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Autore: Nobody_sInTheSky    03/12/2009    5 recensioni
"Nel momento in cui quell'oggetto passava da una mano all'altra, ci fu un contatto lieve tra le due pelli, quasi voluto o solo casuale..."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ci tengo a dire che questa è la prima Fan Fiction in cui mi ci mento per quanto riguarda il genere. E' una cosa che mi sento di scrivere e cercherò di renderla il meno noiosa possibile ^_^ Accetto critiche e consigli per migliorare e riuscire ad arrivare a scrivere una FF in grado di riuscire a catturare la vostra attenzione il più possibile ^_^

Buona lettura!!

Era uno dei tanti stupidi giorni scolastici che passava ormai da quando aveva sei anni, quando decise finalmente di fare le valigie ed andare via lontano da quella vita in cui a regnar sovrana c'era solo l'ipocrisia. Non sapeva ancora dove sarebbe andata, ma durante tutta l'ora d'inglese ci pensò su. Sofia aveva solo 18 anni e aveva ben chiaro il prospetto creato sulla sua vita qualche anno prima, quando dopo una sfuriata con il suo ex, tutto sembrava finire nell'oblio di una vita sull'orlo del precipizio, iniziò a fare progetti e a pianificare il suo futuro. Decise che da quel momento sarebbe stata lei a portare la sua vita sul destino più adatto a lei e non la vita stessa. Voleva andare lontano, ovunque vi fossero persone con facce diverse da quei demoni che per la sua giovane vita la rincorrevano ovunque e in ogni istante. Aveva tanto da dare, ma in quel posto non vi erano stimoli.

La sua famiglia era come quella di tante ragazze della sua età, composta da quattro persone, lei inclusa, con schiamazzi ed urla che ogni sera intorno alla cena si levavano nell'aria per raggiungere i suoi timpani e la sua anima.

Quel giorno decise proprio di andare e assolta nei suoi pensieri fu interrotta da una richiesta. All'inizio udì solo una flebile voce, calda e decisa che le chiedeva gentilmente una matita, poi scostò di poco gli occhi a destra e si ritrovò difronte al viso di Chiara. Ogni volta era uno strazio guardarla negli occhi; per uno strano motivo non ci riusciva.

-Scusami se ti ho disturbata, avresti mica una matita in più da prestarmi?-

Rivoltò il suo astuccio per cercare; gliela porse.

-No, ma tieni questa.”

Era l'unica che aveva, ma non le serviva quindi non vedeva il motivo per non prestargliela. Nel momento in cui quell'oggetto passava da una mano all'altra, ci fu un contatto lieve tra le due pelli, quasi voluto o solo casuale. Sofia rabbrividì, Chiara sorrise.

Tornò ad immergersi nei suoi pensieri, con la speranza che nessuno la interrompesse di nuovo o, se proprio dovesse farlo, rapirla completamente dal suo mondo di illusioni e farla distrarre. All'idea che quello stesso giorno avrebbe fatto le valigie e sarebbe andata chissà dove la rendeva in un certo senso felice e le suscitava emozioni particolari. Nel cercare di ricordare la somma di denaro che possedeva fece una smorfia dispiaciuta e si fece scoprire da una sua compagna.

-Hey Sofi che accade?-

-Nulla pensavo ad una cosa.- le sorrise furtivamente.

La compagna si fece una risata e continuò -Ti va di venire a pattinare con noi oggi? Siamo in cinque; se vuoi venire anche tu...sarebbe fantastico!-

Arricciò il naso, non le andava molto, ma d'altronde avrebbe mandato in fumo il suo piano accettando l'invito. Poteva sempre attuarlo dopo.

-Chi è che viene?- domandò incuriosita.

-Io, Filippo,Roberto, Carmen e Chiara...e te se verrai.-

Accettò senza esitare sperando che quello che sarebbe arrivato, fosse stato il momento in cui avrebbe mandato tutto a farsi benedire e la sua vita avrebbe preso una svolta migliore.

Si misero d'accordo per quanto riguardava gli orari in cui si sarebbero incontrati e il luogo, poi tornò per l'ennesima volta ad immergersi in quel mare di emozioni che solo il suo cuore riconosceva di avere. Quel giorno era piuttosto pensierosa. Nel mentre, udì di nuovo quella voce soave e leggera; sembrava una dolce melodia in un assordante silenzio. Si voltò di nuovo come fatto in precedenza ed ascoltò la sua interlocutrice.

-Grazie, ho fatto presto!- le sorrise

-Figurati.-

La conversazione cadde in un caldo silenzio accompagnato dal vociare stridulo di quella professoressa noiosa intenda ad interrogare il malcapitato di turno. Chiara prese posto nel banco avanti alla ragazza e guardandola negli occhi iniziò a far uscire dalle labbra semichiuse alcuni sibili parole.

-Vieni anche tu oggi a pattinare con noi?-

-Si vengo anch'io.- accennò ad un sorriso quasi triste ed abbassò lo sguardo sul libro scarabocchiato.

-Ci sarà da divertirsi vedrai!- sorrise -Non ho idea di come riuscirò a restare in piedi visto la mia poca praticità con i pattini, ma...-

-Nemmeno io sono capace.- le disse interrompendola e fissandola negli occhi

-Allora ci aiuteremo a vicenda.-

Poi la conversazione si ruppe in quel momento, la prof le urlò contro per aver cambiato posto. Cose dell'altro Mondo.

Alzandosi dalla sedia le diede un pizzicotto delicato sulla guancia e non smise di guardarla per tutto il percorso da banco a banco. Sofia era confusa. Ritornò a pensare per l'ennesima volta, quasi monotona nei pensieri.

Era l'ultima ora e di li a poco sarebbe stata sorpresa dal suono della campana, decise quindi di mettere via tutto il materiale e tenersi pronta per la fuga verso casa.

Si alzò per dirigersi verso il cestino e quando ripercorse la via per il suo banco, si sentì osservata, nuda, quasi a disagio; gli occhi di Chiara erano posati sulla sua figura e avvertiva un qualcosa di strano gelido e bollente allo stesso tempo che le scorreva in ogni singola arteria del suo corpo. Era in imbarazzo, come mai prima di quel momento. Quell'istante sembrò interminabile e lo sguardo di quella ragazza dagli occhi fiabeschi, neri come la pece, la rendevano nuda avanti a tutto l'ambiente. Era magico, riuscì a farla arrossire e battere il cuore più velocemente che poteva. Non aveva idea del perchè di quegli sguardi cosi provocanti, cosi lunghi ed interminabili che sembravano rapirle il tempo avanti a se.

Una volta tornata alla base venne salvata dalla campana, cosi con zaino in spalla uscì velocemente da quell'oscura aula e si ritrovò nel corridoio gelido e opaco dai colori spenti, quasi morti. Ritrovò ancora una volta gli occhi di Chiara.

-Ci si vede oggi allora!- e se ne andò

Sofia non ebbe il tempo di risponderle, ma forse ne fu felice. Velocemente nella sua mente fece scorrere i fotogrammi di quell'anno trascorso non ancora terminato e si rese conto che mai prima di quel momento si diedero cosi tanta confidenza.

Diede poco peso a quel dettaglio e proseguì la sua strada verso la sua dimora.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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