Sono qui, come ogni anno. Sono qui, guardo lo stesso punto. Un mazzo di fiori, i gambi ormai quasi recisi dalla stretta nervosa della mia mano, andranno ad essere riposti nel medesimo posto.
Potrebbe sembrarti una curiosa coincidenza, ma anche oggi piove. Le gocce cadono esattamente come quel giorno. Anche l'anno dopo pioveva, e l'anno dopo ancora.
Chissà, magari sei tu. Magari stai piangendo, e le tue lacrime si aggiungono alle mie sopra le guance...
No, non ci voglio pensare. Non ho mai sopportato vedere il tuo bellissimo viso rigato da quel liquido salato. E io non ho mai fatto niente per evitarlo. Anzi, sono stato la causa di molti dei tuoi pianti.

Sai cosa fa più male, oltre alla consapevolezza di averti persa per sempre? Sapere che non avrei potuto proteggerti, che in quel momento non avrei potuto fare niente. Sei morta per un banalissimo e dannatissimo incidente. Non potrei neanche vendicarti, ma non è questo il problema. Ho passato la vita a difenderti da pazzi e criminali, pensavo di poterti salvare. Invece te ne sei andata lo stesso. Mi sei morta tra le braccia. E il mio cuore è volato via con te.

Nostra figlia sta crescendo. Ti assomiglia molto. E' forte e determinata, come eri tu.
Ogni tanto ascolto il battito del suo cuore e mi sembra di rivederti. Sei così bella...
Ieri la piccola aveva la radio accesa. Passando davanti alla sua stanza mi è capitato di sentire il pezzo di una canzone, era in inglese. Non sono molto bravo con le lingue, ma qualche parola l'ho capita. Se non sbaglio diceva

Dear God the only thing I ask of you is
to hold her when I'm not around,
when I'm much too far away *

E, infatti, è quello che chiedo, che Dio ti abbracci adesso che io non posso più farlo. Che ti consoli, ti rassicuri e ti dia tutto quello di cui hai bisogno.
Ma ci sono momenti in cui il dolore è talmente insopportabile da farmi chiedere a Dio di portarmi via. Di prendermi con sè e farci rincontrare. Di alleviare questa mia tremenda sofferenza.
Lui, però, non mi ascolta. Sono quattro anni che non lo fa.
So che tu non vorresti, che solo a sentirmi dire una cosa del genere mi rincorreresti con uno dei tuoi martelloni e mi urleresti "Baka!". Ne ho un bisogno immenso. Ho bisogno di riaverti qui, Kaori. Della tua voce, dei tuoi meravigliosi occhi color nocciola. Della sicurezza che riuscivi a darmi, facendomi capire di non essere solo. Ed è così che sono tornato ad essere: solo. Abbandonato dall'unica persona che amavo.

Sono curioso di sapere se hai già incontrato Hideyuki... è una cosa stupida, lo so. Però, nel profondo del cuore, sono felice che vi possiate rivedere. Chissà se ti ha detto che ha fatto un enorme errore quando ha deciso di affidarti a me. O se è contento così. Credo non lo saprò mai.

Poso i fiori. Per un attimo mi pare di sentire il tuo profumo mischiato al loro. Che sciocchezza, è passato troppo tempo perchè questo possa essere possibile.

La pioggia sta iniziando a diminuire, tanto da permettermi di guardare in alto e scorgere un pezzo di cielo. Ed è allora che mi appare il tuo viso, il tuo sorriso che tacito vuole dirmi "Stai tranquillo, Ryo. Tutto andrà bene". Benchè io sappia che non sarà così. Sono circondato dall'affetto di molte persone, come Umi e Saeko. Ma nessuna è come te, nessuna è te. Tu sei l'unica che vorrei nella mia vita.

Perchè quelli a cui voglio più bene finiscono inevitabilmente con l'abbandonarmi? Sono forse stato colpito da qualche sorta di maledizione? O sono destinato a vivere la mia inutile vita in completa solitudine?
Mi manchi, amore mio. Mi manchi da morire. Non posso vivere senza di te.
Presto saremo insieme, te lo prometto. E allora non ci sarà più dolore o sofferenza.
Ma anche quest'anno sembra che l'Uomo lassù non mi ascolti...
Vado. Devo andarmene, perdonami. Se resto ancora un istante qui, il tormento mi divorerà l'anima.
Arrivederci, Kaori. A presto...