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Autore: Nezu    18/12/2009    2 recensioni
Perché Ivan sapeva, sapeva di essere completamente solo e che al suo fianco, a sostenerlo non c'era nessuno se non quella pazza di sua sorella, mossa solo da doppi fini e interessi. E Ivan sapeva anche chi l'aveva fatto rinchiudere in quella solitudine. E sapeva che l'avrebbe pagata cara.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Russia/Ivan Braginski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Nezu [Kuroi the black]
Titolo: Inverno [зима]
Fandom: Axis Powers Hetalia
Personaggi: Russia (Ivan Braginski), nuovo personaggio
Rating: giallo
Genere: introspettivo
Avvertimenti: one-shot, shonen-ai (solo per una frase)
Spazio Autrice: dico soltanto che il titolo è stato tradotto con il traduttore di Google e che quindi sarà probabilmente sbagliato ._. se qualcuno può darmi la dicitura corretta mi dica pure xD
Vi amo tanto, ma vi amerò ancora di più se commenterete °ç°
Baci e abbracci e commenti! ù_ù

Inverno [зима]

Ivan non si interrogava più di tanto sul significato della vita né sul perché certe cose non potessero mai cambiare.
Era sempre sorridente, cordiale, spensierato, non aveva bisogno di appesantirsi con riflessioni da vecchi: il suo obbiettivo l'aveva, avrebbe ottenuto ciò che voleva quando tutti sarebbero finalmente diventati una cosa sola con la Russia.
Eppure un fatto era sempre stato chiaro e semplice nella sua mente: era solo.
Isolato dal mondo, per quanto cercasse contatti con le altre nazioni nessuno gli stava accanto, se non quella pazza di sua sorella e sempre e solo per pura convenienza.
Quella solitudine gli faceva male, lo faceva impazzire. La colpa era solo di quell'uomo, colui che l'aveva allevato e allontanato da tutto e tutti.
Ivan sospirò: non avrebbe dovuto farsi prendere da questi pensieri, lo rendevano triste.
Eppure un passo leggero e cadenzato dietro di sé gli fece intuire che da quell'uomo non poteva liberarsi.
Si voltò lentamente, sorridendo felice, guardando il suo freddo carceriere.
La figura alta, dal portamento fiero e dritto, il volto scarno, pallido, gli occhi grigio ghiaccio, così come la barba e i capelli che, lunghi e scompigliati dal vento, gli arrivavano alle spalle.
Era avvolto da un mantello scuro, tanto che nel complesso sembrava più un dio della morte che una stagione: Inverno.
Il vecchio lo guardò con quegli occhi taglienti e freddi, eppure quando parlò la sua voce era calda e leggera, premurosa.
< E' meglio tornare a casa, Ivan. Comincia a diventare buio qua.>
Il suo carceriere, suo padre.
Inverno era il primo ricordo di Ivan: si era occupato di lui e delle sue sorelle, crescendoli come solo un padre affettuoso avrebbe potuto fare.
Eppure Ivan era certo che fosse colpa di quell'uomo se lui ora era solo: Inverno lo voleva tutto per sé. Non permetteva che qualcuno gli si avvicinasse, quel ragazzo era solo suo.
Ivan lo sapeva per certo e odiava quella fredda stagione, odiava il suo sguardo glaciale, le sue braccia gelide che lo stringevano da dietro, la barba irsuta che si strofinava contro la guancia.
Ivan odiava ogni singolo aspetto di Inverno, eppure non riusciva a stare senza: casa sua non sarebbe stata la stessa senza il vecchio.
E, anche se Russia avesse provato con tutte le sue forze a scrollarselo di torno, l'uomo non avrebbe ceduto, questo era poco ma sicuro.

Inverno osservava preoccupato il suo protetto: quel ragazzo era sempre stato fonte di paure e dubbi, fin da quando l'aveva raccolto assieme a Ucraina e Bielorussia per crescerli tutti e tre.
Quei tre l'avevano fatto penare un sacco: erano dei bambini molto strani, con alcuni lati nascosti del loro carattere che la vecchia stagione non era mai riuscito a comprendere perfettamente.
Ma mentre Natalia e Ucraina erano controllabili e, anche se con qualche accenno di pazzia (più che altro Bielorussia), una volta cresciute le aveva lasciate andare, sicuro che non avrebbero combinato guai ai danni di altre nazioni.
Ma Ivan, oh, Ivan sì che era un problema!
Si era accorto da subito che in quel ragazzo qualcosa non andava: era quella luce negli occhi, quel bagliore sinistro che urlava che qualcosa di sbagliato in quella mente c'era.
Fiutato il pericolo, la stagione aveva fatto di tutto per salvaguardare le altre nazioni: non aveva mai lasciato il controllo su Russia.
L'aveva sorvegliato in ogni istante, l'aveva monitorato, pedinato continuamente.
Quel ragazzo era un pericolo per sé e per gli altri e come tale andava arginato.
Sospirò: forse avrebbe dovuto eliminarlo, così Ivan non avrebbe sofferto più (perché lui lo sapeva quanto Ivan soffrisse per quella solitudine e che questa non faceva altro che peggiorare la sua pazzia) e nessuno sarebbe più stato in pericolo.
Forse, ma Inverno nonostante tutto voleva bene a Russia e lo aveva salvato più volte in battaglia.
Inverno voleva bene a quel ragazzo e, ne era certo, questo gli sarebbe costato molto, molto caro.
   
 
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