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Autore: Natalja_Aljona    10/12/2009    6 recensioni
E se qualcosa...o meglio qualcuno...impedisse ai Beatles di sciogliersi?
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1- Penny


Avere cinque anni non è il massimo. Pensò Penny guardando fuori dalla finestra.

Avere cinque anni e chiamarsi Penny Lane lo è ancora meno.

Avere cinque anni, chiamarsi Penny Lane e avere due genitori pazzi per i Beatles meno ancora.

Avere cinque anni e...oh, basta! Non ho già abbastanza disgrazie?


Non che a me non piacciano i Beatles, anzi...

Pensò Penny lanciando un rapido sguardo al ritratto di John Lennon che sua mamma, firmandosi con il suo nome da nubile(mai mostrarsi sposata davanti a John Lennon! Piccola perla di saggezza di Chelsea Scott), Miss Chelsea Scott, aveva appeso appena al muro.

Ma...

Penny alzò gli occhi al cielo.

Mamma era matta.

Di solito le donne incinte normali, cinque minuti prima di partorire esprimono il desiderio di vedere il figlio al più presto, o di avere il marito accanto.

Non che mia mamma sia normale, se è questo che state pensando.

Mamma espresse il desiderio di sentire la sua canzone preferita dei Beatles, Penny Lane.

E così fu.

In fondo come si può negare qualcosa a una donna incinta?

Papà poi, non si è lamentato affatto: non gli è dispiaciuto per niente di sentire i Beatles al posto delle urla di dolore di mamma.

Sì, perchè, parto o no, mamma non si sarebbe mai sognata di distrarsi dalla canzone parlandoci sopra, figuriamoci poi con un urlo!

E questa non è che la conferma che mamma non è normale.

Conclusione:

Sono nata io.

Come la chiamiamo, come la chiamiamo? Si scervellavano papà e mamma.

Ma Penny Lane, no?

Grazie, mamma, sei un genio.

Fortuna che non è nato un maschio, altrimenti con tutta probabilità l'avrebbero chiamato John Lennon.

Penny sospirò.

Papà si crede fortunato: pensa che mamma non lo tradirà mai.

L'unico con cui lo tradirebbe volentieri e con cui non potrebbe mai tradirlo perchè “irraggiungibile” è John Lennon.

Papà si credeva fortunato.

Mamma invece si credeva un geniaccio, proprio per aver avuto la “sublime idea” di chiamare sua figlia Penny Lane.

E io non dico niente che è meglio.



Era una mattina d'inverno, a Liverpool, e le strade quasi interamente coperte da un bianco manto di neve.

Penny Lane aveva cinque anni, ma non per questo aveva qualcosa da invidiare alle ragazzine più grandi, anche se queste ultime forse avevano nomi normali.

Eppure Penny avrebbe presto cambiato idea sul suo nome, anche se ancora non lo sapeva.

John Lennon era irraggiungibile, questo lo sapevano tutti.

Ma nessuno, men che meno Penny, sapeva quello che da un momento all'altro sarebbe successo...

Per saperlo, però, è necessario spostarci poco lontano da casa di Penny, e più precisamente in un supermarket, nel reparto surgelati.

Dovete sapere, infatti, che John Lennon era irraggiungibile(anche se credo di averlo già detto...), ma anche lui faceva la spesa, una volta tanto, quando non aveva le prove con i Beatles.

Doppia panna al cioccolato o doppio cioccolato con panna?

Era l'amletico dubbio di John, a cui era stato affidato il duro compito di comprare un gelato per Julian.

Poco lontano, davanti al banco dei salumi, Chelsea si stava guardando intorno, scrutando tutto con attenzione, meno che i salumi, l'unica cosa che doveva comprare e che, se continuava così, non avrebbe neanche comprato.

Proprio in quel momento Chelsea si voltò e...incrociò lo sguardo di John.

-Al diavolo i salumi!- Chelsea spinse il carrello di lato e, con fare “leggermente” eccentrico, bruciò in un attimo la breve distanza che la separava dal banco dei surgelati, ergo da John.

-JOHN, JOHN, JOHN!-

Chelsea, calmati. Si disse tra se e se la ragazza.

Hai ventisei anni, ormai, sei sposata e hai una figlia. Senza considerare che John è John e...beh, anche se non lo ammetterai mai, anche lui è sposato e con due figli. Respira, inspira e calmati.


A quel punto Chelsea si avvicinò a John, sfoderando il suo miglior sorriso.

Era pur sempre il suo idolo. Era pur sempre un Beatle.

E...Oh, cavolo! Era pur sempre John Lennon!

-Ehm...ciao-

John alzò distrattamente lo sguardo.

-Ciao. Bisogno di qualcosa?-

Respira, inspira...no, non funziona: sono troppo vicina a John Lennon!

E...mi sta rivolgendo la parola! Proprio a me! Anche se...ecco, credo...sarebbe anche il caso di rispondergli!

-John Lennon?-

John si voltò di scatto.

-Ok, vediamo...lei mi sembra un po' cresciutina per strapparsi i capelli come certe ragazzine...- John sorrise, al ricordo.

Dopotutto la popolarità gli piaceva, anche se certe volte le sue fans tendevano decisamente ad esagerare.

-....quindi...dopo un'attenta riflessione...posso anche evitare di scappare, no?-

Chelsea sbuffò.

-Tranquillo, sono sposata-

-Buono a sapersi....- erano le fans non sposate, le più terribili.

Chelsea abbozzò un sorriso.

Poco dopo i due cominciarono a parlare e, tra una chiacchera e l'altra, scoprirono di avere varie cose in comune...molte delle quali inventate al momento da Chelsea perchè....oh, via! Quando mai le sarebbe ricapitato, di avere qualcosa in comune con John Lennon?

Proprio nel bel mezzo di un'allegra conversazione tra John e Chelsea, il telfono di quest'ultima squillò.

Driiiiin!

-Oh. Chi può essere? Pronto?-

-Chelsea? Sono io!-

-James? Ma che...che succede?- Chelsea allontanò per un attimo il telefono dall'orecchio, per via delle violente interferenze che scuotevano per le feste il povero cellulare...

-Stasera non aspettatemi per cena. E neanche domani. Sono bloccato. C'è neve dappertutto...-

-Oh. Ok. Ma...io domani lavoro. Con chi la lascio Penny?-

Proprio in quel momento un ultima, fatale, interferenza colpì il cellulare, e la telefonata cadde.

-Chi è Penny?- Chiese John con un sorriso.

-Penny? Oh, è mia figlia. Penny Lane, per la verità-

John sorrise.

-Penny Lane?-

Chelsea arrossì.

-Oh...beh...-

-Ne sono onorato- John le fece l'occhiolino.

Oh cielocielocielo, Chelsea, calmati! Implorò la ragazza nella mente.

Ritornando alla realtà, Chelsea sbuffò, con aria afflitta.

-E adesso dove la lascio, Penny?-

-Senti, Chelsea...noi ormai siamo amici, no?-

-Oh...ne sarei onorata!-

-Fantastico- John le rivolse un altro di quei sorrisi mozzafiato.

-Io domani ho le prove con Paul e gli altri...- John sospirò al pensiero.

-Che ne diresti di...portarla da noi? Tanto, sai...ormai ci so fare con i bambini!-

Il cuore di Chelsea batteva sempre più forte.

Ora non solo era amica di John Lennon, ma...aveva anche trovato una sistemazione per Penny!

Quattro brillanti baby-sitter per una ragazzina sola erano anche troppi... Chelsea non avrebbe potuto chiedere di meglio.

-Perfetto! Grazie, John!-

I due si salutarono, e poco dopoi Chelsea tornò a casa, dove un piccolo, diabolico angioletto chiamato Penny la aspettava con il sorriso sulle labbra...

Un piccolo angioletto che presto avrebbe passato un'intera giornata in compagnia dei Beatles...e non una giornata qualsiasi...






  
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