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Autore: Castiel    23/11/2009    6 recensioni
Attenzione! Se qualcuno non ha ancora letto il capitolo 95 di FMA la lettura è sconsigliata ^^
Si sarebbero voluti dire tante cose, per una volta gli sguardi complici non bastavano, c'era un vuoto che andava riempito, un bisogno di rendere tutto vero, di confermarlo alle loro teste e ai loro cuori. Ma rimasero in silenzio, avviandosi verso il pericolo che li attendeva. Non era il momento dei sentimenti, quello.
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Disclaimer: I personaggi non sono miei, ma di Hiromu Arakawa, e non ho scritto questa storia a scopo di lucro ( anche perché dove volevo arrivare? Sarebbe stata fatica sprecata xD)

 

Note iniziali: Una fanfic breve, senza pretese. Alcuni passaggi o scene li ho modificati, in base a come volevo fosse la storia.
Per la traduzione dei dialoghi mi scuso se sono stata imprecisa, traducendoli dall'inglese ho fatto del mio meglio per mantenere il significato. Buona lettura ^^ EDIT che forse mai nessuno leggerà: Ho saputo di un errore di traduzione nelle scan e nella traduzione italiana, quando Roy chiede a Riza "Cosa farai dopo che sarò morto?" la risposta è tutt'altra cosa, e provvedo a modificarla, mi dà fastidio un errore del genere.

 

 

La mano di Riza tremava, mentre puntava l'adorata pistola alla tempia dell'uomo che amava.
– Tenente, cosa...? - .
Riza aprì bocca per parlare, ma la richiuse subito dopo.
Faticava a respirare, e le lacrime minacciavano fortemente di uscire.
Non poteva premere il grilletto.
Lo amava da molto tempo, in segreto, e si era giurata di seguirlo ovunque, persino all'inferno.
Ma gli aveva fatto una promessa: se egli avesse perso la retta via, avrebbe dovuto fermarlo, sparargli se necessario.
Fece un lungo sospiro.
– Non vada dove non posso seguirla...-

 

Il suo cuore perse un colpo.
Lei, che era sempre stata al suo fianco, gli stava puntando una pistola contro.
Era evidente che la stava deludendo, che non era quello il comportamento adatto per arrivare insieme al traguardo. 
Si chiese come avesse fatto a arrivare fino a quel punto.
Che diavolo gli passava per la mente?
Stava sbagliando tutto, doveva fermarsi finché era in tempo.
– Cosa farai dopo che sarò morto?-

 

Per un lungo, lunghissimo secondo Riza smise di respirare.
Perché gli chiedeva una cosa del genere?
Dopo anni che si conoscevano e lavoravano fianco a fianco, aveva bisogno di una risposta?
Non credeva alle sue orecchie.
Non cercava nemmeno di fermarla, o di darle spiegazioni: si era rassegnato a quello che lei avrebbe deciso di fare.
"Pensa di meritare la morte" si disse Riza.
La pistola era sempre puntata alla testa del Colonnello, e la mano tremava come non mai.
Si morse il labbro e sussurrò : - Non ho interesse nel vivere una vita felice DA SOLA. Quando questa battaglia sarà finita, cancellerò dal mondo insieme con questo corpo l'alchimia di fuoco che conduce alla pazzia - .

 

Una stretta al cuore.
Riza sapeva sempre fare centro con le parole.
L'immagine di lei ricoperta di sangue, morta tra le sue braccia, gli balenò nella mente.
Inaccettabile.
Non poteva perdere anche lei.
Il solo pensiero gli chiudeva lo stomaco.
Aveva voglia di girarsi e abbracciarla, stringerla e scusarsi per tutte le volte che l'aveva fatta soffrire, accarezzarle i capelli e dirle che andava tutto bene, che doveva smettere di tremare e che era un completo idiota.
Voleva prenderle la mano e dirle che l'avrebbe portata via da tutto quel dolore, da tutte quelle lacrime e quel sangue innocente che veniva versato sotto i loro occhi.
Già, avrebbe voluto dirle tutte queste cose, ma si rendeva conto di quanto sarebbe suonato falso.
– No, non posso perdere anche te. Abbassa la pistola, Tenente. Io...mi scuso - .

 

Riza abbassò lentamente l'arma.
Guardava impaurita il suo superiore, temendo che compisse qualche gesto azzardato.
Rimase perciò sorpresa quando lo vide voltarsi e accasciarsi al suolo davanti a lei.
Si lasciò cadere a sua volta.
Aveva davvero rischiato di dover mantenere la promessa fino in fondo.
Rabbrividì.

 

I loro sguardi si incrociarono per pochi istanti.
Nei loro occhi, parole non dette.
Nei loro cuori, ferite aperte.
E sul loro volto, segnato dalla stanchezza e scavato dalla paura di perdersi l'un l'altro, un debole sorriso.
Perché loro erano così, talmente opposti da essere complementari.
Lui il sole,lei la luna.
Lui il fuoco, lei il ghiaccio.
Legati nel profondo da un'alchimia a cui non osavano dare un nome.
Loro così riservati sui sentimenti, loro a cui non servivano le parole per capirsi, loro che in qualunque caso ci sarebbero stati l'uno per l'altro.
Si alzarono insieme.
Si sarebbero voluti dire tante cose, per una volta gli sguardi complici non bastavano, c'era un vuoto che andava riempito, un bisogno di rendere tutto vero, di confermarlo alle loro teste e ai loro cuori.
Ma rimasero in silenzio, avviandosi verso il pericolo che li attendeva.
Non era il momento dei sentimenti, quello.
Si chiesero se sarebbe mai arrivato, un momento del genere.
E, incerti sulla risposta, si avviarono verso il centro dell'edificio.

 

Note finali: Beh, che dire. "Corta, ma intensa" dico sempre io ^^

Dilungarsi troppo mi sembrava inutile, ho volutamente messo pochi dialoghi perché più incentrato sui sentimenti interiori che su quelli che Roy e Riza lasciano trasparire.
Ho fatto un buon lavoro? Lascio giudicare a voi ^^

  
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