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Autore: ColdBlood     17/11/2009    1 recensioni
“Non c’è la faccio. Non cercarmi.”
Ricordo i tuoi capelli neri sparsi sul cuscino, una ciocca ribelle appoggiata sulla fronte, il tuo bel viso serenamente addormentato, il lenzuolo che ti copriva solo fino alla vita e il tuo petto pallido ed asciutto.
Era questa l’ultima immagine che volevo avere di te.
Il bell’angelo che mi ha rovinato la vita
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Angel who Will Save my Life

 

 

Ho davvero pensato che fosse la cosa giusta da fare.

Mi avevi rovinato la vita. Era questo quello che continuavo a pensare.

Mi avevi rovinato la vita.

Se non ti avessi conosciuto forse a quest’ora sarei sposato. Forse avrei una famiglia.

Forse non avrei conosciuto il vero me stesso.

Invece sei entrato nella mia vita e l’hai cambiata radicalmente.

Mi sono innamorato di te, anche se non ho mai avuto il coraggio di ammetterlo.

Tu, invece, me lo ripetevi sempre.

Volevi farmi capire che avevo fatto bene a seguirti. Mi dicevi che insieme ce l’avremmo fatta.

Ho abbandonato tutto per te, e tu lo sapevi.

Ho lasciato la mia ragazza, i miei genitori non hanno più voluto saper niente di me.

Ti sentivi in colpa ma io ero troppo accecato dal dolore e dalla confusione che provavo per rendermene conto.

Quando hai dovuto sopportare in quel periodo eh, amore mio?

Quante volte ti ho lasciato il lacrime, andandomene sbattendo la porta?

Non riuscivo ad accettarmi e di conseguenza non accettavo te, non accettavo noi.

Ho pensato che sarebbe stato meglio per entrambi lasciarci.

Si, ti ho lasciato con un biglietto, con un post-it sul comodino, dopo che avevamo fatto l’amore e tu dormivi tranquillamente, nudo, sotto le coperte blu notte del tuo letto.

“Non c’è la faccio. Non cercarmi.”

Ricordo i tuoi capelli neri sparsi sul cuscino, una ciocca ribelle appoggiata sulla fronte, il tuo bel viso serenamente addormentato, il lenzuolo che ti copriva solo fino alla vita e il tuo petto pallido ed asciutto.

Era questa l’ultima immagine che volevo avere di te.

Il bell’angelo che mi ha rovinato la vita.

 

Ho provato molte volte, in questi sei mesi, il desiderio bruciante e doloroso di vederti.

Quante volte ho pensato di venire davanti alla tua università ed aspettarti li?

Non l’ho mai fatto.

Mi avevi rovinato la vita, no?

Era solo un momento, mi sono detto, ora devo solo tornare a vivere. Trovarmi una bella ragazza e ripresentarmi a casa dai miei genitori, dicendogli che mi ero sbagliato.

Tu mi avevi traviato, ma io mi sono reso conto che no, ero normalissimo.

Mi viene da ridere ripensandoci. Ma all’epoca ci credevo davvero!

Ho smesso di crederci quando mi sono trovato a scopare con uno sconosciuto nel parcheggio di un locale.

Che cosa avevo fatto?

Forse ero stato io stesso a rovinarmi la vita.

Forse tu mi avevi dato la possibilità di essere me stesso e io ho distrutto tutto.

 

In questi mesi è stata quell’immagine di te addormentato e sereno a tenermi compagnia, a farmi star male, ma bene allo stesso tempo.

Perché quando mi stendevo sul letto e chiudevo gli occhi riuscivo quasi a sentirti accanto a me.

Poi allungavo una mano sull’altro lato del mio maledetto letto a due piazze e il sogno svaniva, lasciandomi nella disperazione.

Ti ho immaginato così tanto ma, come una vecchia foto troppo maneggiata, quell’immagine ha iniziato a schiarirsi, a indebolirsi. I colori ad essere meno brillanti.

I tuoi occhi e il tuo sorriso li avevo già dimenticati da tempo.

 

Per questo, ora che sei a pochi metri da me fatico quasi a riconoscerti.

Ma no, quel corpo che ho toccato con forza e disperazione, quel viso che ho visto in tutte le espressioni possibili, quei capelli che ho più volte stretto tra le mie dita. Non posso dimenticare tutto questo.

Dopotutto, non ci sono mai riuscito.

Sei a dieci metri da me, seduto ad un tavolino con degli amici.

Posso vederti benissimo dalla mia posizione e anche tu potresti se solo alzassi lo sguardo.

Ma ridi. Le tu labbra bellissime si tendono, mostri i denti dritti e bianchi.

I tuoi occhi scuri brillano nella luce soffusa di questo bar.

Sei sereno, non mi hai ancora visto.

Studio il tuo viso. È più scarno di quanto ricordavo. Sei dimagrito.

Non ti è passata ancora la fissa di truccarti gli occhi con una linea sottile di eye-liner.

Quanto ho odiato il fatto che usassi il make-up?

Quante volte ti ho lasciato seduto in un bar, scappando via?

Sentivo gli occhi di tutti su di me. Tutti mi guardavano, tutti mi giudicavano.

Avrei dovuto fregarmene. Avrei dovuto fare quello che sto facendo in questo momento.

Guardarti con insistenza, perché l’unica cosa giusta nella mia vita sei stato tu.

Ora ti guarda e penso che tu sia bellissimo.

Non ti ricordavo così bello.

Prendi in mano il tuo drink e indirizzi la cannuccia alle labbra. Prendi un sorso di quel liquido giallognolo. Vodka-Lemon. Ne sono sicuro. È il tuo alcolico preferito.

Rimetti giù il bicchiere e sorridi ancora.

Poi alzi lo sguardo, e mi vedi.

Il cuore mi arriva in gola, battendo furiosamente.

Hai perso il sorriso, i tuoi occhi sono aumentati di circonferenza e mi guardano sorpresi.

Non credi ai tuoi occhi Will?

Io continuo a guardarti, non ne posso fare a meno.

Dio solo sa quanto mi sei mancato.

Ti alzi di scatto, come se fossi deciso sul da farsi, ma poi ti blocchi e torni a sederti sullo sgabello di legno.

Un tuo amico si volta verso di te, ti starà chiedendo che cos’hai.

Tu però non rispondi. Sono io ad attirare tutte le tue attenzioni.

I tuoi occhi sono su di me e posso solo immaginare cosa ti passa per la testa.

Non sai se alzarti e venirmi a parlare. So che vorresti farlo, ma hai paura che io abbia qualcosa in contrario.

No Will, vieni da me. Sai che io non ho il coraggio di farlo. Sai che sono troppo orgoglioso.

Mordi il labbro inferiore. Sei nervoso.

Ti vedo chiudere gli occhi e fare un profondo respiro.

Okay amore, calmati.

Ti alzi, questa volta lentamente. Dici qualcosa hai tuoi amici che ti guardano un secondo, ma poi tornano a parlare tra di loro.

Fai il giro del tavolino e ti trovi a fare lo slalom tra i tavolini. Questa sera il pub è pieno di gente.

Io sono seduto al bancone del bar.

Il barista, circa un quarto d’ora fa, mi ha servito la birra alla spina media che avevo ordinato, ma non l’ho ancora toccata.

Ti avvicini lentamente, fino ad arrivare di fronte a me.

- Nate…ciao…- sussurri, affondando le mani nelle tasche dei tuoi jeans blu scuro, schifosamente aderenti. Mettono in risalto le tue gambe perfette.

Il ricordo di quelle stesse gambe strette intorno ai miei fianchi mi provoca un crampo allo stomaco.

I jeans sono infilati nei tuoi soliti anfibi slacciati. Il petto è fasciato da un maglioncino nero con lo scollo a V. Riesco a distinguere quasi le costole. Dio Will, sei dimagrito troppo.

Ora che sei qui vicino a me non riesci a guardarmi negli occhi, quindi alterni lo sguardo tra il pavimento e il mio viso.

- Ciao Will…-

Sono contento di vederti Will.

Mi sei mancato Will.

Ti amo Will.

- Come…si, volevo chiederti…come stai? – mi chiede, con tono nervoso e imbarazzato.

Bene, ora.

Male, ora. Voglio prenderti tra le mie braccia.

- Bene, cioè…abbastanza…-

Annuisci distrattamente. Sai che è una risposta di circostanza.

Forse anche la tua è stata una domanda di circostanza?

- Tu invece? Ti vedo dimagrito…- dico, e allungo una mano per sfiorare con un dito il tuo addome.

Ti irrigidisci e distogli lo sguardo.

- Si. Il nervosismo per gli esami mi ha fatto perdere un po’ l’appetito. – rispondi.

È una bugia, lo so.

Sei stato male per me Will?

- Ma sto bene…- ti affretti ad aggiungere – Benissimo. –

I superlativi smascherano le bugie, Will.

Sospiro e abbasso la testa.

Come posso dare lezioni a lui, quando sono io il primo a mentire in continuazione?

Non ho fatto altro nella mia vita.

Mentire quando sapevo di essere attratto da lui.

Mentire quando sapevo di essermi innamorato di lui.

Mentire quando dicevo che era tutta colpa sua.

Mentire quando dicevo che mi aveva rovinato la vita.

- Io no Will. – ho sussurrato, scuotendo la testa, quasi senza forze.

- Io non sto bene Will. – ho ammesso.

Forse è la prima verità che dico, da molto tempo a questa parte.

Alzi lo sguardo e mi guardi, sorpreso, con la bocca socchiusa.

Ricambio il tuo sguardo, in attesa di una risposta, qualsiasi essa sia.

- Che vuol dire…c-che non stai bene? – balbetta.

Mi verrebbe da sorridere. Non sei cambiato per niente amore mio.

- Voglio dire che mi manchi Will. Che ho fatto una cazzata. – ho sussurrato.

Vedo la sua espressione cambiare radicalmente.

Diventare arrabbiata e sofferente.

- No, non permetterti a dirmi queste cose. Sono stato una merda in questi mesi per colpa tua, quindi ora non uscirtene con queste frasi. Non è proprio da te Nate! – mi dice.

Ha il viso contratto e si vede che sta cercando di mantenere il controllo. Di non alzare la voce.

In fondo siamo in un luogo pubblico.

- Non pensi che forse…sono cambiato? – ho proposto.

Ho paura che mi si metta a ridere in faccia.

Ha ragione. Io non sono tipo da questo tipo di frasi. Non sono tipo da ammettere un mio sbaglio.

Non sono tipo da dirglielo, ora, subito, che sono innamorato di lui.

- Cambiato eh Nate? Il fatto allora di avermi lasciato con un fottuto post-it, ti ha aiutato nel tuo cambiamento, forse? – il suo tono sarcastico mi punge le orecchie.

Ho abbassato lo sguardo.

- Mi dispiace. – ripeto.

Non so cos’altro dire. Non so cosa fare.

So che qualsiasi cosa io dica, lui avrà sempre qualcosa di più giusto da ribattere.

Lui annuisce, ma non dice null’altro.

In un secondo lo vedo darmi le spalle e cominciare a camminare verso il suo tavolo.

No, non posso lasciarlo andare così.

Mi alzo velocemente dalla sedia e lo blocco per un braccio.

- Will, fermo. – lui sospira e si volta a guardarmi.

- Che c’è Nate? Non penso che ci sia altro da dire. Volevo solo sapere come stavi. Volevo solo sapere se avevi trovato te stesso. –dice, guardandomi negli occhi.

- L’ho trovato quando ti ho conosciuto. Avevo solo bisogno di tempo per capirlo ed accettarlo. –

Mi guarda, cercando forse di capire se penso davvero quello che dico.

- Sei cambiato davvero…- dice dopo, e sono felice di sentire che è un affermazione e non una domanda.

- E come è successo eh? Ho cercato in tutti i modi di farti capire che non era sbagliato amare un uomo. Ti ho detto che ti amavo. E tu mi hai rifiutato, prendendomi solo quando ti faceva più comodo. – abbassa lo sguardo.

Faccio lo stesso.

I ricordi dei modi bruschi che usavo con lui, i ricordi delle parole crudeli che gli rivolgevo e il mio ridere e reagire male quando mi diceva che mi amava, mi fanno star male.

- Quando te ne sei andato e mi hai chiesto di non cercarti ho pensato che forse avevi fatto la cosa giusta. Mi è venuto il dubbio che forse, quello di cui mi accusavi, era la verità. Forse ti ho davvero rovinato la vita. –

- Mi hai lasciato nel dolore più profondo che io abbia mia provato e l’unica cosa di cui avevo bisogno eri tu che mi dicevi che non era vero. Che eri felice di aver scelto me. –

- Mi ero arreso, ho cercato di rimettere insieme i pezzi della mia vita. E ora, che ho trovato un po’ di equilibrio, vieni qui dicendomi proprio quello che volevo sentirmi dire…-

Non so cosa rispondere. I suoi occhi scuri sono fissi su di me e ora sono io a non riuscire a reggere il suo sguardo.

Poi però mi faccio forza e lo guardo.

- Perché non aiuti me, ora, a rimettere insieme i miei pezzi? Perché non mi aiuti a trovare il mio equilibrio? –

Io l’ho già trovato il mio equilibrio. Sei tu Will.

Lui mi guarda, soppesando le mie parole.

- Quindi non pensi più che io ti abbia rovinato la vita? – chiede poi, in un sussurro. Talmente basso che ho paura quasi di aver sentito male.

Ma è come se il mondo si fosse fermato.

Non c’è più nulla intorno a me. Ci siamo solo noi due.

Io e William. Io e il mio angelo.

Scuoto la testa, un accenno di sorriso mi è già apparso sul volto.

- No, me la sono rovinata da solo. Ma tu puoi aiutarmi a sistemarla…-

Lui mi guarda e poi…sorride.

- Si, penso di poterlo fare…-

Si, mi sono sbagliato ancora una volta.

Lui è l’angelo che salverà la mia vita.

 

 

 

 

Shot scritta di getto, in un attimo di ispirazione lampo e di super depressione.

Visto che ho bisogno di un happy-ending, almeno lo metto nelle mie storie =)

Ditemi cosa ne pensate okay? Qualsiasi cosa!

 

Vale

 

  
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