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Autore: charliotta    18/12/2009    4 recensioni
pensieri,sentimenti e ricordi di Ai sulla sorella Akemi. "Il mio studio era ordinato, per la prima volta da mesi lo avevo pulito, avevo impilato i moduli e avevo raccattato i cadaveri maleodoranti delle cavie morte. Avrebbe quasi potuto passare per un normalissimo ufficio. E lo avevo fatto perchè oggi saresti venuta a farmi visita. Onee-chan. Tu non avevi mai sopportato il disordine."
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Shiho Miyano/Ai Haibara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I'll never forget you

                                                       I'LL NEVER FORGET YOU

Ricordo quella sera come se fosse stato ieri.
Ricordo che nel laboratorio albeggiava quel vago e nauseante odore di marcio a cui ormai nel corso degli anni mi ero abituata, la mia piccola televisione, l'unico contatto con il mondo esterno, era accesa.
Mi rimproveravi sempre dell'innumerevole quantità di ore in cui rimanevo chiusa lì dentro accompagnata dalla sola voce dei reporter televisivi, ricordi, onee-chan?
Avresti preferito che mi trovassi un ragazzo puittosto, pensavi che mi sentissi sola. Ora mi vien da ridere.
Mi vien da ridere a ricordarlo...
Ricordo che ero palesemente felice, ciò che voleva dire non essere triste o spaventata,perchè allora, la felicità non avevo la minima idea di cosa fosse.
Il mio studio era ordinato, per la prima volta da mesi lo avevo pulito, avevo impilato i moduli e avevo raccattato i cadaveri maleodoranti delle cavie morte.
Avrebbe quasi potuto passare per un normalissimo ufficio.
E lo avevo fatto perchè oggi saresti venuta a farmi visita.
Onee-chan.
Tu non avevi mai sopportato il disordine.
Poi quella notizia.
Ciò che disse il giornalista fu breve, eppure mi colpì come una lama affilata.
"...abbiamo appena appreso di un caso di suicidio, la vittima si chiamava Masami Hirota"
Una barella passò davanti alla telecamera.
E tu eri lì.
Onee-chan.
Tu eri su quella barella.
I tuoi magnifici occhi verde scuro di cui ho sempre invidiato il colore erano coperti dalle palpebre pallidissime, le tue labbra rosse avevano perso la loro lucentezza.
Per qualche istante persi il contatto con tutto il resto del mondo.
Il reporter parlava, ma io non riuscivo a sentirlo, le labbra si muovevano ma io non potevo coglierne il significato.
Guardavo dinnanzi a me senza sentire più ne il corpo ne la mente, l'universo attorno a me era come un'illusione.
Un sogno dal quale non riuscivo a svegliarmi.
Avrei voluto che rimanesse immobile così per l'eternità.
Ma io non potevo andare contro lo scorrere del tempo.
Lo sapevo.
Me lo avevi insegnato tu, Onee-chan.
E il tempo riprese a scorrere.
In automatico immagini iniziarono a vagarmi per la mente, le tue parole, il tuo viso, i tuoi sorrisi.
Sembrava quasi che il mio cervello volesse ricordarmi chi eri, proprio ora, che non c'eri più.
"Shi-chan! Dove sei, Shi-chan?"
Mi arrotolai su me stessa , l'armadio era stretto e buio.
Mi faceva paura.
Ma avrei preferito rimanere chiusa lì dentro per giorni piuttosto che affrontare ciò che stava fuori.
"Shi-chaaan!" chiamò di nuovo.
No. Non volevo uscire.
Mi stava imbrogliando. Era lui, il diavolo.
Il diavolo stava usando la voce di Onee-chan per convincermi ad uscire, ma io ero più furba di lui.
Uno spiraglio di luce mi costrinse a chiudere gli occhi.
NO!
Mi aveva scoperta.
Scoppiai a piangere, coprendomi il viso con le mani.
"Per favore....non farmi male!"
Singhiozzai ancora.
Che sciocca. Il diavolo non si sarebbe certo intenerito se lo avessi implorato.
Avrebbe riso. Lui rideva sempre.
"Ma cosa stai dicendo, baka!"
Aprii gli occhi intimorita.
La figura che mi stava di fronte sorrise teneramente.
"Aki-neechan! Aki-neechan!"
Mi buttai tra le sue braccia e affondai la faccia nel suo petto.
"Peste, ma che stavi facendo?"
"Mi nascondevo dal diavolo"
Akemi mi guardò dubbiosa.
"Il diavolo?"
Annuii.
"Aniki-sempai è il diavolo! Mi fa tanta paura, è cattivo! Non lasciarmi più sola con lui, ti prego!"
Allora lei mi strinse forte a se e mi accarezzò la nuca.
"Va bene Shiho, te lo prometto"
"Prometti che non te ne andrai come mamma e papà!"
A quel punto Akemi tacque. Allora non potevo capire ciò che stesse provando.
Picchiai i pugni su di lei.
"Lo sapevo, lo sapevo! Tu mi vuoi lasciare qui! Mi lascerai con Aniki-sempai e scapperai come loro!"
"No, Shi-chan....."
 "Cattiva! Cattiva!"
Cercai di liberarmi dal suo abbraccio spingendola lontana con mani e braccia. I miei occhi erano accecati dalle lacrime.
Allora le sue braccia mi sollevarono da terra.
La sua mano destra era appoggiata sulla mia testa, e mi accarezzava lentamente.
"Baka" sussurrò.
Si sedette in terra, con la schiena appoggiata al muro, mi cullava tenendomi stretta a se come un'amuleto.
Sentii il suo respiro caldo su di me. Chiusi gli occhi.
Era la sola cosa che mi calmasse così bene.
"Ne, Aki-neechan?"
"Nani?"
Sospirai afferrandole la camicia.
"Per favore....promettimelo...."
"Si. Promesso."
La porta della stanza si aprì di botto.
Lui era sulla soglia. Il diavolo.
Mi fissava con i suoi occhi assassini.
Faceva paura.
Tanta paura.
"Tranquilla" mi bisbigliò Akemi.
"Ehi, ragazzina! Svelta, vieni con me!"
"Arrivo, Gin" mi lasciò andare e si alzò, seguendolo.
Una volta trovatasi sulla soglia si girò un'ultima volta a guardarmi disegnandosi una croce immaginaria sul cuore.
"Promesso"
"Promesso"
Le lacrime mi uscivano senza alcun controllo dagli occhi, il mio petto era spezzato dai singhiozzi.
No.
Non dovevo piangere.
Tu non lo avresti voluto.
Caddi in ginocchio e affondai il viso tra le mani.
No.
Dovevo smettere.
Le lacrime erano inutili.
Non potevano guarirmi.
Non potevano proteggermi.
Non potevano salvarmi.
Lo sapevo.
Me lo avevi insegnato tu, onee-chan.

Oggi è l'anniversario di quel giorno maledetto.
Ora mi ritrovo al tuo capezzale, sotto la pioggia che mi cade sui capelli, e non riesco ancora a credere a ciò che vedo.
Ogni giorno mi risveglio credendo che tu sia ancora accanto a me.
E non riesco a dirlo.
Tu sei morta.
Onee-chan.
E io non riesco a dirlo.
Sento di non essere ancora pronta a dirti addio.
Ora mi volto dandoti le spalle, e come ogni volta sento una fitta atroce nel profondo dell'anima. Solo ora mi rendo conto che non sempre il tempo può remarginare le ferite.
Esistono ferite che sono destinate a non guarire più.
E io non sarò mai pronta a dirti addio.
Credevo fossi una bugiarda, ma non è così, onee-chan.
Tu non mi lascerai mai più sola.
Perchè io non ti dimenticherò.
Non ti dimenticherò mai, Akemi.

VOGLIO DEDICARE QUESTA FICTION A UNA PERSONA A ME MOLTO CARA, CHE ADESSO NON C'E' PIU', PER FARLE SAPERE CHE IO NON MI SCORDERO' DI LEI, E MI RIMARRA' SEMPRE NEL CUORE.
A PAOLA. NON TI DIMENTICHERO' MAI.
CARLOTTA.

  
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