire, un tempo ne avevo… ma sono stati distrutti quando cambiai città. Mio padre divorziò, e io lo seguii. Non portai niente con me tranne qualche maglietta e qualche paio di pantaloni, i miei soldi e dei CD. Mio padre si è risposato e io … Bè non sono niente di questo posto, anche se sono qua da cinque anni so parlare perfettamente il giapponese,ma non ho mai conosciuto nessuno, a parte te, s’intende. Sono stato solo tutto questo tempo.
Asuka rimase sbalordita da questa rivelazione. Riuscì a mormorare un:- mi dispiace…- mentre la sua testa si riempiva di domande:si era confidato solo con lei? Perché? Come aveva fatto a stare senza amici per tutto questo tempo? Si ricordava quando la sua migliore amica aveva litigato con lei, e non le aveva rivolto la parola per due settimane, e lei era sempre da sola, senza nessuno. Non sarebbe riuscita a sopravvivere senza nessuno. Soprattutto dopo la morte di Shinji, di Rei e di Misato. Una lacrima scese lungo la guancia di Asuka.

Jack si sentiva finalmente bene dopo cinque anni. Aveva buttato fuori tutto quello che teneva dentro da tanto, troppo tempo. Era contento. Vide la lacrima di Asuka scendere dagli occhi fino ad arrivare sulla sua gonna
-cosa succede?- esclamò , preoccupato per la sua nuova amica, che tutto d’un tratto si era messa a piangere.
- niente- rispose, ma le lacrime la tradivano. Non riusciva a scacciare dalla mente l’immagine dell’Eva di Rei e di Shinji che scomparivano in quella esplosione, mentre lei cercava di contrastare l’angelo… quell’angelo che le salvò la vita, facendole da scudo, morendo durante l’esplosione.
Jack era incuriosito dall’oscuro passato di quella ragazza, tanto indifesa fuori quanto forte dentro.


Asuka decise che non era il momento di rivelare al suo nuovo miglior amico che lei aveva salvato il mondo, che lei era la sopravvissuta, che lei era quella che con l’uccisione dell’ultimo angelo era comparsa sui giornali, anche l’identità non era stata rivelata perché minorenne.
Lui capì quelle lacrime erano dedicate ai suoi amici, quelli che erano morti. Ma come erano morti? Perché? Tutte domande alla quale Jack non poté che rispondere con un semplice “non lo so”.
Rattristato per la ragazza disse:- Visto che non possiamo ritornare a scuola, perché non andiamo a mangiare un gelato?
Il viso di Asuka si rasserenò:- ok!


Arrivati davanti all’unica gelateria della cittadina, si sedettero ad un tavolino e ordinarono.
Durante il tragitto erano stati zitti, pensando a quello che si erano detti. Perché avevano provato quella strana sensazione, quell’attrazione?
Un colpo di fulmine?
Jack ne era quasi sicuro. Gli piaceva Asuka, per quanto impossibile possa sembrare, si era innamorato di lei in una mattina.


Passarono la giornata assieme, e la sera lui accompagnò Asuka a casa dove si salutarono. Si sarebbero rivisti il giorno dopo, ma non sapevano ancora come.


A CASA DI JACK

- Sono arrivato!- disse Jack, andando in camera sua.
- Come è andata a scuola?- domandò il padre- vi hanno dato compiti?
- tutto bene… niente compiti!- rispose trattenendo una risatina

A CASA DI ASUKA

La casa di Asuka era un enorme villa della sua migliore amica.
Asuka si trovava estraniata, anche se i genitori dell’amica l’avevano presa come figlia.
- Sono a casa!- esclamò, andando al piano superiore.
- Com’è andata oggi?- domando la signora Hikari
- Tutto bene…- rispose Asuka, ma non riuscì a trattenere un sorriso.
Si era innamorata. Ci aveva pensato tanto, ma Jack era l’unica persona che riusciva a farla stare così… così bene. Non vedeva l’ora di rivederlo.


Asuka si svegliò di soprassalto. Che ora era? Guardò l’orologio e capì. Erano le 7.50 A.M., ed era in estremo ritardo. La scuola inizia alle 8.10 A.M., e aveva 20 minuti di tempo, per prepararsi e andare a scuola. Sembrano tanti, ma in realtà volano.

Mentre correva con lo zaino sulle spalle, Asuka guardò l’ora: le 8.05. forse riusciva ad arrivare in tempo.
In lontananza arrivava un motorino, e lei si giro per vedere il conducente. Aveva un che di familiare. Era Jack. Quel ragazzo compariva sempre quando aveva bisogno di aiuto!
- Fermati!!!!!!!!!!!!!!!!!- gridò Asuka.
Jack accostò. – vuoi un passaggio?-
- si grazie.- rispose, compiaciuta per la spontaneità del ragazzo.


Una volta davanti alla scuola, i due ragazzi scesero dal motorino.
- grazie ancora! Sarei arrivata in ritardo di all’incirca…- disse Asuka, guardando l’orologio- mezz’ora.
- di niente…- rispose Jack
- posso fare qualcosa per te?- chiese la ragazza
era l’occasione di Jack.
Ci pensò un po’ su e infine, più serio di qualunque altro ragazzo possa essere, prese per la vita Asuka, e, stringendola a sé disse dolcemente:- Baciami…



Fine capitolo uno

  
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