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Autore: fragolottina    16/12/2009    7 recensioni
Da quando avevo iniziato a venire in questo negozio, lei era sempre stata lì, una ragazzina sorridente dietro il bancone e che ogni tanto si alzava e si avvicinava a mettere nello stereo principale un nuovo disco; prediligeva i classici, Queen, Sex Pistols, Micheal Jackson, Madonna. Lasciava ai clienti l’opportunità di scegliere se ascoltare una nuova uscita nei punti di ascolto alla fine del negozio, io non ci andavo mai, mi piacevano i classici…prima non era così, mi piacevano le novità, mi piacevano…noi.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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prologo Prologo – lui

Da quando avevo iniziato a venire in questo negozio, lei era sempre stata lì, una ragazzina sorridente dietro il bancone e che ogni tanto si alzava e si avvicinava a mettere nello stereo principale un nuovo disco; prediligeva i classici, Queen, Sex Pistols, Micheal Jackson, Madonna. Lasciava ai clienti l’opportunità di scegliere se ascoltare una nuova uscita nei punti di ascolto alla fine del negozio, io non ci andavo mai, mi piacevano i classici…prima non era così, mi piacevano le novità, mi piacevano…noi.
Presi in mano un gretest hits di Nena e feci scorrere gli occhi sul retro per leggere il titolo delle tracce; c’erano un paio di nuovi singoli, forse ne valeva la pena. Mi diressi verso il bancone e lei alzò gli occhi dal libro che stava leggendo per guardarmi, aveva gli occhi incredibilmente azzurri, crescendo sarebbe diventata sicuramente una ragazza fantastica.
- Vuoi un pacchetto?
Scossi la testa.
- No, grazie, è per me!
Tirai fuori il portafoglio dalla tasca dietro dei pantaloni e quando mi voltai di nuovo verso di lei mi stava scrutando dubbiosa.
- Ma mi vedi da dietro quei capelli?
Ammetto che la frangia era cresciuta un po’ troppo, una volta sarei corso dal mio parrucchiere di fiducia, pronto a riportare la mia criniera al giusto ordine, ma ora non importava finché non fosse diventata invivibile; mi sistemai meglio la visiera del cappello cercando di farci entrare anche quel ciuffo.
- Certo, che ti vedo!
Si strinse nelle spalle, rimanendo dubbiosa e mise un segnalibro a metà del volume; aveva una bella copertina: un fiore coperto di brina tra le mani di una fanciulla, tutto sulle tinte del violetto.
- Bello?
Annuì convinta.
- Se vuoi puoi dare un’occhiata prima di pagare…
Era una disco-libreria, non ero sicuro che ne esistessero altre, ma quei tipi sembravano aver trovato il giusto mix e dove finivano gli scaffali di cd, iniziavano quelli di romanzi.
- Ok…
Non avevo così fretta di tornare a casa anche se ormai era tardino, mi chiesi se fosse per me che rimaneva ancora aperta, ma accantonai la domanda, leggendo il retro di qualche copertina; non so quanto tempo passai lì, mio fratello avrebbe riso come un pazzo, una volta odiavo i libri, ma con il tempo li avevo rivalutati.
Fu il rumore della saracinesca che si abbassava nel negozio davanti ad attirare la mia attenzione, così lasciai la scelta del testo per il giorno dopo e mi diressi verso la cassa per pagare il cd; la ragazza guardava dall’altra parte della vetrina un gruppo di ragazzotti rumorosi più grandi di lei, lanciai un’occhiata alla via ormai pressoché deserta un po’ in apprensione.
Lei mise il cd in una bustina con il logo del negozio e me lo porse.
- Sono 20 €!
Le porsi due banconote da dieci e feci per uscire, ma mi fermai.
- La tua macchina è lontana?
Era stupido, ma venivo spesso in quel negozio e lei non si era mai lamentata anche se la maggior parte delle volte non compravo niente e me ne stavo lì a curiosare, quindi in qualche modo mi sentivo in obbligo verso di lei.
- Non ho la macchina, casa mia non è poi così lontana…
Feci un altro passo verso l’uscita e le porte scorrevoli si aprirono rivelando che quei tipi stavano facendo un bel po’ di chiasso, la sentii sospirare.
- Posso aspettarti, la mia macchina è qui davanti…
Assottigliò lo sguardo studiandomi.
- Sei un maniaco?
Scossi la testa con gli occhi nei suoi, sorrise.
- Grazie…
S’infilò il giubbotto e si avvolse in una lunga sciarpa di lana sui toni dell’azzurro, doveva averla scelta per richiamare il colore dei suoi occhi; inchiavò la cassa, bloccò le porte scorrevoli ed abbassò la saracinesca.
Passando davanti a quei tizi fu difficile fingere di non sentire i commenti indelicati che fecero sulla ragazzina accanto a me, ma ero più che sicuro che se non fossi stato con lei sarebbe stato peggio; salì tranquilla sulla mia macchina e si mise la cintura di sicurezza in silenzio, cosa che feci anche io.
- Dove abiti?
Era una di quelle che non sapeva dare indicazioni stradali, alla fine del suo discorso avevo soltanto una vaga idea di dove dovevo andare.
- Mi chiamo Marilyn, ma è un nome piuttosto inquietante, perciò chiamami Mary…e tu sei?
Chi ero io? Per darle una vaga in farinata di chi ero stato io avrei dovuto scriverle un libro, ma visto che da un po’ di tempo mi crogiolavo nell’anonimato non fu così difficile.
- Wilhelm…e mi piace così com’è!
- Comunque grazie, davvero…
Non risposi.
- Non hai ancora preso la patente?
Lei incrociò le braccia sul petto infastidita.
- Si, due mesi fa, ma non ho una macchina mia e quella di mia madre serviva a lei…sono ancora nella fase “pericolo pubblico”…
Feci un mezzo sorriso e lei guardò il mio stereo aggrottando la fronte.
- Chi sono?
Mi strinsi nelle spalle.
- Un vecchio gruppo, forse non te ne ricordi, i Tokio Hotel…
- Sembrano carini…
Carini?! Oh ti prego…
- Erano forti…che musica ascolti?
- Ultimamente i Cinema Bizzare…
Davvero Strify&co. ancora suonavano? Stavano superando ogni mia aspettativa.
- Loro sono meglio, dovresti ascoltarli…
- Dici?
Annuii.
- Fidati…
Si strofinò le mani appoggiandole al bocchettone dell’aria calda, erano i primi di marzo, ma faceva ancora estremamente freddo; alzai l’intensità del gettò e lei socchiuse gli occhi godendosi il tepore.
Accostai davanti ad una villetta e Mary guardò dall’altra parte.
- Vuoi scendere?
Scossi la testa.
- Non preoccuparti…
- Ok…
Aprì lo sportello e prima di uscire scese dall’auto.
- Ciao, Wilhelm!

   
 
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