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Autore: Shainareth    07/12/2009    4 recensioni
[Gundam SEED Destiny] Benché avessero la stessa età, Kira era convinto di essere il fratello maggiore. E poco importava se il suo amico fosse protettivo nei suoi riguardi, apparendo così più maturo di lui. Athrun era comunque nato alla fine di ottobre, Kira a maggio dello stesso anno.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Athrun Zala, Kira Yamato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Famiglia




Benché avessero la stessa età, Kira era convinto di essere il fratello maggiore. E poco importava se il suo amico fosse protettivo nei suoi riguardi, apparendo così più maturo di lui. Athrun era comunque nato alla fine di ottobre, Kira a maggio dello stesso anno.

   Tra i due c’era però una differenza caratteriale non da poco: Kira era vivace e timido a un tempo, amava giocare, piangeva per un nonnulla e chiedeva sempre l’aiuto di Athrun; quest’ultimo era molto più posato, più deciso, più introverso e più sveglio di lui. Eppure, nonostante questa dicotomia, i due andavano d’accordo al punto da potersi considerare fratelli. Anzi, quell’abisso caratteriale che li aveva spaesati durante i loro primissimi incontri, li aveva poi incuriositi, tanto da indurli a voler conoscere e capire meglio l’universo che si celava dietro l’altro e che a loro pareva del tutto oscuro.

 

«Stasera resti a dormire da me, vero?», iniziò Kira, contento, mentre percorreva la strada di casa con il suo migliore amico, al ritorno da scuola.

   «Sì, mia madre tornerà tardi anche oggi e non vuole ch’io rimanga da solo ad aspettarla.» La madre di Athrun era una ricercatrice e capitava spesso che il lavoro la tenesse lontana da casa.

   In realtà nessuno di loro era originario di Copernicus City, città situata sulla superficie lunare in cui si erano conosciuti e dove abitavano attualmente. I genitori di Kira erano di Orb, piccolo stato autonomo appartenente all’Oceania; quelli di Athrun erano invece di PLANT, una nazione composta da colonie spaziali in cui vivevano per lo più Coordinators come loro.

   Kira avrebbe voluto domandare al suo amico se ultimamente avesse sentito suo padre, rimasto su PLANT in quanto pezzo grosso del Ministero della Difesa. Rinunciò a farlo per delicatezza. Non molto tempo prima Athrun gli aveva detto, in confidenza, che forse suo padre sarebbe stato eletto addirittura membro del Consiglio Supremo, e la cosa sembrava averlo in qualche modo inorgoglito. Tuttavia – ma Kira neanche lo sospettava – ogni volta che andava a casa sua, ad Athrun balzava all’occhio un’altra colossale differenza nel loro modo di essere: Kira rideva e scherzava con entrambi i suoi genitori, Athrun non sapeva nemmeno se suo padre fosse capace di farlo. Aveva vaghi ricordi di quand’era piccolo, e, sforzandosi di scavare nella memoria, gli pareva di intravedere un sorriso paterno tutto rivolto a lui, sincero e protettivo – qualità che il ragazzino aveva ereditato più delle altre. Questo prima che l’uomo decidesse di entrare in politica. Ma era una questione importante, ripeteva Athrun con genuina convinzione, cercando di giustificare gli anni di lontananza dal genitore. Andava bene così: suo padre doveva pensare al benessere di tutti, non soltanto a quello dei suoi cari. E non c’era nessun dubbio sul fatto che Patrick Zala amasse la sua famiglia, in quanto aveva voluto che sua moglie e suo figlio si trasferissero lì sulla Luna proprio perché su PLANT c’erano stati degli attentati terroristici e aveva temuto per la loro incolumità.

   «Perciò stasera possiamo rimanere svegli fino a tardi a giocare con i vid…»

   Athrun mise bruscamente a tacere l’entusiasmo del suo amico. «Domani abbiamo un compito in classe.»

   «È vero», esclamò Kira, arrestando il passo e battendosi una mano sulla fronte. «L’avevo completamente dimenticato!»

   «Come diavolo fai ad essere sempre così svampito?» Athrun se lo chiedeva almeno una volta al giorno, e dopo anni ancora non era riuscito a trovare una risposta.

   «Però almeno una partita la facciamo, vero?» Kira era Kira, prendere o lasciare.

   Quello che avrebbe dovuto essere il fratello minore si fermò a sua volta, girandosi indietro giusto in tempo per vederlo trotterellare nella sua direzione e riprendere a camminare al suo fianco. Athrun sorrise. «Per me va bene, ma non piangere se perdi ancora.»

   «Stavolta ti batterò», disse Kira con espressione decisa. «Durante l’ultima ora ho studiato un piano d’attacco che…»

   «La prossima volta che mi chiederai aiuto per i compiti…», iniziò a minacciarlo l’altro, lo sguardo corrucciato a dimostrare la propria contrarietà riguardo al suo poco senso di responsabilità. In realtà anche quello era uno dei lati di Kira che ad Athrun piacevano, nonostante tutto.

   Lo sentì ridere. «Chissà se la mamma ha fatto la torta che mi aveva promesso», cominciò quindi a ragionare il ragazzino dalla chioma castana. «Fa i dolci migliori solo quando sa che vieni a stare da noi. Non è giusto.»

   «È perché sono il suo figlio preferito», lo stuzzicò Athrun.

   «Portami rispetto, sono il più grande!»

   «Come no…»

 

«Mi chiedo per quale ragione, anche a distanza di anni, io debba sentirmi ripetere che sono il fratello più piccolo.» Athrun sogghignò, dando una scorsa veloce al sottile fascicolo che uno dei suoi assistenti gli aveva consegnato poco prima. Appoggiato con le spalle al muro esterno di uno dei magazzini di Morgenroete e vestito con abiti civili poiché la sua candida divisa di ZAFT poco si addiceva a quel posto, Kira si volse a guardarlo, supplichevole. «Non potresti farla ragionare?»

   «E perché? Così è più divertente.»

   «Infame.»

   «Non è colpa mia se sono il suo preferito.»

   La storia si ripeteva, pensarono entrambi, ridendo apertamente. Non soltanto perché gli insensati discorsi di Cagalli avevano riportato a galla vecchi ricordi di quando vivevano gomito a gomito a Copernicus City, ma anche e soprattutto perché, dopo tante difficoltà che li avevano allontanati e poi riavvicinati, alla fine fratelli lo erano diventati per davvero, arrivando a costruire un’unica, vivace e bellissima famiglia.













Lo so che non scrivo e non posto da una vita (almeno secondo i miei vecchi ritmi), ma vi basti sapere che non sono morta né ho abbandonato il fandom. Sono solo stata "distratta" da altro, se vogliamo dire così, per cui l'ispirazione era andata a farsi un giretto per lande desolate. E Lanfranco dorme, poveretto, lo si capisce dalla sobrietà di questa shot. Magari ce la faccio a scrivere per un po' roba intelligente. Forse.
Piuttosto, sono piacevolmente sorpresa dal fatto che stanno fioccando storie sulla serie! E tutte belle, oltretutto! Finalmente non sono più la sola a scriverci su! Yeah! Grazie quindi a chi scrive, avevo davvero voglia di leggere qualcosa che non fossero le mie quattro cavolate! ^*^
A presto, spero!
Shainareth
P.S. Un bacio ad Atlantislux per avermi fatto da beta. ♥





  
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