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Autore: Zeu483    04/12/2009    0 recensioni
The salvation..L'ancora di salvezza alla quale aggrapparsi quando ti sembra tutto finito,quando le speranze pargono solo sciocche illusioni.Può un amore giovane e acerbo salvare una vita umana?
Genere: Romantico, Song-fic, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Sarò felice di recensire le vostre FF...Be,ovviamente se farete lo stesso con la  MIA!Please :)

 

-Lasciami stare.- bisbigliò,a voce talmente bassa che l'altro non riuscì a sentirlo. O magari fece solamente finta di non averlo udito.
- Che c'è?- gli urlò,e si chinò su di lui per vederlo meglio in viso. Teneva il capo chino in modo mesto,con i capelli neri e ribelli calati sugli occhi.
- Hai paura, checca? - Dalla suddetta checca non giunse alcun suono.
- Hey! Ti ho fatto una domanda! - il bullo lo prese con forza per una spalla sottile e lo scaraventò a terra come se niente fosse, lasciandolo lungo disteso sull'asfalto del parcheggio, tra le grida entusiaste dei suoi amici. Il ragazzino gli lanciò un'occhiata inviperita dal basso, cercando con tutte le sue forze di trattenere le lacrime che premevano insistentemente per uscire. Si era sbucciato i gomiti,cadendo,e il contatto tra l'aria e la pelle viva glieli faceva bruciare da morire. Si strofinò un braccio, e lo sentì dolorosamente caldo..un rivolo di sangue denso gli imbrattò le dita e colò al suolo.
- Oh ma guardatelo! Il piccolo frocio si è fatto male!! - i bulli lo circondarono,continuando ad offenderlo. E lui lì, immobile, non una reazione, non un minimo di espressività sul suo viso minuto.
- Lasciatelo stare! - una voce decisa, ferma, sovrastò quelle del gruppo che infastidiva il piccolo Bill e, sferrando con veemenza una gomitata nello stomaco di un altro ragazzo, Tom Kaulitz si fece avanti e si avvicinò al fratello.
- ..Tom..- mugolò Bill,con quella sua voce esile ed un po' infantile. Il gemello si abbassò, con i corti rasta biondo cenere che gli incorniciavano il volto ed i pantaloni extra large che lo impacciavano un pochino, fino ad incrociare gli occhi tristi del fratellino.
- Andiamo via.- gli porse la mano con fare molto rassicurante e lo aiutò ad alzarsi. Il suo sguardo saettò verso i ragazzi che erano rimasti a pochi passi da loro, poi strinse il polso di Bill e lo trascinò via da quella prigione intrisa di pregiudizi e crudeltà comunemente chiamata “scuola media”.
 
Il trucco gli era colato sugli zigomi e lungo le guance pallide. Il suo viso era come una tela immacolata sulla quale un pittore aveva scarabocchiato qualche linea nera in malo modo, senza una logica precisa. Se lo deterse dalla faccia con il dorso della mano e si allontanò il più possibile dallo specchio, andando a sedersi poi sul bordo della vasca da bagno. Non ce la faceva più: in quegli anni aveva accumulato tanta di quella rabbia, sopportato una miriade di insulti da parte di persone che non lo accettavano solo perché era..sé stesso, differente rispetto a quella massa uniforme e monotona di gente che lo circondava.. Si sentiva come su l punto di esplodere, avrebbe voluto urlare al mondo quanto stesse realmente male,quanto si sentisse turbato ed inadatto.. All'inizio non gli interessava ciò che gli altri pensavano di lui, ma adesso..Che le offese si erano fatte più pesanti e la situazione era diventata pressoché insostenibile, aveva cominciato a ricredersi.
“ E se ci fosse davvero qualcosa che non va in me?”
Ricominciò a piangere,senza riuscire a fare nulla per impedirlo.
Tom lo trovò rannicchiato sul pavimento del bagno,in preda a dei singhiozzi convulsi, con le braccia esili che cingevano le ginocchia e la testa appoggiata ad esse.. Succedeva spesso ultimamente, ed era impossibile abituarsi a quella vista. Il sangue del tuo sangue, la carne della tua carne, la tua metà che sembrava affogare sempre di più in un incubo dal quale pareva impossibile risvegliarsi. La depressione. E anche quel pomeriggio,come ormai capitava da un po' di tempo, un tassello dell'anima di Tom si sgretolò e andò ad ammassarsi insieme ai resti di quella di Bill,ormai infranta da tempo.
 
Quella mattina,la sua mano assunse un lieve tremito nel far scivolare la punta della matita nera all'interno della sua palpebra. Fu sul punto di fermarsi, togliersi il trucco e andare a scuola così, al naturale, per la prima volta. Forse in quel modo lo avrebbero lasciato in pace, non lo avrebbero sfottuto più. Ma ci ripensò praticamente subito: quel make-up pesante faceva parte di lui oramai,e senza non sarebbe stato lo stesso. Anche se ai suoi compagni non andava bene, anche se sarebbe stato picchiato all'uscita di scuola quel giorno,come tutti gli altri. Si mise lo zaino in spalla e raggiunse Tom che lo aspettava in cortile.
-Ti va di marinare la scuola,oggi?- la odiavano entrambi,ma Bill certamente di più. Il gemello più grande, con i suoi dread e i lo stile molto urban, appariva un fico agli occhi degli adolescenti, aveva dietro un sacco di ragazze e si era fatto molti amici in quell'istituto. Sì,si era fatto anche molte ragazze per la cronaca. Bill invece non l'aveva mai fatto, ed era convinto che la situazione sarebbe rimasta così per il resto della sua vita. Sospirò sommessamente.
-Io..No,Tomi,no..Voglio andarci!-
- Vuoi andarci? A chi cerchi di darla a bere,Bill? Vuoi che ti pestino anche oggi? Ti piace quando lo fanno? No, perché se le cose stanno così,dimmelo! Se sei veramente un perverso masochista, voglio esserne informato!- sbottò l'altro. Quello che voleva essere un gesto carino nei confronti dei suo povero, antisociale fratello, si stava trasformando in una discussione. Possibile che Bill fosse davvero insofferente fino a quel punto? In fondo Tom voleva solo evitargli inutili sofferenze,almeno per qualche ora...Ed era un po' un modo per evitarle anche a se stesso: vedere Bill piangere in quel modo, dimagrire sempre di più e deprimersi per degli stupidi scherzi, era davvero insopportabile. Lo sentiva scivolare via dalla sua vita,allontanarsi a gran velocità dal mondo intorno a lui e chiudersi nei confronti della gente. Che ne sarebbe stato di lui?
  
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