Ok,
questa è una piccola one shot partorita dalla mia mente
oggi a scuola, durante le ore di filosofia e religione. Quando non ho
voglia di
stare attenta in classe, la mia mente mi gioca brutti scherzi u.u
Comunque, beh non c’è molto da dire.. E’
una banalissima storiella come tante
altre, ma spero possa piacervi ugualmente *__*
I Tokio hotel (ahimè) non mi appartengono e ciò che ho scritto non rappresenta la realtà, ma è solo frutto della mia immaginazione. Quanto segue non è a scopo do lucro.
Buona lettura gente, fatemi sapere! xD
LO SAI
TENERE UN SEGRETO?
Due bimbi di appena otto stavano giocando tranquilli in giardino, sotto il sole di metà luglio. Si stavano rincorrendo da più di dieci minuti, lei gli aveva rubato il cappellino da baseball e lui, ovviamente, se lo voleva riprendere.
Tom,
capelli biondo cenere perennemente scompigliati sulla
testa. Occhi nocciola caldi e profondi. Un bellissimo bambino, non
c’era che
dire.
Baylie, gli occhi azzurri incastonati in un visetto piccolo e pallido,
incorniciato da lunghi capelli corvini che le ricadevano morbidi sulle
spalle,
spesso raccolti in due trecce disordinate.
Erano entrambi sporchi di fango e, con il fiatone, si sedettero sul prato che profumava di erba appena tagliata. Tom si era ripreso il suo berretto ed ora sul suo visetto furbo era comparso un sorriso soddisfatto e vincente.
“Tom, ma tu ce l’hai un segreto?” Domandò la piccola Baylie, rigirandosi un filo d’erba tra le mani e alzando il viso verso il cielo, lasciandosi baciare dal sole.
“Non lo so.” Rispose Tom, portandosi l’indice sotto il mento, pensieroso. “Ogni tanto mi metto le dita nel naso, ma non sempre!” Ridacchiò lui, spalancando le braccia e lasciandosi cadere all’indietro, sdraiandosi sulla distesa di verde.
“Ma non un segreto così!” Lo riprese la bambina imitandolo e stendendosi al suo fianco. “Un segreto importante!” Precisò, girandosi verso di lui e guardandolo.
Tom la
fissò qualche secondo, aprendo e chiudendo la bocca
più volte.
Che rispondere? I segreti erano segreti! Appunto perché
erano dei segreti
non bisognava dirli a nessuno,
si dovevano tenere per sé. Però Baylie era la sua
migliore amica.. E i migliori
amici si dicono tutto, no?
“Perché lo vuoi sapere?” Chiese poi, portandosi le braccia dietro alla testa e chiudendo gli occhi sotto il sole scottante di metà pomeriggio.
“Così..” Alzò le spalle, sorridendo appena e appoggiando la testa sulla spalla di Tom che non si oppose, ma appoggio a sua volta la sua testa su quella di lei.
Tom ci pensò un po’ su, guardando il cielo a stento per via del sole accecante, la sua amichetta gli stava chiedendo un segreto. Doveva svelarlo? Forse.. Avrebbe potuto dirle una mezza verità.
“Però non lo devi dire a nessuno!” La ammonì, puntandola con il dito.
“Te lo prometto! Lo terrò per me.” Formò una croce con i due piccoli indici e se li porto alla bocca, baciandoli sonoramente.
“Beh.. Mi piace una bambina” Mormorò lui, portando gli occhi su di lei per vederne la reazione.
Si vergognava da morire.. Era stato imbarazzante confessarle quel segreto. Sperò soltanto che Baylie non indovinasse il nome della bambina in questione, visto che la conosceva meglio di quanto pensasse.
“Ah..” Sussurrò, sentendo la voglia di piangere farsi spazio dentro di lei.
Le era
sempre piaciuto Tom, sin dal primo giorno di scuola.
Erano subito diventati ottimi amici. Lei, Tom e Bill erano il trio
perfetto..
Quelli che facevano sempre arrabbiare le maestre facendo i dispetti ai
propri
compagni.
A lei però sarebbe piaciuto diventare la sua fidanzata.
Così avrebbe fatto
morire di gelosia tutte le altre bambine che li avrebbero visti tenersi
la mano
e dividersi la merenda.
Erano questo che facevano i fidanzati, di solito. Baylie lo sapeva.
Ora però c’era una smorfiosa che stava per portarglielo via, e lei sarebbe rimasta solo l’amichetta con cui giocare. Presto Tom si sarebbe dimenticato si lei, ne era certa.
“Non vuoi sapere chi è?” Chiese poco dopo il biondino, curioso, stupendosi per il comportamento taciturno dell’amica. Di solito era una ficcanaso che faceva una domanda dietro l’altra, mentre invece ora se ne stava li zitta e buona.
“Chi è?” Ribatté lei, senza alcun interesso. Si era tirata a sedere a gambe incrociate, appoggiata con il braccio al ginocchio e con il mento sul palmo aperto della piccola manina.
“Ma se me lo chiedi così non vale!” Ridacchiò lui.
“Va bene, va bene. Chi è?” Chiese con più enfasi.
“Non te lo posso dire!” Esclamò lui beffardo. “E’ un segreto!” Continuò solenne, raccogliendo un fiore dal prato e staccandone i piccoli petali bianchi, lasciando che volassero in aria cullati dal vento.
La bimba si incupì all’istante. Avrebbe tanto voluto sapere il nome di quella smorfiosetta che aveva catturato l’interesse del bambino di cui era segretamente innamorata da anni. Le avrebbe tirato i capelli, oh se l’avrebbe fatto!
Si alzò in piedi, stirandosi i jeans sulle ginocchia che erano sporchi di fango misto ad erba. Per forza, con tutti i capitomboli che le aveva fatto fare Tom!
“Dove vai?” La interrogò il piccolo. Non voleva che se ne andasse, voleva rimanere con lei. Voleva sempre rimanere con lei.
Forse doveva stare zitto e non dirle niente, sarebbe stato sicuramente meglio. Ora lei se l’era presa con lui!
“A casa!” Strillò Baylie, cominciando a camminare a passo spedito verso la grande villa bianca, che si stagliava in fondo all prato su cui lei e Tom andavano sempre a giocare.
Tom si
pentì all’istante di averle fatto quella pseudo
dichiarazione indiretta. L’aveva fatta arrabbiare e lui non
voleva succedesse,
soprattutto se non era a conoscenza del motivo vero e proprio.
Insomma, non aveva fatto il nome, Baylie non poteva averlo capito!
E se invece lo avesse scoperto? Se avesse indovinato chi era quella
bambina?
Dopotutto non era così difficile da capire..
“No dai, Baylie! Resta a giocare un altro po’ con me!” La pregò, rincorrendola e arrivandole di fianco.
“No! Vai da quella bambina che ti piace tanto!” Gridò, con gli occhi colmi di lacrime, cominciando a correre senza guardarsi indietro. Quella era la prima, grande delusione della sua vita.
In quel momento, rimasto solo in mezzo a tutto quel verde, Tom Kaulitz si rese conto che lui, le femmine, non le avrebbe mai capite.
***
Aveva appena parcheggiato la macchina e stava percorrendo il vialetto di cemento, contornato da fiori, della sua villetta a schiera. Quella di fianco era di suo fratello.
Lui e
i ragazzi avevano appena finito una noiosissima
riunione con il loro manager per accordare gli ultimi punti
sull’imminente tour
mondiale.
Sarebbe stata una cosa grossa, questa volta.
Ma, se da una parte moriva dalla voglia di cominciare,
dall’altra non avrebbe
mai voluto e i motivi erano molteplici.
Sicuramente per lo stress, le corse che avrebbero dovuto fare da
un’intervista
all’altra, da un set fotografico ad una conferenza stampa. Un
via vai continuo.
Ma, cosa più importante, avrebbe dovuto fare a meno di lei..
E lui non avrebbe
mai voluto fare a meno di lei.
Girò la chiave nella serratura e fece capolino nell’immenso salotto semibuio. Attaccò la giacca all’appendiabiti e si sdraiò sul divano, chiudendo gli occhi.
La casa era piuttosto silenziosa, salvo il continuo tic tac dell’orologio a muro in cucina. Lei doveva essere uscita.
“Se tornato finalmente!” Trillò una vocetta squillante, proprio al suo orecchio.
Aprì di scatto gli occhi, ritrovando ad un soffio dal suo viso due occhioni azzurri che lo osservavano ridenti e felici. Ogni volta gli mancava un battito e il suo cuore faceva una capriola, quando si perdeva in quell’immensità.
“Mi hai spaventato!” Sfiatò, portandosi una mano sul cuore. “Credevo non fossi in casa”
Lei
ridacchiò, facendolo spostare un po’
più in la e
stendendosi al suo fianco, lasciandosi abbracciare e stringere forte.
Tom l’accolse tra le sue braccia, posando la testa fra i suoi
capelli neri come
la pece e baciandoli piano. Profumavano di fragola, a lui piaceva
tantissimo
quel profumo delicato. Glielo diceva sempre che prima o poi
l’avrebbe mangiata!
“Mi sei mancato.. Sei stato via tanto.” Pigolò, strusciando la testa sul suo collo, come un gattino bisognoso di coccole e di attenzioni.
“Lo so piccola, però ora sono qui, non vorremo mica perdere tempo” Sorrise malizioso, percorrendo con un dito affusolato il contorno del suo profilo, mentre con l’altra mano le stringeva dolcemente il fianco, lasciato scoperto dalla maglietta verde acqua che indossava.
“Dai
Tom pensi sempre a quello” Sbuffò lei, facendogli
un
buffetto sulla guancia, cominciando poi a giocherellare con una delle
sue
treccine nere.
Doveva ancora abituarsi a quel nuovo taglio di capelli, i rasta le
piacevano
così tanto che vederlo cambiare così era stato
uno shok per lei. Ma era sempre
e comunque bellissimo, lo sarebbe sempre stato.
“Ehi, sono un maschio! E’ nei miei geni! E poi dai, non intendevo proprio fare sesso.” Si difese lui. Ma per quanto facesse il “Maschio assetato di sesso”, lui quella moretta minuta e magrolina l’amava perdutamente. Ormai si era arreso a capirci qualcosa, era profondamente, indiscutibilmente, incondizionatamente innamorato di Baylie Fischer.
“Quindi sarebbe un modo indiretto per dirmi che mi ami?” Brontolò lei, inarcando un sopracciglio e guardandolo scettica.
“Ma, Baylie! Come puoi anche solo pensare una cosa del genere? Mi ferisci.” Mise un falso broncio, fingendosi offeso. “Io ti amo e non ho bisogno di dirtelo indirettamente, ne dubiti forse?”
“Sciocco, non intendevo quello!” Ridacchiò. “Pensavo solo che forse.. Potresti dirmelo più spesso.” Abbassò gradualmente il tono della voce, fino a sussurrare, avvampando subito dopo sulle guancia, facendole diventare bordeaux.
Tom aprì leggermente la bocca, poi la richiuse sorridendo. Davvero glielo diceva troppo poco?
“Vuol dire che te lo ripeterò fino alla nausea.” Mormorò, dolce come il miele. “Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo, ti amo, ti..”
“Ok, ok basta. Ti amo anche io” Ridacchiò sotto voce, per poi unirsi a lui in un bacio lungo e intriso d’amore.
Nel
giro di qualche minuto, a stento se n’erano accorti, si
ritrovarono stesi sul letto, abbracciati l’uno
all’altra, decisamente poco
vestiti.
Baylie non si ricordava nemmeno com’era iniziata quella
storia d’amore così
lunga e travagliata, era stata costruita passo per passo.. Sospirata e
voluta
così intensamente da entrambe le parti, che nessuno dei due
sapeva come esporsi
all’altro, per paura di rovinare una splendida amicizia.
Forse nessuno aveva fatto la prima mossa, si erano venuti incontro,
trovandosi
a metà strada. E poco per volta avevano costruito una base
solida, che mai si
sarebbe distrutta, ne erano certi.
Ma non aveva voglia di pensare e ripensare al passato. Si godeva il suo
presente e il futuro che avrebbero affrontato insieme.
“Promettimi che sarà così per sempre!” Sussurrò lei, tra un bacio e l’altro.
“Te lo prometto.” Sospirò, inebriandosi del suo profumo, che gli faceva girare la testa mandandolo in estasi.
Si
infilarono sotto le coperte, sempre stretti in
quell’abbraccio
che mai avrebbero voluto sciogliere.
Poi Tom si avvicinò all’orecchio di Baylie,
sussurrando piano e scandendo bene
parola per parola.
“Quindici anni fa lo avresti detto.. Che quella bambina eri tu?”
Grazie
in anticipo a tutti, anche a chi ha solamente letto..
So che la vostra è solo timidezza u.u XD
Un bacio grande! Ale ^__^