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Autore: LaSuaDimensione    19/11/2009    1 recensioni
Questa è lo sfogo di una ragazza, che dopo aver pensato, pensato, riversa i suoi pensieri sulla carta, immaginando una corrispondenza col suo innamorato.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Roma, 21/10/09

Credevo che non sarei riuscita ad innamorarmi per più di un mese. Invece proprio oggi siamo a quota cinque. Sono cinque mesi tondi tondi che ti vedo in ogni dove, che ti sento ridere accanto a me nei momenti felici, che scambio il cuscino che accoglie le mie lacrime per la tua spalla. Che stupidaggine. Come se un freddo oggetto potesse prendere il tuo posto. E' solo fugace, quel momento di conforto. Passa l'illusione e sto più male...

Cinque mesi. Ti osservo, cerco di rubare ogni attimo - ogni minimo attimo - del tempo che passo con te, ma il tempo non mi concede questo privilegio; accarezzo con lo sguardo i tuoi capelli, le tue mani così robuste e confortanti, le tue labbra morbide e decise al tempo stesso, i tuoi occhi così maledettamente profondi e caldi. Ed è una fortuna, per te, che possa accarezzare il tutto solamente con lo sguardo, perché se potessi farlo anche con le mani, non la finirei più.

Cinque mesi. Ti ho visto per la prima volta che accarezzavi un pianoforte. Eri voltato e talmente preso che non ti sei accorto del mio arrivo, e ti sono grata per questo. Ho avuto il tempo di osservare te e la passione che imprimevi su quella tastiera, ho avuto il tempo di essere travolta dalla tua musica. Non pensavo che fosse possibile innamorarsi di qualcuno a partire dal modo di suonare, con te è successo. Sei riuscito a sconvolgere una povera adolescente, a partire dalle sue certezze. E hai fatto bene: era troppo attaccata ad esse. Ora ha scoperto il brivido del tentare.

Poi hai smesso di suonare, ed io ho provato un senso di smarrimento. Sei rimasto seduto per un po', come a ripensare a tutta la poesia che ti è uscita dalle mani, ti sei alzato, hai chiuso lo spartito e, solo dopo esserti girato, ti sei accorto di me. Eri esilarante con quell'espressione mezzo sorpresa e mezzo preoccupata, mi hai travolta di scuse per non esserti accorto della mia presenza e mi hai messo una mano sulla spalla. Profumavi di naturalezza, un aroma fresco e rilassante.

Cinque mesi. Vissuti cercandoti, provando a dirti più di quattro paroline in croce alla volta. Invece sei tu che ti occupi delle nostre conversazioni. Se è vero che gli opposti si attraggono, noi due siamo fatti l'uno per l'altra. Non so se credere in questa teoria.Ogni volta che ti vedo sorrido e abbasso lo sguardo, come una povera stupida, che spera di non lasciar trasparire le sue emozioni. Faccia da poker. Ma non mi riesce. E tu anche sorridi, m'investi col tuo profumo, mi ripeti per la medesima volta che sono troppo timida, che ti ricordo una ragazza d'altri tempi. Fai finta di non vedermi arrossire e mi alleggerisci col tuo modo di fare così alla mano.

Cinque mesi. Li ho vissuti per perdermi nel suono limpido e travolgente della tua risata, per godere delle farfalle nello stomaco talmente forti da farmi girare la testa. "Perché sono masochista", mi viene da pensare. Ma forse è per qualcos'altro, non sono brava con gli affari di cuore. Sono ancora troppo giovane.

Tua, Gaia.

 

  
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