Luce rossa a
occidente, cielo azzurro a oriente. Era il tramonto e la luna già si stagliava
alta nel cielo che andava scurendosi, mentre il sole s’immergeva nelle acque
limpide del Nilo. Una ragazza sospirò beata a quella vista. Entro qualche ora
avrebbe sposato l’uomo che amava e di diritto le sarebbe stata affianco per tutta la vita… era solo questo che desiderava
ora.
- Ametis… principessa Ametis!- si sentì chiamare a pochi passi di distanza; una
folata di brezza tiepida scosse le lunghe ciocche more dell’interessata, mentre
questa si girava in direzione della voce.
- Sì?- domandò quindi sorpresa, ritrovandosi di fronte la
figura esile della sua giovane serva.
- L’inviterei a cominciare la
preparazione… tra non molto si celebrerà la vostra unione con il futuro
faraone.
- Oh… sì, hai ragione.- rispose imbarazzandosi; si perdeva
così facilmente nei propri pensieri a volte, che finiva per perdere la
cognizione del tempo.
- Allora posso aiutarla?
- Va bene, possiamo cominciare.-
acconsentì lei.
Intanto, in un’ala non troppo lontana dello stesso palazzo,
un ragazzo veniva abbigliato e ornato di preziosi
monili d’oro puro; con il caldo afoso che c’era, la fascia di freddo metallo
che gli venne infilata su per il braccio, sembrò donargli per un istante un po’
di freschezza.
- Prego principe, tra poco daremo inizio alla cerimonia
d’incoronazione.- disse un servo dalla testa rasata, inchinandosi e lasciando
libero il passaggio verso l’uscita della stanza. Il giovane posò le sue iridi
violette su colui che aveva appena parlato e poi, con
sguardo concentrato e il cuore in gola, si avviò lentamente alla sala reale.
**************
- Per caso sai quanti anni ha il principe?- chiese a bassa
voce una donna intenta a preparare le ultime pietanze
per il grande pranzo.
- Venti.- le rispose un’altra serva nelle cucine, passandole
vicina.
- Proprio l’età giusta, non trovi? Né troppo giovane e
ingenuo né troppo in età avanzata… e sembra anche di buona indole
da quanto ho sentito.
- Non parlarne troppo allegramente, dopotutto se oggi salirà
al trono sarà per la morte del padre, speriamo che a
suo tempo abbia fatto la scelta giusta…
- Beh, non ho detto che non sia dispiaciuta per il vecchio
faraone, lui è stato davvero retto, ma adesso c’è bisogno che il Regno sia in nuove mani.
- Uhm, hai ragione… speriamo in
bene…- concluse l’altra, indaffarata, prima di dirigersi verso il salone del
pranzo.
***************
Nella sala del trono era ormai giunto il momento cruciale.
In tutto l’ambiente si ebbero degli istanti durante i
quali parve che tutti i presenti fossero rimasti col fiato sospeso, tranne il
cerimoniere:
- ….. e con questi sacri simboli…-
disse egli, ricoprendo il capo del giovane con l’alta corona- … invochiamo la
benedizione del dio Ra sul regno del suo benemerito
figlio, il nuovo Horo. Inchinatevi al vostro nuovo,
divino sovrano, re dell’alto e basso Egitto!
Le ultime parole echeggiarono imperiose fra le pareti di
pietra, raggiungendo ogni orecchio, fin quando il pubblico del rito nella sua
totalità non si inginocchiò completamente, posando le
fronti sul pavimento. Gli occhi del ragazzo si spalancarono stupiti a quella
scena: sapeva dalla nascita che sarebbe diventato ciò che era ora, che avrebbe assunto quel ruolo un giorno, ma vedere tutta quella
folla ai suoi piedi gli fece provare una sensazione particolare, fra il
compiaciuto e l’agitato. Col cuore che batteva velocemente nel petto, si voltò
a guardare alla sua sinistra, cercando il viso della sua promessa; lei lo stava
fissando già da prima e quando le loro viste s’incrociarono, gli rivolse un
piccolo e fuggevole sorriso, che comunque ebbe
l’effetto d’infondergli un po’ più di coraggio.
Il silenzio non durò molto in realtà, perché venne presto interrotto nuovamente dalla stessa voce, che
proseguì:
- Il nostro sovrano ha già trovato la sua sposa, colei che
lo accompagnerà nel lungo viaggio della sua vita terrena. Inchinatevi ora alla
vostra regina Ametis!
Detto questo la ragazza si avvicinò al trono dello sposo,
cercando di mantenere la calma e restare quasi impassibile… il diadema dorato a
forma di serpentello che portava sulla testa sembrava
pesare improvvisamente di più e il caldo si era fatto davvero asfissiante… d’un
tratto una mano forte e tiepida prese con delicatezza
una delle sue e un boato riempì il salone, quando il giovane cuore di Ametis sobbalzò, spinto da un impeto di consapevolezza. Da
allora, un nuovo regno d’Egitto aveva avuto inizio, il regno di
Atemu.
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- Atemu…- sussurrò la ragazza
posta davanti alla finestra; il vento di quel pomeriggio non aveva ancora
smesso di soffiare, ma era piacevole starsene lì a sentirlo sulla faccia,
soprattutto dopo il carico di emozioni provate.
- Dimmi…- fece una voce profonda e tranquilla.
- Vieni qui.- disse con tono
d’invito la ventenne alla figura in ombra a cui volgeva le spalle.
- Uhm?- rispose il suo interlocutore, avvicinandosi da
dietro, per poi abbracciarla piano, incrociando le braccia intorno alla sua
vita. A quel contatto la giovane si sentì protetta come non mai e rilassò la
schiena contro il suo petto. Chiuse per qualche istante le palpebre, quindi
guardò in basso arrossendo nel pensare ciò che stava per dire:
- Ti amo.- mormorò,trattenendo
quelle braccia ferme su di sé.
Egli la strinse con più forza, dolcemente, e poggiò il mento
su quei capelli d’ebano, inspirando il loro buon odore; quindi la fece girare
verso di sé per poterne ammirare il viso, impreziosito da un paio di occhi verdi, il colore del papiro maturo. Rimase ad
ammirarla, continuando a tenerla fra le braccia temprate dai lunghi allenamenti
con l’arco:
- Anch’io ti amo.- sussurrò anche
lui, accennando un sorriso sicuro e andando ad accarezzarle una guancia
piacevolmente fresca. Lei reagì sorridendo di rimando; con le lacrime agli
occhi gli si buttò al collo impetuosamente.
- Siamo sposati… io… non riesco
ancora a rendermene bene conto. Sono confusa ma felice.
- Lo siamo, sì. Ma in fondo da
quando ci conosciamo è come se lo fossimo sempre stati no?- commentò l’altro,
carezzandole la testa posata sul suo torace nudo.
- Beh, sì in un certo senso...- replicò Ametis
rialzando leggermente lo sguardo. Il ragazzo ne approfittò
per incatenare quell’espressione alla sua e in poco
tempo si ritrovò a baciarla lievemente sulle labbra. Si scostò immediatamente
dopo e, inaspettatamente, la sollevò da terra con estrema agilità, facendola
esclamare di sorpresa:
- Ehi! Che cavolo ti salta in
mente?!- disse aggrappandosi di nuovo al suo collo con entrambe le braccia; i
lunghi capelli neri penzolavano nell’aria per parecchi centimetri.
- La notte nel deserto è fredda, sarà
meglio allontanarsi dalla finestra.- spiegò lui, mentre camminando arrivava
fino al letto e ve l’adagiava sopra; dopodiché tornò indietro, coprì l’apertura
con la tenda e andò a sedersi affianco a lei, mettendo una gamba sul letto e lasciandone
una penzoloni, in una posa alquanto infantile.
- La prossima volta non potresti
semplicemente avvisare, prima di agire all’improvviso?- fece la giovane,
togliendosi il diadema che per poco non era cascato a terra, fissandolo con
aria contrariata; quindi si spogliò di tutti gli altri gioielli, posandoli
tutti a terra; lui non replicò, continuò semplicemente ad osservarla con aria
interessata.
- E poi è meglio che ti tolga anche
tutto questo, altrimenti dormi scomodo.- proseguì, quindi aprì le chiusure
delle sue collane, sfilò queste ultime e le poggiò ordinatamente sul letto,
fece lo stesso con i bracciali; poi si apprestò a liberarlo degli orecchini… ma
mentre faceva ciò, ritrovò le sue mani a lisciarle le gote, i capelli… finché
non poté trattenersi ancora dal baciarlo nuovamente, con maggiore passione,
passandogli le dita dietro la nuca. Quindi si
allontanò:
- Devo considerarlo come un grazie?-
commentò allegramente.
- No. Devi considerarlo come un ‘sei
mia’.- rispose il giovane faraone con tranquillità. Ma lei nell’udire una frase del genere, invece di
tranquillizzarsi, ebbe un brivido caldo lungo la schiena.