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Autore: trecy    25/11/2009    7 recensioni
Sono ormai trascorsi 5 anni e tutti sembrano avere dimenticato ogni cosa.. Una notte la nostra Bunny viene risvegliata e si troverà da sola, per la prima volta, a scoprire una verità che le è nascosta, un passato di cui ignora l'esistenza.. E Marzio che adesso sta insieme a Rea che ruolo avrà in tutto questo?? Spero di avervi incuriosito!!
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mamoru/Marzio, Rei/Rea, Usagi/Bunny
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Dormiva. La finestra della sua stanza era insolitamente aperta e la luna rifletteva il suo argenteo viso, illuminando i suoi lunghissimi capelli biondi. Il bagliore che quella notte emetteva la luna era accecante, era come un messaggio, come se volesse svegliare qualcuno, i ricordi di qualcuno. Erano passati ormai cinque anni da quando la principessa Serenity e le guerriere sailor avevano sconfitto il nemico: la terra era al sicuro! Ma il richiamo della luna quella notte era diverso: non era come l’ultima volta..Ed ecco che si sveglia. E’ in preda ad un sussulto, ha avuto un incubo o forse ha semplicemente sognato e ricordato tutto: il nemico, le guerriere sailor e lui. Lui che ormai da cinque anni non vede. Lui che non ricordava. Come aveva potuto? Come era stato possibile dimenticare i suoi occhi scuri come la notte, i suoi capelli di un colore indefinibile, il suo fisico perfetto? Faceva male. Provava dolore, troppo dolore. L’amore che provava verso di lui le stringeva il cuore, aveva voglia di urlare, la nostalgia che per anni non aveva provato in un attimo le piombò addosso, le mancava l’aria, gli occhi si inondarono di lacrime. Gemeva, singhiozzava: non aveva mai sofferto così. “Fai qualcosa” le suggerì una voce nel suo subconscio, in effetti doveva agire doveva trovarlo, ma dentro se stessa era consapevole che non sarebbe stata la cosa migliore, aveva come il presentimento che non doveva rivederlo. Subito le venne il mente il motivo: il loro amore avrebbe sempre portato guerra, avrebbe sempre avuto catastrofiche conseguenze. Perché aveva ricordato? Perché le era tornato tutto in mente, in fin dei conti la battaglia era  finita, il nemico era stato sconfitto. Che stia arrivando un nuovo nemico? Ma è come se già conoscesse la risposta, la certezza assoluta dell’improbabilità di un nuovo nemico la stupì, era infatti certa di non aver ricordato tutto, era consapevole che aveva rimosso una parte del suo passato, una parte troppo dolorosa che solo pensare le provocò terribili fitte al ventre, le lacrime lottavano e ricoprivano il suo viso mentre lei combatteva contro se stessa e contro i suoi ricordi. Continuò per ore questa estenuante lotta fin quando non si rese conto che era inutile, non era qualcosa che poteva affrontare razionalmente. I suoi ricordi erano racchiusi indissolubilmente dentro una parte di se stessa che non conosceva, che non pensava esistesse. Prese una decisione opponendosi a quelle fitte di dolore che non cessavano: lo avrebbe scoperto, se fosse stato necessario avrebbe intrapreso la battaglia più difficile della sua vita, la più dolorosa e dura e per la prima volta sarebbe dovuta essere da sola, nessuno l’avrebbe potuta aiutare nella peggiore delle battaglie combattute finora: quella contro se stessa. Con questa unica certezza, consapevole che quella notte non sarebbe mai riuscita a dormire, decise di fare un bagno caldo. Il dolore era passato, ma le lacrime non terminavano, i suoi pensieri non smettevano di dirigersi verso la stessa direzione, non aveva il controllo di se stessa. Conosceva solo un modo per  non pensare per un po’ anche se era qualcosa a cui non era abituata sentì che ne aveva bisogno. Andò in cucina e prese una delle bottiglie di suo padre, la prima che ebbe per le mani. Si trattava di Vodka, senza pensarci, perché se lo avesse fatto sarebbe tornata indietro sui suoi passi, la bevve. Stava male, sentiva la sua mente vagheggiare, vedeva tutto girare e senza rendersene conto dopo qualche secondo era stesa nel suo letto in preda ad un sonno profondo.
Il giorno dopo appena sveglia vide uno sguardo d’accusa nel volto di Luna. Era tornata anche lei! Si alzò subito dal letto e corse ad abbracciare la sua gattina, era felice di vederla. Ma intuì subito che Luna fissava la bottiglia vuota ai piedi del suo letto. Ecco cosa leggeva nel suo sguardo. Delusione, rabbia. Se fosse stato possibile sarebbe voluta scomparire all’istante, provava un’estrema vergogna per ciò che aveva fatto, per essersi ubriacata, per non aver saputo affrontare la situazione ed essere fuggita da se stessa.. “perché l’hai fatto?” le parole della gattina troncarono i suoi pensieri, “avevo bisogno di non pensare, non hai idea di quello che è successo, in effetti non ne ho un idea precisa neppure io, ma non avevo mai sofferto in questo..” le parole di luna la interrupero “ non importa quanto stavi soffrendo, non conta ciò che è successo, tu un giorno sarai regina, incontrerai sempre tante difficoltà e ancora una volta non le hai superate” Bunny era perplessa “aspetta ma tu quando sei tornata? Da dove vieni? Ora che ci penso è dall’ultima battaglia che non ti vedo..” lo sguardo di luna non lasciava trapelare nulla “Principessa troverai ogni risposta ma non è compito mio dartela, io non sono solo l’ambasciatrice della luna, sono prima di tutto tua amica e consigliera, ieri notte ho sentito la tua sofferenza, sono stata male per te, il tuo dolore ed i tuoi pianti hanno inondato il regno argentato, ma adesso devi reagire devi cercare di capire io non posso dirti nulla sono stata mandata per sostenerti ed aiutarti, ma se dovesse uscire anche solo una parola dalla mia bocca scomparirei per sempre e non mi sarebbe più concesso vederti” al termine del discorso di luna , Bunny si rese conto dell’angoscia della gattina, capì che doveva essere accaduto qualcosa al regno argentato e doveva scoprire assolutamente cosa. “Dimmi luna anche le ragazze si sono risvegliate giusto?” proprio la domanda che Luna temeva “ No. Mi dispiace tanto, ma sta volta dovrai fare tutto da sola, dovrai combattere per te stessa, nessuno potrà aiutarti, le sailor non si sveglieranno e non riceveranno alcun supporto dai loro pianeti, loro non ricordano nulla”. Tutto ma non questo, non poteva avere più le sue amiche al suo fianco, le lacrime iniziarono a scendere e lei cercò subito di asciugarle ribellandosi, non doveva piangere come una  bambina, ormai aveva 19 anni. Sarebbe stata capace di affrontare tutto da sola, in fin dei conti era anche meglio almeno non avrebbe rischiato la vita delle persone a cui era più affezionata, sarebbe stata sollevata sapendo che sta volta il destino delle sue guerriere non era nelle sue mani. Ma un pensiero da quando era apparsa luna le attraversava ininterrottamente la mente, una domanda che non aveva il coraggio di formulare, qualcosa che più reprimeva, più la invadeva. Decise di chiedere “Luna..ma..Endymion..lui..ricorda?” La voce di Bunny era spezzata, non sapeva di possedere quel tono, temeva la risposta, l’avere pronunciato il suo nome le porto un’altra fitta di dolore al ventre come quello provato la notte precedente, ormai ci stava facendo l’abitudine, stava riuscendo a convivere con il dolore. Ma era giusto? Era così che doveva andare? Era questa la sua battaglia? “Non lo so. Dovrai scoprirlo”. L’incertezza nelle parole di luna, il tragico presentimento le provocò un’altra fitta, ma sta volta alla testa. Aspettò qualche secondo..ecco ora è passato. “Bunny con me devi confidarti, sento che soffri cosa succede?” Indecisa su cosa rispondere preferì mentire, in fondo luna non avrebbe potuto dirle nulla,ma questo non era l’unico motivo: doveva affrontare tutto da sola, solo quando sarebbe stata capace di guardare a testa alta il dolore invece che subirlo continuamente, allora avrebbe potuto parlargliene.“Nulla Luna sono solo un po’ scossa penso che una passeggiata mi schiarirà un po’ le idee”. Così dicendo, dopo avere indossato i primi vestiti che trovò uscì di casa. In pochissimo tempo si ritrovò a passeggiare al parco. Vagava tra i suoi pensieri stando bene attenta a non pronunciare il suo nome quando.. non poteva crederci, era impossibile. La luce delle stelle, del sole e della luna insieme non erano sufficienti a descrivere la bellezza che lo avvolgeva, il calore che provava a vederlo.. La sensazione svanì presto lasciando posto ad un'altra fitta più lunga del solito. Quando il dolore terminò continuò ad osservarlo, ma qualcosa le provocò una sofferenza molto più acuta delle altre, più intensa, che le lacerò completamente l’anima. Lui,Marzio, Endymion, quello che era stato il suo principe solo suo, non era solo, era con un'altra ragazza. Non provò più fitte,continuava nella sua mente a pronunciare quel nome e restava in attesa delle fitte che non arrivavano; molto strano che da quando si era resa conto che era con un’altra non ne aveva più avute, ma aveva avuto un altro tipo di dolore, lottò contro le lacrime e per la prima volta vinse, si fece forza e decise che voleva avvicinarsi, voleva vederlo più da vicino. Immediatamente si pentì della sua decisione, voleva tornare indietro ma era troppo tardi, avrebbe voluto dimenticare con tutta se stessa. Non poteva essere vero ciò che i suoi occhi avevano davanti, come poteva con una consapevolezza simile non piangere? Non riusciva a restare lucida, il dolore la invase interamente, non era una fitta, era molto peggio, era qualcosa che le distruggeva completamente anima e corpo, la morte sarebbe stata un ottimo rimedio a ciò che aveva scoperto, l’unico forse, sarebbe stata l’unica soluzione per non soffrire più. Ma non poteva. Non prima di capire tutto ciò che ancora ignorava. Cerco di formulare nella sua mente qualcosa di sensato per impedire alle lacrime di uscire allo scoperto, ma solo una cosa le venne in mente in quel momento: Marzio e Rea. Quella che era la sua migliore amica, la guerriera di marte, colei che rappresentava la passione, che era sostenuta dalle fiamme e dal fuoco insieme a lui, al suo principe. Li vide ridere seduti in una panchina, notò la mano di lei tra i capelli di lui, ed infine li vide avvicinarsi, le loro labbra unite, li vide amarsi. Ora ne era certa lui non ricordava, entrambi erano ignari del passato che avevano vissuto. Con un amarezza tale che non può essere descritta, con le lacrime che ormai scendevano inesorabili solcando il suo viso iniziò ad avere un presentimento: stava per accadere il peggiore tra gli eventi possibili. Forse sapeva contro chi avrebbe dovuto combattere questa volta, sapeva perché sarebbe stata la più difficile tra le battaglie, molto peggio di ciò che avrebbe potuto immaginare: doveva combattere contro se stessa, contro il suo amore, contro le sue amiche.. come era possibile? Proprio quando stava per voltarsi ed andarsene i loro occhi si incontrarono: un istante interminabile, solo lui e lei e nessun altro, i due erano bloccati, entrambi incapaci di muovere un muscolo, con gli occhi fissi l’uno nell’altra si parlavano, si capivano. Questa volta la fitta arrivò, ma non importava, tanto ormai si era abituata infatti passò in fretta. La prima a distogliere lo sguardo fu Bunny, e mentre stava per voltarsi ed andare via si rese conto della sofferenza di Rea per quegli attimi, capì che anche lei lo amava, intuì la sua gelosia verso una ragazza dai lunghi codini biondi, ignara che un tempo fosse la sua regina, la sua principessa, la sua migliore amica. Con queste ultime considerazioni con se stessa, visto che ormai non le rimaneva nessun altro, andò via.
Nel parco lo sguardo di Marzio era ancora fisso verso le spalle di quella bellissima ragazza, di una bellezza ineguagliabile, non aveva mai visto nulla del genere, voleva alzarsi e seguirla, l’avrebbe fatto, doveva sapere chi era. Proprio nel momento in cui stava per alzarsi la voce di lei lo riportò alla realtà “Marzio tutto bene?” Come aveva potuto pensare di seguire un'altra ragazza, come aveva potuto tradirla anche solo con il pensiero. Lei, lei che è fantastica, bella, la ragazza della sua vita, che tra meno di un mese sarà legata a lui per sempre. Perfettamente consapevole che con quelle parole voleva esclusivamente convincere se stesso, con quel volto argenteo e quegli occhi di un azzurro cielo mai visto fissi nella mente e per la prima volta con infiniti dubbi le rispose: “si certo amore..è che sono un po’ stanco tutto qua”.

  
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