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Autore: beat    30/11/2009    2 recensioni
Eppure glielo avevano anche detto di non affidarsi alla Yorozuya. Glielo avevano detto.
Ma lei aveva voluto credere che, in fondo, Gintoki e la sua banda fossero in grado di portare a termine un compito del genere.
Non gli aveva mica chiesto di disinnescare una bomba mentre era in caduta libera nel vuoto!

[Dedicata a BallerinaClassica]
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gintoki Sakata, Shinpachi Shimura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: i personaggi non mi appartengono e questa fiction non è stata scritta a scopo di lucro.

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Chi fa da sé, fa per tre!



“Gin! Mi serve una mano a sistemare qui! Gin!”

Shinpachi era in precario equilibrio su di una scala. Stava cercando di attaccare dei festoni al soffitto ma, vuoi per la scala leggermente traballante, vuoi per la sfiga che lo contraddistingueva come personaggio, non riusciva in alcun modo ad appendere i maledetti festoni. Che si stavano anche distruggendo, visto che erano vecchi ed erano stati riciclati per chissà quante feste.

“Gin! Ti prego, mi serve il tuo aiuto!” strepitò Shinpachi, dopo l'ennesimo tentativo di omicidio nei suoi confronti da parte della forza di gravità.
Dall'altra parte della stanza Gintoki se la stava ronfando sul divano, nessuna preoccupazione al mondo che potesse in alcun modo turbare la sua quiete interiore...

“GIN!”

...tranne la voce squillante di Shinpachi che reclamava insistentemente la sua attenzione per motivi fin troppo futili.

“La mia vita ti sembra un motivo futile?!”

Cavolo, le capacità paranormali di Shinpachi si stanno evolvendo oltre ogni dire. Adesso riesce addirittura a sentire la voce del narratore!

“Argh! Se hai tempo da perdere a parlare a vuoto, allora dammi una mano!”

Mi spiace, Shinpachi, ma io sono solo un narratore.
Non mi è permesso agire.

“Mi volete morto? Eh, mi volete tutti quanti morto?!”

“E basta, che cos'è tutto questo rumore? Non si riesce a dormire con tutto questo baccano!” finalmente le grida di Shinpachi avevano attirato l'attenzione di Gintoki il quale, ormai incapace di continuare a dormire, si era alzato di malavoglia dal comodo divano su cui si era stravaccato.

“Gin!” ormai con le lacrime agli occhi, Shinpachi si voltò verso il suo capo, praticamente implorandolo di dargli una mano.

“Shinpachi, non dirmi che stavi facendo tutto quel casino solo perché non sei capace di appendere dei festoni?!”

“E invece sì!”

“Ma sei un incapace!”

“Io non sono un incapace! Questa scala traballa e i festoni si continuano a rompere! Ma si può sapere da dove diavolo li hai presi, dalla spazzatura dei vicini?!”

“...”

“...”

“...”

“Li hai presi davvero dalla spazzatura?! Gintoki, sei davvero terribile!”

“Eddai, smettila di lamentarti sempre per ogni cosa!”

“Ma insomma! Un po' di professionalità! Così non verrà mai più nessun cliente da noi!”

“Lo sai che odio dover organizzare le feste!”

“No, non lo sapevo, e comunque non mi sembra un buon motivo per fare le cose in maniera così approssimativa. E poi, ti vuoi decidere a darmi una mano?!”

Gintoki sospirò pesantemente, come se il dover aiutare Shinpachi gli costasse uno sforzo davvero, davvero immane.
Litigando ogni due per tre, alla fine – dopo un'ora buona di pasticci a non finire – la stanza si poteva dire finalmente addobbata per la grande festa che ci sarebbe stata quella sera. Addobbata da schifo, ma almeno era stata addobbata.

“Gin, quelle decorazioni sono davvero pessime. Non potevi prendere qualche cosa di meglio?!”

“Shinpachi, non lamentarti per ogni singola cosa. E poi devi solo ringraziare che quei tipi in fondo alla strada avessero appena fatto una festa a casa loro. Hai idea di quanto ci sarebbero venute a costare le decorazioni altrimenti?”

“E non sarebbe stato più onorevole comprarle, invece di passare la giornata a frugare nella spazzatura degli altri?!”

Gintoki si sentì pungolato nell'orgoglio, per cui lanciò un'occhiataccia a Shinpachi.

“Ehi, chi è tra di noi due il samurai?!”

“Tu ma...”

“Esatto, io. Quindi io so di quello che parlo giusto?!”

“Veramente no, ma...”

“Quindi, Shinpachi, finché non ti investirò della carica di samurai, tu dovrai fare quello che ti dico io, senza lamentarti e senza protestare!”

“Non credo proprio, Gintoki.”

“Ma tu guarda che allievo indisciplinato!”

“Io non sono un tuo allievo, Gintoki!”

“E invece sì!”

“Proprio no!”

“E invece.....”

“GINTOKI!”

La voce sgradevolmente acuta di Kagura pose fine al battibecco.
La ragazzina vestita da cinese si materializzò davanti a loro, reggendo tra le braccia una scatola di cartone abbastanza grande.

“Gintoki, io fatto il lavoro!”

Lo sguardo di Gin si illuminò alla notizia.
Per quanto potesse illuminarsi uno sguardo da pesce lesso.

“Ottimo lavoro Kagura! Vedi, Shinpachi, dovresti prendere esempio da lei, che fa quello che le dico senza protestare!”

“Sì, Shinpachi, tu fa come me, e un giorni tu diventa una brava massaia!”

“Ma io non voglio diventare una brava massaia! Gintoki, ma che cosa le stai insegnando a quella povera ragazza?!”

Ma Gin non lo stava più ascoltando, troppo intento a controllare quello che Kagura aveva portato. I due erano chini sulla scatola, a cui avevano tolto il coperchio, e stavano analizzandone il contenuto.

“Allora, tu che dici?”

“Mmh, bel lavoro Kagura...però avresti dovuto cercarne almeno dello stesso colore.”

“Troppo difficile! E poi guarda, così è tutto più allegro!”

“Sì, forse hai ragione!”

Shinpachi si avvicinò di soppiatto, sbirciando quello ci cui gli altri due stavano discutendo. Ma non appena si rese conto che i due stavano disquisendo su di un ammasso informe di cibo, che poteva solo vagamente ricordare una torta, perse di nuovo le staffe.

“Kagura! Ma sei andata a cercare questo schifo nella spazzatura?!”

“Certo che sì, quattrocchi. Dove altro si va a cercare torta?”

“In una pasticceria, magari!”

“Non dire assurdità, Shinpachi” si intromise Gintoki, con la sua faccia da saputello “Hai la minima idea di quanto costi una torta presa in pasticceria?”

“Ma non possiamo presentare una cosa del genere alla nostra cliente! Ci ucciderà! Ci farà causa!”

“Kagura, prova a sistemare i vari pezzi in modo che sembri una torta millecolori!”

“Mi state ignorando?!”

“Ok Gin! Lascia fare a me!”

“Smettetela di ignorarmi!”

Ma ormai Kagura era partita alla volta della cucina, ben decisa nel riuscire nell'impresa di creare una sorta di dolce che vagamente potesse assomigliare ad una torta. Gintoki intanto si era di nuovo diretto verso il divano, mentre Shinpachi, ormai al limite della sopportazione, prese la rincorsa per tirare un calcio volante al suo capo.

“Ahia! Shinpachi, ma ti ha completamente dato di volta il cervello?!”

“Potrei chiederlo io a te! Questo è il peggiore lavoro che abbiamo mai fatto! È al limite del ridicolo! Anzi no, siamo al limite del legale!”

Toc toc.

“Scusate, è permesso?!”

A interrompere l'ennesima lite fu uno strano figuro che si era presentato alla porta.
Che venne immediatamente investito da un altro calcio volante di Shinpachi, troppo nervoso per tutta quella assurda situazione per poter sopportare altre interferenze.
Il povero figuro si ritrovò così a terra, con il naso sanguinante e tanti uccellini che gli volavano attorno la testa.

“Shinpachi! Ma guarda quello che hai combinato! Hai preso a calci volanti l'animatore della festa!”

Il povero ragazzo occhialuto, fermatosi un attimo per riprendere fiato, si accorse del suo madornale errore. L'uomo che aveva investito con tutta la sua furia era infatti il tale che avrebbe dovuto intrattenere gli ospiti della festa. E che a guardarlo ora, non avrebbe mai e poi mai potuto nemmeno reggersi in piedi. Figurarsi tenere spettacolo.

“Oh, no! Signore, ehi signore, mi sente?!”

“Lascia perdere Shinpachi. Ormai è partito per il mondo dei sogni.”

“Ma questo è un guaio! Era l'unico disponibile per oggi! Come facciamo adesso?!”

“Beh, mi sembra ovvio!” proclamò Gintoki, mentre si occupava di portare via il corpo esanime dell'uomo “Vorrà dire che toccherà a te fare l'animatore questa sera!”

“Cosa?! No, non se ne parla! Non sono capace!”

“Via, non deve essere poi così difficile!”

“Ha ragione lui, Shinpachi. Non è poi così difficile fare l'animatore. Sai, io ho dovuto imparare per racimolare un po' di soldi. Alla fine è anche divertente. Ad esempio, basta intrattenere gli ospiti con qualche trucco da salotto. Ad esempio, magari con i palloncini. Fare gli animali con i palloncini è sempre una buona idea. Aspetta che ti faccio vedere!”

Il silenzio calò nella stanza non appena Katsura smise di parlare. Non si era reso conto che sia Shinpachi che Gintoki lo stavano fissando. E lo stavano fissando molto, molto male.

“Zura, che diavolo ci fai qui?!” chiese Gin, una venetta che cominciò a pulsargli sulla guancia.

“Non è Zura, è Katsura, Gintoki. Anzi, oggi sono l'animatore Capitan Katsura!” e in men che non si dica, il ragazzo si era cambiato d'abito, tirando fuori da non si sapeva bene dove il suo ormai arcinoto costume da capitano spaziale. Doveva piacergli davvero molto quel travestimento se se lo portava in giro ad ogni occasione.
Ma sfortuna volle che anche Katsura fu immediatamente preso a calci volanti. Questa volta da Gin.

“Gintoki, sappi che mi hai fatto male.” ribatté, posatissimo, Katsura al colpo improvviso.

“Che ci fai tu qui?!” Gin lo afferrò per il bavero della giacca, scuotendolo avanti e indietro “Si può sapere che cosa ci fai qui?!”

“Sto scappando, Gintoki. La Shinsengumi mi è alle costole, e pensavo di nascondermi per un po'.”

“Ma perché qui?! Perché proprio qui e proprio adesso?! Non hai altri conoscenti a cui dare fastidio?!”

“È che non vorrei disturbare, sai com'è...”

“E non ci pensi che magari disturbi me?!”

“Via Gintoki. Siamo stati compagni di battaglie per così tanto tempo che oramai è come se fossimo una persona sola. Quindi se la cosa non dà fastidio a me, non deve darne nemmeno a te!”

“Ma che razza di ragionamento contorto è?! E poi, che schifo, non voglio essere una persona sola con te! Staccati subito! Subito!”

Nel mentre di questa discussione di livello straordinariamente alto culturalmente parlando, Shinpachi aveva pensato bene di lasciar perdere i due, e di continuare invece a sistemare alla meno peggio la stanza per la festa. E proprio nel momento in cui si era avvicinato alla finestra per appendere delle tende colorate, non aveva potuto fare a meno di notare che giù in strada c'era un intero battaglione di soldati della Shinsengumi che si stava dirigendo proprio verso di loro.
Cercando di trattenere lacrime amare, il povero quattrocchi cercò di attirare l'attenzione del suo capo.

“Gin. Gintoki!”

“Che vuoi Shinpachi?! Non vedi che siamo nel bel mezzo di una discussione importantissima?!”

Shinpachi dubitava che la discussione fosse davvero così importante. E per un momento dubitò anche che valesse la pena avvisare quei due disgraziati della minaccia incombente. Ma alla fine il suo senso del dovere ebbe di nuovo la meglio sulla sua coscienza.

“Scusatemi tanto, ma volevo avvisarvi che quelli della Shinsengumi sono proprio qui sotto.”

E meno di mezzo secondo dopo, puntualmente la porta di casa venne abbattuta da un precisissimo colpo di bazooka che divelse buona parte del muro.

“Shinsengumi! Fermi tutti! Katsura, arrenditi!”

E mentre Katsura si lasciava andare in un platealissimo “Oh no! La Shinsengumi!”, i poliziotti invasero letteralmente la stanza, e in men che non si dica la confusione regnò sovrana.
Katsura non perse un attimo di tempo per tentare di scappare, lanciando un paio di fumogeni, ma ormai i suoi inseguitori lo conoscevano così bene che non persero nemmeno un minuto di tempo, e subito si diressero sul tetto dove il terrorista stava fuggendo.
E mentre Shinpachi e Gintoki fissavano senza parole la scena – senza parole perché stavano ancora entrambi tossendo a causa del fumo – un paio di solerti poliziotti ne approfittarono per puntare loro addosso le spade.

“Bene bene bene. Che cosa abbiamo qui? Non lo sapete che dare rifugio ad un terrorista è reato? Meritate la pena capitale per questo!” Come sempre affabile e gentile, Okita li fissò con uno sguardo di un sadico che ben poche volte si era visto.

“Sogo, non fare il cretino.” Hijikata lo fermò appena in tempo, prima che il ragazzo cominciasse ad affettare.

“Hijikata, ma non eri stato tu a dire che non bisogna mai avere pietà con i criminali?!”

“Ehi...” provò Shinpachi “Noi non siamo criminali. Ha fatto tutto Katsura. Si è presentato all'improvviso!”

“Tutte scuse!”

“Sogo, piantala!”

Okita rinfoderò la spada, e appena Hijikata si voltò, gli fece anche una linguaccia.

“Allora, come mai ogni volta che riusciamo a trovare Katsura è sempre in vostra compagnia?!”

“Sfiga?”

“Seh, dalla a bere a qualcun altro Sakata. Oggi vi portiamo in centrale per accertamenti!”

“Cosa?! No! Non potete!”

“Certo che possiamo! Sogo, legali!”

“Con vero piacere!” rispose solerte Okita, tirando fuori dalla divisa una robusta corda.

“No, no, no! Ho i miei diritti!”

“Un lavativo come te non ha alcun diritto, Sakata!”

“Lavativo?! Si dà il caso che io stessi giustappunto lavorando! Dobbiamo preparare una festa!”

“Questa è la scusa più stupida che abbia mai sentito! Sogo, legalo!”

“No, non osare! Lasciatemi andare! Io vi denuncio per abuso di potere!”

“Inutile!”

“Lasciatemi!”

E in tutto questo trambusto, Shinpachi fu miracolosamente lasciato fuori. Il povero ragazzo fissò attonito Gintoki che veniva legato e imbavagliato da Okita, il tutto sotto l'attenta e divertita supervisione di Hijikata.
Rimasto da solo, Shin non poté fare a meno di constatare con sommo dolore che quel lavoro era davvero finito a quel paese. Le decorazioni erano tutte cadute, la stanza puzzava in maniera terrificante a causa dei fumogeni, il suo capo era stato sequestrato, e lui era depresso oltre ogni dire.
Poteva tranquillamente dire addio al compenso per quel lavoro.

“Shinpachi..!”

Dalla cucina si sentì la voce pigolante di Kagura.
Preoccupato per quel tono di voce così inusuale per la ragazzina, Shinpachi si affrettò a raggiungerla.
Forse non era nemmeno così stupito di quello che vide. Disgustato, certo, e anche molto perplesso. Ma di sicuro non poteva aspettarsi altro.
Kagura era piegata in due sul pavimento e si reggeva la pancia.
Sul tavolo, i pochi resti della spazzatura che aveva portato a casa.

“Shinpachi...mi sa che il cibo era andato a male...!”

“Ovvio che era andato a male! Non devi mangiar la spazzatura, stupida!”

“Shinpachiii...!”

Nemmeno lui poteva resistere ad un tono così lamentoso.
Costringendosi ad evitare di farle il cazziatone finché non fosse stata meglio, si caricò Kagura sulla schiena, dirigendosi verso l'ospedale. Per fortuna non era nemmeno troppo lontano.

Forse quel lavoro era stato davvero il peggio svolto in tutta la loro carriera di Tuttofare.



*°*°*°*°*°*°*°*


“Scusate...è permesso..?!”

La ragazza entrò nella stanza. Aveva bussato più volte, ma non era arrivato nessuno ad aprirle. Strano, visto che la stavano aspettando: aveva incaricato l'agenzia Tuttofare di organizzare la festa di compleanno che sarebbe dovuta iniziare meno di un'ora dopo. Era passata prima per vedere se tutto era a posto, e se per caso serviva una mano per gli ultimi preparativi.
Quello che la ragazza non si era minimamente aspettata era di trovare la casa completamente devastata, piena di fumo che non si era ancora disperso, con le decorazioni a terra e malamente calpestate, e senza la benché minima traccia dei proprietari in giro.

Una vena prese a pulsarle in fronte.

Eppure glielo avevano anche detto di non affidarsi alla Yorozuya. Glielo avevano detto. Ma lei aveva voluto credere che, in fondo, Gintoki e la sua banda fossero in grado di portare a termine un compito del genere. Non gli aveva mica chiesto di disinnescare una bomba mentre era in caduta libera nel vuoto.
Dovevano solo addobbare una stanza, preparare qualche cosa da mangiare. Magari pensare a qualche cosa di divertente per intrattenere gli ospiti. Nulla di che, dannazione!

Lo sconforto ebbe la meglio anche sulla sua ira.
Le braccia le caddero lungo i fianchi.
E inavvertitamente lasciò scivolare a terra il cartellone di auguri che aveva fatto.



Buon compleanno Ballerina!





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Angolo dell'Autrice:

Buogiorno a tutti! ^__^
Eccomi di nuovo tra voi a, spero, allietarvi con un'altra delle avventure di Gintoki&co.
Una breve one-shot tutta dedicata a ballerinaclassica, che oggi compie gli anni. Tanti auguri! ^o^
Spero che questa storiella ti abbia fatto ridere un pò!


Fatemi sapere i vostri commenti, pareri o critiche!

Grazie a chi vorrà lasciare una recensione e a quanti leggeranno e basta.

Beat



Avviso che l'altra mia fiction in corso per ora è bloccata.
Cercherò di andare avanti non appena potrò. Scusate il disagio! ^^"


   
 
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