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Autore: VidelB    19/06/2005    3 recensioni
Quando dormiamo, senza rendercene conto, possiamo esprimere le nostre idee più profonde, in molti modi... Strani sogni potrebbero quindi servire ad avvicinare Akane e Ranma? Bhe, è tutto da vedere visti i soggetti! O.o
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1°Cap. - Sogni –

Quella che state per leggere è una fanfiction a cui tengo molto, in effetti sarà perché è stata la prima che ho scritto su Ranma ed anche la prima a più capitoli che abbia mai completato. Come la maggior parte delle cose che scrivo, è per lo più romantica… ma che ci posso fare… mi sono affezionata troppo a questo genere ^#^. Chissà, forse prossimamente potrei sperimentare un genere nuovo O.o, ci penserò su quando avrò un po’ più di tempo ^-. Ora v lascio alla lettura, un saluto a tutti!

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- Buonanotte Akane.- augurò Kasumi alla sorella minore, mentre passava con un fruscio davanti alla porta della sua stanza e l'altra stava per infilarsi sotto le coperte.

- Buonanotte.- rispose l'altra appena voltandosi, le parole seguite da un grosso sbadiglio, poi spense la luce e si coricò cercando di prendere sonno. A giudicare dall'apparenza la ragazza si sarebbe addormentata molto presto, ma in realtà questo non accadeva ormai da giorni: tutto era cominciato quando aveva fatto per la prima volta un sogno particolare... Sì, da quando sognava Ranma.

Bè, in effetti in passato l'aveva già sognato altre volte, sempre e comunque nel contesto di situazioni a lei familiari, come una litigata, oppure con lei che assisteva ad uno dei suoi combattimenti, ma mai, mai le era successo di sognare che si comportasse in modo così diverso dal solito, così... dolcemente. 'Ma non deve accadere ancora, devo provare a pensare a qualcos'altro!' riflettè con decisione la ragazza, rigirandosi su un fianco e mettendosi in posizione semi-fetale, chiuse gli occhi nocciola smettendo di fissare la parete e lasciò che la sua mente vagasse tra ricordi di canzoni, parenti, amici, fino a P-chan. Poi il torpore prese il sopravvento e non ebbe più la forza di seguire il filo immaginario dei pensieri, così si abbandonò a quel fluire incessante. E solo la luce del mattino lo avrebbe fermato, facendola tornare alla realtà.

***... La giovane apre gli occhi lentamente: la forte luce del sole la abbaglia, l'aria è tiepida e tutto è tranquillo. All'improvviso qualcuno la prende per mano e una voce familiare di ragazzo le dice:- Vieni Akane!- Lei voltandosi curiosa riconosce la persona che la sta guidando... è Ranma! Poi, arrivati sotto l'ombra di un albero, lui si ferma, si gira verso di lei, la scruta negli occhi e, prendendo timidamente le sue mani tra le proprie, finalmente comincia a parlare:- Ecco, io...- balbetta arrossendo.

- Ma Ranma, cosa succede? Ti senti bene?- interviene lei preoccupata: perchè ha quell'espressione decisa e imbarazzata allo stesso tempo? Perchè è diventato rosso senza motivo? La ragazza si avvicina ancora, ritraendo la mano destra per poi posarla sulla fronte davanti a sè.

- No no... non è questo...- risponde l'altro scuotendo la testa e afferrandole delicatamente il polso.

- Sei sicuro?- insiste lei ormai quasi in ansia- Eppure hai il viso molto caldo. Non avrai la febbre?

- No, io mi sento bene, è solo che... volevo dirti una cosa importante e ho paura.

- Cosa? E perchè dovresti aver paura?- richiede lei guardandolo curiosa 'E se... se avesse deciso di partire e non tornare più, o peggio con Shampoo o Ukyo o... questo spiegherebbe il suo strano modo di fare.'

- Non si sa mai come potresti reagire tu!- esclama scherzoso di rimando.

'Allora... è proprio così. Lui... non mi ha mai sorriso con quell'espressione.' pensa la giovane, mentre gli occhi le si colmano di lacrime amare e distoglie lo sguardo, poi con voce tremante che vuole sembrare forte, conclude risoluta:- Bè, ho capito tutto. Per quanto mi riguarda tu puoi andartene dove e con chi ti pare e anche... non ritornare più. A me non importa!- dice quasi strillando, mentre con uno strattone si libera dalla sua presa, per poi allontanarsi e voltarsi dall'altra parte.

- Ma Akane...- inizia lui, ma viene interrotto subito.

- Non voglio sentire più niente!- urla lei furiosa, nascondendo le guance ormai umide- Starò molto meglio senza di te! Add...- stava finendo di dire, quando si sente prendere per le spalle e girata a forza dalle braccia di lui; guarda sbigottita il fidanzato per quel movimento così inaspettato, finchè i propri occhi non si allargano per la sorpresa capendo che Ranma, rapidamente, quasi in uno slancio di improvviso coraggio, ha ridotto di molto la distanza tra i loro visi.

- E invece, non hai capito niente sciocchina.- mormora con dolcezza, accarezzandole il viso- Volevo solo dirti, che ti amo.- conclude, poggiando le sue labbra su una guancia e succhiando una lacrima, assaporandone il sapore salato. La ragazza, letteralmente esterrefatta, continua ad osservarlo, finchè non si decide anche lei:- ... Anch'io.- sussurra abbozzando un sorriso felice- Posso... baciarti?- domanda emozionata.

- Certo che puoi, anch'io lo voglio.- risponde l'altro con occhi seri e profondi, accostando ancora i loro visi.

'In questo momento sembra anche più maturo del solito...' medita lei, ormai completamente presa dalla situazione. Tu-Tum... vicini: i suoi occhi, il suo naso, la sua bocca... Tu-tum... sempre più vicini e presto l'avrebbero toccata... la giovane abbassa le palpebre aspettando quel momento.***

- Ah!- Akane si svegliò bruscamente, mettendosi seduta in maniera automatica e stringendo le lenzuola bianche nei pugni; la vista leggermente appannata, la testa le girava e il cuore batteva ancora con molta forza nel petto, così cercò di calmarsi, posandovi contro una mano e respirando profondamente. 'Era un sogno, sempre il solito stupido ed impossibile sogno' ripeteva a sè stessa, mentre si guardava intorno quasi spaesata. Era già mattina, perchè poteva vedere i raggi chiari del sole filtrare attraverso la finestra, ma sentiva anche piuttosto caldo 'Chissà che ore saranno?' si chiese, mentre lentamente si alzava dal letto e andava ad aprire i vetri, facendo entrare l'aria fresca in camera; quindi si avvicinò alla sveglia e lesse:

- Le 09:30... cavolo, e meno male che oggi dovevo svegliarmi presto per allenarmi!- esclamò sorpresa, poi corse in bagno a lavarsi, tornò nella stanza aprendo l'armadio per cacciare un top con un pantaloncino e indossarli in tutta fretta, infine uscì chiudendo la porta dietro di sè. 'Penserò dopo a rifarmi il letto!' si disse, accorgendosi di essersene dimenticata.

- Buongiorno!- esclamò sorridendo alle sorelle, mentre entrava in cucina per la colazione.

- Buongiorno anche a te Akane!- rispose Kasumi.

- Ciao. Ben svegliata sorellina... ma non dovevi alzarti presto stamattina?- disse Nabiki.

- Ehm, ieri sera ero così stanca che non ho pensato a regolare la sveglia. Ma tutti gli altri sono ancora a dormire?- chiese con aria un po' sorpresa.

- Beh, a quanto pare sì, non abbiamo visto nessun'altro oggi.- rispose la seconda.

- Però fai colazione ora!- la invitò la prima.

- Certo! Devo essere in forze per... 'Ma ricordo male o Ranma mi aveva promesso che oggi mi avrebbe aiutata? Devo allenarmi per il torneo femminile che ci sarà tra 2 giorni... e sta ancora a dormire quel pigrone?! Sì che pure io stamattina... bè, dopo lo vado a chiamare!'... allenarmi.- concluse dopo una pausa; così Akane si sedette al suo posto e bevve una tazza di latte, ma intanto continuava a pensare 'A causa di questi sogni ultimamente anche solo vederlo mi fa imbarazzare o intimorire... che situazione! Quei momenti non sono che il frutto della mia immaginazione eppure... eppure appaiono così reali, e so che in fondo vorrei lo fossero.' confessò a sè stessa, mentre le gote si imporporavano istantaneamente.

Nabiki stava guardando ormai da qualche minuto con occhi indagatori la sorella, la quale con sguardo perso giocherellava con gli hashi di legno tra le dita, poi, quando la vide arrossire apparentemente senza motivo, credette di capire a cosa stesse pensando...

- Akane, che fai, non hai fame?- le domandò Kasumi 'Che strano, di solito mangia sempre tanto a colazione!'

La ragazza si riscosse quasi sussultando, guardandosi intorno imbarazzata 'Mi devo controllare, e se indovinassero i miei pensieri?' così dopo qualche attimo cercò di ricomporsi mutando la sua espressione in una "più seria".

- N-no, non è niente, ero solo un po' distratta... eh eh!- finì per ridere nervosamente, vedendo posato su di lei lo sguardo furbo di Nabiki, che non tardò a dire la sua:

- Ehi, perchè se no la colpa potrebbe anche essere di Ranma...- mormorò con occhi allusivi.

- C-cosa vorresti dire?!- balbettò lei ancora più agitata... che avesse veramente capito? Ma come... era proprio così evidente?! Ma allora tutte le volte che aveva mentito a riguardo nessuno le aveva creduto? E lui? E poi Nabiki avrebbe avuto perfino il coraggio di ricattarla con i soldi per non farlo sapere agli altri, ne sarebbe stata di certo capace! La sorella intanto continuava a guardarla con aria strana, finchè non alzò un sopracciglio aggiungendo:

-... Non mi dire che, veramente... la mia voleva essere una battuta... Akane...- la voce si interrompeva a tratti, mentre il viso diveniva leggermente più pallido, mano a mano che i secondi passavano, vedendo che Akane da parte sua rispondeva con uno sguardo sempre più disorientato e colpevole; la diciassettenne allora non potè che continuare a sussurrare- Voi avete sul serio... cioè...- finchè la sua interlocutrice, stanca di tutta quell'insicurezza, volle chiarire cosa l'altra avesse capito:

- Ma cosa? Vuoi spiegarti bene?!- le urlò quasi arrabbiata. Kasumi, incuriosita anche lei dal mistero, chiese informazioni a Nabiki e questa le parlò subito nell'orecchio; ma l'altra, sentendo la risposta, dopo essere rimasta per degli istanti con gli occhi spalancati e increduli in direzione della sorella minore, si accasciò esanime a terra.

- Kasumi!- la chiamò Akane, avvicinandolesi subito preoccupatissima- Ma cosa caspita le hai detto per farla svenire?!- sbraitò contro l'altra.

- Aspetta un attimo!- le disse quest'ultima, la quale, dopo aver sprangato porte e finestre, le si risedette di fronte, guardandola con estrema serietà.- Akane...

- Beh, allora?- chiese lei seccata: non sopportava quella tensione!

- Ecco... perchè non ce l'hai detto subito che aspetti un figlio da Ranma?

La sedicenne a quella frase rimase di stucco:- C-cosa??- balbettò incredula delle proprie orecchie. Ma come le era potuta venire un'idea del genere?! Lei incinta.. lei, ancora fidanzata, e con un ragazzo che ancora non aveva mai baciato...:-... Ma cosa ti è saltato in mente? Perchè hai pensato una cosa così assurda? INCINTA DI UN CRETINO COME QUELLO POI!! INCREDIBILE...- Akane aveva pronunciate quelle frasi in un crescendo di consapevolezza e rabbia; le ultime parole poi, strillate con quanto fiato aveva in corpo, avevano fatto svegliare di botto il ragazzo che dormiva nella stanza di sopra, lasciandolo come minimo intontito... cos'era stato? Ranma si mise ad ascoltare poggiando un orecchio sul pavimento, ma si rese conto di distinguere le parole di una sola voce, quella della fidanzata, mentre l'altra era più bassa e difficile da capire:

- Akane, calmati... in effetti mi sembrava improbabile ma...- la rassicurò Nabiki, accostandosi cautamente a lei, che era incavolata nera, ne facevano da prova il viso rosso e il respiro affannato:

- "Ma" cosa?!- urlò di nuovo con furia, facendola ritrarre un poco intimorita.

- Sembravi non avere fame, come può succedere all'inizio di una gravidanza. Sì, mi rendo conto che i motivi in questo caso possono essere tanti e molto diversi, ma in quel momento mi è venuto in mente questo e poi...- si fermò un attimo a riprendere fiato-... quando ho nominato Ranma tu hai fatto una faccia, come dire, "colpevole".- concluse quasi in un sussurro e sperando di essere stata perdonata: quando la sorella si arrabbiava non era da sottovalutare! Bè, la fase peggiore pareva essere passata, visto che gli insulti si spostarono all'altro oggetto di conversazione:

- I-io quello non lo sopporto! Quello stupido che sa solo offendermi e prendermi in giro... non potrei mai permettergli di... beh, hai capito.- si riprese appena in tempo, mentre il solo rossore rimasto sul suo viso era quello della vergogna.

- Uhm, sembra parli di me!- si disse lui con un mezzo sorrisetto ironico, anche se vorrei sapere con chi stia parlando- E poi cos'è che non mi permetterebbe di fare?- si domandò dopo un attimo di riflessione "...Sarà uno dei suoi soliti discorsi di gelosia"

Nel frattempo la diciassettenne intervenì nuovamente, questa volta con tono incredulo:

- Beh, vorresti farmi credere che neanche dopo sposati voi...

- MAI! Perchè non lo sposerò MAI! Lo odio! Sembra che in questa famiglia non lo voglia capire nessuno, ma è proprio così: lo odio!- ribattè con decisione l'altra, sottolineando con forza che non ne voleva proprio sapere.

Ranma a quel punto sobbalzò e si mise seduto: quelle parole lo avevano colpito... allora tutte le volte che gli aveva detto male diceva sul serio! Ed ecco perchè da qualche giorno cercava sempre di evitarlo, doveva averla fatta arrabbiare ancora di più per qualcosa di cui non si era reso conto.

'Ma perchè sono qui per terra come un idiota? Non me ne importa proprio niente di quella lì! ... e guarda, mi ha fatto pure passare il sonno con le sue urla isteriche!' pensò, sconvolto dal suo stesso comportamento, quindi si alzò in piedi, aprendo le persiane e scostando le tende della propria camera, facendo entrare i raggi del sole ormai abbastanza alto nel cielo. 'E dovrei anche sprecare questa bella giornata con una che mi odia':- Bel programma davvero!- sbuffò, cercando di domare un ciuffo ribelle sulla testa, mentre si guardava con disinteresse allo specchio. - E poi, cosa crede, che io invece voglia sposarla? E' stato organizzato tutto dai nostri genitori e senza interpellarci! Io non l'amo affatto! Non la sopporto quella sgorbutica!- esclamò battendo un pugno contro il muro, a sguardo basso. Sentiva il petto oppresso come da un peso esagerato, così che gli sembrava doloroso anche il semplice respirare, si sentì d'un tratto più leggero dopo che gli fu sfuggito un singhiozzo solitario, seguito subito da un'onda di lacrime negli occhi blu cobalto. 'Non devo piangere come una donna, sono un maschio!' pensò, e in un moto di volontà si sfregò gli occhi, poi controllò l'orologio 'Tra dieci minuti dovrei essere in palestra... ma di certo se non mi chiama lei, non vado.' riflettè svogliato e testardo, poi sbadigliò:- Che sonno! Stavo tanto tranquillo a dormire e invece... ora mi ristendo un po', anche perchè in queste condizioni non riuscirei neanche ad allenarmi da solo, figurarci ad aiutare quella schiappetta... yawn! Se poi se n'è scordata tanto meglio!- si disse, rigirandosi su un fianco e chiudendo gli occhi.

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