Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
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Autore: annina94    24/11/2009    6 recensioni
La mia mente bacata ha prodotto questa cosa e in un'ora l'ho scritta e pubblicata. È corta, quindi tanto vale darci un'occhiata e magari lasciare un commentino! - Ma perché i Greci si dovevano andare a complicare l'esistenza, dico io. Perché questo comparativo fetente non se ne rimane a casa sua, a cinquemila anni fa? Ah, anche la Ricci, però, affibbiarci una versione bastarda da fare per il giorno dopo... che due palle, probabilmente domani mi interroga e io devo ancora capire da dove diavolo si comincia. - - E poi dite che sono io quello pazzo che parla da solo. Se ti sentissi cambieresti idea sul mio conto, sì. - - Taci Jonas; io non parlo da sola, dialogo indirettamente con la mia versione, non parlo da sola. - ripeté lei, alquanto seccata dalla presenza di un Essere che girava per casa sua.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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fra greco e jonas

Eccomi con una piccola one shot. Stavo guardando le fic, quando ho visto il mio libro di scuola e ho avuto l'illuminazione. Hope you enjoy it! Commentate please!!!




Fra greco e Jonas.





- Nebròs pote pròs ton èlafon èlege: “ pater, makròteros kai tachuteros kunòn fusei ghigne;” - era concentrata su quella dannatissima versione di greco, dalla quale non riusciva a venire fuori. Eppure era quasi mezz'ora che c'era dietro ed era solo alla terza riga.

- Ma perché i Greci si dovevano andare a complicare l'esistenza, dico io. Perché questo comparativo fetente non se ne rimane a casa sua, a cinquemila anni fa? Ah, anche la Ricci, però, affibbiarci una versione bastarda da fare per il giorno dopo... che due palle, probabilmente domani mi interroga e io devo ancora capire da dove diavolo si comincia. -

- E poi dite che sono io quello pazzo che parla da solo. Se ti sentissi cambieresti idea sul mio conto, sì. -

- Taci Jonas; io non parlo da sola, dialogo indirettamente con la mia versione, non parlo da sola. - ripeté lei, alquanto seccata dalla presenza di un Essere che girava per casa sua.

- Sì, certo, e io non mi chiamo Joe Jonas. - rispose lui, continuando a punzecchiarla, sorridendo divertito.

- Sai, strano tizio che gira seccando per casa mia, io conosco due persone che hanno il tuo stesso cognome, anche se in America è abbastanza frequente. Si chiamano Nicholas e Kevin. Ma dubito che tu li conosca, e, cosa ancora più assurda, che tu possa essere in qualche modo imparentato con loro, sei troppo zuccone e nullafacente. E smettila di sorridere come un idiota. - lo congelò lei senza voltarsi. Ormai lo conosceva così bene da poter indovinare cosa stesse facendo senza avere bisogno di vederlo.

- Mi spieghi come fai a capire quello che faccio e che penso senza guardarmi? Percepisci il mio odore? - chiese lui, armeggiando con i libri della ragazza, ordinatamente sistemati nella libreria a fianco della scrivania sulla quale lei stava lavorando.

- Non proprio, anche se ad ogni movimento che fai mi arriva una zaffata di olezzo, così capisco quello che stai facendo, ma non è l'unico metodo: quello che sicuramente funziona meglio è il mio sesto senso di donna. Percepisco, mio malgrado, la tua presenza e sei talmente Joe Jonas che sei diventato dannatamente prevedibile. - rispose, senza staccare gli occhi dal dizionario sul quale stava facendo scorrere il dito.

- Sai, credo di conoscere quei due ragazzi di cui mi hai parlato prima, sai, quelli con il cognome uguale al mio... - cominciò lui, guardando il soffitto e sorridendo maliziosamente.

- Loro non sono due rimasti cronici e tarati. - schietta e tagliente come sempre.

- Pronta per prendere un tè con Sua Maestà. - la rimbeccò, aspettandosi l'ennesima frecciatina bastarda da parte della ragazza.

- Non ti insulto perché sai che lo farò e non voglio darti questa soddisfazione. È così che si comincia la scalata verso l'anarchia, tramite la soddisfazione e l'appagamento. -

Joe stava cercando di riportare alla memoria cosa anarchia potesse significare, ma proprio non se lo ricordava.

- È quando i sottoposti, ossia tu, spodestano il loro signore e padrone, cioè io, e fanno quel cavolo che vogliono fino a sprofondare nella corruzione e nella lussuria più sfrenata. - specificò lei, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, continuando a mordicchiare la fine della matita.

- E fra questi sottoposti ci sono anche i miei fratelli? - chiese Joe, avvicinandosi piano alla ragazza – anche Kev? - ormai era ad un soffio dal suo orecchio – anche Nick? - chiese, mettendo quanta più malizia potesse pronunciare in quelle due parole.

Lei alzò un sopracciglio, non lasciando trasparire il rossore che si voleva impadronire delle sue guance. - Sì, anche Nick. - disse in tono piatto.

- Oh, certo. Guarda che non sei l'unica capace di leggere le persone, ho imparato anche io, in due anni di convivenza forzata, a riconoscere le tue espressioni. E sai da chi ho imparato? Dalla migliore in questo campo, una certa Sara. - le soffiò nell'orecchio.

Lei era immobile; sapeva di essere brava a mascherare le proprie emozioni, ma sapeva anche che c'erano quattro persone in grado di svelarle: la sua migliore amica Giulia, e tre fratelli americani, più comunemente conosciuti come Jonas Brothers.

Ormai doveva ammetterlo almeno a se stessa: si era innamorata di Nicholas. E Joe non faceva altro che seccarle l'anima affinché lo ammettesse. Ma lei era resistita, annegando nella convinzione che Nick la considerasse solo un'amica.

- Sai, se il problema è solo questo, allora ti devo confessare una cosa – cominciò Joe, avvicinandosi alla ragazza con aria complice – sono due anni, cioè dalla prima volta che ti ha vista, che lui è irrimediabilmente e terribilmente innamorato di te. Ma sai com'è Nicky, non lo ha dato a vedere per paura di una tua reazione negativa, e sinceramente, non vorrei essere al posto di quel martire che si beccherà una sfuriata da parte tua. Ah, io non ti ho detto niente. - concluse, lasciando la ragazza in uno stato confusionale.

Per quanto potesse essere sveglia e astuta, non era mai stata un asso nelle questioni di cuore. Ora che Joe le aveva detto che Nick era innamorato di lei, il suo brillante cervello era andato in tilt.

- Ho colto nel segno, eh? - ridacchiò Joe, gustandosi quei pochi attimi di vittoria.

Sara sorrise.

Lei era innamorata di Nick, Nick era innamorato di lei.

Ora doveva far maturare tempi, perché si sa, Nicholas Jonas è un elemento terribilmente lento e riflessivo, quasi bradipiaco.

Si girò verso il ragazzo che aveva difronte, gli sorrise, chiuse il libro di greco e mise il vocabolario nella sua mensola.

- Ciao, cognatina. - ridacchiò Joe, prima di avvicinarsi a lei e abbracciarla.

- Fottiti, Jonas. - disse, abbracciandolo a sua volta.



  
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