Anime & Manga > D.Gray Man
Ricorda la storia  |      
Autore: Youko    25/11/2009    4 recensioni
Kanda si ritrova dall'oggi al domani con un ospite inaspettato.La convivenza forzata gli farà capire una cosa importante.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Yu Kanda
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
BAKA USAGI
I personaggi non sono miei ma di K. Hoshino, questa storia non è scritta a scopo di lucro
                                        BAKA USAGI

Ci aveva provato, aveva lottato strenuamente, si era imposto in qualsiasi modo possibile, aveva assottigliato lo sguardo rendendolo minaccioso e incrociato le braccia assumendo la sua aria di superiorità indifferenza e menefreghismo.
Eppure non era riuscito a spuntarla, in realtà aveva dovuto cedere per forza di cose.  
- devo ricordarti che non ti faccio mai pressioni per il ritardo dell’affitto? -  il suo padrone di casa era stato irremovibile.
 “Casa” un monolocale niente di che, una stanza con una finestra, un piccolo angolo cottura e un bagno ancor più piccolo, ma era quello che riusciva a permettersi e dato che spesso non ce la faceva ad essere puntuale …, non poteva rifiutare la richiesta folle e assurda dello strambo padrone di casa.  

E ora si ritrovava in quella situazione. Puntò lo sguardo sulla gabbietta incontrando gli occhi dell’occupante – ma tu guarda, solo perché quell’idiota è allergico mi tocca tenermi un coniglio – sbottò seccato incrociando le braccia sul petto.  
-e tu cos’hai da guardare si può sapere?- domandò alla creatura dalle lunghe orecchie. Kanda sospirò rassegnato, non poteva farci nulla ormai.

-sono affari tuoi se non puoi tenerlo – aveva detto fregandosene dei problemi dell’uomo
– immaginavo avresti detto qualcosa del genere – ribadì Jerry sospingendo la gabbia davanti a lui perché la prendesse
-perché ti sei comprato un animale se sei allergico? –
-perché ne volevo uno mi sembra chiaro – Kanda aveva preferito non ribattere
-forza prendilo vedrai che mi ringrazierai, ma hai visto che musetto? È un amore -  continuò ficcandogli l’oggetto in mano  

Aprì la busta che gli era stata data insieme all’animale, ne tirò fuori la scatola del cibo lesse cosa diceva, poi con un alzata di spalle aprì la gabbietta versandone una quantità che ritenne giusta nella ciotola bianca.  Il coniglio si fiondò a mangiare tranquillo.
Il ragazzo ripose il mangime in un mobiletto basso, dando un ultima occhiata al coinquilino si sedette direttamente sui tatami incrociando le gambe e  mise le braccia sul basso tavolino posto nel centro della stanza. Afferrò il telecomando e procedette a fare zapping, poggiando il mento sulla mano alternava lo sguardo dallo schermo alla gabbietta messa in un angolo poco distante.  
Era la prima volta che teneva un animale, non gli erano mai interessati e ora non sapeva bene che fare, fortunatamente non era un cane altrimenti l’avrebbe dovuto portare fuori per la passeggiata e giocare con lui, una cosa insopportabile. Almeno Jerry aveva scelto un animale poco fastidioso, bastava solo ricordarsi di dargli da mangiare, certo che aveva un colore assurdo un marrone rossiccio, non era il classico coniglietto bianco pensò ancora.  
Rivolse la sua attenzione al tizio che blaterava in tivù, dimenticandosi ben presto dell’altro che sgranocchiava tranquillo.

-Baka usagi piantala di fare tutto questo casino – sbottò alle due di notte, accese la luce e con un gesto impaziente scostò le coperte e si avviò alla gabbietta –si può sapere che ti è preso? Che hai da agitarti tanto?- domandò fissando il coniglio che teneva le orecchie drizzate in alto e si era bloccato dal correre in quello spazio ristretto.
Kanda lo fissò attentamente prima di decidersi a tornare a letto, si girò ma un suono secco lo bloccò sul posto, si tese  in ascolto e dopo un secondo lo udì nuovamente. Voltandosi capì cosa fosse quando il coniglio batté nuovamente la zampa sul fondo della gabbia, attese qualche altro istante poi dato che l’altro rimaneva immobile si rimise sotto le coperte.

Yu s’impose la calma chiuse gli occhi e respirò a fondo, quando li riaprì osservò il disastro che lo stupido coniglio aveva combinato quella notte.
Non era riuscito a chiudere occhio se non molto tardi e ora, al suo risveglio si era trovato davanti agli occhi quel caos. Il perimetro esterno della gabbia era disseminato, circondato completamente, dai granelli di truciolato che costituivano la lettiera di quell’insulso essere. Si passò una mano sul viso afferrando paletta e scopa, spostò la struttura in plastica e ferro lanciando un’occhiata truce e colma di rimprovero al suo occupante, ripulì in fretta e poi si sbrigò a prepararsi per uscire.  
Lanciò un ultimo sguardo all’animale prima di avviarsi al lavoro.
Decise che il coniglio doveva essersi agitato per via della nuova sistemazione in fondo, erano animali stupidi decretò e convinto di quella idea iniziò il turno lavorativo.      


Quando rientrò a casa quella sera di fronte la porta del suo appartamento trovò una busta ad attenderlo, all’interno c’era un libro “come prendersi cura del coniglio nano: tutto quello che c’è da sapere sui nostri piccoli amici” e un biglietto
                                          “ guarda che bel regalo che ti ho portato! Come và la convivenza?
                                                        Hai già dato un nome al piccolo Rabbit?
                                                                    Fammi sapere Jerry “

Una volta entrato lasciò cadere distrattamente il volume sul tavolo, non lo avrebbe di certo letto.
Che c’era da sapere? Era un coniglio bastava dargli da mangiare e pulire la gabbia, fine della storia.
Era un animale stupido per questo lui … Scrollò il capo e decise di farsi una bella e lunga doccia ristoratrice, per scacciare via la stanchezza della lunga giornata. Si avviò degnando di una semplice occhiata la gabbia, il coniglio aveva teso le orecchie ascoltando i rumori del suo rientro, Kanda si rinchiuse nel bagno del tutto indifferente al piccolo ospite.
Preparò la cena, mangiò e sistemò tutto completamente dimentico dell’animale. Quando si mise a cercare un film o un programma divertente in televisione, l’attenzione gli cadde sulla gabbietta dal fondo giallo e la grata bianca. Il coniglio stava bevendo facendo scorrere rumorosamente la sferetta metallica, abbandonò il telecomando, pulì l’angolo sporco della lettiera aprendo lo sportello superiore della struttura, rifornì la ciotola di cibo e cambiò l’acqua al beverino.
Una volta sistemate quelle incombenze ritornò al tavolo per dedicarsi alla ricerca di un programma per la serata, non trovò nulla che lo attirasse e prese a sfogliare distrattamente il libro.
Un’ora che dopo il televisore era stato spento Kanda si ritrovava immerso nella lettura delle pagine stampate.    

-Fulvo di borgogna- esclamò a voce alta puntando l’occhio all’animaletto, aveva scorso il capitolo riguardante le razze, giusto per curiosità.
Aveva sfogliato le pagine riguardanti l’alimentazione, la gabbia e la posizione di questa, la pulizia dell’animale e della sua abitazione, i primi approcci, come abituarlo alla presenza del padrone.
Insomma Yu Kanda  aveva finito l’intero volumetto, sospirò osservando il piccolo coniglio fissarlo oltre la grata  – animale notturno – anzi “crepuscolare” si corresse subito, quindi era per quello che la notte prima aveva combinato quel macello. Durante il giorno dormicchiavano, poi si svegliavano nel tardo pomeriggio iniziando a mangiare, bere,muoversi e giocare.
Già, a quanto sembrava i conigli giocavano, c’era un intero capitolo riguardante l’acquisto di giochini o il fai da te che consigliavano, per far svagare l’essere insulso che continuava a fissarlo dalla sua prigione.   

 –Quella gabbia è troppo piccola – rifletté ancora a voce alta, almeno secondo quanto diceva la guida quegli animali avevano bisogno di spazio, consigliavano di lasciarli liberi di scorrazzare per casa quando si poteva farlo. Figurarsi, come se lui permettesse a quella palla pelosa di girare indisturbato, gli avrebbe preso una sistemazione più grande. Il pensiero appena fatto gli fece sgranare gli occhi.
Doveva prendergliene un’altra?
E perché avrebbe dovuto farlo?
Non era stato lui a volere quell’ospite indesiderato, viveva benissimo senza. Però era vero che ormai se n’era assunto la responsabilità, anche se costretto e senza voglia alcuna. Decise di andare a letto e non pensare più allo stupido coniglio che Jerry gli aveva accollato, non avrebbe speso un soldo in più di quel che doveva se non per il cibo e fine del discorso.

Ascoltando i rumori provenienti dall’angolo in cui aveva relegato il coniglio, Yu prese a ripensare a quanto letto. Creature estremamente socievoli e affettuose, dato che vivevano in branchi, anzi colonie, soffrivano molto la solitudine e per questo bisognava dedicargli alcune ore del giorno per accarezzarli e coccolarli. L’autore affermava che erano esseri molto intelligenti e che per questo se non ricevevano la giusta attenzione potevano assumere degli atteggiamenti vendicativi per imporre la propria presenza. In realtà erano animali complessi e impegnativi, non stupidi e facilmente gestibili come si credeva, per questo consigliavano di riflettere attentamente prima dell’acquisto. Ma lui non l’aveva scelto gli era capitato letteralmente fra le mani,  si tirò le coperte sopra la testa con un gesto di stizza avrebbe fatto presto due chiacchiere con Jerry, decise prima di addormentarsi.  

Durante il viaggio in treno, le ore lavorative e mentre mangiava il pranzo non aveva fatto altro che pensare al coniglio chiuso in gabbia accampato a casa sua e a quello che aveva letto.
Quella sera passò dal supermercato prima di rincasare dato che il frigo risultava desolatamente vuoto, non ne capì l’esatto motivo, o meglio preferì non indagare, ma acquistò una confezione di carote e qualche mela. Se poteva giustificare l’acquisto del primo alimento non poteva dire altrettanto del frutto che detestava.
Una volta chiusa la porta poggiò le buste sul tavolino, si tolse giacca e sciarpa e prima di procedere a sistemare la spesa si avvicinò alla gabbia. Il coniglio lo fissava immobile e a orecchie dritte, aprì lo sportellino frontale – puoi uscire ma guai a te se combini qualche danno – lo minacciò con uno sguardo gelido prima di voltarsi.    

Continuò a tenerlo d’occhio riponendo i vari acquisti, giusto per assicurarsi che non facesse danni, la palla di pelo indugiò a lungo nell’apertura poi uscì rimanendo circospetto nelle sue vicinanze, annusando l’aria e osservandosi attorno. Yu si accorse che quando prese a ripiegare le buste producendo il rumore della plastica smossa, quello corse a rifugiarsi dentro – baka – sussurrò piano.

La situazione fra loro procedette nella stessa maniera per i successivi tre giorni, il ragazzo ogni sera rientrando dal lavoro andava ad aprire lo sportellino, lo ignorava lasciandolo gironzolare per la stanza occupandosi delle sue faccende, anche se in realtà si ritrovava ad osservarne ogni movimento.
Aveva recuperato uno scatolone al supermercato e dopo cena, sotto lo sguardo attento della bestiola prese un coltello e ritagliò un’apertura laterale.
Lo mise in un angolo e seduto al tavolino restò a guardarlo annusare e studiare la casetta creata, entrare e fuoriuscire più volte e saltarci sopra con agilità.
In quei primi giorni Yu fissava il coniglio, spesso con un sopracciglio alzato, vedendolo lanciarsi in folli corse lungo la stanza, scuotendo il capo e le lunghe orecchie e compiere balzi prodigiosi, ora invece si ritrovava a sorridere divertito e ad esclamare ogni volta  –baka usagi-.

– Ehi scendi subito dal letto –lo richiamò, dato che l’altro non ubbidiva si trovò costretto ad alzarsi. Avvicinatosi lo fissò raspare sopra il piumino – smettila coniglio e scendi subito- ordinò con tono minaccioso allungò una mano e lo spinse leggermente, non ottenendo nessun risultato. Era la prima volta che lo toccava, dato che non aveva mai avuto nessun interesse a farlo prima, si stupì scoprendo che fosse veramente morbido e soffice. Il coniglietto avvicinò il muso alle dita bianche muovendo il naso veloce, poi tranquillo le sospinse richiedendo un po’ di carezze.
 Kanda dopo un secondo di titubanza si ritrovò a passargli l’indice sulla fronte e poi a grattargli dietro le orecchie con un sospiro, quando lo vide stendersi pacifico prese la guida. Trovata la pagina che spiegava come prendere correttamente l’animale la scorse velocemente. Seguì le indicazioni e lo poggiò a terra
 –gironzola altrove-  fece ritornando seduto, dopo qualche minuto si ritrovò l’animaletto di fianco.
Dopo averlo osservato per un po’ perplesso Kanda allungò due dita e iniziò ad accarezzarlo, l’altro sembrò gradire perché gli si accucciò accanto godendo di quelle coccole – stupido coniglio- soffiò piano con una tenerezza che gli era inusuale.
 
                                                                                                        ***
-Baka usagi si può sapere perché continui a fare i bisogni in giro? – lo rimproverò per l’ennesima volta pulendo l’angolo che aveva sporcato – ti ho comprato la cassettina, usala idiota – si sfogò ancora lanciando occhiatacce all’altro che incurante di tutto scorrazzava allegro.
Nel suo giorno libero si era recato in un negozio di animali per comprare una scatola di mangime quasi finito, non si sa come Yu era tornato a casa con una quantità spropositata di articoli per l’inquilino indesiderato.

 Finito di pulire prese il giornale dei programmi e si mise a sfogliarlo steso a pancia in giù
-Lavi smettila – fece scacciando il coniglietto con una mano, dato che si era messo a rosicchiarne un bordo.
 –Baka vuoi smetterla?- domandò ancora fissandolo con cipiglio severo, presto l’animaletto si stufò di quel passatempo e prese a girellargli attorno. Kanda sentì le zampine dell’altro poggiarglisi sulla schiena girò il capo giusto in tempo per vederlo saltargli agilmente addosso.
Avrebbe dovuto girarsi di lato e farlo ruzzolare così avrebbe imparato a prendersi certe confidenze pensò, però non lo fece si portò semplicemente i lunghi capelli sopra la spalla lasciandoli ricadere sul petto, dato che l’altro aveva una passione per mordicchiarli. Passò una mezz’ora a sentire l’animaletto zompettargli sopra, balzare a terra, correre per la stanza e poi nuovamente saltargli sulla schiena.
Yu chiuse la rivista e poggiò il viso sulle braccia ripiegate a fargli da cuscino, le sue domeniche generalmente le passava chiuso in casa a guardare la tivù, mai avrebbe pensato che un giorno si sarebbe ritrovato a fare da tatami a un baka usagi.
 –Lavi smettila di segnare il territorio – lo richiamò vedendo che stava sfregando il collo contro il mobile dello stereo  -questo è il mio territorio – sbuffò piano, si era ridotto a parlare con un coniglio da non crederci.
Lui che da sempre andava fiero e orgoglioso del fatto di essere un tipo indipendente da tutto, non aveva bisogno di una famiglia, non aveva bisogno di amici, non aveva bisogno di qualcuno accanto a sé.
Ora invece si ritrovava a non veder l’ora di rincasare, per vedere Lavi che tutto felice gli correva incontro.
Si era indebolito questa era l’unica soluzione possibile, con un sospiro pesante si sistemò meglio per osservare il batuffolo di pelo.
Esprimere i propri sentimenti, contare su qualcuno, non ne era mai stato capace eppure qualche volta a pensarci bene avrebbe voluto che non fosse così. Un po’ di rimpianto ce l’aveva, era lì in quella casa da solo senza nessuno da chiamare, nessuno che lo aspettasse al di fuori di quella porta.
 La colpa era soltanto sua.

Non poteva incolpare la sfortuna, il destino avverso o le circostanze sfavorevoli ma soltanto il suo orgoglio. Il maledetto orgoglio che lo portava ad alzare le spalle, mettere su una faccia indifferente ed esclamare

                                                 “sto bene così come sto, non ho bisogno di nessuno tanto meno di te”.

Era davvero bravo in quello, tanto da ritrovarsi solo Si era creato il vuoto intorno, vuoto che aveva desiderato per sentirsi libero.
Già, Yu Kanda non voleva legami di nessun genere, voleva rimanere indipendente, senza nessuna scocciatura.  
                                                                                        “Scocciatura”

I sentimenti erano una scocciatura, l’amore era una scocciatura, l’affezionarsi a qualcuno era una scocciatura, soffrire perché perdi quel qualcuno anche quello era una scocciatura.  
-Lavi smettila- sussurrò flebile al coniglietto che aveva preso a leccargli il naso, alzò la mano e prese ad accarezzarlo quietandolo subito, era venuto a chiedere coccole e attenzioni, proprio da lui, proprio da chi non ne aveva mai date.  


Era tutta colpa di Jerry, si decisamente, pensò il ragazzo rabbrividendo dal freddo. Kanda odiava le basse temperature, il gelo, l’inverno, il doversi coprire all’inverosimile e continuare a tremare, non lo sopportava, come molte altre cose nella vita del resto.
 Il suo geniale padrone di casa non solo gli aveva mollato fra le mani dall’oggi al domani un coniglio, ma continuava a tormentarlo informandosi su come stesse la cara bestiola.
Quel giorno era dovuto uscire con quel freddo e portare l’agglomerato di pelo dal veterinario e tutto a causa di Jerry.
 Gli aveva consegnato una quantità assurda di fogli scaricati da internet , discussioni di quanti possedessero quell’animale da compagnia, tutti riportavano la stessa cosa  “è bene fare un controllo”. Dopo di che candidamente gli aveva lasciato il biglietto di un buon veterinario, fortuna volle che fosse vicino casa, tanto che ci si era recato a piedi.
-Smettila – rimproverò il coniglietto abbassando il capo sul bavero del cappotto.  
–Lavi insomma smettila di tirarmi la sciarpa- disse ancora togliendo la lana nera dai dentini voraci
-Yu?- si arrestò sul posto nel sentire quella voce
– Lavi?- esalò voltandosi e trovando il ragazzo dietro di se che gli sorrise allegro e birichino al tempo stesso.

Quel sorriso e la luce vitale ed esuberante che brillava in quell’unico frammento di smeraldo, gli era mancato così tanto ma non l’avrebbe mai ammesso.  
 - Credevo mi avessi visto – gli stava dicendo prima di fermarsi e fissare le orecchie fulve che spuntavano dal collo del cappotto –Yu ma … è un coniglio?- domandò un po’ incerto avvicinandosi
–è una lunga storia – tagliò corto l’altro
– è davvero carino, come si chiama?-  domandò sorridente accarezzando il musetto curioso  
– coniglio, come vuoi che  si chiami? che ci fai da queste parti piuttosto? – esordì nervoso e sgarbato come sempre ma ancor di più in quel frangente.
Non avrebbe mai detto al suo ex ragazzo che aveva chiamato il coniglietto col suo nome, sarebbe stato imbarazzante e poi non era da Yu Kanda, gli avrebbe riso in faccia.
-venivo da te a dire il vero – ammise fissandolo intensamente – hai lasciato da me un maglione e te l’ho riportato – alzò la busta che fino a quel momento Yu non aveva notato.
–Ah, potevi anche buttarlo- disse con indifferenza
-non avrei mai potuto – più che le parole di Lavi lo colpì il tono con cui le disse  - e poi – stava dicendo ancora – è il tuo preferito – aprì il sacchetto mostrando un maglioncino azzurro cielo.
Kanda emise un grugnito indefinito che stava a significare “grazie”, prese la busta ma si ritrovò la mano catturata in quella dell’altro  - mi sei mancato – non disse nulla semplicemente dopo qualche istante si liberò, facendo cessare quel contatto.

Lo vide abbassare un attimo lo sguardo colmo di dolore, ancora una volta aveva ferito Lavi, ancora una volta era incapace di dirgli un semplice “anche tu”, ancora una volta stava allontanando da sé l’unica persona che l’amasse per quello che era, ancora una volta stava perdendo chi aveva di più importante al mondo.
-Allora io vado- fece il ragazzo dai capelli rossi gli rivolse un ultimo sorriso prima di voltarsi, Yu rimase immobile incapace di allungare il braccio per fermarlo
 - però vorrei che mi dicessi una cosa – Lavi voltò appena il capo sorridendo mentre gli domandava –qual è il nome di quel coniglietto?- Kanda arrossì fuggendo il suo sguardo divertito  -prima hai chiamato il mio nome ma non ti eri accorto di me –
- è solo perché è un baka usagi – proferì con foga - combina sempre e solo guai, non fa niente di quello che dico, continua a seguirmi in giro per casa è insopportabile e poi – si fermò abbassando il tono –ti somiglia – Lavi si avvicinò abbassando un po’ il viso per guardarlo divertito – questo vuol dire che hai pensato a me Yu? –
- non chiamarmi per nome, noi non – si fermò stringendo la busta
– non stiamo più insieme e non ho il diritto di usare il tuo nome, lo so – continuò per lui l’altro –ma ti amo sempre Yu – allungò le dita e prese ad accarezzare la testina del suo omonimo animale – mi hai detto di sparire perché non volevi avere una relazione, ero solo una scocciatura per te – disse ricordando la loro ultima conversazione e la litigata furiosa che avevano avuto.
Quel giorno Kanda lo aveva ferito in modo orribile e tutto per il suo orgoglio
–però sono felice Yu, in qualche modo hai continuato a tenermi vicino a te-  Kanda fissò il viso tranquillo e privo di qualsiasi rancore di Lavi
 –non è … - si bloccò nuovamente paralizzato dal suo orgoglio che gli impediva di ammettere che aveva sbagliato, dalla paura di rivelare che aveva bisogno di lui per sentirsi completo.  
Lavi mise le mani in tasca mentre il sorriso scompariva – allora … ti saluto Yu- si voltò prendendo ad avviarsi, il cuore dell’altro iniziò a battere furioso vedendolo scomparire lentamente.
Comprendendo che non avrebbe avuto una seconda opportunità, capendo che lo amava gli andò dietro.
 –Baka usagi aspetta- lo chiamò ottenendo che si fermasse, rimase qualche minuto ad osservargli la schiena indeciso su cosa dire, poi compiendo uno sforzo aprì bocca – vieni a casa – esalò dato che l’altro non rispondeva e rimaneva immobile ripeté – vieni a casa –
-che vuoi dire Yu? –
–lo sai che voglio dire -  strinse il pugno intorno alla plastica bianca
-un mese fa ti chiesi di andare a vivere insieme e mi dicesti ..-  
- lo so che ti ho detto – sbottò irritato, non voleva ricordare per l’ennesima volta, come non voleva rimpiangere ancora di vederlo andare via, di non averlo fermato, di non avergli chiesto di restare.  

-Mi stai chiedendo di rimetterci insieme Yu? Di far tornare tutto come prima? Ognuno a casa propria, chiamarti e sentirti infastidito per questo? Vederci solo dopo che te l’ho chiesto un infinità di volte?Io che ti dico ti amo, mi sei mancato, ho voglia di vederti e tu che affermi che sono una scocciatura, un peso e un fastidio? – gi domandò con una calma e una tranquillità che ferirono l’altro più di quelle parole, più del ricordo del modo in cui lo aveva trattato
–voglio stare con te – ammise Yu –voglio che mi parli per ore, voglio sentirti ridere, addormentarmi con te, svegliarmi e trovarti ancora lì al mio fianco – sentiva gli occhi pizzicare ma non gli importava se qualche lacrima fosse uscita.
Per Lavi, solo per lui, avrebbe mostrato il suo lato debole, la parte dell’anima che nascondeva a tutti persino a se stesso. Quella parte che aveva sanguinato di dolore quando lo aveva visto scomparire.  
–Mi stai dicendo che mi ami Yu?- domandò ancora Lavi cercando la conferma definitiva
-si – ammise semplicemente trovandosi fra le sue braccia un istante dopo.

Si strinsero per lunghi interminabili attimi prima che il ragazzo dai lunghi capelli neri lo allontanasse con uno scatto
 –Yu che … -  non continuò, aveva già capito che non lo stava scacciando quando lo vide controllare che il coniglietto, che si agitava dentro il cappotto, non fosse rimasto schiacciato.
 –Andiamo a casa Yu – disse invece.

Si avviarono uno di fianco all’altro, Kanda accarezzando il musetto dell’animaletto, imbarazzato ma finalmente felice, sereno e libero di ogni rimpianto.
Lavi con un sorriso allegro lanciando piccole e tenere occhiate al compagno, doveva mandare un messaggino a  Jerry ,si appuntò mentalmente, la sua idea aveva funzionato alla grande.

-Non capisco come regalare un coniglio a Yu, possa aiutarmi a non perderlo- gli aveva domandato una settimana dopo la separazione col ragazzo
 –è molto semplice, Kanda in realtà ti ama ma non lo capisce o meglio non vuole capirlo, quel ragazzo è davvero un caso disperato, rifiuta ogni legame, qualsiasi tipo di affetto  – gli aveva detto – e noi faremo in modo che si accorga di quanto tu gli sia indispensabile e che nessuno è fatto per restare solo -

Per un po’ avrebbe mantenuto il segreto, si disse allungando la mano a stringere le dita del compagno.       


NOTA: ringrazio il mio coniglietto per la consulenza riguardo i comportamenti di questa specie ^^
Con i nostri amici “a quattro zampe” non si può mentire, spesso grazie a loro capiamo di più su noi stessi.   
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > D.Gray Man / Vai alla pagina dell'autore: Youko