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Autore: Akane    24/06/2005    5 recensioni
Appena ho sentito la sua forza e le sue mani su di me automaticamente ho pensato, senza rendermene conto, assurdamente…ora andrà tutto a posto. C’è lui.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Daisuke Motomiya/Davis, Ken Ichijoji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LUCE NELLE TENEBRE

LUCE NELLE TENEBRE

AUTORE:Akane

TITOLO: Luce nelle tenebre

SERIE: Digimon

TIPO: yaoi

PARTI: 1/1

GENERE: sentimentale

RATING: PG13(ma non c’è nulla di particolare a parte un bacio)

PAIRING: DavisXKen

DISCLAMAIRS: i pg non sono miei ma dei suoi intelligente e geniali creatori

NOTE: è solo un parto breve e improvviso. Queste puntate sono state particolarmente slashabili, è stato qualcosa di incredibile. Chiunque le abbia viste saprà perché lo dico. E questa fic si rifà a quei momenti, ovvero nella seconda serie quando Ken in pericolo sta male e pensa a Davis chiedendo aiuto solo a lui…e poi quando mentre sta di nuovo male e sta per cedere, le parole di Davis, il suo amore, la sua luce lo salvano.

Sono troppo dolci!

Corta e intensa, dalla parte di Ken.

§§§

Lo sento.

Mi schiaccia.

È terribile.

Ora lo sento.

È lo stesso che era stato preda di me in tutti questi anni.

È assurdo, non capisco come ho potuto portarlo su di me, dentro di me, con tanta leggerezza e facilità.

Ora…io…non ce la faccio.

Respiro.

Mi piego sul peso che questo seme ha su di me.

Non c’è più.

È andato via.

È bruciato.

Non è più in me.

Basta.

Non devo guardare alle tenebre come parte di me, non è vero non è così.

Sudo.

La notizia che mi ha dato quest’uomo o quel che è è terribile. Io come faccio?

Sono solo in questo momento, sta succedendo l’impossibile e non so cosa fare. Non posso fare nulla…

Mi arrendo?

No, non mi arrenderò mai.

Davis mi ha insegnato a non farlo mai…ma…ora…non ho potere, non ho forza, non ho possibilità.

Mi sta per sopraffare e senza possibilità di resistere estirpa il seme delle tenebre che era in me…il seme…mi ero illuso che se ne fosse andato? Mi ero illuso di tutto? Che fossi tornato me stesso, che stessi bene, che avessi vinto? E se invece no?

Lo prende da me, lo tira, sento un energi violenta che esce dal mio corpo.

Allora è vero.

Io non ho scelta, non posso più.

Ormai che l’ho accolto in me non potrò più liberarmene.

Non lo sopporto…io sarò la causa della sofferenza di molti bambini.

Non voglio che si riducano come me, è terribile, non può essere.

Ci sarà qualcosa che posso fare.

Con tutta la mi volontà non ci riesco.

Le forze mi vengono strappate come delle ali, io non arrivo più a volare. Mi inchiodo al terreno, mi sento male. Sempre di più.

Il petto si schiaccia, i polmoni non rispondono e il mio cuore fa male. Dio…quanto fa male…il cuore alimentato dai pensieri d’angoscia.

Non voglio stare qua, così solo…io non ce la faccio.

Devo resistere ma sento che il mio corpo sta cedendo.

Sto per andarmene…la mia volontà, la mi coscienza. Chi sono io in realtà?

Non voglio che questo Ken svanisca, il Ken che Davis e i suoi amici hanno tirato fuori, il Ken che grazie a loro, a lui, ha imparato a vivere, è rinato una seconda volta…e che ogni volta che si fonde con Davis per la digievoluzione molecolare sente la sua forza, la sua luce, la sua bellezza, la sua libertà.

Lui non si arrende mai, lui lotta sempre. Io ora…so solo abbandonarmi…perché i pensieri scemano in me e la forza svanisce con la mia volontà.

Io chi sono in realtà?

Cosa sarò?

Non voglio sparire. Il Ken di ora, di Davis, non vuole sparire…ma è pesante. Tutto.

Gli occhi si chiudono…ma sono così angosciato all’idea che riaprendoli potrei non essere più me stesso ma di nuovo quell’essere immondo…lacrime salate…fredde...oddio, ti prego No…Davis…Warmon(spero di averlo scritto giusto)…

E il buio mi avvolge. Di nuovo. Ancora.

Quel buio che pensavo di aver scordato e allontanato per sempre.

Voglio svegliarmi nella luce…non nelle tenebre.

Davis. Vieni presto.

Ho bisogno di te.

Solo di te.

Non abbandonarmi. Te ne supplico.

Non…




Sta succedendo qualcosa di più grande di noi.

Io non arrivo più. Davis, ci sei?

Ti sento vicino. Ti prego aiutami.

I bambini ormai sono preda del seme delle tenebre…sarà atroce.

Respiro.

Penso.

Devo trovare qualcosa.

Mi fanno scendere dal furgone e vedo Deamon…non è possibile. Non capisco bene o forse capisco fin troppo, la verità è che non ho potuto nemmeno disperarmi come avrei avuto bisogno di fare. È tutto così veloce, in fretta…non finisce, non sparisce…ed io solo non valgo nulla…posso solo contaminare gli altri innocenti. Sono la causa di tutto.

Vorrei morire, sparire…ma ho un ancora che mi mantiene su questa terra…

Ad un tratto vengo violentemente spinto in là mentre vedo due digimon familiari attaccare quelli che mi tenevano, e due mani che mi prendono per le spalle…una voce che mi urla nelle orecchie…mai urlo è stato più gradito.

Ora, solo ora, torno a respirare, ma non per molto.

Siamo soli ma la sua vicinanza, la loro vicinanza, mi mantiene più vivo.

Ecco la mia ancora.

Davis è venuto.

Sono stanco e provato ma non sono finito.

Finchè lui continuerà a venire da me, a salvarmi, ad aiutarmi, a combattere al mio fianco allora io non cederò completamente, non sarò finito. Finchè lui, insistente come non mai, coraggioso, leale, forte…lui, luce…lui, Davis…sarà con me e non mi mollerà, io non smetterò. Non smetterò di far esistere quel Ken di cui lui si è preso cura. Per lui, glielo devo. Per me, me lo devo. Per Warmon, glielo devo. Per gli altri ragazzi, glielo devo.

Per lui, per Davis.

È bastato che lui arrivasse per tornare a pensare diversamente.

Appena ho sentito la sua forza e le sue mani su di me automaticamente ho pensato, senza rendermene conto, assurdamente…ora andrà tutto a posto. C’è lui.




Alzo il braccio e punto il digivice contro quel varco aperto, sopra la testa di Deamon.

Lui ride e non crede che io ce la possa fare.

Io ci credo.

Io punto tutto in questo momento, in questo gesto.

Io ce la posso fare.

Io devo.

Io…vedo…ricordo quando l’ho fatto quella volta come l’Imperatore Digimon…che con una forza tenebrosa dentro facevo quel che mi pareva, ero forte e nulla mi fermava, non avevo paura, non mi piegavo, non…oddio, No. Basta. I ricordi, le immagini di quel che ho fatto con questo gesto, con altri malvagi. Quanto male, quanto dolore ho inflitto.

Quanti sguardi furiosi e di odio ho ricevuto, anche i suoi, anche quelli di Davis.

Di nuovo quel senso di oppressione.

Di nuovo quel dolore allucinante al petto.

Lì dove si celava il seme oscuro.

Non respiro.

Sudore freddo.

Sono in un bagno di sudore.

Male.

Dolore ovunque.

La testa mi preme come dei tamburi.

Le braccia mi fanno male.

Mi sto piegando di nuovo.

Non voglio.

Vi prego aiutatemi, fate qualcosa.

La mano mi brucia, mi sembra di esplodere.

Non so cosa sta succedendo, chiudo gli occhi e stringo i denti.

Penso di urlare.

Sto male.

Sto…non so se ce la faccio.

Sono impresse indelebili nella mia mente le cose orribili che ho fatto ed ora non posso nascondere il fatto che sto riuscendo ad aprire il varco, quel varco, solo perché in me c’è stato quello…solo perché io sono stato malvagio…solo perché in me c’è ancora…c’è ancora? È vero?

Chi me lo può dire?

Dubbi.

Dubbi terribili.

Ora. Nel momento di massima importanza.

Le mani di Kari si posano con forza e sicurezza sulle mie, poi anche quelle di TK…TK e il suo odio nei miei confronti…quando da Imperatore Digimon ho fatto del male ai Digimon…e lui infuriato voleva uccidermi. Ricordo i suoi occhi quando mi picchiava…quando…irriconoscibile…avrebbe voluto che io morissi…ora è lui ad aiutarmi, a prendere le mie mani e gridarmi parole di conforto, di forza. Arrivano anche gli altri.

Ma io mi sento schaicciato.

Mi dilania l’anima, qualcosa dentro.

Ero debole e ho fatto quello che sarà la mia condanna…ho paura.

Ho paura di non svegliarmi, di non tornare Ken.

Ho paura di essere di nuovo quell’essere diabolico.

Ho paura di sopraffarmi.

Ho paura delle tenebre che ho avuto, che vedo, che mi sorridono.

Ho paura del male che vuole avvolgermi.

Ho paura di essere sempre stato il demone di allora.

Ho paura di non farcela.

Ho paura di tutto.

Ho gli amici accanto e i loro sentimenti puri…ma non ce la faccio…quello che vedo, che sento è forte.

Ed è ora che le mani di Davis arrivano, la sua voce si leva alta e potente sopra le altre.

Si sta sforzando anche lui come tutti, come me.

Davis. La sua voce. Le sue parole.

Mi dice di non lasciarmi sopraffare dai ricordi orribili di quel tempo. Di ricordare invece che ho vinto, che ho spazzato via quel seme, quel demone da dentro di me, di ricordare come l’ho mandato via e il dolore di quel momento, ma anche il sollievo. Come ho fatto, come è successo, perché, chi mi ha aiutato, chi mi è sempre stato accanto.

Io non sono mai stato solo, nemmeno da malvagio.

Ed ora…ora ho loro, ho lui.

Lui e le sue parole di ammirazione, di forza, di coraggio…di amore…Davis, forse io da solo non valgo molto, ma la mia forza è in te, la tua è in me. Non potrei farcela da solo ma basta che tu ci sia e io mi rialzo e penso che ce la faccio perché ci sei tu.

Mi parli ed io assorbo ogni tua parola.

E respiro di nuovo.

Il cuore batte ancora puro.

La mente è libera dai ricordi dannati, ci sono solo quelli belli passati con lui, con loro.

È in sintonia con la sua.

Respiro nella libertà.

Mi sento avvolgere chiaramente da una luce calda.

L’avevo già sentita.

È la stessa di quella volta, quando ho capito i miei errori, il mio orrore….e mi sono liberato.

Respiro ancora, il braccio non mi fa più male, l forza rifluisce in me, non è solo mia, è di Kari, di TK, di Cody, di Yolei…di Davis.

La sua ha avvolto tutti sul finale, quando tutto era perduto.

E il suo seme ha battuto quello delle tenebre.

Per sempre.

Il suo seme.

Quello della luce, della libertà, della giustizia, della pace, dell’amore.

Il suo seme.

La luce nelle tenebre ha vinto in me.

Ora sono solo Ken.

E lo devo ancora una volta a lui.

È il suo amore la mia ancora.

Poiché senza non sarei Ken ma solo un contenitore vuoto.

È essenziale e unico.

Mi ha insegnato tutto, l’amicizia, i sentimenti, l’amore.

È puro e forte.

Incrollabile.

Andrà tutto bene.

Ora, con lui e con gli altri.

Ma con lui.

Il primo a ricordarsi di me e a sacrificare di botto la sua vita per la mia.

Il primo ad avermi guardato con amicizia e sincerità.

Il primo ad avermi accettato.

Il primo ad avermi parlato per aiutarmi.

Il primo ad avermi teso una mano.

Il primo ad avermi amato.

Il primo che io abbia amato veramente e profondamente.

Perché lo fa?

Come può?

Come ci riesce?

È vero?

È per me?

Lo merito dopo tutto?

Noi vinciamo e sorridiamo sollevati, tolgono le mani ed esultano…rimangono un attimo le sue, di Davis, sulle mie…per festeggiare con me, me le alza al cielo e ride. È felice e mi contagia.

È bello, stiamo bene…e mi abbraccia d’impulso, forte, liberatorio, ride e mi stringe.

Ed io continuo a respirare pieno di vita come mai lo sono stato.

Sono stanco ma sono vivo e sereno.

Presente.

E devo dire una cosa.

Che non ho mai detto, avevo paura di dirla, non pensavo di poterlo provare veramente.

Lo devo dire.

Lo devo.

È forte ora.

Preme, preme, preme.

È incontenibile almeno quanto lui.

Non sapevo si potesse sentire una cosa simile per qualcuno.




È l’indomani, la sera appena arrivato ho parlato ai miei del mio segreto.

Ora va bene, devono ingranare, non è facile, lascerò loro il tempo necessario.

Come d’accordo oggi ci incontriamo con gli altri.

Facciamo una riunione sul dafarsi e decidiamo un po’ di cose.

Io ho ancora un po’ il senso di colpa che mi opprime ma la presenza costante di Davis e il suo sguardo forte e sincero mi da la forza anche a me necessaria per andare avanti, affrontare i miei dubbi, i miei fantasmi, la mia vita.

C’è lui e tutto va bene.

La giornata passa e nonostante la stanchezza per tutte le cose che abbiamo fatto insieme ai ragazzi io e lui decidiamo di tornare a casa insieme.

È sera e i miei saranno preoccupati.

Lo invito a cena da me, mia madre sarà contenta di vederlo.

Dopo cena andiamo un po’ in camera mia, lui aveva avvisato che sarebbe stato un po’ da me.

Ora sento il bisogno sempre più forte.

Lui parla a ruota libero come fa sempre. Come fossimo amici dalla nascita. Di tutto quello che gli passa per la testa. Del problema di questo periodo…di un po’ tutto.

Infine candido col suo sorriso di sicurezza dice:

- sai, ieri mi hai preoccupato…sapevo che ce l’avresti fatta, ma ti sentivo stare male…e ancor prima quando ti hanno rapito davanti ai miei occhi…ho creduto di impazzire. Se chiedi agli altri ti dicono che ero irriconoscibile. -

Lo interrompo contagiato dal suo tono confidenziale. È arrivato il momento:

- Davis…sei stato grande ieri. Senza di te non so cosa avrei fatto…in ogni singolo secondo sei stato la mia forza.-

Mi interrompo, vedo che comincia ad imbarazzarsi da come ride. Non sono per lui i complimenti sinceri:

- ma dai, non esagerare, non ho fatto nulla di speciale…sei stato tu a salvarci, sai?-

- No…senza di te non sarei arrivato da nessuna parte. Anche gli altri sono stati di grande aiuto ma tu, per me sei stato decisivo.-

Ora arrossisce visibilmente.

- è che…non sopportavo l’idea che ti riprendessero di nuovo. Avrei fatto una strage con le mie mani…ma poi ero un po’ impotente. Tutti si affidano a me, ma io non ho poteri in me, concretamente sono limitato e non ho sempre le idee giuste al momento giusto. Non sono nemmeno il cervello del gruppo…alla fine era più impotente di quanto pensi…e l’idea che tu stavi male ed io non poteva far nulla mi mandava in bestia.-

Con calma e pacatezza continuo.

- ma non ti sei mai arreso. È questo il punto.

Eri il primo a gridare deciso e forte che dovevamo farcela, di non arrendersi, di continuare…sei stato il primo ad arrivare da me. Ora e sempre. Decisivo per me. La tua forza è nel non renderti conto della tua essenzialità per tutti. Sei il capo per un motivo reale.-

Rimane colpito, continua a rimanere rosso ma è diverso da prima. Credo stia riflettendo sulle mie parole. È strano Davis che riflette…non succede spesso.

- ti ringrazio. Io non penso di essere così. Ma sento che tutti contano su di me…essere il capo…è stato Tai a dirmelo la prima volta dandomi le sue redini. È stato esaltante all’inizio, ma poi mi sono reso conto della pesantezza dell’incarico. Ogni tanto di pieghi sotto i dubbi, ma poi pensi che c’è di peggio e che devi farcela, che c’è bisogno di te, e così ti alzi, stringi i denti e vai. Non credo di avere più forza degli altri o essere più intelligente, anzi…tutt’altro. -

- ognuno ha una sua particolarità. Come ti ho detto tu sei forte dentro. Sei speciale. Ieri sono stato avvolto dalla tua luce pura e calda di coraggio e amicizia…e amore…e non ho potuto più cedere, lasciarmi sopraffare. Davis, se sono quello che sono ora lo devo a te. Grazie.-

Diventa di nuovo color pomodoro e mi fa sorridere. Io sono timido ma lui in certi casi lo è più di me…

È carino vederlo così. Mi fa sentire a mio agio, come sempre.

- io non ho fatto nulla…-

Tenta ancora su quella linea ma è debole. In realtà gli è piaciuto sentire queste parole. Gliele dovevo.

- Ken, anche tu sei importante. Altrimenti non ti starei sempre intorno…impazzivo all’idea di poterti perdere. Non l’avrei mai accettato. Ma ero certo che ce l’avresti fatta.-

- io ce l’ho fatta solo perché ci sei stato tu.-

Sono calmo e sicuro. Non ho più paura dei miei sentimenti e di scoprirmi. Anche lui pur mantenendo un lieve rossore si è fatto più serio. Comincia a pensarci.

- Io non sono bravo in queste cose…ma posso dire che ora come ora non posso più fare a meno di te…sei prezioso. Sei unico. Senza i sentimenti che provo per te, ieri non avrei potuto fare nulla…si insomma…hai capito, no? Non sono bravo in queste cose!-

Si gratta il capo nuovamente imbarazzato.

Rimango un attimo a bocca aperta. Ho capito perfettamente quel che vuole dire…è da lui dirlo in quel modo. Mi piace. Anche per questo.

Voglio dirglielo anche io. Non so come…non l’ho mai detto.

- Davis…è uguale anche per me. Anche io ti voglio bene. Più che ad un amico.-

Dall’imbarazzo al silenzio al rosso acceso. Non sa più che comportamento adottare.

-allora l’hai capito, eh?-

Poi però forse realizza veramente le mie parole e si blocca di scatto senza nessun colore, spalanca la bocca e come se avesse sentito solo ora esclama:

- Oh…ma tu..cioè…Mi…ricambi…ooohhh!!!!-

È il solito casinista spontaneo.

Porta colore ovunque.

Sembra che qualcosa gli esploda dentro.

Ora lo sento sempre più forte. Fa una faccia strana poi prima che io possa realizzare qualcosa me lo trovo addosso che mi abbraccia irruento. Sono spiazzato e arrossisco anche io ora, al posto suo.

Non so che fare…ma un idea potrebbe essere ricambiare l’abbraccio.

Questa volta è un gesto diverso da quello di ieri, consapevole.

E sempre seguendo quel suo istinto incredibile, senza pensarci su quanto ci ho pensato io, agisce facendo quel che si sente, quel che vuole…posa solo le sue labbra sulle mie…sicuramente poi vorrà sparire dall’imbarazzo, non saprà come fare, dopo…ma per dopo ci sono io, lui pensa al presente…timidamente lo accolgo in un primo bacio semplice e sincero.

Ora le tenebre sono sconfitte del tutto.

Da questa luce.

FINE

 

   
 
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