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Autore: VidelB    18/06/2005    11 recensioni
Ranma per l'ennesima volta.. si crede un gattino @_@! Riuscirà la povera Akane ad andare a dormire?? :P
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il titolo originale sarebbe "La crisi gattesca di Ranma"--notare la parola puramente inventata...-.-'

Comunque si tratta di una storiella scritta tutta in una sol colpo, un pomeriggio di quest'inverno, una di quelle volte che prende la voglia di scrivere con appena una mezza idea in mente... in effetti non pensavo nemmeno di pubblicarla, perciò non aspettatevi troppo XD! Cmnq...buon divertimento:P

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Akane non riusciva a dormire quella notte. Per tutto il giorno aveva ignorato altezzosamente gli scongiuri da parte del signor Genma e di suo padre, affinché calmasse Ranma dalla sua crisi. Non aveva assolutamente intenzione di fare un piacere a quel cretino del fidanzato… di nessun genere. Si sentiva furibonda… avevano litigato un’altra volta; per una sciocchezza a rifletterci bene, ma ora non cedere aveva acquistato il valore particolare dell’orgoglio. Anche se… sì, confessava di aver provato un certo rimorso quando l’avevano dovuto stordire con un colpo dietro la nuca per farlo zittire, per poi rinchiuderlo nello stanzino.

… Quello scemo! Era tutta colpa sua. Se non le avesse detto tutte quelle cattiverie ora si troverebbe a dormire come al solito nella stanza del padre, e invece… invece era là e lei, nel proprio letto tiepido e morbido, non poteva assolutamente prendere sonno con quel pensiero incollato alla mente. Dopo essersi rivoltata almeno una decina di volte, cominciò anche ad immaginarsi la scena: Ranma che si risvegliava e, anche se ancora stordito, iniziava a grattare con le unghie contro la parete. Sì, proprio come quel rumore che… un attimo! Non se l’era solo immaginato. Poteva udire sul serio qualcosa grattare insistentemente, anche se non forte, probabilmente lungo il corridoio.

Akane, agitata e oramai del tutto cosciente, si equipaggiò di mazza da baseball e uscì dalla propria stanza a passo felpato e col cuore a mille; quindi cercò di localizzare la fonte del suono, avviandosi verso le scale, le mani già sudate e scivolose… dopodiché scese i gradini scricchiolanti uno ad uno, fino ad arrivare alla base della rampa. Il cuore in gola. Il rumore che non cessava.

- Ranma…?- chiamò lei titubante, con voce quasi sussurrata, ritrovandosi con qualcosa di vivo che si strusciava contro i suoi polpacci… dovette mordersi la lingua per non gridare ed evitare in tal modo di svegliare di botto tutta la casa.

- S-sei tu Ranma, vero?!- domandò tremante accasciata a terra, una mano sul petto e l’altra stretta con forza intorno all’”arma”.

- Miau?- fece curiosa una voce.

- Oh, meno male!- sospirò sollevata- Non farmi più questi scherzi, capito?!!- lo rimproverò severa, seppur a bassa voce, senza ben sapere dove guardare.

- Miao miao?- disse ancora la voce, mentre l’insospettabile “micio” si riavvicinava lentamente, esponendosi alla debole luce lunare che filtrava dalle finestre. Alla giovane si mostrò un bel ragazzo dai capelli neri raccolti in una treccia in tipico atteggiamento da gatto: avanzando a quattro zampe verso di lei era arrivato a toccargli nuovamente le gambe con la testa, e muovendola imitava il suono delle fusa. Akane in quell’improvviso cambiamento di situazione arrossì violentemente, riuscendo a balbettare un:

- S-su b-buono g-gattino…- mettendosi seduta composta ad altezza sua. Ma il “gattino” non pareva aver ben capito perché, dopo aver risposto con un altro miagolio, decise di accovacciarsi fulmineo sulle sue ginocchia, continuando a fare le finte fusa tutto contento.

La ragazza era ora in imbarazzo profondo: le era capitato solo un paio di volte di tenerlo così, in occasioni delle altre gravi crisi che lui aveva avuto… la consolava solo il fatto che in quel momento non c’era tutta la scuola a fissarli!

- Ron… ron…- fece ancora il giovane Saotome, muovendo il nasino sul tessuto dei suoi pantaloni gialli e distogliendola dai ricordi.

- R-Ranma…- mormorò lei paonazza- S-smettila!- esclamò poi, in preda al panico, quando il compagno accennò a spostare il proprio viso verso il suo, facendolo sobbalzare spaventato.

- Mau?- fece l’interessato con tono interrogativo, inclinando la testa.

- Vai subito a dormire!- gli intimò con durezza, indicandogli lo stanzino.

-….- l’altro si avviò con andatura mogia verso il posto ordinatogli senza fare alcun rumore.

- Oh… in un modo o nell’altro pare si sia calmato…- commentò la giovane, mentre si riprendeva dal contatto ravvicinato (NdA. Sì… del 3°tipo--‘)- Però, poverino… mi fa quasi pena… se n’è andato zitto zitto…

- Miaooo! Miaoooo! Miaooo!- si lamentò d’un tratto qualcosa nello stanzino.

- Cosa?! Come non detto(-_-)‘…- si corresse lei, affrettandosi a vedere cosa fosse successo; entrò lì dentro e nella penombra lo vide accucciato a terra su un cuscino, gli occhi chiusi, delle lacrime ai lati delle palpebre.

- Che vuol dire… stava piangendo?!- si sorprese la ragazza, avvertendo una stretta al centro del torace ‘Povero piccolo… che cretina che sono!’ si rimproverò mentalmente quasi con le lacrime agli occhi a sua volta.

Quindi si abbassò sulle punte di fronte a lui, accarezzando la testa nera scossa dai singhiozzi.

- No… no..- prese a sussurrargli addolorata, alzandogli il busto quel tanto necessario a fargli posare il viso vicino al proprio grembo. ‘In questi momenti ha bisogno solo di essere aiutato, non maltrattato.’ si convinse tenendolo teneramente. Dopo qualche minuto lo scostò da sé, scoprendolo profondamente addormentato.

- Dormi bene, Ranma.- gli augurò, facendo per riadagiarlo sul cuscino, ma si rese conto di non poterlo fare, visto la forza con cui le sue dita erano serrate alla propria maglia.

- Ah, ma allora sei sveglio!- esclamò stupita ricevendo come conferma un altro miagolio, mentre lui riapriva gli occhi innocenti. Lei sospirò rassegnata. Cosa poteva inventarsi? D’un tratto ebbe il lampo di genio:’Forse ha solo fame!’ ipotizzò. Dopotutto anche a lei era venuto un certo languorino… il problema era che se lui non si fosse staccato non sarebbe potuta andare in cucina, vista l’assoluta impossibilità di portarlo in braccio fin lì… ehi, ma perché no? Sapeva sopportare pesi incredibili a volte, perché non poteva riuscire a sollevare un ragazzo, tra l’altro magro come lui?

- Forza allora!- si incitò, prendendolo più saldamente e, con le braccia tese, tenendolo in alto, si mise in piedi ed andò fin nell’altra stanza, quindi finalmente con un balzo il “micio” scese sul pavimento.

- Che simpatico…- commentò mooolto ironicamente- … mi hai fatto fare questa fatica apposta!- proseguì leggermente alterata, ma lo sguardo limpido che le venne rivolto la acquietò.

‘Si comporta semplicemente, esattamente come farebbe un gatto, devo mettermi in testa che non è Ranma in questi momenti; anche se fa qualcosa che può sembrare un dispetto non se ne rende conto in realtà, non lo fa apposta…’ rifletté finendo di calmarsi, quindi piegandosi sulle ginocchia si rivolse a lui:

- Vuoi qualcosa da mangiare?- chiese gentile.

L’interlocutore sembrò rispondere affermativamente con i suoi versi e il musetto allegro, così la ragazza prese del latte dal frigo, lo versò in una ciotola, vi aggiunse un paio di biscotti e gliela prose a terra.

‘Se si lamenta anche adesso di quello che ho preparato, è un animale morto! A versare il latte senza alterarne il sapore almeno, so di essere perfettamente capace.’

Per propria fortuna Ranma non si lamentò anzi, sembrò gradire, tant’è vero che in due minuti aveva spazzolato tutto sotto gli occhi increduli ma soddisfatti della fidanzata che nel frattempo finiva di sgranocchiare qualche cracker.

‘Che bello! Per una volta gli è piaciuto!’ rifletté ‘E avevo indovinato il motivo per cui si agitava tanto evidentemente’concluse orgogliosa, guardandolo accucciato con quell’aria sorniona, le palpebre abbassate.

- Yawn!- sbadigliò lei- Ed è tornato il sonno anche a me.- disse stancamente- Starti appresso non è mica da niente, sai?- fece al giovane immobile.

- Mmm, buonanotte sul serio stavolta.- mormorò spegnendo la luce, per poi dirigersi in camera, infilandosi come uno zombie sotto le coperte una volta giunta a destinazione.

* Grat… grat… grat *

‘No… fa che sia solo un incubo’ supplicò mentalmente la giovane.

* Grat… grat… grat * proseguiva imperterrito il rumore.

- Oooh! La mia pazienza ha un limite!- esclamò scocciata, andando ad aprire la porta con uno scatto- Senti tu…- cominciò subito a dire con sicurezza, rivolta ad un Ranma a quattro zampe più sveglio di prima-… insomma, o vai a dormire, oppure…- lo stava minacciando contrariata quando, sgusciando oltre i suoi piedi, lui entrò nella stanza e si appropriò dell’estremità finale del letto.

- Oh, Kami…- borbottò lei esterrefatta, senza ormai le energie necessarie nemmeno per rimproverarlo.

Perciò non fece altro che avvicinarglisi per vedere che intenzioni avesse: il ragazzo, del tutto rilassato, acciambellato com’era, sembrava veramente dell’intenzione di non muoversi più di lì. Solo quando Akane gli sfiorò la nuca come prova, lui mosse di un poco la testa, emettendo appena un lieve mugugno, per poi riposarla sulla coperta.

E va bene, visto che non c’è altra soluzione per farti stare buono, dormi pure qui… io non ce la faccio più…- concluse la giovane sfinita, riaccocolandosi tra le lenzuola e cadendo quasi immediatamente in un sonno profondo.

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Il sole sorse inaugurando una nuova giornata, ma la quasi totalità degli abitanti dormiva ancora.

Solo dopo alcune ore la maggior parte di essi si destò con l’intenzione di fare colazione, così come anche le persone in casa Tendo… tutti tranne due a caso; i quali logicamente, avendo vagato tra il piano superiore e inferiore per diverso tempo quella notte, dovevano recuperare.

- Che strano!- intervenne d’un tratto Kasumi durante la colazione- Siamo tutti qui, possibile che oggi Akane sia in ritardo?- si domandò preoccupata.- Per favore Nabiki, visto che hai finito, potresti andare a chiamarla mentre io do da mangiare a Ranma?- chiese, mentre si avvicinava allo stanzino con una ciotola di riso tra le mani.

- Ok.- rispose l’altra senza troppa voglia, mentre si alzava velocemente.

- Ah!- gemette confusa dopo qualche secondo la sorella maggiore una volta aperto l’uscio:

- Signor Saotome, papà… R-Ranma è sparito!- esclamò facendoli avvicinare, mentre indicava il cuscino vuoto.

Nabiki nel frattempo, la quale salita in fretta le scale, non aveva sentito nulla:

- Che cavolo! Ci mancava che cominciasse a fare ritardo anche Akane. Oggi ho appuntamento presto davanti alla scuola per concludere quell’affare con Kuno!

Nabiki spalancò l’entrata della camera senza troppi complimenti ed entrò:

- Aka…- stava appena accennando, quando le si parò davanti alle pupille una scena “d’oro”… nemmeno nei suoi sogni più belli avrebbe avuto un’occasione simile per fare soldi… gli occhi le brillavano della particolare luce cinica appena accompagnata dalla sorpresa.

- Hmm….- fece Ranma leggermente turbato nel suo sonno, girando di un poco la testa sul petto di Akane, con le coperte tra le dita.

‘Non c’è tempo da perdere. Carpe diem!’ pensò Nabiki, correndo a prendere la fedele macchinetta polaroid e riappostandosi subito dopo ‘1… 2… 3… via!’ si disse, iniziando una raffica di scatti senza interruzioni: aveva intenzione di farne almeno una quindicina di quelle foto. Fu proprio però l’ultimo ad essere il decisivo. La ragazza con i capelli a caschetto se ne accorse appena in tempo per richiudersi fulminea e senza rumore la porta alle spalle.

La sorella minore solo dopo alcuni istanti emise uno strillo terrorizzato richiamando l’attenzione dell’intera famiglia.

- Cosa è successo Nabiki?- domandò agitato Soun.

- Papà, sta calmo. Restate tutti qui in fondo alle scale, vi spiego. Tutto per 100 yen a testa.- rispose l’interlocutrice quieta, nascondendo la macchina fotografica dietro la schiena.

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Akane si sentiva paralizzata, dopo aver urlato una volta non sapeva più cosa fare. Cosa cavolo ci faceva lui, seppur sopra le coperte, con la testa appoggiata sul suo seno?! Era un vero… un vero…

- Mamma…- mormorò d’un tratto il giovane con voce roca ma dolce, stringendo di più le coperte su cui aveva le mani.

- Ranma…- disse lei quando si sentì sobbalzare il cuore ‘Stava sognando di sua madre’ pensò intenerita…. Chissà però cosa sarebbe successo al suo risveglio!... Non ci volle molto per scoprirlo, perché due secondi dopo il ragazzo schiuse gli occhi… e ci mise poco a riconoscere dai particolari il letto di Akane e il suo odore così buono e il suo pigiama così morbido… oddio! Lei lo stava indossando quel pigiama! Il giovane in quella consapevolezza scattò come una molla all’indietro, mettendosi seduto come meglio poteva dalla parte più lontana da lei, guardandola intimorito nelle iridi castane scioccate. Non sapeva come fosse arrivato lì. Era forse diventato sonnambulo?!

Il torace stava per scoppiargli dall’imbarazzo. Era la volta buona che lo trinciava…

- I-io n-non volevo! A-Akane scusa!- balbettò sull’orlo di un collasso.

- Ranma, non è niente, davvero…- quasi rideva lei divertita, quando la porta della camera venne sfondata, cadendo sul pavimento, lasciando entrare un’orda di persone.

- Figlia mia!!!- esclamò Soun abbracciandola con vigore.

- Eh?!- fece stordita lei.

- Oh Akane, come siete carini insieme!- disse commossa Kasumi.

- Ragazzo mio, fatti abbracciare anche tu!- esordì Genma facendosi avanti.

- Ma non ci penso nemmeno!- urlò scandalizzato lui, stendendolo con un pugno.

-… Ma insomma, che ci fate tutti qui??!!- ruggì Akane ferocemente, mettendoli sull’attenti.

- Li ho informati io, però ho fatto anche in modo che non venissero subito a disturbavi, avevano comunque sentito te urlare prima- spiegò Nabiki pacatamente, entrando finalmente in scena.

- Spero non avrai…- accennò Ranma inarcando un sopracciglio.

- Oh no no, stavolta avevo la macchinetta rotta purtroppo.- mentì lei ‘Eheh, così avrò più tempo per organizzare le copie e la vendita senza essere disturbata!’ si disse contenta, saltellando via di lì.

- Ma cosa avete ancora da guardare?! Non è come sembra!- urlò Akane un po’ rossa sulle guance.

- Potreste… potreste uscire un attimo? Devo dire una cosa ad Akane, da solo.- propose imbarazzato Ranma e ognuno di loro, lei compresa, lo guardarono stupiti, ma poi li lasciarono da soli…. Si fa per dire, in realtà si appostarono fuori con le orecchie contro la porta.

- Cosa c’è?- chiese lei curiosa.

- Io.. ti volevo assicurare che… insomma- iniziò impacciato rigirandosi i pollici.

- Ma Ranma, lo so.- disse subito lei con occhi dolci, sorridendogli.

- Sì… insomma, lo sai che non dormirei mai apposta con una ragazza priva di…

Tutto il pubblico audio trattenne il respiro teso.

- Ah, è così eh?!- sbraitò lei, immaginando già il resto della frase.

I parenti rientrarono di botto preoccupati, ma era troppo tardi: il vetro della finestra rotto e un urlo disperato in lontananza dicevano tutto.

- Non volevo dire priva di sex appeal, maledetta stupida!- si lamentò lui dal giardino, dopo aver dato una testata contro una pietra piatta.

La ragazza fece solo una linguaccia affacciandosi, poi si rigirò da tutt’altra parte, lasciandolo dolorante al suo bernoccolo, mentre il sole continuava a salire nel cielo.

  
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