Ri-eccomi con un piccolo drabble che mi è venuto in mente
questa notte, mentre tentavo invano di addormentarmi nonostante il
maledettissimo raffreddore che mi perseguita da giorni.
Così, tra uno starnuto e l’ altro,
mi sono messa all’ opera, e questo è il risultato.
Non prometto niente, ( non ero del tutto in me) , comunque lo pubblico lo stesso, e poi si vedrà.
L’ ho dedicato alla nebbia, perché per chi come me vive nella nebbiosissima pianura Padana è la compagna di
tutti i giorni, per quasi otto mesi all’ anno.
Può essere una gran seccatura, lo so bene, ma in linea
generale mi piace molto, crea un atmosfera strana, surreale,
molto dolce e tranquilla (finché non vai a sbattere il naso contro un
albero o un palo della luce).
Quindi… ecco qua, recensite e ditemi
cosa ve ne pare.
PER MANO NELLA
NEBBIA
Incroci, piazze, strade tutte
uguali.
Destra, sinistra, ancora destra.
Oppure dritti?
Ryoga sospirò: si era perso.
Di nuovo.
Come se non bastasse stava
calando una nebbia impenetrabile, e non vedeva oltre il suo naso.
Come avrebbe fatto?
Una voce lo chiamò nella
foschia.
“Ryoga? Ryoga sei proprio
tu?”
Sussultò.
Avrebbe riconosciuto quella
voce ovunque.
“Mi sono persa, con questa
nebbia non vedo nulla”
“Tranquilla, dammi la mano,
ti guido io… Akane.”
Lui sapeva che quelle sue
parole non erano una gran garanzia, avrebbero potuto
vagare per ore.
Ma non chiedeva altro.
Sorrise.
Non si sarebbe mai più
lamentato della nebbia.
Shirley
Poppy