Finalmente
trovo qualche minuto per pubblicare!!
Questa è una missing moments della mia storia "Grazie Elvis!", si
sviluppa in quattro piccoli capitoli: i primi due è Nick a narrare la
storia
gli ultimi due è Jean a farlo.
Spero che vi piaccia, se volete potete lasciarmi la vostra opinione, le
recensioni sono sempre ben accette!
Buona lettura!
1. Ho
deciso: ti amerò per sempre!
Cosa si
può avere di più dalla vita?
Sto
insieme a una stupenda creatura da due anni, la mia carriera da
cantante va
alla grande e i miei fratelli, beh erano sempre gli stessi. Stare con
Jean è
grandioso, lo è sempre stato, come non potrebbe esserlo?
Non mi
stancherò mai di ripeterlo: la amo, la amo, la amo!
Certo
abbiamo anche noi i nostri momenti no ma scambiarci opinioni, litigare
anche
per le stupidaggini mi piace. Mi piace vederla sbuffare, alzare gli
occhi al cielo
disperata, alzare la voce o a prendermi a cuscinate … Perché?
Quando
sei una rock star tutti i tuoi capricci sono realizzati, le persone
intorno a
te sono pronte a dartela vinta o per soldi o per fama. Jean non lo fa,
lei non
sta con me né per soldi né per fama, sta con me perché mi ama. Non
importa se
sia per lavoro o vita privata lei è al mio fianco. Ogni tanto fa la
gelosa, il
mondo dello spettacolo ha molte sfaccettature, lei mi sta dietro come e
quando
può, si fida di me ma ci sono troppe belle donne a farmi gli occhi
dolci, ma io
sono solo unicamente suo, fedele alla donna che mi ha stregato il
cuore.
Certo non
amo particolarmente le sue scenate ma dopo c’è la cosa che preferisco:
la pace.
Fare pace non è sempre facile, ma quando poi me la ritrovo tra le
braccia che
mi fa le fuse, mi coccola, tra un bacio e l’altro mi chiedo come posso
aver solo
pensato di poter vivere un secondo senza di lei.
Ormai lei
è un elemento vitale di me quasi quanto la musica.
Jean è
riuscita a diventarne una degna avversaria, quei pochi aspetti, quelle
poche parti
della mia anima che non aveva la musica lei è riusciva a
impossessarsene.
E’ quando
ho realizzato ciò, quando ho capito di non poter più far ameno di lei,
del suo
sorriso, delle sue maniere dolci, delle sue coccole, delle sue
litigate, quando
ho capito che dopo ogni sfuriata fatta perché qualcuno doveva pur dirmi
la
verità, che se doveva urlare era perché la musica mi ha reso sordo, che
non
resistevo più di poche ore senza di lei ho realizzato di volerla per
sempre.
Da quella
serata in spiaggia la tensione e le tentazioni sono state molte, dal
concerto
del settimo mese, dove le mie fan l’hanno scoperta, ho sempre saputo
che sarebbe
successo: io e lei siamo diventati un “noi”. Un noi mattone, fondamenta
di un
domani, di una famiglia numerosa con cui costruire la nostra casa, il
nostro
futuro.
Ho
deciso, ho capito, che avrei passato l’eternità con lei lo stesso
momento in
cui lo rivista in giardino al primo concerto che ha assistito, quando
credeva
che fossi tornata con Miley, ho ripreso a vivere, a sperare solo
guardandola negli
occhi.
Chiederò
a Jean di sposarmi: ora mi resta solo d’organizzare la proposta.
Prima di
tutto devo comprare un anello, secondo devo organizzare qualcosa di
dolce,
carino e molto, molto romantico. Terzo ma non meno importante evitare
paparazzi
e Joe, entrambi sarebbero capaci di farmi bruciare tutto prima del
tempo.
Come la
prenderanno i miei genitori?
Sono
persone alla mano, simpatiche e disponibili con tutte le persone che
gli
abbiamo portato a casa, ma con Jean è diverso la trattano già come una
di
famiglia, forse loro prima di me hanno capito quale sentimento ci
univa. Ha
tutti dalla sua parte il mio angioletto.
Questa
settimana va a trovare il padre quindi ho due giorni per parlare con
loro e
organizzare tutto. Avere la loro benedizione non sarà un problema, male
che
vada me la sposo lo stesso, anche se devo scappare e farmi sposare da
un
imitatore da quattro soldi di Elvis a Las Vegas.
Ho preso
questa decisione, lo so che è per tutta la vita, ho interrogato il mio
cuore più
volte in tempi e momenti diversi ma la risposta è sempre la medesima:
non posso
vivere senza di lei.
Girovaghiamo
per i negozi, come sempre ho dovuto mimetizzarmi per starle accanto.
Le nostre
mani sono strette l’una nell’altra e il mio pensiero vola lontano:
m’immagino
già nonno che porto a spasso i nipoti, la vedo alle prese con le
pentole nella
nostra casa, la vedo felice percorrere insieme con me la strada della
nostra
vita.
Non è mai
stato importante per lei fama e gloria, non gli importa se i Jonas
continuano
la loro brillante carriera, lei vuole me, gli servo io per essere
felice il
resto non conta. Penso che se fossi povero senza un becco di un
quattrino sarei
felice come ora, perché quello che proviamo, quello che siamo non
dipende dai
soldi.
Mi sento
tirare leggermente, i suoi occhi mi scrutano alla ricerca di qualcosa
che non va.
La attiro più vicino a me, la cingo la vita con il braccio mentre cerco
di
tranquillizzarla sorridendole, dovrò stare più attendo o mi scoprirà,
non posso
bruciarmi da solo!
– Amore
tutto ok?
– Certo,
mi sono solo un po’ distratto. Sei stupenda stasera.
– Grazie.
Ti va se torniamo a casa?
– Ma
volevo stare un po’ da solo con te!
– Amo mi
sembri stanco e poi qui c’è troppo caos.
– Se vuoi
un po’ di tranquillità, va bene ma se vuoi andare via per causa mia,
per
scoprire cosa ho non devi: sto bene e non devi preoccuparti per me.
– Ti amo
quindi mi preoccupo sempre per te. Se non vuoi tornare a casa, possiamo
sempre
trovarci un posticino tranquillo…
– Hai
vinto!
Ritorniamo
alla mia auto, tra poche ore parte e devo fare a meno di lei per due
interi
giorni devo fare scorta di coccole fin quando posso! Possiamo il resto
della
serata parcheggiati vicino a un parco, non è il massimo ma c’è
tranquillità.
Nessuno
vorrebbe mai a cercare un personaggio famoso in una zona sperduta,
banale e
popolare come questo no? O almeno spero …
Osservo
le stelle dal finestrino Jean è sdraiata su di me con la testa poggiata
sul mio
torace.
La mia
giacca di pelle nera è stesa su di noi a mo di coperta, i suoi capelli
emanano
un dolce profumo che m’invade, le nostre dite intrecciate premano sul
suo
ventre.
– Mi dici
che hai?
– Nulla
amore pensavo solo a come farò senza di te. E da molto che non stiamo
lontani …
– Nick
sono solo due giorni, siamo stati lontani più tempo.
– Sì ma
allora non eri ancora il mio dolce veleno e poi sono stato malissimo.
– Sono il
tuo veleno? Non è carino …
– Sei il
mio dolce veleno, amore, ed anche l’antidoto a esso.
– Direi
di farne scorta …
Ci
baciamo e il mondo sembra aver smesso di girare, no che m’importi, ora
come ora
il mio mondo è tra le mie braccia.
– Ti
accompagno all’aeroporto.
– Non
voglio, preferisco salutarti a casa tua.
– Una
volta non la pensavi cosi.
– Una
volta me lo impedivi, non voglio scandali sul giornale per due giorni
lontani,
non voglio leggere di storie montate e non voglio che mi vedi piangere.
– Ti ho
già visto piangere …
– Sì, lo
so, ma allora potevo restare tra le tue braccia ad aspettare che tutto
finisse.
Non posso perdere l’aereo e non posso portarti con me quindi resti a
casa!
– Se
prometti di vederci appena torni.
– Poiché
ho gia controllato che il tuo mega giardino non è una pista adeguata
neanche in
caso di emergenza, dovrò accontentarmi di correre da te non appena
toccherò
suolo!
– Ti amo.
Restiamo
in silenzio per un bel po’ a guardare le stelle, a scambiarci effusioni
fino a
quando la magia è spezzata dall’odiosa suoneria del suo cellulare.
Jean
recupera la borsa e quel rumoroso oggetto che sto odiando con tutto me
stesso
per poi tornare tra le mie braccia.
– Pronto?
– Ciao
Jean, ho interrotto qualcosa?
– Come
sempre Joe, chiami solo per questo?
– No, per
farti un favore.
– Sarebbe
la prima volta! Quale sarebbe di grazia questo favore?
– Ricordarti
che tra quattro ore hai l’aereo e che ti conviene avviarti se non vuoi
perderlo. Vi conosco e fin quando voi due vi salutate come si deve
l’aereo, fa
anche il viaggio di ritorno!
Una
risata mi nasce spontanea, ho sentito tutto il discorso di Joe cosi
affettuoso
e gentile come solo lui può essere.
– Grazie
Joe per questo brutto ritorno alla realtà. Ti dispiacerebbe tanto se
perdessi
il volo?
– Non sai
quando! Mi mancherebbero da morire due giorni a torturare il mio
fratellino …
– Si va
bene, non serve fingere lo so che ti mancherà interromperci ogni volta
possibile.
– Ehi
svolgo solo al meglio il mio dovere da fratello maggiore! Se vuoi pace,
compressione e buoni consigli rivolgiti a Kevin.
–
Franklin per passare ore a divertirsi, Nick per le coccole, so anch’io
i
diversi ruoli dei fratelli Jonas Joe.
–
Purtroppo …
– Tra un
po’ rientriamo grazie del servizio sveglia!
– Prego.
La
telefonata finisce e Jean sta per riporre il cellulare e sistemarsi per
il rientro
alla realtà quando la attiro di nuovo a me e prendo a baciarla. Non c’è
più
bisogno ormai di imprimermi nella testa il suo sapore, il suo odore,
sono dati
ormai impressi a fuoco in me ma dobbiamo salutarci come si deve!
–
Nicholas Jonas smettila immediatamente di baciarmi e riportami a casa
altrimenti Joe avrà ragione e sai quanto odio dare ragione a Joe!
– Altri
due baci e obbedisco.
Ok gli do
più di due baci ma non si lamenta, poi a malincuore torno al mio posto
di
guida.
Ha
lasciato la sua auto a casa mia, nel bagagliaio le valigie pronte, cosi
ci
salutiamo nel vialetto ma anche cosi è difficile. Quando vedo la sua
auto
sparire dietro l’angolo capisco di aver preso la decisione giusta, ora
qui in
piedi nel cortile della mia villa la voglia di correre da lei è quasi
opprimente. Il solo pensiero di non vederla tornare, che lontana non
sia più
legata a me, non sia mia mi uccide.