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Autore: Rowena    13/12/2009    1 recensioni
Ria annuisce con un sospiro, seguendolo ancora: è vero, è solo il suo primo giorno al Lightman Group ed è già scombussolata a sufficienza. Come incontro, però, non è male. Forse, potrebbe anche concedere un appuntamento a Eli, tanto per sapere se davvero non le ha mentito. È tanto che non incontra qualcuno meritevole di un benino
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questo è un regalo di Santa Lucia per la mia polla che condivide la passione per questa serie (anche se io non ho certe mire su Tim Roth XD)... A te, Freddy!

 

 

Gli uffici del Lightman Group sono grandi e luminosi, il posto ideale per il lavoro: computer e tutti gli strumenti informatici per analizzare le microespressioni facciali compaiono in molte stanze, grandi fotografie sulle pareti fanno da esempi di mimiche comuni a tutti gli esseri umani. Ria Torres osserva il tutto con grande interesse, pronta a cominciare.

Ora che il tour iniziale è finito, però, Gillian scivola via lungo il corridoio come un fulmine, lasciando la nuova collega alle cure non molto rassicuranti di Eli.
È tutto nuovo per Ria, che ancora sta valutando se accettare quel lavoro o se scappare a gambe levate e tornare al suo rassicurante posto in aeroporto; in fondo lì ha a che fare solo con gentaglia che tende a imbarcare generi proibiti, il capo fuori di testa e questo altro collaboratore che non mente mai la inquietano molto di più. Certo, dice così ora, ma sa bene che lo stipendio è troppo alto per non accettare, perciò… Meglio iniziare da subito a capire le manie di tutti i suoi nuovi colleghi e cercare di trovare un compromesso per coesistere in ufficio senza troppi drammi. Avrà fin troppo da fare per cercare di andare d’accordo con Lightman per preoccuparsi degli altri, questo Ria l’ha già capito.
Certo, questo bizzarro soggetto dà argomenti su cui pensare: davvero dice solo la verità? O è la colossale menzogna alla base di tutto per poter raccontare frottole senza essere beccato?
Essere salutata con una proposta indecente ancora le mancava, in effetti, soprattutto se seguita dalla personale consapevolezza che lei non avrebbe mai accettato. Non sono alla tua altezza, ha detto Eli con la massima serenità, come se fosse un dato di fatto; non che abbia sbagliato, i bravi studiosi e ricercatori non l’hanno mai interessata particolarmente.
Forse obbligare se stessi a dire la verità e soltanto la verità è l’unico sistema per sopravvivere a Cal Lightman e il suo fiuto allenato a individuare qualunque menzogna, forse in breve tempo anche Ria adotterà la stessa tecnica. Ancora non ha avuto una dimostrazione pratica delle capacità del capo, ma qualcosa le dice che non avrebbe neanche senso provare a mentirgli…
«Con l’asserzione di prima, intendevi dire che sei interessata a venire a letto con me?»
E due. Non poteva certo essere finita lì senza un secondo tentativo, pensa Ria sospirando. «Scommetto che le tue relazioni si chiudono sempre… Come dire, per esasperazione della partner?», domanda con aria innocente.
Eli si volta e, stranamente, sorride. «Io non mento mai, metto subito in chiaro che non mi farò problemi a dire tutto ciò che mi passa per la testa. Siete voi donne che non volete crederci!»
«Forse perché tutti mentono… E gli uomini sono particolarmente propensi a cadere in tentazione», risponde lei con tranquillità, cercando di non mostrare nulla del suo passato.
«Ti prego, questo sessismo mi ferisce».
«Hai cominciato tu», lo rimbecca senza difficoltà, «e la mia esperienza mi dice che è la verità. Allora, sei bravo quanto Lightman a individuare le menzogne?»
«Assolutamente no, non a velocità normale almeno… Con un buon supporto tecnologico però sono quasi imbattibile».
Ria non risponde, si limita a un piccolo sorriso che non sfugge al giovane. «Ah, pensi che con un computer siano capaci tutti, non è vero?», domanda sarcastico Eli per nulla sorpreso: per chi non è un esperto nel settore, è facile arrivare a un simile pensiero, e la donna non è la prima a sostenere una simile sciocchezza. «Questo ci porta al prossimo punto: nelle ore di lavoro in cui non sarai impegnata su un caso con Gillian o Lightman, t’insegnerò come usare i nostri computer e i programmi di scansione delle immagini e dei campioni vocali. Forse così cambierai idea».
Perfetto, un sacco di tempo perso col maniaco dell’ufficio: Ria evita di commentare la notizia come vorrebbe e spera che le saranno affidati molti lavori che la porteranno fuori, all’aperto, magari a chilometri di distanza dal Lightman Group. «Continuiamo il giro?», propone svicolando dalla sua idea del lavoro a computer. Il capo già sembra averla in odio perché era, come la chiama lui, un talento naturale. Ci manca solo di inimicarsi anche gli altri colleghi, sebbene si tratti solo di quello strano personaggio.
Eli le mostra il corridoio da prendere e le fa strada. «E tu, invece, come te la cavi a letto?»
Un attimo per pensarci, Ria non prova neanche a ribattere che non sono affari suoi: è stata lei a chiederlo per prima, quindi è giusto restituire la cortesia. «Bene, molto bene aggiungerei».
«Per niente modesta… Mi piace», commenta Eli, per nulla sorpreso. «Sarebbe interessante scoprire se sei sincera».
«Dovresti saperlo da solo», lo provoca lei.
«Non con l’analisi delle tue espressioni: da quelle posso intuire che dici la verità, o che almeno sei così convinta di questa risposta da risultare sincera. Io però intendevo una prova pratica».
«No. Qualunque cosa tu possa dire o fare, la risposta è no!»
Questa è la sparata più grossa di tutte, e Ria non riesce a trattenersi dallo scoppiare in una risata fragorosa. «Vuoi proprio sentirti respinto senza mezzi termini, eh?», domanda ancora con un sorrisetto sarcastico, quando riesce a riprendersi, ed Eli non sa capire se è diretto a lui o alle fotografie appese alla parete, tutte di Lightman immortalato in diverse smorfie molto buffe per mostrare le microespressioni facciali più comuni.
«Era l’ultimo tentativo, giuro», risponde agitando le mani davanti a sé, divertito dalle reazioni della donna. «Ora la smetto, sei già convinta che io sia un maniaco senza vergogna, ed è solo il tuo primo giorno! Ti faccio vedere la tua scrivania».
Ria annuisce con un sospiro, seguendolo ancora: è vero, è solo il suo primo giorno al Lightman Group ed è già scombussolata a sufficienza. Come incontro, però, non è male. Lei è abituata alle bugie degli uomini, e la sua capacità di scovarle senza fatica le rende difficile instaurare qualunque genere di relazione. Un uomo che giura dal primo momento di non raccontare frottole sarebbe una novità, nella sua esperienza.
Mentre si siede e comincia ad ambientarsi, pensa che, forse, potrebbe anche concedere un appuntamento a Eli, tanto per sapere se davvero non le ha mentito. È tanto che non incontra qualcuno meritevole di un benino
 

   
 
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