Atmosfera silenziosa e indifferente.
Chiuso nel buio di una
stanza di un’anonima locanda il giovane bonzo sta guardando venir giù una
pioggia scrosciante.
Occhi persi nel vuoto
mentre osserva gocce che piano scendono lungo la finestra.
È quasi notte e lui è
rinchiuso lì dentro da quel mattino. Non si è mosso dalla sua posizione, non ha
toccato cibo, ha pensato solo a fumare una sigaretta dietro l’altra.
Sii forte Genjo Sanzo…
Non ho potuto proteggerlo…
Io non sono forte…
Parole che rimbombano
nella sua testa, testimoni di una colpa che diventa ogni volta più grande.
Piegato da quel dolore lui non trova più la sua anima.
Vivere una vita che non spetta a lui. Perché colui che sentiva come suo padre aveva diritto a vivere ben più di lui. Invece egli si è sacrificato per salvarlo. E ancora una volta
le immagini di quel giorno tornano prepotentemente alla memoria.
Fa finta di averle dimenticate, le cela nel suo animo e solo in quei giorni di pioggia esse
tornano a farsi sentire e lui piange.
Lacrime invisibili perché ha promesso che i suoi occhi non si bagneranno mai più, ma nel suo cuore, celato a tutti, le lacrime sgorgano al ritmo della pioggia.
Goccia dopo goccia, però, non riesce a cancellare quel dolore e allora il giovane sigilla la sua anima come ha chiuso il suo corpo in quella stanza e rimane muto.
Ha aperto la bocca solo per scacciare Goku, rispondendo al rimprovero di Hakkai solo con un tzé
indefinito.
Nessuno ha il diritto di dirgli come comportarsi e quella scimmia non può pretendere di entrare nella sua vita e cercare delle risposte che lui non gli potrà mai dare.
Guarda di nuovo fuori dalla finestra e stringe le mani nei pugni.
Dolore fisico e dolore dell’anima. Ma quella volta non è la sua che è ferita.
Lui sa che quel grido di disperazione viene dall’unica persona di cui ha sentito la voce e che non ha potuto evitare di prendere con sé.
A volte si chiede ancora
il motivo di un gesto lontano anni luce dal suo abituale comportamento, a volte
evita di pensarci perché sa che non ha ancora trovato una soluzione per quello
che ha fatto o forse è talmente codardo da non darsi una risposta già ovvia.
Anche tu sentirai una voce…
Avrebbe dovuto prendere a
pugni la persona che lo avesse infastidito ma non ha potuto farlo.
Un legame.
Che esiste da sempre.
La cosa che ha tentato di evitare più di qualsiasi altra cosa.
Creare legami non è più
vivere per se stessi perché devi sempre preoccuparti per un altro o in ogni
caso è l’altro a preoccuparsi per te e lui non voleva nessuna delle due cose.
Ma il bonzo si sta rendendo conto che non può più tornare indietro.
Un legame è ritornato nella sua vita e proprio come allora una persona è diventata nuovamente
importante.
Notte scura.
Non c’è più il sole ad
illuminare non solo la terra, ma anche la vita di un ragazzino dagli occhi dorati.
Silenzio gelido tra lui e la persona che rappresenta il suo assoluto. Lui che ha sempre desiderato il
calore del sole. Calore che in questo momento il suo sole non è in grado di
dare neppure a se stesso.
E per lui è difficile capire il perché.
Capisce solo che è colpa della pioggia. E inizia ad odiarla anche lui. Perché è l’unica cosa che rende Sanzo un debole.
E lui non sa come proteggerlo.
E non capisce nemmeno
perché non può preoccuparsi per lui. È nell’ordine naturale delle cose preoccuparsi
per chi si vuole bene, perché lui non poteva farlo?
E in quella notte si ritrovava solo ed inutile.
La stessa sensazione che ha provato per cinquecento anni rinchiuso in quella prigione per una colpa che non ricorda.
Quando pioveva chiedeva
alla pioggia di restituirgli il sole ed è la stessa preghiera che sta facendo
ora. Non sopporta di vedere Sanzo in quello stato. Può tollerare quando lo
chiama stupida scimmia, quando lo picchia con il suo harisen, ma non può vedere
Sanzo farsi del male da solo.
E ha provato anche quella
volta a risvegliarlo dal suo torpore. È entrato nella sua camera che era buia e
fredda e gli è andato vicino. E Sanzo come al solito lo ha cacciato.
Alla scena ha assistito
anche Hakkai che ha provato anche a consolarlo, ma lui per una volta ha
preferito restare da solo.
Ormai dovrebbe esserci
abituato al comportamento di Sanzo quando piove, eppure gli fa sempre male.
Spesso non capisce la sua
ostinata convinzione a non avere nulla perché Sanzo ha lui e Goku sa che non lo
abbandonerà mai. E come potrebbe fare una cosa del genere alla persona che gli
ha donato un mondo splendente? Non lo lascerà mai solo perché lui ha colmato il
vuoto che aveva dentro di sé, quel vuoto causato dal fatto che lui ha perso
tutto quello che aveva avuto prima di essere imprigionato. Qualcosa che nemmeno
ricorda. Ma per il momento, almeno fino a che non ricorderà, può affermare che
la sua vita è iniziata con Sanzo.
Lui ora non è più solo e
lo deve al suo sole e Goku vorrebbe che anche Sanzo vedesse il loro legame
nella sua visione.
Un legame che non ha bisogno di troppe parole, che supera i normali legami tra le persone. Loro due si fidano ciecamente l’uno dell’altro, si capiscono e si completano e Goku
vorrebbe che Sanzo lo accettasse, che si lasciasse alle spalle i fantasmi del
passato o almeno lo facesse entrare dentro quelli.
E lui vuole provare ad aiutarlo anche se capisce benissimo che sarà difficile.
Un nuovo mattino sta
nascendo sul piccolo villaggio che accoglie i quattro viaggiatori. Un sole pigro
tenta di farsi strada senza troppa convinzione fra le nubi grigie rimaste come
prova della pioggia che è caduta per tutto il giorno precedente.
Sanzo è uscito dalla sua stanza molto presto e stranamente Goku era in piedi in corridoio di fronte alla sua porta.
Sanzo non si è sorpreso di vederlo lì.
Si sono fissati per
intensi secondi in silenzio incapaci di fare qualsiasi mossa, ma è il monaco a
scegliere per entrambi.
-Andiamo a mangiare, scimmia.-
-Io…-
Goku non riesce a dirgli
quello che ha deciso di fare durante la notte e guarda la schiena di Sanzo
allontanarsi lungo il corridoio che porta alla sala da pranzo.
E mentre lo vede andare lontano da lui anche i suoi piedi decidono di muoversi.
Un passo, due, tre, fino a
che con breve corsa non lo raggiunge e lo abbraccia da dietro.
-Scimmia…-
Sanzo ha appena il tempo
di iniziare a rimproverarlo quando è fermato dalle parole del ragazzino.
-Tu non sarai più solo.-
E’ facile dirglielo ora
che non lo vede in viso e che può percepire il suo calore.
Sanzo rimane fermo,
immobile, quasi trattiene il respiro, ma anche lui ha preso una decisione la
sera prima e ora può concedere qualcosa a quella persona che considera solo un
ragazzino che ha cambiato totalmente la sua vita.
-Lo so.-
Solo due parole perché non
può concedergli di più, perché sa che la prossima giornata di pioggia sarà
simile a quella appena passata nonostante tutto.
Ma Goku capisce che Sanzo
non l’ha cacciato ora e forse può sperare che la prossima volta gli permetta di
stargli accanto.
Lentamente scioglie il
monaco dal suo abbraccio e sorride passandogli davanti.
-Ho fame!-
-Stupida scimmia.-
Ma il monaco biondo,
seguendo il ragazzino, riesce ad allargare le labbra in un pallido sorriso.
______________________
Non so che cosa ho
scritto. Vi sembra strano? Ho scritto tutto di getto, in realtà pensavo che
questa fic uscisse in modo completamente diverso. Credo che Sanzo risulti un
po’ OOC. Cmq sia ormai è fatta e mi piacerebbe sapere che cosa ne pensate.
Alla prossima,
Kiana.