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Autore: amarcord    06/12/2009    0 recensioni
Salve a tutti,di sicuro non sapete chi sono io...Anzi vi starete domandando questo che vole stasera,proprio a noi ce doveva venire a rompere? (Indicandosi) Mi presento,sono Giacomo Citti all’anagrafe,ma per gli amici o almeno quelli che dicono di esserlo,il muto.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La strana storia raccontata da un muto Commedia in tre atti scritta da Giuseppe Di Rosa Introduzione all’Atto Primo Palcoscenico buio,una luce illumina il Citti situato al centro del palcoscenico. Il Citti ha il capo chinato e gli occhi chiusi,è vestito con una giacca scura di un paio di taglie più grosse di lui,un paio di pantaloni,una camicia bianca stropicciata e ai piedi un paio di scarpacce. Citti:(con tono acceso) Salve a tutti,di sicuro non sapete chi sono io...Anzi vi starete domandando questo che vole stasera,proprio a noi ce doveva venire a rompere? (Indicandosi) Mi presento,sono Giacomo Citti all’anagrafe,ma per gli amici o almeno quelli che dicono di esserlo,il muto. Sapete,un ho mica avuto na vita facile. Quando l’ero un cittino il mi povero babbo al posto di riempirmi di scapaccioni me riempiva di sillabe,ogni santo giorno ste maledette sillabe volavano per casa,sti PA-PA,MA-MA,FRA-FRA. Dopo tre anni il mi babbo capì che da me un ci ricavava nulla e mi abbandonò per Gino,che un l’era il mi fratello,ma il su pappagallo africano,però dopo altri tre anni,Gino l’uniche sillabe che ripeteva era MA-MA,PA-PA e CA-CA. Insomma un è stata tanto facile la mia infanzia,la mi famiglia un’era tanto ricca e mi ricordo che l’unico regalo che ricevetti quando avevo quattro anni l’era un blocnotes con un filo che il mi babbo mi mise sul collo,ingegnosamente pensando,(con un vocione) “Se questo non sa parlare massimo impara a scrivere!”. (con voce timida) Pensate parino,io a scuola l’ero un ciuco e imparai a scrivere a otto anni. Insomma se la mia infanzia è stata difficile con la mi famiglia figuratevi con i miei amici. Io sono un tipo un po’ sdatto,non so perché quando c’era un casino la colpa andava sempre a me,anche perché non mi potevo nemmeno difendere,si avrei potuto scriverlo ma ce sarebbe voluto troppo tempo e poi un mi avrebbero nemmeno dato il tempo di farlo,e mentre gli altri me sgridavano i miei amici mi pigliavano in giro,ridendo e insultandomi. Ma a volte me la cercavo io,stare con loro per me significava essere accettato da un gruppo,si l’erano un gruppo di grulli,ma io abito in un paesino di campagna e li so tutti grulli,quindi l’ero un grullo anch’io. L’unica soddisfazione della mia vita era Beatrice,era la musa di ogni giorno,era il sole con la luna,era la vita e la morte,era il pan con l’olio. Beatrice l’era bella,con i suoi lunghi capelli neri che sembravano fili di seta,e i suoi occhi…I suoi occhi erano du perle,e aveva un corpo perfetto,l’era una diva,si una diva campagnola ma pur sempre una diva. Poi parliamo del suo nome,”Beatrice”,risuona ancora come una campana nella mia testa,io mi sentivo il suo Dante,le scrivevo poesie tutti giorni,le portavo tanti regali,e lei che faceva per ricambiare?Me parlava dei su fidanzati,na tristezza,però se fidava de me,mi raccontava tutti i su fatti,anche se non sapevo se me lo diceva perché mi riteneva il numero uno o perché ero muto. Io Beatrice me la volevo sposare,e un bel giorno seppi in paese che l’era in crisi col su ultimo omo,un certo duca. Decisi di approfittarne chiedendole la su mano,quindi mi diressi verso casa sua… Si chiude il sipario. Atto primo (prima parte) Nel paesino di Rocciala. Il palcoscenico viene dominato dal paesaggio verde,tipicamente in stile contadino. A destra il bancone del fioraio,con le mensole piene di fiori. Sono le dieci del mattino. Al centro della scena quattro contadine pettegole che parlano,dietro il bancone il fioraio,con un paio di occhiali da talpa che aggiusta i fiori. Berta:(con aria da pettegola e una vocina strillante) Si assolutamente,lei è na bischera,quel povero omo…Quella citta un capisce nulla,quello cià i soldi,è un bell’omo… Imma: (irrompendo nel discorso) Oddio…(con tono ironico),bell’omo..Diciamo che ha i soldi,e poi l’è un duca,è di sangue nobile,ma bel omo… Filomena: (rivolta alla Imma con voce irritata) Ma sta zitta te!!!che sei ita con cani e porci,il duca c’ha classe,si non sarà perfetto ma c’ha classe…e l’è un bel omo…quella citta invece è soltanto na viziatella,ma lo sapete perchè ha litigato?(toccandosi la testa),perché s’era dimenticato che erano otto mesi che stavano insieme! Grazia: (con voce prepotente e strillante) Cià ragione,cià ragione!!!Sti omini un ce pensano a ste cose,parina lei è na cittina che ce tiene e di conseguenza se le presa…ma vi ricordate quando il su babbo se scordò del su compleanno? Filomena: (rivolta alla Grazia con tono acceso) Ma i che dici!che centra mo sta cosa?(muovendo l’indice destro in continuazione)Ricordati che è sempre na contadina…è in questo caso…(facendo il gesto con le mani)Una contadina con un popò cosi… Imma: (sbattendo le mani)Ma quale popò e popò…O ragazze ma ce l’avete gli occhi? Filomena :(rivolta alla Imma con voce irritata):Ma sta zittina te che sei ita con cani e porci…Il duca cià classe…un se mette in dubbio!!! Berta:(con un tono prepotente)è quella citta che è na bischera! Grazia:(sbattendosi)Ma cià ragione!!!cià ragione!!! Berta:(urlando nel muso alla grazia)Ma che ragione e ragione!!! Il fioraio intanto mentre aggiusta i fiori fa cadere un vaso,e abbastanza infastidito dalle quattro contadine dice urlando: Fioraio: O cornacchie la smettete di berciare!!!O ma tutte le mattine un c’avete altro da fa? Imma:(un po’ offesa)Fioraio ma ce l’hai con me? Fioraio:(indicando il pubblico)Ce l’ho con tutte! Imma:(discolpandosi)Ma un è colpa mia…ha iniziato la Berta! Berta:(arrabbiata)Brutta,befana,pettegola… Filomena:(intromettendosi)…Che va cò cani e porci!!! Imma:(innervosita)Ascolta…per i cani me andrà bene...(vantandosi),ma con quel porco di tuo marito un ci so mai andata!!! Filomena:(arrabbiata prende per la maglia la Imma)Ma brutta,becera,zitella … Imma:(arrabbiata con forza stacca la mano della Filomena)Non te azzardare a mettermi le mani addosso! Berta:(per calmare le acque)Ragazze su via,calmatevi… Imma:(con rabbia verso la Berta)Sta zitta che è colpa tua… Berta:(arrabbiata)Allora sei na befana per davvero!! Grazia:(continuando ad urlare)Ma cià ragione,cià ragione… Le contadine iniziando a azzuffarsi,il fioraio allora interviene tentando di dividerle ma siccome è miope come una talpa,al posto di dirigersi verso loro va dritto ed esce dalla scena urlando per tutto il tragitto. Fioraio:(urlando)Smettetela becere!!! Nel palcoscenico entrano due contadini e il Citti,con al collo il block notes. Un contadino ha sulle spalle una cesta e l’altro in mano una zappa che se l’appoggia sulla spalla destra. I tre appena vedendo l’accaduto si apprestano a dividere le contadine,i contadini lasciano per terra la cesta e la zappa,uno prende la Imma,l’altro la Filomena,mentre il Citti la Grazia. . Augusto:(irritato)O ragazze ma che modi sono?Calmatevi!!! Imma:(furiosa indica la Grazia)Ha iniziato lei!!! Filomena:(furiosa)Un è vero oca!!! Imma:(nervosissima)Vu siete du bestie...ho chiuso con voi… Ugo:(per stemperare gli animi)Alò ragazze calmateve,anzi diteme che è successo… Filomena:(risponde calma ad Ugo)Ma niente,una sciocchezza… Ugo:(meravigliato)E vi azzuffate per una sciocchezza? Filomena:(ironica)Ma noi siamo donne Ugo…donne!!!Ci piace parlare! Il Citti le guarda con sguardo perplesso facendo una smorfia,Augusto notandolo dice: Augusto:Hai ragione muto,faceva prima a dire che non se fanno i cavoli loro… Ugo:(ritornando al discorso)Si va bene ma ora ce dite che e successo? Augusto:(ironicamente toccandosi la testa)Dimenticavo ora ce quest’ altra becera… Ugo:Dai su ora non iniziare anche tu...(con voce incuriosita)Insomma ragazze? Berta:Allora oggi abbiamo saput… Nel palcoscenico entra il duca a passi grossi e interrompendo la Berta dice: Duca:(interrompendo la Berta e rivolgendosi a Ugo)Ve lo racconto io che è successo! Berta:(imbarazzata)Oddio mi scusi signor duca...Non volev… Duca(interrompendola)Taci donna becera!!!dentro questo paesino siete tutti in questo modo!!!Ma curiosoni,io non sono il classico tipo riservato,che si fa la sua vita privata in silenzio,che tanto poi lo beccano e da scandalo...io sono il tipo da copertina...Anzi dov’è il giornalaio che mi faccio fare un articolo? Ugo:Signor duca momentaneamente è uscito.(Incuriosito)Ma su adesso racconti,racconti… Il Citti incuriosito lascia la grazia spingendola e va dietro al duca per sapere quello che dice: Duca:Ma guardi niente...una sciocchezuola!Adesso mi dica se lei,uomo di esperienza come il sottoscritto...anche se ce da sottolineare che indubbiamente la sua esperienza e al di sotto delle mie... Ugo:(sorpreso)ma perché signor duca cosa vorrebbe dire? Duca:(sbeffeggiandosi)Che lei è un contadino...Io un quattrinaio... Ugo:(irritato)Quindi? Duca:Signor contadino per favore non mi faccia influire… Ugo:Si è meglio che si va avanti… Duca:Insomma una sciocchezzuola...la bimba oggi si presenta al sottoscritto chiedendomi che giorno era... Il duca si distrae guardando il cielo a bocca aperta e con lo sguardo perso,la Filomena vedendo il duca con la testa tra le nuvole,richiama la sua attenzione schioccando le dita davanti alla faccia del duca. Filomena:Sveglia duca!!!Continui… Duca:(imbarazzato)Scusate donne,m’era preso un momento di relax...(giustificandosi)Ma è anche giusto che me li pigli anch’io questi momenti...Affari tutto il giorno,poi ce da pensare alla bimba...Sono talmente impegnato che la notte non dormo,sono il classico lavoratore che non si ferma mai,la mia vita è fatta di affari...No di patate e carote!!! Ugo:(irritatissimo)Duca...Mi creda è meglio che continui...Anzi le do un consiglio è meglio che non si fermi… Duca:(continuando)Ok,Ok...Calma uomo di campagna…Insomma lei mi dice che giorno era,ed io guardo nella mia agendina di pelle di giaguaro,e le dico che era il 26 febbraio,lei mi guarda,mi fa un sorriso,e poi… Il duca da uno schiaffo a Ugo Duca:Mi da uno schiaffo… Ugo si tocca con una mano la guancia,infuriato guarda il duca e minacciandolo con un pugno dice: Ugo:Ma siete diventato scemo!!! Duca:(atteggiandosi)Mi scusi profondamente solo che a volte non riesco a calcolare la mia potenza...Mi perdoni sarà l’amore della bimba,saranno gli affari ma ultimamente non ragiono,sto diventando… Tutti:Il classico tipo che… Duca:(meravigliato)Sapevate di già cosa stavo per dire?Ma allora siete tutti sensitivi...Ma guarda che roba sta gente di campagna!!! Il Citti curioso di sapere che succede scrive sul block notes DUCA COM’è FINITA?,poi lo richiama toccandogli la spalla destra,il duca si gira e vede la scritta. Duca:Insomma io le dico,cara hai ragione,sono un cretino...Lei mi dice,meno male che te ne sei accorto...E io le rispondo,è vero oggi e il 25!!! Il duca da un altro schiaffo a Ugo che poi si tocca l’altra guancia. Duca:Poi mi ha dato un altro schiaffo... Grazia:(irrompendo nel discorso)Ma cià ragione,cià ragione!!! Ugo:(infuriato)Ma ora te la do io la ragione,mai dato du schiaffi cretino,mo te fo vede io il classico contadino che te riempe de botte!!! Ugo tenta di dare uno schiaffo al duca,che però si abbassa e colpisce il Citti.siccome l’ha mancato ci prova la seconda volta e il duca si scansa di nuovo,lo schiaffo colpisce il Citti per la seconda volta. Il Citti barcolla. Ugo si prepara a dare un altro schiaffo al duca,ma il Citti prende un fischietto che ha nel taschino e ci fischia,mentre con le mani dice basta,non ne può più e stordito cade per terra. Si chiude il sipario. Atto primo (seconda parte) Il sipario si riapre e al centro della scena,ci sono la Berta e la Filomena che tentano di rianimare il Citti situato al cento del palcoscenico,affianco a loro tutti gli altri che lo guardano. Il fioraio intanto è ritornato al suo posto. Berta:(mentre accudisce il Citti,per ritornare al discorso)Ma insomma duca ce dice dopo com’è finita? Ugo:(interrompendola con voce precauzionale)Aspetta prima famme mettere più in la,oppure stasera ritorno a casa con la faccia rossa...Il bello è che so anche astemio,pensa che succede se mi vede la mi moglie tutto rosso,pensa che abbia bevuto e me finisce di riempire lei...Cosi trovo occupazione al semaforo!!! Il duca va al centro del palcoscenico. Duca:Insomma viene da me e mi dice,Tra noi e finita non sei il tipo adatto a me!!! Il muto non appena sentito questo,fa uno scatto ed esulta in ginocchio con le mani al cielo,il duca si gira e lo vede dicendogli Duca:Ma cosa stai facendo?Perchè stai esultando? Il muto per giustificarsi scrive “SONO MUSULMANO”. Duca:Ma guarda che roba sta gente di campagna!!!Comunque ho deciso vado via,lascio tutto questo caos contadino e mi dedico alla mia tranquilla vita d’affari!!!(Cambiando subito umore con voce preoccupata)Ma secondo voi mi perdona? Berta:un l’è una tipa facile... Grazia:(irrompendo nel discorso)Cià ragione… Duca(stanco)Basta andrò via...Con Beatrice ho chiuso...Non mi vedrete più addio gente!!! Anche Ugo si butta per terra ed esulta con le mani al cielo,il Duca lo guarda male e Ugo per giustificarsi dice: Ugo:Sono musulmano anch’io Il duca sbuffando esce dal palcoscenico. Intanto il muto esulta baciandosi i pugni e alzandoli al cielo,Augusto lo nota e gli dice: Augusto:Muto?Che stai facendo? Il muto si ferma e scrive”SPOSO IO BEATRICE”,tutti si mettono a ridere,Augusto si avvicina e lui e gli dice: Augusto:(berciandogli nell’orecchio)Ma oltre che muto sei pure scemo? Il muto si tocca l’orecchio,poi scrive sul foglio “SONO MUTO,NON SORDO!!!”. Augusto:Si ma a lei non gli importa niente di te! Grazia:E cià ragione!!! Ugo:(infastidito)Zittate sta cornacchia!!!(rivolto al Citti)Poi muto come fai a conquistarla sentiamo? Il Citti con faccia spavalda gli fa cenno al contadino di aspettare e guardarlo,si dirige verso il fioraio e gli chiede gesticolando tutti i suoi fiori. Il fioraio essendo miope non lo vede,allora il Citti per richiamare la sua attenzione schiocca le dita. Fioraio:Che è sto ticchettio? Il Citti gli batte la mano sulla spalla Fioraio:Ma chi sei? Si avvicina alla faccia del muto per focalizzarlo meglio e gli da una testata,il muto si tocca la testa. Fioraio:Imma un sarai mica te? Il Citti non demorde e richiama di nuovo il fioraio con la classica pacca sulla spalla. Fioraio:Chi è ora?! Il Citti sbuffa,però gli viene una brillante idea,scrive sul foglio:”POTETE DIRGLI VOI CHI SONO”. Augusto si avvicina,e dice ironicamente: Augusto:Certo che bel teatrino,un muto e un ceco che tentano di comunicare!(Al Fioraio)O Fioraio è il muto che te vole! Fioraio:Il Muto?E che vole? Augusto:I fiori… Fioraio:Quanti ne vole?Quali vole?Ma soprattutto perché li vole? Il Citti spazientito scrive “SARANNO FATTI MIEI”,e poi batte le mani per attrarre attenzione. Fioraio:Che ha detto? Augusto:Li vole tutti!Vero muto? Il Citti si controlla nel portafoglio,e dalla faccia si capisce che non ha molti soldi. Allora scrive”FACCIAMO QUATTRO ROSE ROSSE”. Augusto:Quattro?!Non si può.. Il Citti scrive “PER QUALE MOTIVO?” Augusto:Le rose si vendono dispari… Il Citti scrive“CE’ UNO SCONTO SULLE DISPARI?” Augusto:No,ma pari non si vendono,non è signorile” Il Citti scrive“ALLORA DAMMENE TRE” Augusto:Ma tre è da poveracci,un fare taccagno,alò pigliane cinque!? Il Citti sbuffando scrive”PIGLIAMENE CINQUE,BASTA CHE ME LE PRENDI” Il fioraio ne prende cinque ma bianche. Il muto sbuffando gli prende la mano e gliela tenta di mettere su quelle rosse,però il fioraio lo respinge dandogli una botta sulle mani e dice: Fioraio:Sta fermo fo io!! Il muto scrive “LE VOGLIO ROSSE” Augusto:Codeste so bianche le vole rosse! Il fioraio le posa e ne prende cinque blu. Augusto:Codeste so blu,un sarai mica daltonico!!! Il fioraio ne prende cinque gialle. Augusto mentre stava per intervenire viene fermato dal muto,scrivendo”LASCIA STARE”. Intanto mentre il fioraio prepara le rose,il Citti prepara i soldi. Appena decorato il mazzo di fiori glielo porge,però,aveva fatto un mazzo con un fiocco troppo lungo allora il Citti scrive“PUOI TAGLIARE UN PO’ IL FIOCCO?”,cambia pagina“E’ TROPPO LUNGO”,Augusto allora riferisce: Augusto:Fioraio,sto fiocco e troppo lungo,taglialo! Il fioraio per tagliere il fiocco taglia anche tutti i fiori,e poi glieli porge. Il Citti con le mani implora il cielo ed Augusto ridacchiando dice: Augusto:Hai decapitato i fiori... Fioraio:(per giustificarsi)Me partito un taglio sbilencio! Augusto:va bè arfane n’altro… Il fioraio prepara un altro mazzo di rose e anche sta volta fa il fiocco lungo: Fioraio:Me venuto n’altra volta il fiocco lungo,adesso lo taglio… Il Citti lo ferma. Augusto:Fioraio va bene cosi...Oppure te tocca vendere i gambi! Il fioraio da il mazzo al Citti che frugandosi nel borsello gli da una moneta,ma tastando i soldi dice: Fioraio:questi so cinque lire gli altri venti? Il Citti meravigliato scrive“MENOMALE CHE NON CI VEDEVA”,poi cambia foglio,“MA SO AUMENTATI I FIORI?”Augusto dice: Augusto:Muto hanno sempre avuto sto prezzo! Il Citti scrive“VERAMENTE?” Augusto:si… Allora il Citti prende solo una rosa dal mazzo,e il fioraio guardando Augusto gli fa il segno del braccino corto. Il Citti scrive“IO VADO A CONQUISTAR BEATRICE”,con una mano regge la rosa e con l’atra il cartellone,mentre si dirige verso l’uscita si scontra con il duca che rientra nel palcoscenico, i due cadono e mentre il Citti guarda il fiore,si accorge che si è spezzato e lo mostra al pubblico. Il Citti sbattendosi le mani in faccia scrive “FINE ATTO PRIMO”e lo mostra al pubblico. Si chiude il sipario. Introduzione all’Atto Secondo Palcoscenico buio,luce bianca che illumina il Citti situato al centro. Il Citti guarda il pubblico e con una mano si stropiccia il mento. Citti:Insomma...(allargando le mani)Questa è la mi vita...Però quel giorno ero fiducioso...Si,sfigato l’ero sempre!Solo io ce metto tre ore per comprare un fiore,che poi me se rompe...Ma quel giorno era diverso! Sapevo che la mi bona sorte stava cambiando,sarei arrivato li da Beatrice e le avrei detto subito“MI VUOI SPOSARE?”,e lei mi avrebbe detto“si”,perché infondo infine io l’ero sempre l’unico che la consolava,quindi se sarebbe fatta prendere dall’emozione e me avrebbe detto”SI”. Era la mia ultima occasione,Beatrice era libera,ero emozionato,talmente tanto emozionato che per tutto il viaggio pensai al discorso e appena vidi casa sua mi dicevo “Ma che discorso mi preparo,tanto sono muto…”. Beatrice mi piaceva troppo,ero veramente cotto di lei,era l’unica donna che ho sempre amato,e quel giorno non mi poteva dire di no perché nella mia vita c’era solo lei. Non so cosa avrei fatto se mi avrebbe detto di no. Ma questo non sarebbe successo,quel giorno era un giorno diverso,era il mio primo giorno di vita,era il giorno della svolta,della rivoluzione! Mi recai verso casa sua,dopo avergli preso un'altra rosa,blu ovviamente. E adesso basta coi discorsi e godetevi il continuo di questa strana storia… Si chiude il sipario. Atto secondo (Prima parte) La scena è situata fuori la casa di Beatrice,ai piedi della porta di casa ci sono delle piccole piantine. Il duca mentre si appresta ad entrare in casa di Beatrice incontra il Bracci,uomo d’affari che aveva stretti legami col duca. Il Bracci appena lo vede allarga le braccia e dice: Bracci:Amico mio,come va? Il duca preoccupato di vedere il Bracci,si lascia scappare un: Duca:O no… Bracci:“O no?”...Non sei contento di vedermi caro duca...A dir la verità neanch’io...Ma come tu ben sai,oggi è l’ultimo giorno caro duca... Il Bracci prende la pipa dalla sua tasca. Il duca lo guarda disperato e gli dice: Duca:Bracci...Mi serve tempo...non ce l’ho i soldi… Bracci:Non ce l’hai?Ha…Non ce l’ha questa è buona!Sta scherzando chiaramente li deve avere!Se non ce l’ha?Li avrà da qualche parte…o no! Duca:Bracci? Bracci:I miei soldi dove sono duca!Non ho tempo da perdere,ho lasciato la carrozza in seconda fila,e m’è scaduta l’assicurazione sul secondo cavallo,per concluderla stamani se anche forato uno zoccolo e m’è toccato cambiarlo,non è stata una bella giornata…I soldi? Duca:Bracci non ce l’ho… Bracci:Duca,duca,mi delude...Lo sa che succede a chi non mi riporta i soldi? Duca:(toccansi il collo)Mi tagliate la testa,gettate il corpo nel fiume e tenete la testa come trofeo? Bracci:Duca lei è un sadico...Veramente una semplice revolverata,un colpicino piccolo piccolo e tenero tenero,che la penetra il cuore e stop. Lo so sono un tenerone,me lo dicono tutti,anche quando mori il vecchio Tobia indovini che mi disse… Duca:Che è un tenerone? Bracci:No...Non disse niente,se uno lo spari che vuoi che ti dica,forse solo un “ah”,ma c’era tanta gioia in quell’ “ah”,Guardi tanta gioia che un po’ mi dispiaceva averlo colpito,ma il rimorso mi passo subito,infondo l’aveva colpito il Cagni,il mio scagnozzo...Comunque duca,la farò morire come ha detto lei… Duca:E se invece trovassimo un rimedio? Bracci:Sarebbe? Duca:Caro Bracci la raddoppierò quello che le dovevo… Bracci:Come? Duca:Vede,ha mai sentito parlare di petrolio? Bracci:sarebbe? Duca:L’oro nero… Bracci:Lei mi fa ridere duca,va bene che non è tutt’oro quello che luccica,ma l’oro è bello perché e giallo,che me ne faccio di quello nero… Duca:No è materiale liquido,ma le fabbriche di oggi vanno avanti con questo,a Milano lo ricercano tantissimo,che dico Milano,il mondo,è diventato il pallino e lei amico mio ha l’opportunità di averlo grazie a me… Bracci:Come? Duca:Vede questa casa,è piena di petrolio,io sono fidanzato con la padrona di questa casa,la sposo e gliela vendo,lei la demolisce,scava e trova il petrolio… Bracci:Duca sarò uno stupido ma questa storia del petrolio mi ha convinto,vada si sposi quella ragazza e mi faccia scavare,anche se mi occorreranno parecchie pale,sa in questo periodo dell’anno costano più dell’oro...Ha l’ha capita più dell’oro…Vada duca e sposi la sua amata...E dopo la darò una parte del mio raccolto… Duca:Subito onorevole Bracci e la ringrazio della sua misericordia… Il Bracci si allontana e il duca si prepara il discorso per entrare in casa di Beatrice… Atto secondo (Seconda parte) Ia scena è situata a casa di Beatrice. Umile stanza da pranzo,poco arredata. Al centro del palcoscenico una tavola di legno,ricoperta da una tovaglia bianca con un mazzo di fiori sopra e sette piatti. Al lato destro del tavolo una sedia. Alle pareti un quadro che rappresenta il paesino di Rocciala. Entra nella scena prima Beatrice che urla come una pazza isterica e poi il duca che la insegue pregandola e scongiurandola. Duca:(inginocchiandosi e pregando Beatrice)Ma mia cara,amor della mia vita...Provvederò credimi… Beatrice:(Imbestialita)Tu sei un falso!!!Tu imbottisci le persone di cavolate e a me mi avresti fatto già esplodere caro Duca!!!Io voglio un uomo vero,un uomo con le palle,non so se mi spiego? Duca:Beatrice…mia cara...non è che ho perso tutti i miei averi... Beatrice:Infatti...ora hai solo tanti debiti...sei una delusione,basta io voglio un uomo che mi possa dare un futuro è che mi rispetti… Duca:Amore mio ma in questo paesino lo vuoi?Te lasciami organizzare che risolvo tutto,ti compro il villettone e ti faccio diventare la donna più ricca di Milano… Beatrice:Ma se tu sei napoletano su… Duca:Amore mio di nascita...ma io ho il sangue milanese…Mia cara perdonami e dammi un’altra possibilità! Beatrice:(con voce dolce)Ma mi compri anche il cavallino? Duca:Beatrice ti compro una trentina di cavallini!Ma adesso vieni qui è dammi un bacio… Beatrice va verso il duca e si abbracciano,il duca la guarda profondamente negli occhi e le dice: Duca:Bimba per te rinunzierei a tutto… Beatrice:Amore mio proprio a tutto? Duca:Amore mio a tutto!Perfino alla Marta guard... Si tappa subito la mano con la bocca ed esclama: Duca:U’Maronn… Beatrice lo guarda con gli occhi rossi e gli dice arrabbiata: Beatrice:Maledetto… Duca:(tentando di scusarsi)No mia cara…Aspetta posso spiegar.. Non lasciandolo nemmeno finire Beatrice prende un piatto e lo spacca per terra...ne prende un altro lo guarda e gli dice: Beatrice:Spiegarmi?Cioè tu vorresti spiegarmi come son cornuta...Ma io ora ti spacco sto piatto nel capo e ti faccio fini di dir bischerate...O per chi mi hai preso duchino... Duca:Beatrice calmati… Beatrice:Calmarmi?Cioè mi dovrei pure calmare?Ha ha..Mi dovrei pure calmare...Ha ha(arrabbiatissima)Ma io ora spacco tutto…si spacco tutto...Butto in terra codesta catapecchia e ti ammazzo!!!Si ti ammazzo brutto verme…Ti ammazzo!!! Duca:Ma cara... Beatrice:Ma cara un corno!!!Vattene!!!Un mi frega più nulla di te!! Beatrice gli lancia un piatto che il duca lo schiva,e poi prende anche gli altri e ad ogni frase gliene lancia uno ma non colpisce mai l’obbiettivo. Beatrice:Non voglio i tuoi soldi...Ne la tu casa nova...Ne i tuoi regali...Ne te!!! Alla fine Beatrice rimane con l’ultimo piatto in mano!!! Duca:Calmati contadinotta ho capito vado via,ma ricordati che hai perso una bella occasione,rimani,rimani nel tuo paesino ma del duca non sentirai più parlare non preoccuparti... Beatrice:(Arrabbiatissima)Vai via!!!!! Il duca esce dalle scene Beatrice lo rincorre col piatto in mano per spaccarglielo in testa. Appena uscito il duca,entra il Citti con il mazzo di fiori e Beatrice,pensando che il duca avesse fatto retromarcia,rompe il piatto in testa al Citti. All’inizio inizia a barcollare e girare su se stesso,poi alla fine alza il foglio con su scritto:”MI SA CHE NON E’ GIORNATA”,e dopo sviene. Si chiude il sipario. Atto secondo (terza parte) Si riapre il sipario,al centro del palcoscenico ce il Citti per terra e Beatrice che tenta di rianimarlo. Beatrice inizia a dargli leggeri schiaffetti e intanto parla: Beatrice:Quel duca...Prima si prende il mio cuore poi mi tradisce...Che nervoso,oddio solo se ci ripenso… Beatrice innervosita dal duca colpisce con schiaffi più forti il muto che nel frattempo si era ripreso. Beatrice:Accidenti a me che so na bischera che si lascia sempre prendere,accidenti!!! Il muto tramortito dagli schiaffi prende il suo fischietto dalla tasca e fischia alzando il cartello con su scritto “KO”. Beatrice imbarazzata dice: Beatrice:Scusa muto un volevo farti male.. Il Citti gli stringe la mano e scrive”ESSERE PRESO A SCHIAFFI DA TE E’ UN ONORE”,Beatrice sbuffando dice: Beatrice:Ma va la muto un ciò mica tempo da perdere per ste cose,è poi m’hai fatto prendere un colpo… Beatrice si alza e guardando il pubblico si mette una mano nella testa e dice: Beatrice:E adesso…adesso come faccio. La mi vita è rinchiusa dentro sto paesino,gia m’ero progettata un futuro dentro na bella casa,con mi bel maritino ricco,io vestita di lusso,ricoperta d’oro,piena d’oro,tutto il giorno sarei andata a spasso a cavallo,mentre in casa pulivano i camerieri. Io non avrei mosso un dito. E i figli?I figli?Magari una bambina…Se ci si avesse avuto tempo...Ma quello in secondo piano dopo sarei diventata grassa e poltrona e poi al mi maritino un gli sarei garbata…Già al mi maritino!!!Quello…(Si tappa la bocca con la mano)..MMM...Meglio lasciar stare…E adesso sono qui e resterò tutta la vita qui,addio sogni e addio gloria… Il Citti si alza e tenta di consolarla,poi la guarda negli occhi e gli scrive “IO POSSO DARTI TUTTO QUESTO…”.Beatrice scoppia in una risata,e dice: Beatrice:Meno male che ci sei te muto che me fai ridere!!! Il Citti la guarda con uno sguardo serio e le scrive:”NON STO SCHERZANDO!!!”,cambia foglio,“BEATRICE,TI DEVO DIRE UNA COSA DA TEMPO”. Beatrice lo guarda e dice: Beatrice:cosa? Il Citti le guarda e scrive: “BEATRICE IO…”,ma mentre sta tentando di cambiare foglio viene interrotto dal duca che entra in modo disperato in casa di Beatrice: Duca:Beatrice hai tutte le ragioni del mondo..Ma non puoi...non puoi lasciarmi,io vivo di te,non puoi abbandonarmi...Ti darò tutto soldi,fama... Beatrice interrompendolo dice con tono acceso: Beatrice:Fama?Tu adesso puoi darmi solo fame!!! Duca:(Con uno stato d’animo abbastanza riflessivo)Si forse hai ragione,ma cambierò,te l’ho detto sono sotto un giro di affari grosso amore mio,grosso!!! Beatrice:Duca,sono stanca,basta esci fuori da casa mia… Duca:(Disperato)Ma cara… Beatrice:(innervosita)Esci!!! Il duca esce dalla scena dicendo:“Se questo è il tuo desiderio sparirò...Troverò qualcun’ altro,sono importante ancora...Addio amore mio”.Beatrice si rattrista e siede sulla sedia. Il Citti le va vicino per consolarla,lei lo guarda e gli dice: Beatrice:Muto siediti a consolarmi,ti prego… Il Citti si guarda intorno ma non vede nessuna sedia,allora si mette con la schiena a mezz’aria,intanto accarezza Beatrice che si è chinata col capo sul tavolo: Beatrice:Stai comodo? Il Citti per accontentarla scrive“UNA MERAVIGLIA”. Beatrice lo guarda e ride,e anche al muto gli scappa un sorriso. Beatrice:Dai scemo alzati… Il Citti si alza,e mette una mano sulla spalla di Beatrice accarezzandola. Beatrice guarda la porta e tira un sospiro dicendo: Beatrice:Il mio sogno è sparito,è andato al di la di quella porta...e adesso non tornerà più… Il Citti di nascosto esulta con la mano. Poi Beatrice lo guarda e dice: Beatrice:E tu muto che sogno hai? Il Citti la guarda per un istante e scrive “TU”. Beatrice pensando che era una battuta dice: Beatrice:Dai muto non scherzare… Il Citti la guarda intensamente e scrive“SPOSARTI E’ IL MIO UNICO SOGNO”. Beatrice meravigliata e imbarazzata dalla sua dichiarazione,resta spiazzata. Il Citti le scrive”TI HO SEMPRE AMATO!!!”. Beatrice ancora spiazzata gli risponde: Beatrice:Muto…Ma io non ti amo!Cioè potrei anche amarti ma in un lontano futuro...com’è messo il tuo conto in banca? Il Citti la prende per le mani e le scrive con occhi tristi”TI PREGO”. Beatrice lo guarda e per non deluderlo gli dice con voce spavalda: Beatrice:Va bene muto...Un ti voglio deludere...Ti sposerò… Il Citti salta ed esulta finché un “ma” di Beatrice lo fa ritornare coi piedi per terra. Beatrice:Ma...dovrai farmi la proposta di matrimonio…Con la tua voce! Il Citti rimane spiazzato,Beatrice lo guarda con gli occhi di una che ha ammazzato un uomo,e non ci sono le prove per incastrarla. Il Citti con lo sguardo sofferente scrive sul foglio “PER TE ANCHE QUESTO”,cambia foglio“ARRIVEDERCI”. Il Citti esce fuori dalla stanza. Si chiude il sipario. Introduzione all’Atto terzo Palcoscenico buio,luce bianca che illumina il Citti situato al centro. Con la mano sinistra si scompiglia i capelli e incerto si rivolge al pubblico. Citti:Mi ero complicato la vita. Già la mia è poco complicata per conto suo,poi con questa. Ma so sempre stato cosi,io son convinto che le cose possibili le faccio subito,le difficili ci provo e per i miracoli mi sto attrezzando. Pensavo che il passo più grande della mia esistenza sarebbe stata la dichiarazione d’amore a Beatrice,invece la mia strana vita mi aveva giocato un altro scherzetto. E’ vero…Diceva sempre mia nonna:”Chi nasce storto non muore dritto”,infatti ciò sempre creduto a codesta cosa,ne avevo le prove. La verità è che ero solamente un illuso che voleva sfidare la sua dura realtà, che voleva fare quello che il buon Dio non gli aveva concesso…Che voleva donarsi quella cosa che m’era sempre mancata...Non fraintendetemi,...sempre a pensar male voi! La verità è che a me non me ne fregava niente della voce…E da una vita che ne avevo fatto a meno,parlando sarei diventato diverso,non sarei stato Giacomo Citti conosciuto come il muto. Ma pazienza,la mia vita era incompleta per un semplice motivo,non per la voce...Per l’amore,io avevo amato quella donna e volevo il suo amore,e per quello avrei fatto di tutto…Anche parlare!Già io volevo parlare per Beatrice,anche se sapevo che la sua era solo una provocazione,ma ci dovevo riuscire,così lei avrebbe capito che l’amavo al tal punto di fare tutto per lei. La stessa sera mi misi a provare e provare. Ero diventato matto,provavo tutti i giorni,per settimane,mesi e anni finché…Beatrice!Finalmente parlai,corsi subito da lei non volevo perdere un secondo per dirgli con la mia voce quello che provavo per lei...e fu cosi che la vidi… Atto Terzo Siamo nel paesino di Rocciala ed è quasi il tramonto. Entra nel palco il Citti che frettolosamente si guarda intorno per vedere dov’è Beatrice,finché la vede entrare a braccetto nel palco con il duca e con un bambino. Il Citti si volta di scatto facendo finta di niente,con i pugni ben chiusi per la rabbia. Beatrice e il duca,fanno la loro sfilata per tutto il palcoscenico non considerandolo nemmeno. Il Citti mentre si vede uscire la sua amata,allunga il braccio come se volesse fermarla,ma non dice nulla. Dopo l’uscita si distende per terra sbattendo i pugni,guarda in alto e tenta di parlare,con la mano tremolante si tocca la bocca e scopre che ha riperso la voce. Si alza e piangendo scappa. Esce e rientra dal palcoscenico,intanto il palco diventa buio e al centro del palco c’è una luce. Il Citti piano piano va versa di essa,la guarda e si siede. Illuminato da quella luce gli spunta un sorriso,si alza e si rivolge al pubblico dicendo: Citti:Si sto ridendo,sto ridendo alla luna…Sto ridendo perché infondo sono felice…Vi starete dicendo”questo è diventato matto”,ma vi sbagliate sono felice...Perchè?...Forse avete ragione,vi starete dicendo,ha riperso la voce e la sua amata,il sogno di una vita e sparito,ritornerà ad essere quello che è sempre stato…Però io vi dico che ho qualcosa di più di tutti voi?...Cosa?...La speranza. Si perché penso che se un muto riesce a fare l’unica cosa che gli è stata negata,cioè se un muto riesce a parlare,perché questo mondo pieno di guerre,odio e ignoranza,si insomma perché questo mondo non può cambiare…Questa è la strana storia raccontata dal muto che quella sera diede una lezione a tutti voi …. Fine
  
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