Mezzo
mondo dorme.
I
rumori delle poche macchine ancora in giro arrivano alle mie orecchie
attraverso la finestra lasciata lievemente aperta. Fa caldo. Troppo caldo, e
non è ancora piena estate. Mi muovo lentamente, cercando di non fare il minimo
rumore in questa notte afosa e silenziosa.
Uffa.
Quando
la mattina mi devo alzare mi sembra che la notte, il tempo che ho passato nel
mondo dei sogni beatamente addormentata, non sia mai abbastanza… non mi ero mai
accorta invece di come una notte possa essere lunga. E noiosa. Decisamente
insopportabile.
Mi
muovo di nuovo, sempre con cautela. Fino ad un’ora prima avevo ben pensato di
far fruttare in qualche modo la mia notte insonne, studiando un po’. Ma dopo
aver letto i primi due capitoli del libro di scienze, che, tanto per la
cronaca, trattavano della Terra nell’universo, anche la mia testa era andata a
farle compagnia tra le stelle.
Così
mi sono sdraiata di nuovo sul letto, a girarmi e a rigirarmi, cercando
(inutilmente) di far tornare la mia testa dal suo viaggetto nell’ universo per
spedirla tra le braccia di Morfeo. Non ci sono neppure i grilli, a farmi
compagnia. Non che me li aspettassi, certo, nel bel mezzo della città, ma
sarebbe stato tutto più romantico con i grilli, non trovate? Più romantico e
meno noioso… almeno c’era qualche altro rumore oltre a quelli delle macchine e
quelli prodotti da me, alla ricerca della posizione adatta per addormentarmi, o
per lo meno di quella meno scomoda.
Uffa.
Mezzo
mondo dorme.
Sto
per rinunciare alla mia guerra contro l’insonnia. Se devo stare sveglia, tanto
vale fare qualcosa di utile, no? Si, ma cosa? Come mi muovo rischio di
svegliare parte (minima, ma pur sempre parte) del mezzo mondo che dorme. Ok,
questa è l’ultimo tentativo di prendere sonno. Stesa pancia all’aria sul letto,
chiudo gli occhi e cerco di concentrarmi su qualcosa di rilassante. Sento il
mio corpo che si rilassa e la mia mente che, arrivata finalmente nell’atmosfera
terrestre, inizia a vagare. Ecco, questa probabilmente è la volta buona.
Buonanotte.
…
…
…
…
…
…
Brrrrrrrrrrroooooooooooooooommmmmmmmmmmm!!!!
Craaaaaaashhhh!!!
Faccio
un salto di tre metri. Se non ci fosse stato il soffitto, sarei probabilmente
andata a verificare di persona se quello che avevo studiato solo poche ore
prima era vero. Mi porto una mano sul petto e sento il mio cuore che cerca di
uscire dalla mia gabbia toracica. Inspiro, espiro; inspiro, espiro. Calma, non
è successo niente. Veramente questo ancora non lo so. La porta-finestra è
aperta, ma la persiana è abbassata e mi arriva neanche al ginocchio. Non
sapendo neanche io stessa chi me lo fa fare, mi metto a gattoni sul pavimento e
cerco di scivolare silenziosamente sotto la persiana. Perché naturalmente non
la posso alzare, perché se svegliassi qualcuno, poi chi li sente?
Intanto,
appena la mia testa entra in contatto con l’aria umida e afosa, arrivano alle
mie orecchie imprecazioni impronunciabili. Ho un’incredibile voglia di girarmi
e tornare indietro, ma questa non è un’impresa facile. Dovrei fare una manovra
impossibile per strisciare in retromarcia attraverso la piccola fessura, quindi
l’unica cosa che posso fare è andare avanti fino ad uscire sul balcone.
Una
volta uscita completamente mi rimetto in piedi e mi pulisco alla meglio: non
voglio neanche pensare a cosa potrebbe esserci sul pavimento del balcone. Porto
lo sguardo oltre la ringhiera, cercando di capire cosa avesse potuto provocare
tutto quel frastuono e quindi il mio brusco risveglio. E lo vedo: un uomo
rozzo, molto robusto e completamente calvo, che prende a calci quella che credo
sia (o era, se preferite) la sua macchina, di colore nero ma di modello non
identificabile. Non identificabile perché il cofano si è ripiegato almeno
cinque volte su se stesso, e l’auto ha entrambi i fari anteriori in frantumi.
Il paraurti è in parte staccato e la targa è ormai volata chissà dove. Il
proprietario sembra deciso a sfasciarla ancora di più a furia di calci
rabbiosi, ma credo che l’unica cosa che si sfascerà tra poco sarà il suo piede.
Anzi, non per essere cattiva, ma sinceramente glielo auguro.
Mi
rimetto a letto, ma so benissimo che la cosa è inutile. Anche perchè non mi
sono ancora calmata. Continuo a respirare lentamente e chiudo gli occhi. Tra
un’ora scarsa suonerà la maledetta sveglia.
Ma
è ancora notte.
Mezzo
mondo dorme.
E
l’unico coglione ancora sveglio è passato sotto casa mia.
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E
dato che dopo una notte d’inferno ho bisogno di un sostegno psicologico, vi
prego di recensire! Ero decisa a non pubblicarla, quindi mi farebbe molto
piacere sapere cosa ne pensate. E già che ci siete magari datemi anche l’in
bocca al lupo per domani, che inizio gli esami!!! :-p