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Autore: Lady_Firiel    24/11/2009    4 recensioni
C'era una volta,
un brav’uomo di nome Anno, che aveva quattro graziose figliole:
Inverno, Primavera, Estate e Autunno.
Erano giovani fanciulle oramai, e sebbene figlie di medesimo padre, avevano maturato col tempo qualità differenti le une dalle altre...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le quattro stagioni

Le quattro stagioni



’era una volta,
un brav’uomo di nome Anno, che aveva quattro graziose figliole:
Inverno
, Primavera, Estate e Autunno.
Erano giovani fanciulle oramai, e sebbene figlie di medesimo padre, avevano maturato col tempo qualità differenti le une dalle altre.

La giovane Inverno, ad esempio, era la più fredda e distaccata dalle emozioni, ma, a modo suo, anche la più dolce. Era la maggiore delle quattro sorelle, e spesso raccontava alle più piccole storie piene di dolcezza e di freddo fascino: le piaceva descrive con dovizia di particolare le delicate ma complesse forme dei fiocchi di neve, che a lei piacevano tanto, raccontava di quando, i primi di dicembre, iniziava a cantare ninne nanne agli animali, per farli addormentare, e poi li vegliava, proteggendo gl’ingressi dei loro ripari con la neve candida. E le altre ascoltavano affascinate le sue storie, per tutti e tre i mesi in cui ella viaggiava per il mondo.
La chiamavano anche Regina delle nevi*, per i suoi lunghi e lisci capelli biondi, d’un biondo pallido da parer bianco, la pelle candida e gli occhi azzurri come il ghiaccio, ma colmi di dolcezza. Le piacevano i vestiti caldi, di lana, e si dilettava a cucirli da sé, quando le sue sorelle erano in viaggio, di modo da avere sempre un vestito pronto per la prima uscita.

Primavera era però piuttosto diversa: lei era estremamente vitale, ma timida e riservata, molto mite. Anche a lei piaceva cantare, oh sì, e cantava canzoni d’amore agli uccellini ed agli animali che si ridestavano. Lei portava nell’aria profumi di vita e rinascita, e i primi raggi di sole, ancora tiepidi, le sorridevano ogni giorno, un po’ miti, come lei.
I suoi capelli erano castani ed ondulati, intrecciati a rametti d’erica e viole, i suoi occhi erano color della corteccia di quercia, il suo abito di lino leggero era color delle piante e della terra, e le sue labbra rosse come rose.
Forse era proprio per questo che solevano chiamarla Rosa Selvatica**, la più bella tra tutti i fiori, quella che sbocciava in ritardo, perché, si sa, per essere belli ci vuole il tempo che ci vuole.

Ma l’esuberanza e l’allegria della giovane Estate erano un tocco di pura vitalità per tutti: i suoi capelli color del grano, d’un biondo più vivo di quelli d’Inverno, e i suoi occhi dorati come il sole, che scaldava con tutto se stesso di quel periodo, la rendevano d’una bellezza che, si può dire, fosse tutta sua.
A lei piaceva il mare: e passava intere giornate a fissare gli umani che, col favore del sole, si dilettavano a nuotarci dentro, osservano quelle bizzarre creature che l’abitavano. Erano sempre allegri, gli umani, di quei tempi, e questo non poteva non portar gran gioia ad Estate, che aveva sempre avuto un gran cuore, colmo di bontà ed altruismo: sin da bambina era stata felice sole se chi l’era intorno lo era a sua volta.
Era, questo, assieme alla purezza del suo spirito, uno dei motivi per cui la chiamavano Diamante Splendente***.

Ma la più bella di tutte le sorelle, era la più piccola: Autunno, dai capelli d’un rosso ramato, gli occhi castani e l’andatura un po’ affranta, era la prediletta degli animali e degli uomini, che amavano chiamarla piccola Fadette****, sebbene non somigliasse affatto ad una fades dei campi.
Era tanto bella che, al suo passaggio, le vedi foglie di tanti alberi arrossivano, per poi scivolare ai suoi piedi in segni di stima e rispetto.
Sorrideva mite, la piccola Autunno, un poco affrante da tutto quell’imbarazzo che la circondava.
A lei non piaceva affatto il caldo, e per questo, con la sua mitezza un po’ goffa ed indecisa, alle volte si nascondeva nella nebbia, per guardare il mondo senza che la notassero.
Le piacevano i pini e gli abeti, perché non arrossivano mai con lei: le loro foglie aghiformi li coprivano sempre, ed erano in ogni occasione educati e composti, nelle loro tenute vede scuro, dall’alto della loro venerabile età.
Ed Autunno parlava molto con loro, e spesso stava lì ad aspettare il passaggio di qualche uccellino, per salutarlo ed augurargli un buon viaggio, e raccomandargli che le salutasse la sorella Primavera, che di quei tempi stava spesso ad aspettare gli uccellini chissà dove.
Ed essi le assicuravano che sì, le avrebbero portato volentieri i suoi saluti, perché ad una fanciulla così graziosa e gentile un piacere non si rifiuta mai.

Le quattro sorelle amavano davvero girare il mondo, ma tutte e quattro non si vedevano mai. Così si rivolsero al buon padre, che disse loro:
« Figliole care, io comprendo il vostro desiderio di vedervi, e poiché voglio per voi tutta la felicità possibile, vi dirò così: ogni tre mesi, il ventuno, vi ritroverete assieme per un giorno e festeggerete, dandovi il cambio nel giro del modo: potrete vedervi, pensate, quattro volte l’anno. Ora, figliole mie, ditemi: siete felici? »
Ed esse annuirono, ringraziando il padre per quell’inaspettata munificenza.

Così le sorelle, per quattro volte l’anno, si ritrovano all’equatore, dove festeggiano tra canti e balli, per poi riprendere il loro giro, e portare le loro qualità nel giusto luogo del mondo.


 Fine




*Regina delle nevi: omaggio alla celebre fiaba di H. C. Andersen, intitolata, appunto, "La Regina delle nevi".
**Rosa Selvatica: il riferimento, stavolta, è alla canzone "Where the wild roses grow", di Nick Cave & The Bad Seeds, il cui ritornello recita "They call me the Wild Rose... ". Ringrazio mia madre per avermi fatto conoscere questa canzone.
***Diamante Splendente: era la miglior nonché più bella ballerina del Moulin Rouge nell'omonimo film, una donna di nome Satine, interpretata dall'attrice Nicole Kidman.
****Piccola Fadette: protagonista dell'omonimo libro di G. Sand, caratterizzata inizialmente da un carattere volubile, ma che va via via sensibilizzandosi. Francesca Fadet questo il suo nome, è una fanciulla spensierata, intuitiva e dolce.

Konnichiwa, gente!
Cosa pensate del mio ultimo... "parto"
E' un po' che mi girula, per così dire, in testa, ed oggi sono finalmente riuscita a scriverlo come volevo. Il mio pezzo preferito è indubbiamente quello su Autunno, anche perché è il primo che ho immaginato.
I caratteri fisici e psicologici delle fanciulle tentano di rendere il più fedelmente possibile le caratteristiche temporali delle stagioni che incarnano. Qualcuno potrebbe puntualizzare che i figli di Anno dovrebbero essere i Mesi, ma si perderebbe il tema originale della fiaba, non credete? E poi, perché no, i Mesi potrebbero essere figli delle Stagioni, tanto per personificarli, che dite? Io la vedo così, voi fate come preferite.
Spero vorrete lasciare un commento a questa follia... ^^

Lady_Firiel
   
 
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