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Autore: Arial    19/11/2009    8 recensioni
L'Apocalisse è arrivata alle battute finali. Dean ha una sola possibilità di vincere, ma troverà la forza di fare la scelta giusta anche a costo della vita di suo fratello?
"Come in Cielo, così in Terra", oppure no?
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Michael, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Quinta stagione
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“Don't hesitate to give up everything

“Don't hesitate to give up everything.
Discover peace; discover hope, meaning of life
.
I've got to say it, gotta shout it out to you.

(Say it loud, Skillet.)

 

 

 

Un solo colpo, preciso, diretto. Fatale.

Riesco ancora a sentirne l’eco, ad avvertire il penetrante odore della polvere da sparo. Lucifero però è rimasto in piedi, illeso. La sua camicia si è in parte disintegrata nell’impatto col proiettile, ma la pelle sotto di essa è intatta. Integra, liscia, soltanto vagamente annerita. Un semplice tocco della mano e la stoffa si richiude sul suo petto. Un sorriso gli si allarga sul viso, mentre in pochi passi colma la distanza fra noi.

-“Un giocattolino interessante, Dean. Dammela prima di farti male” ordina, porgendomi il palmo rivolto verso l’alto.

Soppeso la pistola che stringo fra le mani. È un’arma inutile, inservibile, ma non voglio che l’abbia lui: consegnarla equivarrebbe ad arrendersi.

-“Ops!” esclamo, lasciandola cadere a terra. “Sembra che dovrai abbassarti per prenderla…

-“Perché farlo, quando ci sei qui tu disposto ad aiutarmi?”chiede, gentile.

Poi mi dà uno schiaffo. È così veloce che non lo vedo arrivare, odo soltanto un secco crack e mi rendo conto che si tratta della mia testa. Finisco a terra.

-“Allora, Dean, riesci a raccoglierla?”

Se solo sentissi ancora le mie fottutissime dita, la prenderei per ficcargliela su per il culo. Magari gli toglierebbe quell’orribile ghigno dalla faccia, sempre che non ci prenda gusto…

Sollevo lo sguardo su di lui. Inclina il capo, osservandomi con curiosità e disgusto. Un insetto sotto una lente, praticamente.

Provo ad urlargli qualcosa, ma la bocca mi si riempie di sangue e le mie minacce si spengono in un liquido mormorio.

-“Cosa, Dean?” domanda, chinandosi.

Il suo viso è a pochi millimetri dal mio. La sua voce è divertita, sicura. Vittoriosa. Agisco di impulso - non so se per rabbia o per effetto di una mortale commozione cerebrale -  e gli sputo in faccia. C’è più sangue che saliva lì in mezzo, ma non posso fare a meno di sorridere quando lo lava via con una smorfia furente e schifata. Dean uno, Lucifero zero.

Mi stringe di scatto le dita intorno alla gola, mozzandomi il respiro. Il suo volto è deformato dall’ira. Ha completamente abbandonato la sua maschera d’indulgenza e comprensione, rivelandosi per quello che è in realtà: un arrogante psicopatico con manie di persecuzione e smanie di onnipotenza. Ma non avevano buoni psichiatri in Paradiso?

-“Nessuno ti ha mai insegnato il rispetto per i superiori?”sussurra.

È fortunato che non possa rispondergli... Sento un ronzio nelle orecchie. La testa mi pulsa con ferocia, i polmoni sono ormai sul punto di esplodere. Perché quando ne hai bisogno, la cavalleria non arriva mai?

-“Lascialo andare!”

Merda, questo è Sam. No, no, no. Ti prego, non lui. Scappa via, maledetto idiota, è te che vuole!

La presa sul mio collo si allenta, eppure non riesco ad inspirare. Ho un bisogno disperato di ossigeno, ma la mia cazzo di trachea ha appena deciso di entrare in sciopero… I colori cominciano a sfumare in un grigio indistinto, per poi essere inghiottiti in un profondo abisso nero.

Posso ancora sentire le loro voci, la sua: -“Vuoi che tuo fratello viva, Sam? Dipende da te, sì o no?”

No, Sam. Mandalo a farsi fottere, prendilo a calci nel culo. Qualsiasi cosa, ma non dirgli sì…

Una mano si posa delicatamente sul mio viso, scacciando via il dolore e con esso anche tutto il resto. Resta soltanto un’orribile sensazione di gelo e la certezza di aver perso: -“Ssshh… presto sarà finita. Hai portato a termine il tuo compito, Dean” sussurra contro il mio orecchio.

Poi più nulla.

 

* * *

 

Qualcuno mi sta scuotendo per le spalle. Cazzo, è come essere in un dannato shaker.

Vuoi che ti vomiti addosso, stupido coglione?

-“Dean, alza il culo. Non abbiamo tutto il giorno!” esclama, annoiato.

Merda, questa è la mia voce. Spalanco gli occhi, solo per puntarli in quelli del mio doppio perfetto. Un sorriso soddisfatto gli tende le labbra. Chiunque sia, si accontenta di poco.

Alle sue spalle intravedo una vasta pianura; un’interminabile distesa verde, sovrastata da un cielo azzurrissimo. Ecco, Brokeback Mountain.

-“Chi diavolo sei?” domando. “E piantala di toccarmi, sono sveglio.”

Mi lascia andare, per poi sedersi al mio fianco: -“Non credevo ti facesse schifo toccarti da solo” commenta, ghignando. “Temo che fra poco dovrai abbandonare tali pratiche, comunque: per me sarebbero… sconvenienti.”

-“Perché? Sei forse un fottuto monaco?” ribatto. Il suo ghigno si allarga e un lampo di comprensione mi attraversa il cervello: -“Michael.”

-“Già.”

-“Non pensavo ti saresti mai fatto vivo, sei uno che si prende i suoi tempi…” incomincio, sarcastico.

Scuote la testa: -“Ti ho semplicemente lasciato i tuoi.”

-“E che cazzo significa?”

-“Sei un soldato e non ti saresti arreso senza provare. Lo so, io non l’avrei fatto. Ti ho dato la tua chance, ma la colt non ha funzionato” si interrompe, trapassandomi con due occhi brucianti di determinazione: -“Lucifero dev’essere fermato e io sono l’unico che può farlo, Dean” conclude, implacabile.

-“E questa cosa sarebbe? Un’anteprima?” chiedo, indicandolo.

Sorride nuovamente: -“No, manco semplicemente di fantasia. Inoltre, dovevo preservare i tuoi occhi: non mi andrebbe di girare con un cane guida durante l’apocalisse.

-“Già, questo sì che sarebbe sconveniente” mormoro.

Non c’è molto che possa dire, tranne sì. Ovvio.

-“So che acconsentirai, Dean. Solo preferirei lo facessi alla svelta: hai visto anche tu cos’è successo, fra poco non ci sarà più nulla da salvare.

Di cosa parla? La colt si è rivelata inutile e quello stronzo mi ha letteralmente fatto a pezzi, ma la situazione non era così drammatica…

-“Dean, tuo fratello ha detto sì. Lucifero ha ora il suo vessel.”

-“Stai mentendo, figlio di puttana!”

Mi rimetto in piedi, tremante di rabbia: perché ricorrere a questi trucchetti ora? Si è presentato come un essere compassionevole, ho creduto mi capisse, ma non è per nulla diverso dai suoi fratelli: un viscido bastardo manipolatore. E la cosa peggiore è che, per quanto lo detesti, non posso rifiutarmi: condannare l’umanità perché l’unico che può sconfiggere Lucifero è un coglione? Direi che non è il caso…

-“Dean, smettila. Ti sembra il momento per una crisi di panico?

-“Non è ansia da prestazione, fig…”

-“È comprensibile che tu l’abbia rimosso, il tradimento fa male…”

Mi sfiora la fronte con le dita: “Vuoi che tuo fratello viva, Sam? Dipende da te, sì o no?”

Serro le palpebre, incapace di accettare le sue parole. È vero, so che è così, ma…

-“Quando ucciderai Lucifero, che ne sarà di Sam?” chiedo, sforzandomi di deglutire.

-“Mi sembra ovvio” comincia, glaciale “l’Inferno è stato creato per quelli come lui.”

-“L’Inferno è stato creato perché non hai avuto le palle di fare la cosa più giusta” gli grido, livido.

-“Tu sì?” ribatte, sprezzante. “Credi ci sia poi tanta differenza fra i nostri fratelli? Entrambi sono caduti, voltando le spalle alla propria famiglia, abbandonandoci.

-“Sam ha ceduto per me!”

-“Come puoi essere così cieco?” urla. “Tu sei solo l’alibi che si è dato questa volta!”

-“No. Non saranno le mie mani ad ucciderlo, scordatelo. Preferisco che il mondo vada a puttane!”

Mi poggia una mano sulla spalla, il suo sguardo si addolcisce: -“Mi dispiace, Dean, ma dev’essere così.”

Cosa? No, non può essere. Ci dev’essere un modo: -“Tu… tu sei un angelo” incomincio, disperato “puoi riportarlo in vita. Non c’è bisogno che muoia!”

-“Soltanto due fratelli possono sopravvivere, è scritto: Sam deve morire insieme a Lucifero.”

Oh, non credevo fosse così facile: -“Voglio prendere il suo posto. Non puoi impedirmelo: i vostri parallelismi cosmici resterebbero intatti. E vissero tutti felici e contenti, no?”

-“Tu no, coglione. Sam non vale un simile sacrificio. È feccia, nient’altro che questo. Altrimenti Lucifero non avrebbe scelto lui…

-“Sta zitto, non sai nulla di Sam: mio fratello è un coglione, non un mostro. Inoltre, non spetta a te scegliere. Allora, abbiamo un patto?”

Resta in silenzio.

-“Tic tac, cazzone. Il tempo scorre, l’hai detto tu” sbotto, a mo’ d’incoraggiamento.

Sorride, esasperato: -“Hai appena dato del cazzone ad una delle creature più potenti dell’universo, sei fortunato che mi serva un corpo e che abbia ormai capito che non ci stai con la testa… D’accordo, facciamo a modo tuo.”

Allargo le braccia: -“Aspetti un invito formale?”

-“Sì, sono le regole” risponde, serissimo.

Mai incontrato un angelo con un briciolo di senso dell’humour: -“Ok, Michael. Sì, puoi essere la mia damigella per il ballo.

Il paesaggio scompare di colpo, inghiottito da un’accecante luce bianca. Luce che, ovviamente, si fionda su di me. È come essere investiti da un treno. Un impatto così violento e veloce da lasciarmi senza fiato. Mi sento fatto a pezzi, lacerato e Michael è la colla che mi tiene insieme. Mi spinge nei recessi della mia mente, imprigionandomi in una gabbia asensoriale: -“Non vuoi vederlo, Dean. Credimi.”

 

* * *


Mi sveglio lentamente, ancora assonnato.

Certo che a furia di parlare di Apocalisse, arcangeli e vessel, il mio inconscio è definitivamente crollato. Che sogno del cazzo!

Riapro gli occhi e tento di stropicciarmeli. Tento perché il mio braccio non si solleva di un millimetro. Compiendo uno sforzo sovrumano, riesco ad abbassare lo sguardo sulla mia mano. Stringo fra le dita quella che sembra essere una pesantissima lancia. È riccamente intarsiata, pare una specie di oggetto sacro… porca puttana, non era un sogno!

-“No, non lo era” mi sento dire in un tono metallico, innaturale.

“Ci sei riuscito?”

-“Ci siamo riusciti, Dean.”

Già, io ho fatto davvero tanto, penso ironico…

Si volta e intravedo un corpo ai miei piedi. Giace scompostamente a terra, un'orribile ferita gli martoria il petto… Sam. Vorrei chinarmi su di lui, stringerlo a me, ma resto immobile. Una statua, un pupazzetto, ormai non sono altro che questo.

-“Non è vero, Dean” comincia l’angelo, con forza. E poi: -“Sei proprio sicuro di volerlo fare? Sai come la penso, non ne vale la pena.”

Sul volto di Sam è congelata un’espressione di dolore e rabbia. Vedendolo in questo stato, non ci si potrebbe mai illudere che stia riposando in pace. Non voglio morire, ma non posso vivere sapendolo all’Inferno: -“Non è quello che pensi tu a contare. Fallo.”

Lascia cadere la lancia e solleva il braccio, di malavoglia.

-“Un po’ di trasporto, amico. Non vorrai trasformarlo in un ritardato?”

-“Trasformarlo?” chiede con un ghigno.

Un calore tremendo mi invade. Piccole fiammelle spuntano dal terreno intorno a noi, come decine di fiori scarlatti. Che razza di paragone… colpa del frocetto che occupa abusivamente il mio corpo. È lui quello che indossa tunichette rosa, Cristo!

-“Dean, sta zitto” mi intima.

Ecco, pure suscettibile.

Le ferite di Sam si sono richiuse. Ha ancora gli occhi chiusi, ma riesco a vedere il suo petto sollevarsi. Respira, sta bene!

-“Beh, non è stato difficile” commenta.

Già, dopotutto, ci riesce persino Castiel…

Scoppia a ridere: -“Riferirò appena lo vedo. Vi lascio soli, Dean. Hai poco tempo.”

È fuori. L’ho sentito uscire, portando via con sé una parte essenziale di me. Vorrei seguirlo immediatamente, pestarlo a sangue e riprendermela, ma Sam si sta svegliando. Ho bisogno di parlargli, devo dirgli addio e assicurarmi che stavolta smetta di fare cazzate.

Gli crollo addosso, ormai incapace di tenermi in piedi.

-“Dean! Stai bene?” chiede, mettendo entrambi seduti.

-“Sono stato meglio” mormoro, la testa leggera.

-“Che cazzo succede? Ero morto, ero…” si interrompe.

All’Inferno?

-“Va tutto bene, Sammy. Lucifero è morto.”

-“Come?”

-“Michael. Ascoltami, Sam, hai visto un’anteprima di quello che accadrà, se non ti rimetti in carreggiata. Io…”

-“Tu?”

Scuoto la testa, insicuro su come proseguire. Non riesco a concentrarmi, mi sento scivolare via.

-“Dean, stai sanguinando!”

Cosa? No, non sono ferito. Sam mi sfiora con delicatezza, temendo di farmi del male. Quando le ritrae, le sue mani sono lorde di sangue. Eppure non sento nulla…

-“Sam, non ci resta molto…”

-“Che diavolo hai fatto?” domanda. Le prime lacrime gli rigano le guance.

-“Quello che dovevo” ribatto, stentoreo. “Promettimi solo che ci rivedremo, non finire all’Inferno… La scala è più faticosa dell’autostrada, ma il viaggio vale la destinazione. Non lasciarmi senza il tuo culone, Sammy…

Si sforza di sorridermi: -“Solo tu potevi usare i Led e i Metallica in una discussione escatologica.”

In una cosa? Perché Sam deve annoiarmi anche in punto di morte?

Vorrei prenderlo in giro, quando lo sento: -“È il suo profumo, Sam, quello della mamma.”

-“Corri a raggiungerla, Dean” sussurra, stringendomi però in un abbraccio ferreo.

Delle voci mi chiamano, mi incitano ad andare. Fra di esse mi sembra di distinguere quella di mio padre. Non ho mai desiderato più ardentemente eseguire un suo ordine, ma non posso: devo avere la certezza che Sam starà bene.

Sento le palpebre pesanti, ma mi sforzo di tenerle aperte. Mi manca l’aria, un dolore lancinante mi squassa il petto.

“Dean, basta. Non puoi più stare qui.

Michael. Ma farsi i cazzi suoi no?

Delle immagini cominciano a sfilarmi nella testa, sembra che questa non fosse solo una leggenda da strafattoni in punto di morte… Un attimo, questa non è la mia vita, è quella di Sam!

È  in un verdeggiante cimitero. Si china su una lapide, sfiorandola con affetto. È la mia. Sembra distrutto, ma sul suo volto riesco a leggere soltanto una cieca determinazione. L’ascolto fare un giuramento, dice che continuerà a cacciare e a salvare quante più persone possibili, stavolta però a modo nostro. Manterrà la sua promessa: deve rivedermi e prendermi a calci nel culo per averlo lasciato solo.

Ben presto, a conferma delle sue parole, a questa si sovrappongo decine di altre immagini. Mio fratello è un uomo, un eroe.

-“Grazie” mormoro, finalmente tranquillo.

Chiudo gli occhi e abbandono la testa contro la sua spalla. Per una volta, tutto è assolutamente perfetto.

 

 

 

Note: Dedico questa ff alla mia mamma per il suo 50esimo compleanno. Beh, che dire? So che non ami le storie che finiscono così male, ma ormai avrai capito che sono perfida XD

Spero ti piaccia, scusa ancora il ritardo. Ti voglio bene. Grazie per essere la mia più grande fan <3

 

   
 
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