Angelica non si ricordava più com'era la sua vita, prima. Aveva deciso di dimenticare com'era sentirsi felici.
Aveva deciso di dimenticare come si era sentita, ad avere nelle mani la normalità. Una normalità che, non se ne rendeva conto, prima, era quello che le serviva per sentirsi sicura.
Eppure aveva creduto, l'aveva creduto davvero, che tutto quell'equilibrio la stesse rendendo pazza. Pazza. Cieca. Priva di identità.
Aveva creduto che, pian piano, l'avessero spogliata della sua intimità e si sentiva più vulnerabile, dentro.
Aveva voglia di mostrare che non era così, che era forte, davvero.
Si sentiva in trappola, Angelica, perché non aveva la forza di mandare tutto all'aria, non ne aveva il coraggio. Si chiedeva cosa sarebbe successo, dopo, come si sarebbe sentita, persa. Aveva avuto per anni, per anni, dico, un appoggio a cui aggrapparsi in caso di emergenza. Nonostante tutto, era lì.
Aveva avuto una persona che l'amava, Angelica, e ora si sentiva stretta, tra le braccia di quel principe delizioso.
Non lo odiava, no, lui era perfetto, fin troppo.
Ma non lo amava, no.
L'aveva amato, sì, ma ora.. non lo amava più, almeno.
Angelica gli aveva stretto la mano per anni, ma ora non se la sentiva più, di forzare la presa.
La loro pelle cominciava a sudare, le dita delle loro mani a scivolare.
Le sembravano mani di bambini, sudate e appiccicose. Fastidiose a toccarle.
Le sembrava che quel muro di bellezza che avevano costruito attorno a loro, cominciasse pian piano a sgretolarsi, e la gente non li vedeva più così perfetti, insieme.
Angelica lo sapeva che tutti la invidiavano, per quella grande storia d'amore. Per aver trovato un principe delizioso così presto, lei.
Eppure, a volte, avrebbe voluto gridare nello spazio vuoto di una stanza che non le serviva un principe delizioso, per sentirsi sicura, per sentirsi invidiata. E che, a volte, addirittura, si sentiva emarginata.
Le ragazze della tua età si divertono, Angelica. Escono il sabato sera per ubriacarsi, non hanno un'ora a cui tornare, sai? Le tue amiche non ti chiamano, Angelica, perché sanno che non potresti fare le cose che fanno loro. Non potresti andar con loro a caccia di prede affamate, no.
Dunque, Angelica, sullo schermo del tuo cellulare, è normale che non compaia più nessuna chiamata, sai?
Non puoi lamentarti, Angelica, perché tu hai lui.

Angelica aveva cominciato a covare un disprezzo verso il suo mondo, verso il suo modo di vivere così accerchiato, così sempre e ugualmente piatto, da anni. Angelica aveva cominciato a spingere il collo in alto, per guardare un po' più in là, oltre quello che vedeva sempre.
Quel ch'era peggio, era che Angelica, prima, prima di lui, aveva gustato per un po' quella libertà, quella leggerezza che conoscevano bene le ragazze della sua età. Aveva rinunciato con piacere, perché tanto altro le era stato dato in cambio.
Ma ora si sentiva...lontana.
E gli altri continuavano comunque ad apprezzarla, per la sua personalità.
E voleva sempre di più, Angelica, sempre di più.
Voleva essere la migliore, Angelica.
E forse era questo ad averla portata alla distruzione.

Breve prologo, ho in mente una storiella che spero di avere il tempo per sviluppare.
Se recensite gradisco molto (:

Baci, Keyra