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Autore: Akane    17/06/2005    5 recensioni
Se potessi non esistere…ma per me è impossibile ormai. Sono stato creato e svanire non mi è concesso. Ma avrò la mia pace. Perché loro non sanno quello che fanno ma io si. Il tutto è da fermare alla radice. Dovrò bloccare il futuro nel presente.
Genere: Romantico, Avventura, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Insolitamente insieme'
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CAPITOLO 1:
HEY YOU

/Tai/

Gli allenamenti per oggi sono finiti e alla bellezza delle 22.30 posso andare liberamente a casa per farmi la mia bella doccia rilassante, mangiare e dormire a volontà. Negli spogliatoi con gli altri compagni di squadra parlo e scherzo un po’ come al solito, forse non sembro cresciuto a guardarmi così, in realtà lo sono... o penso…
Mi tolgo la divisa sporca di terra buttandola nel borsone… la darò a mia madre che la lavi! Rimanendo in boxer mi butto un po’ d’acqua dal rubinetto per rinfrescarmi, sento le gocce fredde che cadono lungo il petto e gli addominali dandomi brividi piacevoli, infine ficco semplicemente il capo sotto il rubinetto. Reprimo un urlo di shock ma testone mi ostino a starci ancora un po’ impavido. Ecco, ora posso dire di star meglio.
Noto che qualcuno mi guarda di sottecchi e da come lo fanno mi viene da pensare di avere proprio un bel fisico, del resto ho sempre giocato a calcio e anche ora che la squadra è entrata in serie C e posso dirmi calciatore di professione, non posso comunque far solo quello. Con la vita frenetica che ammetto di avere è giustificato un corpo come il mio… ma dipende dai punti di vista. Io sono un tipo egocentrico e mi dico un gran figo, però in realtà so che i fighi sono quelli come Matt, non certo come me… io sono normale.
Ai primi tempi pur di lavorare per avere dei soldi che mi permettessero di comprarmi le cose che mi sono sempre piaciute, ho lavorato perfino in fabbrica… in quel periodo fra quella e il calcio mi sono fatto dei muscoli non indifferenti.
Si, vado abbastanza fiero di me e della mia vita. Non ne faccio una da riccone ma posso permettermi certe cose come vivere da solo, pagarmi la macchina dei miei sogni e pensare ad un futuro prossimo anche con una moto, perché no…
Non mi sentirò mai adulto!
Ora ho un lavoro decisamente migliore del primo, anche se i pesi li alzo ugualmente ad ogni carico e scarico del mio camion. Ok, non mio ma della ditta, però guidandolo io ormai è mio!
Non è un gran lavoro, ma non mi vergogno a farlo, cavolo. È divertente l’idea di trasportare alcolici, posso averne gratis anche per me!
Mi asciugo in fretta con l’asciugamano spettinandomi ancor di più i miei capelli castani corti.
Il tutto senza mai smettere di scherzare e parlare con gli amici.
Quando sono vestito esco tirandomi il borsone in spalla, saluto e arrivo alla macchina.
La mia meravigliosa macchina!
Non sarà una ferrari ma a me piace!
Mi riempio gli occhi di lei.
Era quella che ho sempre desiderato e finalmente sono riuscito a prendermela. È nuovissima e devo fare molta attenzione…
Ci salgo e parto uscendo dal parcheggio con prudenza.
Peccato che appena sulla strada sento quanto silenziosa è, come riesce a correre, come è divino aumentare le marce… e il piede va da solo a schiacciare sul pedale dell’acceleratore, con ogni proposito che va perdutamente a farsi friggere visto la lancetta dei chilometri orari che sale leggermente!
Non credo di essermene nemmeno accorto, semplicemente mi sento un Dio, abbasso i finestrini e sento il vento che mi avvolge battendomi sulla pelle, mi rinfresca asciugando il sudore e l’acqua. Sto bene, dannatamente bene, e non ho intenzione di rendermi conto che sto correndo più del consentito in una spericolatezza assurda.
Un sorriso di soddisfazione si dipinge sulle mie labbra dove gli angoli si incurvano sadicamente verso l’alto in un espressione ‘monella’.
È in questo momento di corsa folle e pericolosa che il cellulare mi squilla. Non dovrei rispondere ed è per questo che invece lo faccio… solo per dimostrare la mia perenne incoscienza!
Tanto sono solo un bambino cresciuto, chiedete a Matt e vedete che risponde!
Mi diverto troppo a fare quel che mi piace.
- Pronto? -
Si sente il motore silenzioso dell’auto che va sempre più veloce, il vento che fende i rumori fischiando negli orecchi e nel ricevitore.
Infine la voce dall’altra parte che risponde:
- Tai? -
- Matt, ciao… pensavo giusto a te! -
- Ma che fai? Non si sente nulla! -
- Oh, sto guidando coi finestrini giù, è il vento! -
- Il vento? Tai, ma a quanto stai andando? -
Faccio un sorrisetto di circostanza guardando il chilometri…
- Oh, nulla di particolare, tranquillo… -
- 100? -
- Un po’ di più… -
Eh già… solo un pochino… evito di dirgli che vado a 130 in una extraurbana semplice e che sto aumentando ancora senza accorgermene!
Lo sento gridare qualcosa poi distinguo chiaramente:
- Tai, vai ad una velocità simile e parli al cellulare? E poi cos’altro? Tieni il volante con il ginocchio per lasciare l’altro braccio fuori dal finestrino per fargli prendere aria? -
- Oh, no… -
Asserisco ritirando la mano da fuori e rimettendola sul volante. Ma come diavolo fa a conoscermi così bene?
- E poi scusa, sei tu che mi hai chiamato… dovevo non rispondere? -
- Ci sono molte cose che potevi fare… diminuire la velocità, fermarti o addirittura non rispondermi! Se ti fermano ti ritirano la patente per dei piccoli particolari trascurabili come la velocità e il cellulare!-
Uff… ma perché è sempre stato più responsabile di me?
Lui e l’amicizia sono nati insieme, altrochè!
- Senti, cosa volevi dirmi? -
- Domani sera ci vediamo? -
- Oh, va bene, non ho allenamento quindi possiamo anche mangiare insieme se ti va! -
Mi rallegra ancor di più l’idea di cenare con lui, non possiamo farlo spesso per via dei miei impegni o dei suoi; al pensiero accelero ancor di più arrivando a 140!
- Oh, non dovevi suonare? -
- No, non suono altrimenti ti dicevo semplicemente di venire a vedermi, no? -
Logica inoppugnabile!
- Bene, allora ci vediamo domani, passo io da te, la mia casa è un caos! -
- Ok, ci vediamo… e non rispondere più se guidi, debosciato! -
- Si si… -
È sempre il solito simpaticone. Agganciamo entrambi e butto l’apparecchio nel sedile accanto concentrandomi nuovamente sulla velocità che non temo.
In fondo mica mi ha detto di andare più piano!
Credo che la spericolatezza e incoscienza sia nel mio DNA!

Finalmente ho potuto farmi un doccia rilassante e mangiare di nuovo visto che avevo già cenato prima, sono stanco, lo ammetto, ma le mie forze inesauribili si ricaricano subito.
Non mi prendo la briga di pettinarmi i capelli leggermente indomabili come lo sono sempre stati. Non importa, tanto vado subito a dormire.
Accendo un po’ di musica, le casse dello stereo mandano dalla radio una voce a me nota.
È stressante sentirlo sempre, ma in fin dei conti lo ammetto, è bravo… non mi dispiace sentirlo.
Addirittura mi dispiace quando la canzone ‘In you’ del cantante Matt e la sua band, finisce.
Segue un’altra canzone di un gruppo che non conosco, così prima di appisolarmi nel letto faccio un salto al pc e apro la posta elettronica.
Non sono Izzi, lo tengo esclusivamente per la posta dei miei amici, siamo rimasti tutti in contatto ma ci sentiamo maggiormente via mail.
C’è n’è una di Joe… dall’oggetto dovrebbe essere una grande notizia.
La apro.
Urca, è il compleanno del figlio. Farà 2 anni e siamo tutti invitati. Non me lo sarei mai visto nei panni di un padre ma invece ora che lo è ci sta veramente bene, anche se mi fa sorridere, non so perché!
La chiudo e apro quella di Izzi… vediamo che mi racconta il grande programmatore. Eh, ma è la giornata delle notizie!
Lui invece diventerà padre per la seconda volta!
Si sono dati da fare!
Si sono sposati solo 3 anni fa e dopo 1 hanno avuto la bambina. Ora a quanto pare ne avranno un altro. Dai, ora tocca al maschietto.
Anche lui è strano nei panni di un padre… spero che quando deve badare lui alla piccola non si dimentichi di sfamarla per smanettare su quei suoi secondi figli che sono i computer.
No, dai. Sono certo che come tutti anche Izzi sia cambiato. Lo dimostrano molti fatti avvenuti in questi tempi.
Chiudo anche la sua, gli telefonerò domani.
Ne manca una che noto solo ora. È strano. Non c’è il mittente e l’oggetto è vuoto. Indica che c’è un allegato.
Mah, la aprirò, chissà chi è!
Magari notizie da Digiworld.
Visualizzo il contenuto dell’allegato e quel che vedo mi lascia interdetto, non sembra Digiworld. È tutto buio, sembra un video ma di chi?
Appare subito il volto di un ragazzino, anzi, è proprio un bambino. Non lo conosco.
Ecco che parla.
Spero che funzioni… mi ascolti? Mi senti?”
Mica parlerà con me?
Sembra agitato e nervoso, si guarda intorno e sento che parla con qualcuno dicendogli di avvisarlo se c’è qualcosa, poi torna da me…
Allora, mi senti? Se mi vedi dovresti essere un digiprescelto… ma mi sembri grande!”
Istintivamente senza riflettere parlo:
- Non sembro, lo sono! Sono stato un bambino prescelto, ora sono cresciuto ma… ma che ti spiego a fare? Che vuoi? -
Mi ha un po’ seccato… intendeva dire che visto che sono grande, e nemmeno tanto alla fine, non sono più un digiprescelto? Se lo sono stato lo sarò per sempre, porco mondo!
Penso proprio che cestinerò il messaggio così si attacca!
Ascolta… dovete liberarci. Non c’è tempo.”
- Ehi ehi calma… intanto chi siete, dove e da cosa dobbiamo liberarvi! -
Sbuffa… ah, lui sbuffa… chiede aiuto a me e sbuffa se gli chiedo spiegazioni!
Non ho tempo. Raduna i digiprescelti ma solo quelli grandi come te, i primi… e trovate il modo di liberarci… siamo i bambini digiprescelti ma stiamo aumentando sempre di più. Non so chi è stato a rapirci, ma non è Digiworld… è un’altra dimensione…”
Ha parlato veloce e ci ho capito poco, solo che Izzi avrebbe già afferrato tutta la situazione e che dei bambini sono in pericolo.
- Si si ma… -
Non faccio in tempo a dire ‘ma’ che il video si chiude e la mail sparisce dallo schermo. Quando la cerco non c’è più, si è come auto distrutta.
Oh questa poi… che faccio io ora?
Mi alzo e inizio a girare per la stanza. Su e giù. Nervoso, inquieto.
Ecco, oltretutto questa sensazione non mi aiuta.
C’è effettivamente qualcosa che non va, ma non ha senso chiedere a noi… ci sono altri digiprescelti, noi ormai abbiamo le nostre vite, noi… oh, al diavolo ho capito che devo radunare gli altri miei compagni.
Intanto parlo con Matt… ecco, la cosa giusta da fare.
Una volta realizzato che devo parlare con lui mi metto precipitoso le scarpe e prendo le chiavi della macchina, senza chiudere musica, pc, luci e casa, esco così come sono.
Non vedo l’ora tarda, non penso che lo devo vedere domani sera, tanto meno che ora dorme. Forse. Vado e basta.
Bambini rapiti in un’altra dimensione. Questo l’ho capito!
Digiprescelti.
No Digiworld.
Arrivano altri.
Poco tempo.
E poi che altro ha detto?
Servono i primi… di cosa?
Questa volta corro e lo faccio volontariamente!
Si, parlare con Matt mi farà bene!


   
 
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