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Autore: nes95    24/11/2009    6 recensioni
Mini Squel della mia fic "Scommettiamo Che Mi Ami?" ********************* Nicholas Jonas si diede dello stupido, non doveva pensarci, non serviva a nulla. E poi l’aveva dimenticata ormai. Ma guardandosi ma mano ricominciò a darsi dello stupido.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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AD OGNI COSTO

Dovrei stare qui a soffrire

A macerarmi dentro

A pensare i pomeriggi ed anche la notte

Senza sapere perché

Non vivo senza te

Non vivo senza te.

“Dai che sei in ritardo, ancora!” esclamò Davide Ruggeri ridendo seduto sul divano del salotto della loro casa milanese, Chiara prese la borsa al volo e diede uno scappellotto ben piazzato al ragazzo, poi ancora ridendo uscì in fretta di casa. Indossava un jeans e una camicetta bianca, uno spolverino scuro e la sua immancabile Vuitton, quella volta un bauletto. Salì in auto e si diede una controllata ai capelli mossi, sempre lunghi, sempre chiari, poi aggiustò il trucco e partì in fretta verso l’atelier.

Dovrei stare in termini mesi forse di anni

Sarebbe il tempo per dimenticarti

Non voglio neanche pensarci

Non vivo senza te

Non voglio vivere senza di te.

Nicholas Jonas scese dall’aereo con un groppo in gola, come ogni anno. L’aereo porto era come sempre affollato, come sempre pieno di fans e fotografi, come sempre pieno di ricordi.

Andiamo dai” lo riprese la voce di suo fratello maggiore, lui annuì e salì nell’auto. Odiava Milano, odiava l’idea di ricordare l’estate, quell’estate. Quella fatta di tradimenti e notti al mare, di baci infuocati, di carezze poco lecite.

Quando torniamo a casa?” chiese quasi in un mugugno. Sua madre rise.

Tra sette giorni, lo sai” rispose, poi indossò gli occhiali da sole e si allontanò. Nicholas Jonas si diede dello stupido, non doveva pensarci, non serviva a nulla. E poi l’aveva dimenticata ormai. Ma guardandosi ma mano ricominciò a darsi dello stupido.

Vuoi che ora canti una splendida canzone

Così la sentirai cantare da milioni di persone

Non vivo senza te

Non vivo senza te.

Le sta d’incanto!” urlò una vocetta stridula ed irritante, che a Chiara dava immensamente fastidio, Davide rideva sotto i baffi, gli occhiali da sole calati sugli occhi e il cappellino dandy che gli copriva la faccia.

Già…” mormorò la ragazza. L’abito da sposa era davvero bello, si rigirò rimirandosi nello specchio: Quante volte da piccola sognava il grade giorno? Aveva sempre immaginato come un avvenimento fiabesco il suo matrimonio. Le damigelle, il vino, l’abito e lo sposo. Però in quel momento, guardandosi nello specchio non si sentiva tanto diversamente da quando faceva la modella ed indossava i vestiti da sposa più belli. Una bambolina, non era altro che una bambolina.

Quindi lo stringiamo un po’ sui fianchi, e poi allunghiamo il velo. Un paio di dita bastano signorina?” chiese la voce stridula della sarta, Chiara annuì appena, presa dai suoi pensieri. Ludovico era fantastico. fantastico. A trentadue anni era uno dei più importanti imprenditori di Milano, riuscendo a farsi rispettare da tutti i tipi grossi. Lui avrebbe potuto darle quello di cui aveva bisogno. Una casa, una famiglia e l’amore. Era arrivato il tempo di crescere, l’età dei bagni di mezzanotte e dei baci nei vicoli ciechi era finita. Bisognava andare avanti, e Ludovico era la persona ideale con cui farlo. E poi, aveva dimenticato il passato. Poi pensò alla collana che indossava, a quel filo d’oro bianco con un anello infilato dentro. E si diede mentalmente della stupida.

Scrivere una canzone è come ballare per ore

Prima di cadere a terra finito dallo sforzo

Finalmente morto

Non vivo senza te

Non voglio vivere senza di te

Appena finito di sistemarsi Nicholas prese il cellulare dalla tasca della felpa, il cercapersone e scese in fretta dall’hotel. Aveva bisogno di camminare, sapeva che si sarebbe perso, ma tanto succedeva ogni anno. Lui arrivava a Milano per il concerto, spariva per tutto il pomeriggio e verso sera si faceva andare a prendere dalla sua guardia del corpo. Sarebbe andata così anche quell’anno, si disse, ne era sicuro.

Le strade erano piene di movimento. Mamme con i bambini, coppiette che si tenevano per mano e comitive di ragazzi che bighellonavano invece di studiare. Nicholas fece un giro del centro, prese un paio di tram e la metropolitana, ordinò un caffè in un piccolo bar e lo bevve lì, come faceva ogni anno, per constatare la diversità dall’abituale Starbucks. Pagò il conto ed uscì nell’aria fresca di fine Settembre. Sembrava che non fosse passato nemmeno un secondo da quell’estate, non c’era nessuno in canotta certo, e stavolta non ci sarebbe stata nessuna splendida ragazza a salvarlo da mille fans indisciplinate. Con uno sbuffo mise le mani in tasca e l’i pod nelle orecchio, cominciando a camminare sempre più velocemente. Fissava dritto davanti a sé, non voleva starci in quella stupida città.

E poi la vide. “oh mio dio” sfuggì dalle sue labbra. Chiara era bellissima, indossava un abito davvero fantastico, color avorio, era semplicemente fantastica. Rimase a fissarla per non seppe nemmeno lui quanto tempo, il cugino, il tizio figo che portava perennemente i cappellini, sedeva sulla poltroncina di fianco agli specchi, continuava a ridere mentre Chiara si guardava allo specchio spaesata. Fissava se stessa riflessa nel vetro e si toccava con gesti meccanici il vestito di seta. Poi girò lo sguardo e i suoi occhi azzurri fissarono quelli scuri del ragazzo fuori dal negozio.

“oh mio dio” furono le uniche parole che uscirono dalle labbra di Chiara.

Vuoi che ora canti una splendida canzone

Così la sentirai cantare da milioni di persone

Non vivo senza te

Non vivo senza te.

Perché era lì? Perché era lì? Chiara girava per la cucina, indossava una tuta e aveva i capelli legati, Vasco a quattrocento per la casa e mille pensieri, interrotti poi dallo squillo del cellulare.

Mi piacerebbe vederti xoxo recitava il messaggio, era scritto in inglese, senza punteggiatura e con un piccolo errore grammaticale, dettato dalla fretta di scriverlo, non poteva essere se non il suo.

Certo, quando vuoi rispose, poi cominciò a prepararsi per l’incontro. Nicholas rispose con il nome di un bar appena fuori dal centro, un’ ora dopo. Chiara indossò un jeans e una felpa pesante, poi prese la borsa ed uscì di casa.

Percorse il tragitto con i mezzi, stringeva la borsa e fissava il vuoto, dalla sua testa non si toglieva l’idea di lei e quello strambo e bellissimo ragazzo. Al mare. Nel bagno dell’hotel. A casa sua. Riprese conoscenza solo quando giunse a destinazione, nemmeno lei sapeva come ci era finita, scosse la testa ed entrò, sorridendo alla vecchia barista.

Si guardò intorno, e lui era lì. Come sempre all’ultimo tavolino, con le cuffiette nelle orecchie nonostante l’età, i jeans e la felpa grigia, inusuale per lui, abituato a vestirsi sempre nemmeno dovesse andare ad una festa.

Si avvicinò piano e poggiò le mani sulla sedia.

“Ciao” salutò poi, il ragazzo la fissava sorpreso, abbozzando un sorriso.

“Ciao Chiara” salutò a sua volta facendole segno di sedersi, Chiara ubbidì, poi fissò la mano del ragazzo.

“Wow” disse “ce l’hai ancora” indicò l’anello che brillava al dito del cantante.

“Tu no?” chiese, l’anello bruciò dentro la maglietta della ragazza, che scosse la testa.

“Sono andata avanti, dovresti farlo anche tu.” Disse dura, Nicholas chiuse un attimo gli occhi.

“Si certo. Allora, come vanno le cose?” chiese per cambiare argomento.

“Bene, sto per sposarmi” comunicò lei, Nicholas ebbe una fitta al cuore, benché l’avesse vista con i suoi stessi occhi, però così… lei non era sua, non lo era quell’estate, non lo sarebbe stato quel giorno, non lo sarebbe stato mai.

“Lui è davvero fantastico” continuò la ragazza.

Nicholas la ascoltava appena, gli disse che si chiamava Ludovico e che era più grande di lei, disse che voleva avere dei bambini e una casa al mare, disse che lui era molto ricco e che…

“Tu lo ami?” si ritrovò invece a chiedere Nicholas senza nemmeno pensarci. Chiara rimase colpita.

“Io…” balbettò più volte, Nicholas prese più forza e rifece la domanda.

“Lo ami?”

“Non sono tenuta a dirtelo” rispose lei sulla difensiva, Nicholas rise, poi prese la sua mano sul tavolo.

“Eddai Chiara, lo sappiamo entrambi che non è finita” provò a convincerla, la ragazza scosse forte la testa, alzandosi.

“Giù le mani, ci vediamo ora dopo più di sette anni, mi sono rifatta una vita” disse gelida.

“Davvero? E sei felice?” chiese ancora il ragazzo, Chiara lo guardò indignata, allontanandosi dal tavolo ed uscendo in fretta dal locale, senza nemmeno salutare.

“Ecco, lo sapevo” le urlò dietro il ragazzo, prima di raggiungerla e farla voltare con uno scatto.

“Cosa?” chiese mormorando Chiara, trattenendo il fiato.

“Tu non me lo hai mai detto…” disse Nick.

“Cosa?” chiese Chiara, il ragazzo rise e avvicinò ancora al suo viso.

“Che mi ami” disse, Chiara deglutì.

“Sto per sposarmi, e sono cinque secondi che stiamo insieme, non ha senso” disse “e sto per sposarmi” disse ancora.

“Con un uomo che non ami. E poi Ludovico che razza di nome è?” chiese Nicholas seriamente schifato, facendo ridere appena Chiara.

“Tu mi ami” disse “fa la cosa giusta” mormorò Nicholas sulle sue labbra, prima di baciarla. Chiara rimase seriamente sorpresa dal suo gesto, che fine aveva fatto lo sfigato con i capelli a cespuglio?!
“Infatti” rispose, separando le labbra da quello del ragazzo “il mio fidanzato mi aspetta per la prova della musica” bugia, voleva solo andare via di lì.

Quando ti sposi?” chiese Nicholas allora, lasciandola andare.

“Domani mattina” rispose Chiara senza guardarlo in viso, per non vedere la tristezza nei suoi occhi.

“Va bene, sono invitato?” chiese allora, Chiara rise.

“Non essere stupido Nicholas” e detto ciò sparì in un taxi, lasciando il ragazzo solo e afflitto.

Vuoi che ora canti una splendida canzone

Così la sentirai cantare da milioni di persone

Non vivo senza te

Non vivo senza te.

Chiara sospirò per un secondo lunghissimo, leggendo per l’ultima volta il messaggio sul suo telefonino. Quel ragazzo era stupido, stupido ed idiota, si disse, accese Giuliano Sangiorgi e andò a farsi una doccia, poi indossò il pigiama e si mise a letto, Davide dormiva nella stanza accanto e non l’avrebbe disturbata prima del mattino successivo. Pensò a quello che stava per fare, a Ludovico, alla sua 24ore sempre in mano, alla sua cravatta di seta e alla sua pomposa famiglia. E poi a Nicholas, ai suoi baci dolci, alle sua mani calde e al suo carattere buono. Scosse la testa e chiuse gli occhi, costringendosi a dormire.

La mattina dopo la sveglia suonò alle cinque, indossò un jeans e la felpa del giorno prima e con Davide, che continuava a brontolare teso, fece tutti i servizi della giornata. Prima il parrucchiere, poi manicure, pedicure e pulizia del viso (con Davide che mangiava le fette di cetriolo) poi abito e prime fotografie. Alle undici fu in chiesa.

Nicholas aveva rispettato la promessa, la moto di cui parlava nel messaggio, quello con cui proponeva di scappare insieme, era lì, insieme a lui, in jeans e giubotto di pelle nera.

Chiara scosse la testa ed entrò in chiesa, dove il volto angelico di Ludovico la aspettava sorridente.

“Sei bellissima” mormorò nel suo orecchio mentre toglieva il velo dal suo volto, Chiara si sforzò di sorridere, nella sua testa una sola immagine. Una bellissima moto nera.

La cerimonia passò lentamente, prima lettura, salmi, seconda lettura e vangelo. Interminabile predica, poi professione di fede, scambio della pace e comunione, alle dodici e mezza del mattino finalmente il sacerdote decise che era abbastanza.

“Vuoi tu, Ludovico Manetti, prendere la qui presente Chiara Ruggeri come tua legittima sposa, per amarla ed e onorarla nel bene e nel male, in salute e in malattia, in ricchezza e povertà fin che morte non vi separi?” chiese. Ludovico sorrise.

“Lo voglio”

“E vuoi tu, Chiara Ruggeri, prendere….” Ma Chiara non lo ascoltava, pensava a quel ragazzo bellissimo e dolcissimo, innamorato di lei, che ora era davanti alla chiesa ad aspettarla. E lei lo amava? La risposta venne naturale.

“In salute ed in malattia, in ricchezza e in…” Chiara lasciò le mani dell’uomo lì davanti, poi sorrise al sacerdote.

“Grazie, ma… no” disse, e poi cominciò a correre. Davide la fissava ridendo, una bionda al braccio e il cappellino tra le mani.

Nicholas era ancora lì, era appoggiato contro la facciata della chiesa con gli occhiali da sole calati sugli occhi.

“Dovrei sposarmi in questo momento” disse Chiara ancora col fiatone.

“Dovrei essere alle prove per il concerto di stasera. Ma l’ho mandato a farsi fottere” Rispose il ragazzo senza scomporsi.

“Tu sei pazzo Jonas” rise Chiara prima di buttarsi tra le sue braccia e baciarlo.

“Lo so, ma ti amo troppo, non ho mai smesso di farlo, capisci?” chiese tra un bacio e l’altro. Chiara rise.

“Quanto va veloce?” chiese ridendo. Nicholas storse la bocca.

“ che ne so!” rispose salendo e porgendo il casco alla ragazza, che lo prese e lo mise. Tutti gli invitati intanto erano usciti dalla chiesa e fissavano la scena scandalizzati.

Ancora ridendo i due salirono e Nicholas mise in moto, partendo velocemente.

“Non me lo hai ancora detto” urlò mentre sfrecciavano tra le strade della Lombardia. Chiara rise e si avvicinò al suo orecchio.

“Ti amo”

Non vivo senza te

Non voglio vivere senza di te

The And

Dedicata alle mie best Martina, Chiara e Greta. Ma soprattutto al mio migliore amico Gabriel, ti voglio bene.

  
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