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Autore: Ulissae    24/11/2009    4 recensioni
Vincitrice del contest Summ3r Tale indetto da CoS
[Quando una calcolatrice prende la parola]
La vita non è come la matematica, la vita è la matematica.
Genere: Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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[Note dell'autrice: Non ho mai impiegato così tanto tempo per scrivere qualcosa! Né mi è sembrato tanto strano farlo. Signorina Calcolatrice è la cara vecchia zitella che ci perseguita durante le lezioni, durante la nostra vita, perché lei è l'essenza pura e palpabile della matematica. Attraverso questo piccolo spaccato comico della vita di uno studente e della sua nemica, la calcolatrice, ho tentato di dimostrare come la matematica, magari anche solo con la sua mentalità sia la vita, sia la natura.
Consiglio per la lettura: immaginate la voce più petulante e strafottente di questo mondo. Fatto? Bene, quella è la voce della Calcolatrice, la voce della Matematica.
Buona lettura]


Sproloqui di una Calcolatrice esaurita




Dedicata alla mia professoressa di Latino,
perché è mitica, insuperabile, stronza, saggia, moderna, fica.
Perché a sessant'anni io voglio essere come lei.
Tanto viva da far paura.
Perché vorrei poter dire "bimbi" a tutti, e scoppiare a ridere.
Perché l'adoro.



La storia era sempre la stessa, di una monotonia omicida: sbuffo, presa, caduta, calpestamento, sbuffo, piegamento, buio.
Uno zaino non è molto luminoso, soprattutto se ha accumulato per più di un anno polvere e sporcizia, donate gratuitamente dal gentile luridume della città.
Nessuno lo aveva lavato: di lui, quell'estate, ne avevano ancora bisogno.
La vita di una calcolatrice non è emozionante, né ha grandi picchi di eccitazione; mantiene, in termini matematici, una situazione di stallo periodico. Certo, se andiamo a vedere, quando veniamo impiegate per un uso di sopravvivenza studentesca, durante i compiti o le verifiche, diveniamo importanti; oppure quando qualche uomo di mezza età ci utilizza per i suoi calcoli su tasse e pagamenti svolgiamo un impiego di utilità pubblica, perché, siamo sinceri, noi siamo la matematica e la matematica è tutto.

La mia storia è piuttosto lunga, ho una buona autonomia e una carica solare; non ricordo molto bene il mio primo proprietario, aveva delle dita tozze e si mangiava le unghie, però era un anonimo: a quei tempi noi eravamo vietate.
Si credeva che fosse l'uomo a creare la matematica, lui, con i suoi conticini minuscoli e brevi; pensava che il mondo arrivasse unicamente dove poteva arrivare lui.
Il concetto di infinito ancora non riusciva ad accettarlo, non che adesso abbia fatto grandi passi.
Restate sempre sul quel filo di stupidità e testardaggine che non vi permette di ammettere quanto rimaniate indietro rispetto a lei, la Matematica.
La mia seconda compagna era una adorabile ragazza, sapeva premere i miei pulsanti con grazia e leggerezza, erano come carezze; capirete quindi che qualche volta mi veniva d'aiutarla. Un suggerimento qui, uno lì, un'operazione buttata sullo schermo... si sa, i gentili vengono sempre supportati.
 Poi arrivò lui, Attila, la furia, il flagello di Dio. Non c'era attimo o istante che non schiacciasse con odio e ripicca i miei poveri bottoni usati, con quanto odio mi lanciava nell'astuccio nessuno lo sa! E le cose oscene che mi scriveva dietro! Non aveva il benché minimo rispetto per me e per lei, la Matematica.
 L'apostrofava sempre come “inutile e superflua”; tanto inutile e tanto superflua da farlo rimanere un'intera estate in città, con gli arresti a scuola, per delle lezioni di recupero. Che poi mi chiedo: cosa poteva recuperare una testa bacata come lui?
Quel giorno era l'ultimo, un'altra espressione e poi sarebbe stato libero, libero di scappare ed andarsene chissà dove, lasciandomi riposare in pace in qualche cassetto. Guardava con rancore la lavagna colmarsi di quei simboli da lui tanto odiati, per poi spostare con sguardo ebete l'attenzione alla chioma bionda della ragazza di fronte a lui.
Quando la campanella, anche lei privata delle vacanze, suonò, la classe si svuotò all'istante, tranne lei, che continuava a fissarlo con occhi di gatta e sguardo d'avvoltoio.
 Il mio proprietario, quel povero scemo, aprì la bocca e non disse nulla. Come dico sempre, è una questione di metodo.
 La vita non è come la matematica, la vita è la matematica.
Si possono sbagliare i calcoli, fare degli errori, inciampare, scambiare un segno, ma se il procedimento è adatto, se il metodo è quello giusto, se si è ricordato bene il come svolgere un preciso impegno, state sicuri che per quanti errori potrete fare, alla fine riuscirete a rimediare a tutti. Ripasserete con una matita rossa, forse dopo qualche giorno, ora, anno, quando sarete più maturi, e capaci di correggere.
Magari qualcuno traccerà quei segni per voi; ma, in fin dei conti, si tratta di numeri.
Anche in quel caso.
Una volta che tutti se ne andarono, rimase con lei, piuttosto imbarazzato e in difficoltà.
Mentre sistemava tutti i libri alla rinfusa nel suo zaino, io potevo godermi la scena dal mio posto in prima fila sul banco scarabocchiato.
-Ciao-
Non ci fu nessuna risposta, la bionda, che per comodità chiameremo X, rimase a fissarlo interdetta, mentre lui, definiamolo Y, (oh, sì! Anche quella, la genetica, è matematica. Un magnifico ed esatto 50%) balbettava un saluto non ben definito.
 La ragazza sbirciò nella borsa, notando poi che non aveva abbastanza soldi decise perfino di sorridergli, a quello sfigato. Tirò su le labbra lucenti di brillantini e sfoggiò i denti bianchissimi. Aveva fame e non aveva contanti; come risolvere la questione?
Tra le ipotesi avevamo anche molti fattori a suo favore: primo fra tutti la stupidità di Y; aggiunta all'innamoramento e condita con un pizzico di testosterone.
 Tutti suggerimenti che porteranno ad un'unica e semplice conclusione: lo scrocco.
-Senti, mi puoi offrire una cosa al bar?-
Ora, per l'ennesima volta, si trattava di semplice matematica. Un sì o un no, il forse non era contemplato; o negativo o positivo, lo zero non era nei calcoli.
 Sarà per questo che il destino ed il caso atterriscono così tanto l'uomo?
È quella loro vena così spaventosamente matematica a terrorizzarlo?
 Se tiriamo in aria una moneta è sicuro che uscirà, con la stessa percentuale di possibilità, o testa o croce; se poi la moneta cade perfettamente in equilibrio sul suo dorso, bhé, quello... quello è il punto zero.
In quel momento, però, non poteva usare una moneta, così, dopo avermi messo velocemente in tasca si incamminò con lei verso il bar.
Le offrì qualcosa, non so cosa di preciso, ma di sicuro ci mise un minuto buono a calcolare quanto avrebbe influito la spesa sul suo piccolo patrimonio personale; poi iniziarono a parlare, del più e del meno, più che altro parlava lei, lui si limitava ad annuire -grugnire-.
 -E quindi il mio ragazzo va in palestra tre ore al giorno, come minimo!- cinguettò, eccitata.
 Vedete, il suo cosiddetto ragazzo era una persona che potremmo facilmente definire “tutto muscoli, niente cervello”, però, dobbiamo fare attenzione ad una cosa: lui il cervello lo usava, lo usava, probabilmente, in un modo più accorto di molti altri studiosi: aveva capito come usare la matematica.
 In particolare i numeri; infatti, se avesse detto in giro che andava in palestra da metà pomeriggio fino a dopo cena la cosa avrebbe potuto colpire non molti, poiché il tempo, descritto in quel modo, è così relativo da risultare inutile.
Chi si impressionerebbe nel sapere che è andato a tirare su dei pesi per circa un'ora e mezza? -ipotizziamo che parli con una persona che cena alle diciannove, per esempio-
Invece, lui, usando i numeri, dava una precisione alle sue azioni, le poteva definire dentro dei lati scelti da lui e, soprattutto, efficaci nello stupire.
Calcando un numero, calcava l'azione.
Questo, cari, lo fa una persona che, normalmente, non sa riconoscere una divisione da una moltiplicazione.
È perciò assurdo pensare che la matematica non serva o che non sia nella vita umana.
Chiacchierarono, si divertirono, lei a prenderlo in giro, lui a farsi prendere per i fondelli.
Quando tornai a casa venni sbattuta nuovamente nel mio piccolo e claustrofobico cassetto, rimasi lì, soffocata dalla polvere e dai rimasugli di matite e penne; mi assopii, per qualche settimana, aspettando.

 Aspettai così tanto che mi scaricai, ma non lo feci così, senza una minima gloria, una piccola punta di vendetta; no. Mi impegnai a tal modo che sopravvissi fino a quel giorno, il giorno dell'esame. Attendei in silenzio che i fogli sigillati venissero smistati, che lui leggesse i quesiti, che si agitasse scoprendo di non ricordare nulla. Appena mi accese, sperando in un miracolo che lo venisse ad aiutare, io, al contrario, non diedi segni di vita.
 Eppure, non dovreste essere così sconvolti! Lo dovreste sapere: L'inevitabile è solo rimandabile, ed era inevitabile che lui venisse bocciato; era matematico. Perciò non siate così stupiti, io ho fatto solo il mio dovere.
 Sono come una fenice, cari, posso morire, ma risorgerò sempre; sono come la matematica,  sono la matematica; posso essere dimenticata, bistrattata, ma quando meno ve l'aspettate ritornerò, magari dopo una giornata in cui mi lascerete all'aperto, alla luce del sole, perché ve l'ho detto, no?

Ho una carica solare e passare tutta l'estate al buio non mi fa affatto bene.


Angolo autrice:
*w* prima, diamine, prima con la cara Miss C. *-* che gioia! Devo essere sincera, credo veramente che la matematica sia la base di tutto, perciò... bhè, fa niente.
Dovevo scrivere una storia che avesse come tema il fatto che la matematica sia la vita, e dovevo inserirci una legge di murphy (l'inevitabile è solo rimandabile).
Riporto al seguito i giudizi a cura di shari-chan del contest Summ3r Tale indetto dal CoSa cui sono arrivata prima.

“Sproloqui di una calcolatrice esaurita” di Ulissae 
1. Lessico; grammatica: a) correttezza verbale - b) punteggiatura: 7
Il lessico è buono e vivace. Le regole grammaticali sono rispettate e la fanwriter dimostra di possedere uno stile ormai maturo, personale e molto piacevole.
2. Trama; originalità nello sviluppo del tema: 8
Questa è la storia più originale tra quelle partecipanti: il tema è affrontato in modo scoppiettante e mai scontato. La legge secondo la quale tutto è numero non è solo spiegata ed esposta in un dialogo da qualche colto personaggio, ma viene affrontata e rafforzata da vari esempi pratici presi dalle (dis)avventure di Attila. L’argomento diviene, così, il vero fulcro della storia e dei pensieri della calcolatrice.
La trama è ben costruita. Il punto di vista della calcolatrice, inoltre, influisce a rendere la storia ancor più allegra e scanzonata.
3. Aderenza agli obblighi: 9
L’aderenza agli obblighi è ottima e molto innovativa, inoltre il tema è espresso con esempi pratici continui, nella quasi totalità del testo. In alcuni punti, però, i riferimenti risultano, nell'insieme del testo, un po' ripetitivi.

Totale: 24/30


Vi saluto, solitamente gli originali non sono di mia competenza.
Au revoir ♥

Notizia inutile: speriamo che il compito di matematica vada altrettanto bene °-°
   
 
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