Non aveva mai pensato di essere come gli altri. Chiuso nel palazzo di sua madre, cresceva e sentiva la sua diversità. Poteva correre per molto più tempo degli altri ragazzini, aveva una vista più acuta, un olfatto migliore e , soprattutto, un udito quasi mostruoso. Odiava quella parola, l’aveva sentita così spesso relazionata a lui e pur non comprendendone del tutto il significato, il suo suono era così orribile da non lasciare molti dubbi. I suoni, così come i colori e gli odori svelavano ai suoi occhi dorati infiniti mondi. Si trattava di suoni, colori ed odori che gli umani non percepivano, che neppure immaginavano. Le persone, così come i demoni, emanavano una specie di musica non costituita dal gocciolio del sangue delle vene, dal cigolare morbido delle giunture e dal battito del cuore ma insita in loro. Nelle rare volte in cui si soffermava a pensarvi Inuyasha l’associava alla musica dell’anima. Ascoltando quella musica si poteva capire molto di una persona. Si poteva indovinare l suo stato d’animo e vedere se era sincera, affidabile, gentile o se invece era falsa, superba e fredda. Il suo udito non lo tradiva mai, smascherava le nature delle persone, rivelandogliele per quello che erano senza bisogno di contatti dolorosi. Un giorno, mentre gironzolava nei pressi di un misero villaggio che custodiva un grande tesoro, udì una musica fantastica: evocava, grandezza, potenza, santità e anche un’ enorme superbia.  Quella musica lo stregò e lo costrinse a mettere via la paura del dolore e a cercare la sua proprietaria. E non passò molto tempo prima che se ne innamorasse. Tutto era perfetto e il ragazzo fu, una volta di più, grato a quel dono che era stato in grado di donare persino a lui l’amore. Ma all’improvviso arrivò un nemico, l’anima che lacerava le orecchie come un canto di morte, e divorò tutto, trasformando quella musica paradisiaca in uno stridere d’odio. La donna morì ed uccise lui. E prima di addormentarsi il giovane odiò la musica delle anime e giurò che mai più l’avrebbe ascoltata. Senza che se ne accorgesse passarono gli anni. E poi, a cinquant’anni  esatti dal suo giuramento, una nuova musica lo svegliò. Una canzone dolce ed umile, che parlava di fedeltà e amore. Di promesse che sarebbero state mantenute a tutti i costi. Provò a spegnere quella canzone cercando di uccidere la sua padrona, ma poi fu il turno dei profumi e dei colori. E il ragazzo altro non potè che assecondare, come sempre, i suoi sensi.

Altra piccola Shot su Inu *-* mi è venuta im mente nel freddo gelido di stamane, mentre aspettavo il treno con i suoi soliti 50 minuti di ritardo ú.ú   Volevo precisare che il termine mostruoso inserito all'inizio della storia è da intendersi nella concezione originaria e positiva del termine ma anche in quella negativa, oggi molto più difusa. Era una piccola bivalenza che mi entusiasmava troppo xD 

See You, mi piacerebbe leggere commenti di qualsiasi genere su questa FF xD

Baci Sorrow