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Autore: Tersicore    17/06/2005    2 recensioni
Una donna ad un bivio, un diario venuto dal passato, un racconto di vita.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questo racconto ha partecipato all’ultimo concorso indetto da Erika che ringrazio per la disponibilità e per la recensione.

Spero ardentemente di aver corretto tutti gli errori, ma in caso contrario chiedo da subito scusa. A forza di rileggerla sono talmente in paranoia che potrei tranquillamente avere lasciato degli obbrobri. Più avanti, con calma e non appena mi sarà passata la nausea la riprenderò in mano.

I pareri, naturalmente sono sempre bene accetti.

 

PAROLE DAL PASSATO

 

 

Erano le sette di sera, quando Kassy decise di chiudere il suo negozio d’antiquariato.

Abbassò la saracinesca elettrica e poi, spente le luci, si diresse verso il laboratorio posto sul retro.

Quel pomeriggio era finalmente arrivato lo scrittoio di mogano Regency che aveva acquistato, del tutto fortuitamente, ad un mercatino di mobili usati.

Certo occorreva parecchio lavoro per restaurarlo, ma ne valeva la pena.

Era un articolo facile da vendere e molto ricercato, in quanto alle signore piaceva sfoggiare in salotto tali acquisti, principalmente con lo scopo di vantarsene con gli amici.

Kassy accese la luce e gli si avvicinò.

Era una scrivania abbastanza ampia, con una linea semplice ed aggraziata. C’erano una serie di cinque cassetti, di cui due per lato ed uno più ampio al centro, forniti tutti di serratura.

I due di sinistra erano rotti e privi di maniglia ed anche la piana superiore era intaccata e rovinata da vari solchi, ma per fortuna le quattro gambe, ovvero la parte più difficile da restaurare, erano in ottime condizioni.

La ragazza, pensierosa, accarezzò con mano leggera il pregiato legno.

Non era stata una giornata facile.

Aveva rifiutato l’invito a cena di David e a dire il vero, nonostante non avesse ancora toccato cibo da quella mattina a colazione, aveva tuttora lo stomaco chiuso.

Sapeva che lui aspettava con ansia una sua risposta, ma lei, non era ancora sicura di voler accettare la sua proposta di matrimonio.

Nonostante stesse bene con David, un dubbio continuava a tormentarla persistentemente.

Lo amava od aveva solo paura di restare sola?

Era indecisa sul da farsi e lui pretendeva una risposta al più presto, ed in fondo, aveva tutte le ragioni di pretenderla, ma lei era pronta a dargliela?

Kassy sospirò sconsolata.

Desiderosa di allontanare per un po’ quei gravi pensieri, s’infilò un paio di guanti ed iniziò a lavorare allo scrittoio.

Estrasse con cura i cassetti laterali per verificarne le condizioni, poi afferrò quello centrale e cercò di toglierlo.

Era bloccato. Probabilmente uno dei supporti interni era danneggiato.

Kassy, con un sottile e lungo cacciavite, fece forza su di esso, finché, con uno schiocco secco, riuscì a sbloccarlo, ma non appena lo ebbe estratto, si accorse che non era uno dei supporti a bloccarne l’uscita, quanto il battente danneggiato di un piccolo vano nascosto posteriore all’alloggiamento.

Infilò con cautela un braccio e, sbalordita, estrasse un piccolo libro.

Aveva una copertina di pelle rossa, incrostata dalla polvere e rovinata dal passare del tempo.

Si sfilò i guanti e con cautela lo aprì.

I fogli erano ingialliti e sotto le sue dita parevano fragili e quasi inconsistenti.

Sulla prima pagina, una curata calligrafia sbiadita dal tempo, riportava.

 

“Glenwood, Minnesota 17 Luglio 1856

 

Diario di Josephine Russel”.

 

Non c’era dubbio; era il diario di una donna vissuta circa cento cinquanta anni prima.

Kassy, oramai curiosa, lasciò perdere lo scrittoio e si diresse al piano superiore, nel suo appartamento.

Versatasi un bicchiere di latte, si spogliò e s’infilò nel letto e poi, con attenzione, iniziò a leggere:

 

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Glenwood, Minnesota 17 Luglio 1856

 

Diario di Josephine Russel

 

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18 Luglio 1856

 

Caro Diario

 

Sono tremendamente emozionata. E’ la prima volta che ne possiedo uno.

Betty mi ha fatto un bellissimo regalo.

Ti prometto che ogni giorno affiderò a te i miei segreti. La mamma mi ha garantito che non verrà a curiosare.

Ieri è stato il giorno del mio compleanno, per la precisione, il mio diciassettesimo compleanno.

Finalmente sono adulta.

Ho avuto il permesso di raccogliermi i capelli sulla nuca. Ero stufa di quelle maledette trecce, tiravano tantissimo e mi facevano sembrare una bambina.

Betty, che è più grande di un anno, mi ha assicurato che sono molto più carina così e sai, di lei mi fido, al contrario di quell’antipatica di Lily.

Quella è veramente una vipera.

Sai che domenica si è appartata dietro la chiesa con Cristopher?

Secondo me si sono pure baciati, e pensare che lui faceva la corte a Lucinda. Sono sicura che sia stata quella smorfiosa ad irretirlo. Quando avrò un ragazzo lo terrò lontano dalle sue grinfie.

Dopo pranzo, papa e mamma mi hanno dispensato dai soliti lavori domestici, così io e Betty, siamo andate allo spaccio per comprare dei nuovi nastri per capelli.

Mentre la signora Hanson ci stata mostrando i nuovi arrivi, è entrato un forestiero. Si chiama Nicolas Coen ed  è il nuovo dottore. Viene da Boston.

Come mi piacerebbe vedere Boston. La moglie del Signor Brown, che è nata lì, quando viene a trovare la mamma racconta sempre della sua vita là. Sostiene che ci sono un sacco di negozi, e che le donne indossano vestiti molto raffinati.

Inoltre racconta di alcuni locali dove le signore di buona famiglia si siedono per bere il tè e mangiare pasticcini, ma soprattutto per sfoggiare le loro più lussuose toilette.

Un giorno, quando sarò sposata, ci andrò anche io e farò esattamente come quelle signore. Indosserò un vestito elegantissimo, magari verde così s’intona con i miei occhi ed un cappellino ornato con una lunghissima piuma, mi accomoderò ad uno di quei deliziosi tavolini e sorseggerò con maestria la mia tazza di tè, sgranocchiando un biscottino al cioccolato.

Ma tornando al nuovo dottore, quando se ne andato, la Signora Hanson ci ha riferito che è molto giovane, ha 24 anni.

Betty sostiene che è uno schianto, ma a me non piace per niente ed oltretutto mi sta pure antipatico.

In ogni caso da un tipo di Boston mi aspettavo un po’ più di classe, invece quello, non appena ha visto che tenevo in mano un nastro di colore giallo, ha subito commentato: “Quel colore non va bene per voi signorina. Se vi vestite di giallo, con la pelle chiara che vi ritrovate, sembrerà che siate prossima allo svenimento”.

Ma chi si crede di essere per darmi consiglio su come vestirmi? Il giallo mi dona tantissimo.

Spero ardentemente di non stare mai male. Quando lo incontrerò per la strada di sicuro non gli rivolgerò la parola.

Accidenti, ora devo andare, mamma mi chiama per preparare la tavola.

Comunque, alla fine i nastri li ho comprati azzurri, ma non perché lui mi ha detto che il giallo non mi sta bene.

 

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 31 Gennaio 1857

 

Caro Diario

 

So che non ho mantenuto la promessa di scriverti ogni giorno, ma d’ora in poi m’impegnerò di più.

Sono passati circa sei mesi dalla prima volta che ti ho aperto, ma qui le cose non sono assolutamente cambiate.

Betty è sempre la mia migliore amica, Lily è sempre la persona più insopportabile che c’è ed il nuovo dottore mi sta ancora molto antipatico.

Figurati che ieri, per questo mal di gola che mi assilla da una settimana a questa parte, mia mamma mi ha portato da lui e quello scorbutico cosa ha fatto? Invece di compatirmi, com’era suo dovere, ha osato dirmi: “Con questa gola così infiammata per un po’ non potrete fare i capricci”.

I capricci? Io non ho mai fatto i capricci in vita mia.

Lo odio, lo odio, lo odio, lo odio.

 

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22 Marzo 1857

 

Caro Diario

 

Forse è meglio che facciamo un patto. Ritiro la promessa di scriverti ogni giorno e lo farò solo di tanto in tanto. Non ti spiace vero?

Ieri sera c’è stata la festa per l’inizio della primavera.

Io ci sono andata con John Garret e Betty con Ethan Maclaine. La mia amica ha perso letteralmente la testa per lui, dice che è l’uomo della sua vita, invece Lucas non mi piace molto. E’ noioso e poi non fa altro che parlare di quel cavallo baio che suo padre gli ha regalato.

Non puoi neanche immaginare, invece, da chi era accompagnata Lily. Era con il dottore.

La dovevi vedere come faceva la svenevole con lui e come gli stava appiccicata. Odiosi. Quei due si meritano proprio. Spero ardentemente che si fidanzino, così almeno Lily la smetterà di rubare i ragazzi alle altre.

Scommetto che quando lui l’ha riaccompagnata a casa l’ha pure baciata sulla bocca e figurati se lei non l’ha lasciato fare.

A dire il vero, anche Lucas quando siamo rientrati mi ha chiesto un bacio, ma a me non andava.

Aspetterò il mio principe azzurro.

 

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15 Aprile 1857

 

Caro Diario

 

Oggi durante il consueto pic nic dopo la messa, abbiamo avuto un ospite imprevisto.

Mio padre si è messo a parlare con il dottore e lo ha invitato a pranzare con noi e lui ha accettato. Figurarsi.

Se n’è stato tutto il tempo ad osservarmi di soppiatto con disapprovazione, tanto che per un attimo ho creduto di avere il viso sporco di polvere.

Non ci posso fare nulla, ma sentirmi osservata da lui m’imbarazza non poco; ha degli occhi così scuri.

Non ci crederai, ma dopo pranzo, mi ha chiesto di fare una passeggiata. Avrei voluto rifiutare, ma mi è bastata un’occhiata alla faccia verde d’invidia di Lily, per accettare.

Ho commesso un errore imperdonabile. E’ stata la peggiore giornata della mia vita.

All’inizio ci siamo incamminati e per un po’ non abbiamo scambiato neanche una parola, poi lui tutto ad un tratto si ferma e mi dice: “Non riesco a spiegarmi perché, nonostante voi siate così capricciosa e snob, mi piacciate tanto”.

Ma ti rendi conto? E’ la seconda volta che mi dà della capricciosa ed ora pure della snob.

Oh ma io non sono stata zitta così gli ho risposto per le rime dicendogli che se io sono capricciosa e snob lui è uno zotico di prima categoria, e che se proprio vuole passeggiare con qualcuno la prossima volta lo chieda a quella vipera di Lily, poi ho preso e l'ho piantato lì, da solo.

Che giornata infernale, non vedo l’ora arrivi domani per raccontarlo a Betty.

Ma secondo te, caro diario, io gli piaccio veramente?

 

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7 Giugno 1857

 

Caro Diario

 

Ultimamente non faccio altro che incontrare Nicolas in ogni dove.

Tutte le domeniche all’uscita dalla chiesa viene a salutare mio padre; quando vado allo spaccio per qualche commissione me lo ritrovo sempre lì e giovedì sera è pure venuto a casa per consegnarci lo sciroppo di more.

Dopo quello che è successo durante la passeggiata, ci scambiamo a malapena il saluto, ma è in ogni caso imbarazzante ritrovarselo di fronte di continuo.

Betty dice che non è un caso e che in fondo in fondo lui mi piace, ma com’è possibile che possa interessarmi un tipo come lui?

Il principe azzurro non dovrebbe dirti che sei capricciosa e snob, dovrebbe ritenerti perfetta ed ineguagliabile, dovrebbe venerare la terra su cui cammini, dovrebbe avere occhi solo per te ed essere estremamente romantico, dovrebbe regalarti fiori e perdersi nei tuoi occhi e non criticarti e prenderti in giro.

Non lo pensi anche tu?

Tutto questo m’innervosisce e mi confonde.

 

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25 Agosto 1857

 

Caro Diario

 

Sono agitatissima. Oggi ho dato il mio primo bacio. Un bacio vero intendo.

A dire il vero non sono stata io a darlo, ma lui a prenderselo.

Chi è lui? Beh, mi vergogno un po’ ad ammetterlo, ma è Nicolas Coen.

Oggi dopo la messa, la mamma ha convinto papa ad invitarlo nuovamente a pranzare con noi e, come la volta precedente, lui mi ha chiesto di fare una passeggiata.

Purtroppo devo ammettere che Betty ha ragione, Nicolas, non so come, ha incominciato a piacermi molto, così ho accettato.

All’inizio siamo entrambi rimasti in silenzio, poi, quando stavamo attraversando il ponticello sul fiume, lui del tutto inaspettatamente mi ha chiesto scusa.

Almeno credo che mi abbia chiesto scusa, il suo discorso è stato alquanto ingarbugliato, ma una cosa l’ho capita bene: gli piaccio ed anche molto.

In quel momento poi, è scoppiato un temporale, così di corsa, ci siamo riparati nella stalla dei Jefferson.

Oh signore, se ci ripenso arrossisco ancora.

Stavamo ridendo e scherzando quando lui improvvisamente mi ha afferrato e mi ha baciato.

Il mio cuore batte tuttora a mille. E’ stato così… così, non riesco neanche a descriverlo.

Devo assolutamente raccontarlo a Betty, chissà se lei prova le stesse emozioni con il suo fidanzato.

Che sia Nicolas il mio principe azzurro?

 

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15 Aprile 1858

 

Caro Diario

 

È un po’ che non ci sentiamo vero?

Questo è stato per me un periodo abbastanza frenetico. Dopo quel bacio le cose fra me e Nicolas sono cambiate. Ha incominciato a farmi la corte ed io mi sono resa conto di esserne innamorata persa. Da circa sei mesi siamo fidanzati ufficialmente e domani, caro diario, ci sposiamo.

Sono la donna più felice che esiste su questa terra e mi chiedo com’è possibile aver pensato tutte quelle cose brutte su di lui.

Ero veramente una ragazzina sciocca.

Nicolas ha comprato la vecchia casa degli Spencer. E’ lì che andremo a vivere da domani sera. Domani sera……ho un tuffo al solo pensarci.

E’ così bello sentire le sue mani scorrere sulla mia pelle e il suo calore avvolgermi. I suoi baci scottano più del fuoco e le mie gambe faticano a reggersi, quando mi abbraccia. Mi chiedo se sia possibile condividere più di questo. Se sì, il mio cuore non credo reggerà.

Domani sera di frantumerà in mille pezzi, lo so.

Betty, che si è già sposata, mi ha confidato che l’intimità con l’uomo che ami è meravigliosa.

Voglio crederle, ma non riesco a non provare un po’ di timore.

 

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10 Febbraio 1859

 

Caro Diario

 

E’ quasi un anno oramai che sono sposata e la vita matrimoniale non mi ha mai deluso, fino ad ora. Nicolas è il mio perfetto complemento. Insieme diventiamo una persona sola, ma devo ammettere, che un suo aspetto turba quello che potrebbe essere un matrimonio perfetto.

Il suo stramaledetto lavoro. Intendiamoci, non che mi sia sgradita la sua professione, quello che mi disturba, però, è il fatto che la ami così tanto. In un certo senso mi sembra di avere continuamente e comunque una rivale, forse, molto più pericolosa di quello che potrebbe essere un’altra donna. Sono gelosa della passione che ci mette e sono invidiosa del tempo che lui gli dedica.

Ieri abbiamo avuto un’altra discussione a proposito, ma come non arrabbiarsi, avevo preparato una deliziosa cenetta e lui che fa, chiamato per la nascita di un bambino mi stampa un misero bacio sulla guancia e mi dice: “Ci vediamo dopo cara, non mi aspettare alzato probabilmente farò tardi”.

So che sono infantile, quando mi offendo per queste cose, e so anche che molte donne m’invidiano il mio uomo, ma se solo lui potesse qualche volta mettermi al primo posto sarei felice.

E’ dannatamente frustrante tutto ciò.

Lui li chiama capricci, ma è veramente così sbagliato pretendere qualcosa di più?

 

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2 Ottobre 1859

 

Caro Diario

 

Perché non sono ancora riuscita ad avere un bambino?

Questa cosa mi tormenta moltissimo. Ho visto, una per una tutte le mie vecchie amiche mettere al mondo quelle piccole creature. Ed io?

Nicolas dice di non preoccuparmi, dice che potrebbe sempre accadere e che se non succede vuol dire che il signore ha deciso per noi qualcosa di diverso.

Ma io non posso far altro che chiedermi: perché?

Ho fatto qualcosa di talmente grave nella mia vita da non poter sperare in questa benedizione?

E’ così ingiusto. Sento di avere tanto da dare.

Anche se non esprime il mio stesso turbamento, so che questa situazione causa pena anche a mio marito. Vorrebbe avere dei figli con la stessa intensità e desiderio mio.

Ed io ho paura per questo, paura di deluderlo, di non essere più abbastanza per lui.

Se si cercasse un’altra come potrei rimproverarlo?

Non ha fatto un buon acquisto sposandomi; ha scelto una donna a metà.

 

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13 Maggio 1860

 

Caro Diario.

 

Ho iniziato a lavorare allo spaccio.

La signora Hanson, che è vedova, aveva bisogno d’aiuto ed io avevo necessità di distrarmi, altrimenti rischiavo seriamente la pazzia.

Tenendomi impegnata riesco quasi ad accettare la mia impossibilità di avere bambini e poi qui ne vengono tanti a guardare, con occhi luccicanti, le colorate caramelle chiuse nelle bocce di vetro. Ogni tanto ne allungo qualcuna ai più piccoli; mi rende felice vedere il loro sorriso grato e sdentato.

E’ stato Nicolas a spingermi ad accettare questo lavoro. Cosa farei mai senza di lui?

Amo mio marito talmente tanto che se penso alla mia vecchia antipatia, non posso fare a meno di sorridere. Come avrei fatto ora se il mio cuore non avesse deciso di cambiare idea?

Avrei perso una persona meravigliosa.

Non che sia perfetto, questo no. Da quando stiamo insieme ci sono stati vari scontri, ma la cosa importante è poi ritrovarsi lì, la sera, io seduta a rammendare al fuoco del camino e lui a far finta di leggere un libro, finché non è ora coricarsi e di ritrovarsi insieme sotto le coperte.

 

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31 Marzo 1861

 

Caro Diario

 

Secondo Nicolas le notizie che arrivano dal resto del paese, non sono incoraggianti. Il South Carolina, il Mississipi, la Florida, l’Alabama, la Georgia, la Louisiana ed il Texas hanno dichiarato la secessione. Il presidente Lincoln ha sentenziato illegale tale provvedimento. Nicolas sostiene che si arriverà ad una guerra, ma io spero tanto di no.

 

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14 Aprile 1861

 

Caro Diario

 

Oggi il telegrafo ha riportato una notizia inquietante. E’ iniziata la guerra fra gli stati del nord e gli stati secessionisti del sud. Mi preoccupa molto questa situazione, ma soprattutto mi preoccupa il fervore con cui Nicolas parla di queste cose.

 

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20 Novembre 1861

 

Caro Diario

 

Nicolas mi ha comunicato che si è arruolato.

Come ha potuto? Non pensa minimamente a me?

Dice che è un suo dovere, dice che è un medico e che è obbligato ad andare.

Ma io che farò? Non pensa che sarò tutto il giorno qui, ad aspettare il suo ritorno, con l’angoscia che mi stringe il cuore? Perché deve per forza mettermi sempre al secondo posto?

Mi chiede come faccio a non capire, ma cosa c’è da capire? Non sta andando a fare una gita, sta andando in guerra e potrebbe non tornare mai più.

In questi momenti vorrei odiarlo, vorrei scordarmi di lui e ricominciare la mia vita con qualcuno di diverso.

Il suo stramaledetto senso del dovere è un enorme peso per le mie spalle. Non lo capisce che così mi fa soffrire?

Dove è finito il mio principe azzurro?

 

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18 Maggio 1862

 

Caro Diario

 

Nicolas è già partito da sei mesi.

La mia rabbia è pian piano scemata, lasciando spazio a quest’angoscia che cresce ogni giorno a dismisura.

Fino ad ora ho ricevuto solo una sua lettera. E’ stato dislocato a Deep Creek nel Kentucky.

Mi ha raccontato di tutti quei ragazzi, alcuni così giovani, che arrivano sotto i suoi ferri. Sento la pena nelle sue parole e questo mi avvicina un po’ più al suo senso di responsabilità, ma non posso e non riesco a non sentirmi defraudata di qualcosa.

Anche per Betty è la stessa cosa. Suo marito è partito come il mio, ma almeno lei ha i suoi due figli accanto a sé.

A me cosa rimarrà di Nicolas se dovesse morire?

Nulla, se non un letto vuoto e freddo in cui tornare la sera.

 

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21 Ottobre 1862

 

Caro Diario

 

Sono molto preoccupata. All’inizio di questo mese si è svolta una cruenta e sanguinosa battaglia a Pennysville, poco distante dal dislocamento di Nicolas.

Non faccio altro che sperare e pregare che non gli sia successo nulla di male, ma le notizie che arrivano non sono per nulla rassicuranti. Anche qui la vita comincia a farsi sempre più dura. Sono numerosi i nomi di quei volontari partiti che non torneranno mai più dalle loro famiglie. Ogni giorno qualcuno piange per la perdita di un suo caro.

Spero ardentemente di non essere io la prossima.

 

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19 Febbraio 1864

 

Caro Diario

 

Sono rimasta senza lavoro e senza alcun sostentamento.

La situazione qui in città comincia a farsi molto critica. La maggior parte degli uomini giovani è partito per la guerra. La signora Hanson riesce a malapena a mantenere se stessa considerato che la maggior parte delle famiglie acquistano a credito, quindi non posso farle una colpa se ha deciso di mandarmi via.

I risparmi lasciati da Nicolas si assottigliano a vista d’occhio. Per arrotondare faccio piccoli lavoretti da sarta, ma non so per quanto tempo riuscirò ancora a tirare avanti.

 

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30 Settembre 1864

 

Caro Diario

 

Oramai sono passati già due anni dalla partenza di Nicolas è questa guerra, sembra non voler più finire. Cerca di scrivermi, quando può, ma i suoi messaggi diventano sempre più rari e ristretti.

Ieri c’è stato il funerale del marito di Betty.

Una pallottola ha trapassato il cuore di Ethan portandogli via la vita in un soffio. Ho assistito al dolore della mia amica non riuscendo a non confonderlo con il mio.

Non posso fare a meno di chiedermi, quando sarà il mio turno di essere sostenuta e compatita.

Quando la sera mi ritrovo sola nel nostro letto, non posso fare altro che desiderarlo ardentemente. Il suo calore ed il suo corpo mi mancano, ma soprattutto, sono i piccoli gesti ha rendere la sua assenza così dolorosa.

Quelle piccole cose che mi facevano infuriare, ma che erano parte integrante di lui, il suo modo d’essere, il suo segno distintivo.

Come quando rientrava in casa con gli stivali sporchi di fango senza preoccuparsi del pavimento appena pulito, oppure quella fastidiosa abitudine di lasciare la sua camicia per terra quando veniva a letto, oppure ancora peggio il suo forte russare al mio fianco.

Quante volte l’ho sgridato per questo, quante volte avrei voluto strozzarlo con le mie stesse mani ed ora, ora rimpiango quei gesti come fossero gioielli preziosi.

Erano diventati parte di noi, parte della nostra vita ed ammetto di avere paura, paura di non poterli più assaporare, paura di non poter più litigare per poi far pace.

Ma sono spaventata anche da un’altra cosa.

Dietro a questo dolore per non averlo più qui con me, c’è un mostro oscuro che cova, pronto a saltar fuori ed ad avvelenarmi il cuore.

Il rancore.

E’ feroce e fortemente presente, lo sento crescere ogni giorno di più. In fondo non gli ho ancora perdonato la sua decisione. Lui mi ha lasciato sola, ha preferito partecipare a questa maledetta guerra che restare con me. Riuscirò mai ha perdonarlo?

E se avessimo avuto dei figli, avrebbe operato la stessa scelta?

Questo dubbio mi rode continuamente. Forse il fatto che non ho potuto dargli figli mi rende meno importante per lui?

Cerco, ti assicuro che cerco, di soffocare questi miei dubbi, ma loro non se ne vanno, oramai hanno vita propria e sono lì, pronti ad uscire in tutta la loro rabbia.

 

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10 Aprile 1865

 

Caro Diario

 

Il generale Lee finalmente si è arreso.

La guerra è finita e se Dio vorrà finalmente Nicolas tornerà a casa.

 

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4 Luglio 1865

 

Caro Diario

 

Nicolas è tornato.

Senza preavviso, stamattina l’ho trovato qui, davanti alla nostra porta di casa.

Il viso smunto e coperto di una fitta barba, il suo corpo, una volta così prestante, talmente debilitato da conferirgli un aspetto completamente differente.

Forse dovrei vergognarmi, ma per i primi istanti mi è sembrato un perfetto sconosciuto. L'ho accolto in casa, gli ho preparato subito qualcosa da mangiare, poi un bagno e dei vestiti puliti, ma continuavo a guardarlo come se non lo conoscessi.

E’ ancora il mio Nicolas?

Ho ancora dei dubbi, i suoi occhi hanno un’espressione diversa. L’espressione di chi ha visto l’inferno e poi è riuscito a tornare. Gli ho chiesto di raccontarmi e lui mi ha risposto: “Non adesso, non potresti capire”.

Sono stata zitta, ma avrei voluto urlare.

Crede che per me sia stato facile? Crede che qui non sia stato un inferno? E’ forse convinto che abbia passato il mio tempo seduta davanti al fuoco a ricamare?

I giorni, i mesi, gli anni passavano ed io faticavo sempre più a racimolare i mezzi per arrivare a sera, ed in più c’era l’angoscia, l’angoscia del suo silenzio.

Aspettare senza avere notizie è come stare continuamente dietro una porta che ti è vietato aprire. Gli uomini sono così stupidi.

Ci credono deboli ed indifese, ma dimmi, chi oserà dire ora a Betty, rimasta sola con due figli, che è debole?

Che diritto hanno?

Loro non hanno la minima idea di cosa significhi rimanere qui, senza sapere quasi nulla di quello che succede, in compagnia di quell’ansia pressante che non ti abbandona e la paura, sempre presente, di ricevere quell’unica notizia che non vorresti mai ti fosse comunicata.

 

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15 Settembre 1865

 

Caro Diario

 

Oggi sono scoppiata.

Il rancore covato è finalmente uscito fuori e ti sembrerà ipocrita, ma sto meglio, molto meglio.

Il grosso peso che fino ad ora mi gravava sul cuore è svanito come rugiada al sole.

Gli ho detto tutto. Gli ho detto che in questo tempo lontano da lui il mio amore è stato intaccato dall’odio, gli ho detto che non l’ho perdonato per avermi abbandonato così, gli ho detto che sto ancora decidendo se perdonarlo o se chiudere con lui.

Nei suoi occhi è apparsa finalmente una luce di sgomento. Mi ha sussurrato di non aver mai visto questo mio lato amaro, ma le persone possono cambiare ed io sono stata costretta a cambiare durante il tempo in cui lui non c’era.

Mi è parso ferito e dispiaciuto, ma mi basta il suo dolore per ricominciare da capo?

Sinceramente non lo so.

 

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5 Novembre 1865

 

Caro Diario.

 

Abbiamo deciso di riprovare. Dopo giorni di tensione in cui parevamo due estranei che dormivano sotto stesso tetto, abbiamo deciso di accantonare tutto e riprovare a ritrovare la serenità.

Ieri sera ne abbiamo parlato.

Siamo entrambi due persone differenti; questa guerra, anche se in modi diversi, ci ha cambiato entrambi.

Per la prima volta mi ha raccontato di quello che ha visto e di quello che ha fatto. Nelle sue parole ho trovato dolore per tante giovani vite spezzate. Nicolas è un medico e lo sarà per sempre. Se voglio continuare a stare con lui, devo venire a patti con questo suo lato.

Ma anche lui dovrà abituarsi ai miei lati nuovi. Durante tutti quei mesi in cui era lontano, io sono cambiata, sono cresciuta e sono diventata più dura.

La ragazzina innamorata non ha più bisogno del suo principe azzurro per continuare a vivere, non più.

La signora Hanson mi ha proposto di rilevare lo spaccio ed io ho accettato. Anche se Nicolas è tornato ho deciso di diventare indipendente economicamente.

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10 Aprile 1868

 

Caro Diario

 

Ieri mio marito mi ha sorpreso e deluso nuovamente.

Ha ricevuto una lettera da Boston e dopo averla letta, ho notato subito il suo cambiamento d’umore. Era diventato improvvisamente serio e scostante. L'ho costretto a raccontarmi il motivo del suo turbamento ed ho appreso che la lettera era di sua madre che con dolore, gli annunciava la malattia del padre.

E’ stato un colpo per me. Nicolas mi aveva sempre detto d’essere solo al mondo, invece ora scopro che ha lasciato una famiglia a Boston. Ha addirittura una sorella sposata con due figli.

Ho scoperto che quando si è trasferito qui, ha tagliato completamente i rapporti con loro, dal momento che il padre non approvava la sua decisione.

Sono infuriata e delusa. Mi ha nascosto una cosa importantissima come se non contassi niente, ma io non sono niente, sono sua moglie e loro sono la sua famiglia.

Mi ferisce a morte sapere che mi ha sempre tenuto all’oscuro di questa parte della sua vita e ora non posso fare altro che chiedermi: Qual è il vero volto dell’uomo che ho sposato?

Ho appena comprato un biglietto per Boston. Andrò a trovarli, anche da sola se necessario. Posso solo immaginare la sofferenza di sua madre. Un figlio che taglia i ponti per una stupida litigata non lo merita nessuno.

 

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11 Agosto 1868

 

Caro Diario

 

La bufera è passata.

Nicolas alla fine è partito insieme a me e si è riappacificato, soprattutto con la madre.

Il padre è una persona un po’ burbera, il che non mi sorprende, considerato il carattere del figlio, però mi hanno entrambi accolta a braccia aperte.

Sua sorella mi ha confidato che non sperava più di rivederlo ed è convinta che il merito per questo riavvicinamento sia il mio, ma io non credo. Nicolas non è cattivo, ma solo testardo, prima o poi avrebbe ceduto anche senza il mio aiuto; come ho potuto constatare ama molto la sua famiglia.

Finalmente ho realizzato uno dei miei sogni di ragazza.

Ho visto e visitato Boston. E’ proprio vero quello che diceva la signora Brown.

Ci sono una marea di negozi e le donne passeggiano per strada con elaboratissimi vestiti tutto sete, pizzi e strascico e sfiziosi cappellini ornati con fiori e piume.

Quei vestiti mi fanno letteralmente impazzire, ma ammetto che non sarebbero esattamente ideali a casa, però una piccola concessione me la sono fatta.

Ho comprato un piccolo e graziosissimo cappellino lilla, ornato con lunghe piume turchesi ed un paio di guanti coordinati. Probabilmente non li indosserò mai, ma che ci vuoi fare, si sa, la vanità è donna.

Un’altra cosa che mi è enormemente piaciuta di Boston, è stato il teatro. Nicolas mi ci ha portato una sera. E’ stato bellissimo. Mia cognata mi ha prestato uno dei suoi vestiti per l’occasione ed, per un paio d’ore, mi è parso di entrare in una fiaba.

Signore elegantissime coperte di gioielli e uomini distinti in abito scuro. Abbiamo assistito ad un’opera. Non capivo le parole, erano in una lingua straniera, ma non era necessario per capire la trama così romantica e triste. Ho pianto come una fontana alla fine. Di certo non dimenticherò mai quest’esperienza, ma a dire il vero, non vedevo l’ora di tornare alla nostra vita quotidiana.

Mi mancava la mia città e la mia casa.

 

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17 Luglio 1892

 

Caro Diario

 

È tanto che non ci sentiamo vero?

Beh, questa sarà anche l’ultima volta.

Una settimana fa Nicolas è morto ed anche in questo ha fatto a modo suo. Per salvare un bambino si è buttato davanti alla diligenza ed è stato travolto.

Già, tutto di un pezzo fino all’ultimo, ma forse ora, ripensandoci dopo tanti anni, quello era uno degli aspetti che amavo di più in lui.

Dietro le mie spalle sento voci compatirmi, o meglio, compatire il nostro grande amore. Alcuni sussurrano che lo seguirò molto presto, ma si sbagliano di grosso.

Se avessero conosciuto bene mio marito saprebbero che lui aveva un enorme rispetto per la vita e si rivolterebbe nella tomba piuttosto che sapermi morta per il dolore.

E così faro, per lui, ma non solo, anche per me stessa, continuerò a vivere finché il signore riterrà sia giusto farlo.

Nel mio cuore il suo ricordo non morirà mai, e non sarà il ricordo di un principe azzurro perfetto, ma quello di un uomo dotato di pregi e difetti con dei grandi ideali per i quali non ha esitato a rischiare la vita.

Non ho sempre compreso le sue scelte e più di una volta mi sono ritrovata di fronte ad un bivio che mi avrebbe portato lontano da lui, ma qualcosa nel mio profondo mi ha sempre trattenuto.

Da giovane credevo che l’amore fosse passione, ma mi sbagliavo di grosso.

La passione è solo uno dei suoi componenti e nel tempo si assottiglia fino ad estinguersi.

L’amore è quella cosa che ti fa superare i periodi brutti, che ti permette di comprendere o perlomeno accettare i compromessi, che ti spinge a tollerare l’altra persona in tutti i suoi aspetti, quelli brutti e quelli belli.

L’amore e quella cosa che ti fa ritornare sui tuoi passi anche quando non ne puoi più e stai per scoppiare, quando i difetti del tuo compagno diventano tanto pesanti da farti urlare per la frustrazione, ma nonostante questo tu rimani lì a sopportare.

L’amore è quel vuoto che ora sente il mio cuore, un vuoto fatto d’abitudini consolidate nel tempo, un vuoto con cui s’impara a convivere, ma che non si può riempire.

Addio mio caro diario, oramai non hai più ragione di esistere, con lui sei nato, di lui sei vissuto ed ora, con lui morirai.

 

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Kassy si soffermò commossa su quelle ultime righe. Chiuse con cura il diario e lo appoggiò sul comodino.

Leggere quelle pagine era stato come parlare con un’amica cara, un’amica che aveva il potere di rasserenare il suo spirito, in quel momento della sua vita, inquieto.

Ora sapeva la risposta che l’indomani avrebbe dato a David, finalmente il velo che oscurava il suo cuore era svanito nel nulla grazie a quelle parole venute dal passato.

 

 

  
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