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Autore: himotion    07/12/2009    4 recensioni
cit: ❝ - Cosa c’è ancora? - chiese scocciato senza guardarlo in faccia, stringendo i pugni nella tasca del nero giubbotto.
- Non annullare il concerto. - si sollevò definitivamente senza intenzione di toccare quel pavimento di nuovo e si avvicinò lento all’amico, accostandosi a lui, osservando la fine di quel tunnel buio - In fin dei conti, sono tre anni esatti dal nostro ultimo incontro. La cosa più ovvia che potrei fare è cantare per lei.
Spero che vi possa piacere, myblindedeyes´.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Strify, Yu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LACRIME A LAS VEGAS;

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“Tu non stai bene.”
“Ma cosa stai dicendo?! Sto benissimo.” Mentì ridendo.
“Non sto scherzando.” Lo inchiodò con lo sguardo Yu, pietrificando ogni movimento “Devi rivederla.”
I suoi occhi perforarono i blu intenso di quelli di Strify che si sentì morire dentro all’ennesima affermazione dell’amico su quell’argomento “Sta diventando una necessità.”
“Yu, sono tre anni che lo dici e non è mai cambiato niente, perché dovrebbe succedere ora?”
“Perché ti stai distruggendo, non reggi nemmeno più lo stress della tournée, te ne rendi conto?”
“Sai Yu..” disse malinconico assaporando i momenti ormai passati, attimi persi nel vento della notte della fredda e invernale Las Vegas e si appoggiò al muro grigio dell’edificio di cui non conosceva nemmeno il nome “.. Mi piacerebbe trovare uno schema per riconoscere quella ragazza tra un miliardo. Ma credo che la cosa sia ormai fin troppo difficile. Gli anni passano per tutti, perfino per lei.”
“Sì, hai ragione. Non per i sentimenti, però..”
“Sentimenti?” rise potente lasciando abbandonare le gambe e la schiena lungo la parete fino a toccare terra “Non provo più sentimenti da quella dannata notte di questa maledetta città.”
“Non ti facevo così ottuso e poco intelligente.”
“Beh, grazie.”
“Oh, adesso non fare la vittima. Sebastian, hai ventuno anni non due. Se solo ne avesse la possibilità..”
Non terminò la frase che Strify si alzò brusco da terra e trattenne la furia improvvisa a stento.
“Smettila di parlare di lei. E’ finita. Ho fatto una cazzata. Stop, è possibile che tu e gli altri me ne facciate un problema?”
“Fartene un problema?! Merda.. guarda come sei ridotto!” gridò “Non fai altro che imbottirti di alcool, passi la metà del tempo a vomitare nel cesso quando sei a casa e la gente si chiede che fine abbia fatto il tuo charme e sex appeal sul palco..”
“Pensi che io mi diverta?”
Yu lo guardò, non portava più il volto di Strify, a fissarlo con occhi spenti non era il suo amico. Solo una persona che si era arresa al destino, che aveva smesso di lottare per i propri sentimenti, davanti a lui c’era solo un uomo privo di vita.
“Non ti avrebbe mai voluto vedere in questo stato.”
“Non fare il melodrammatico. Non mi può vedere, non è qui con me.”
Il silenzio calò nel corridoio fioco e infinito. La luce aveva persino preso a lampeggiare segno che di lì a poco si sarebbe spenta una volta per tutte.
“Annulliamo il concerto.”
“Perché..?” sussurrò l’uomo che si era abbandonato nuovamente sul pavimento con il capo addossato al muro.
“Non sei in grado di reggerlo, ieri hai persino sbagliato due canzoni.”
Yu si voltò e iniziò a camminare lungo la moquette scura deciso a non voltarsi.
“Yu..”
“Cosa c’è ancora?” chiese scocciato senza guardarlo in faccia, stringendo i pugni nella tasca del nero giubbotto.
“Non annullare il concerto.” Si sollevò definitivamente senza intenzione di toccarla di nuovo e si avvicinò lento all’amico, accostandosi a lui, osservando la fine di quel tunnel buio “In fin dei conti, sono tre anni esatto dal nostro ultimo incontro. La cosa più ovvia che potrei fare è cantare per lei.”


Le fan incitavano il suo nome, le folle desideravano la sua voce emozionate mentre lui rimaneva impassibile, chino sull’asta del microfono. Gli mancavano quei sussurri, quegl’occhi e quei morbidi capelli del colore del miele, ma non per quello li aveva dimenticati se pur erano anni che non li toccava con mano.
Non possedeva più un cuore, l’avevano estirpato dal suo petto e non avrebbe più battuto per nessun’altra donna. Era davvero destinato a rubare cuori e a non averne uno?
Eppure, lo aveva fatto – e lo faceva ancora, nonostante tutto – con migliaia e migliaia di fan.
Possibile che tutta quella sofferenza non avrebbe mai avuto fine?
Le luci soffuse vennero oscurate dai flash provenienti da ogni parte. Yu e Kiro ai suoi lati lo guardavano, pregando Dio che non facesse una delle sue solite cazzate o l’ennesima fuga inaspettata.
Le note iniziarono a volteggiare nell’aria raggiungendo i visi dei presenti lasciando spazio a ovazioni di venerazione. La canzone prese forma e Strify avrebbe finalmente realizzato l’unico scopo per cui valeva la pena concludere lo show e per cui doveva andare avanti.
Cantare.
Cantare per lei.
Cantare per quella notte invernale e fredda di Las Vegas.
Esattamente come era stato tre anni prima.



You're too ashamed to tell ‘em how you feel
You hide your heart too scared to reveal
The broken scars that are beggin' to be healed by you..”





Le luci si accesero e il parterre venne illuminato di ogni colore che le iridi blu di quell’uomo potevano scorgere. Osservò chi, quella volta, era venuto ad assistere al loro spettacolo.
Adolescenti, ragazze, ragazzi, non faceva più differenza. Le parole uscivano meccaniche e - difficile da credere ai suoi occhi – dolci dopo tanto tempo. Si voltò verso Shin, sollevando la mano e indicando il cielo. Chiuse gli occhi e sprigionò tutto il sentimento legato a quella canzone.
Persino Romeo gli sorrideva, soddisfatto della splendida voce con cui magnificava quelle parole. Quando si voltò notò per prima cosa una sagoma immobile in prima fila, spintonata dalle altre che esaltavano la bellezza dell’uomo estremamente terrorizzato e allo stesso tempo elettrizzato a quella vista.
Non era un miraggio, non era un sogno quello che stava vivendo. Quegl’occhi cristallini lo stavano fissando offuscati dalle lacrime.

“.. Tears in Vegas,
Tears in Vegas
Who can save us.”




E fu come tre anni prima, le loro voci per quanto diverse, cantarono insieme. Strify si accorse solo in quel momento quanto la vita potesse essere triste senza la persona che si ama ma che in fondo lottare è l’unica cosa che ci rimane per restare vivi.




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Beh, è la prima che scrivo sui Cinema Bizarre,
e spero non risulti un fiasco netto.
Spero vi abbia fatto emozionare e, al contrario,
se non vi è piaciuta, commenti di critiche costruttive sono ben accetti!
Se invece vi è piaciuta, sarò contenta di leggerlo in un commentino (:
Grazie inoltre per aver letto e alla prossima ^^.

MyBlindedEyes;
PS. Le immagini NON sono prelevabili.
  
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