CAPITOLO I

In cui si racconta il compleanno speciale del vecchio Doko.

Anche questo compleanno, come del resto tutti quelli trascorsi dal suo ventesimo, lo avrebbe festeggiato davanti alla cascata dei 5 picchi. Erano passati ben 261 anni dal giorno della sua nascita, mai avrebbe sperato di vivere così a lungo, lui predestinato ad una breve vita fatta di sangue e morte, e mai avrebbe pensato che fra tutti i più valorosi guerrieri di Athena proprio lui sarebbe sopravvissuto: non si era mai sentito né il più forte, né il più brillante … eppure lui era vivo e gli altri non c'erano più. Una fitta al suo giovane cuore, dono della sua Dea, lo pervase al pensiero dei suoi compagni morti. Aveva visto passare di fronte a lui due generazioni di cavalieri, eppure pur affezionato all'attuale, il suo cuore era rimasto legato a quella dell'era precedente: considerava i primi tutti per un certo verso suoi discepoli, ma quando pensava ai suoi compagni riusciva a pensare solo agli uomini che avevano affrontato con lui la precedente Guerra Sacra. Questo era ciò che attendeva di fronte a quella cascata, l'inizio di una nuova Guerra Sacra con Ade. Anche oggi, il giorno del suo compleanno, era questo quello che aspettava, tutto per non rendere vano il sacrificio dei suoi compagni. Ecco un'altra fitta al suo giovane cuore, causata dalla nostalgia e dal rimpianto. La sua attenzione venne catturata dall'invito di Shiryu ad esprime un desiderio. Il suo adorato allievo era lì, come gli ultimi 7 anni, a festeggiare con lui e Shun-Rei il suo compleanno, e quest'anno vi erano anche i suoi amici, i giovani Saint di Bronzo che avevano ristabilito l'ordine costituito giusto in tempo per lo scontro finale con Ade. Adorava Shiryu e voleva bene anche ai suoi compagni. Erano ragazzi giovani che avevano saputo rinunciare ai loro sogni, alla loro infanzia, tutto in nome di un ideale. Avevano affrontato dure battaglie, riportando grandi vittorie, avevano la sua stima e il suo affetto .... ma non riusciva a considerarli i suoi compagni. Come non riusciva a considerare tali gli attuali cavalieri d'oro: li aveva visti arrivare e crescere dentro quelle armature, li aveva visti diventare uomini e compiere le loro scelte, sbagliate o corrette che fossero, sempre in maniera indipendente come è giusto che avvenga per cavalieri di alto rango come il loro: studiandoli attentamente nel corso degli anni aveva riscontrato in ognuno di loro molte similitudini fisiche e caratteriali con i suoi compagni, ad alcuni era veramente molto affezionato, ma non erano i suoi compagni. Shiryu lo chiamò nuovamente invitandolo ad esprimere un desiderio e a spengere le innumerevoli candeline. Cosa poteva desiderare? Nella sua lunga vita aveva avuto tutto e visto tutto … cosa mai poteva desiderare? Un'altra fitta al cuore gli fece realizzare che la cosa a cui anelava più in quel momento era la possibilità di passare ancora del tempo, anche poco, con i suoi vecchi compagni, ecco cosa desiderava … rincontrarli un ultima volta prima di riabbracciarli definitivamente oltre la morte. Sapeva che era impossibile, ma questo era il desiderio celato nel suo giovane cuore chiuso in un corpo da vecchio. Chiuse gli occhi e soffiò con tutto il fiato che aveva in gola. Quando li riaprì si rese conto che il paesaggio intorno a lui era cambiato.

• Maestro dove siamo?

• Venerabile Doko cosa è successo? Ma dove siamo?

• Ma questo è il Santuario.

• Hai ragione Shun, è il Santuario, ma come abbiamo fatto ad arrivare qui?

• E comunque c'e' qualcosa di diverso

• Che vuoi dire Hyoga? A me sembra tutto come al solito

• Non lo so Seiya, ma mi sembra che ci sia qualcosa fuori posto, non so spiegarti cosa però

Doko mentre ascoltava i giovani ragazzi tentava di capire cosa diavolo fosse successo. Era il Santuario è vero, ma aveva ragione Hyoga, non era il Santuario, o meglio, non quello del XX secolo. In ogni caso aveva la sensazione di sentirsi nuovamente a casa, finalmente dopo tanti anni. Guardò i suoi giovani discepoli e poi nuovamente quelle colonne. Solo allora comprese dove diavolo si trovassero, o meglio in che epoca si trovassero, ma non ebbe il tempo di spiegare la situazione ai suoi giovani accompagnatori. Sentì Shiryu urlare “tu bastardo, come fai ad essere ancora vivo?” e lo vide scagliarsi come una furia contro un uomo che sopraggiungeva in lontananza. Quest'ultimo, seppur sorpreso dell'attacco del giovane, non si fece trovare impreparato e con il semplice gesto della mano scaraventò il cavaliere del Dragone contro una colonna. Un ghigno strano, sarcastico e divertito comparve sul suo volto. Doko non ebbe alcun dubbio su chi fosse l'uomo e quando vide Shiryu rialzarsi per cercare di attaccarlo nuovamente, lo bloccò con il bastone.

• Fermati Shiryu, lui non è chi tu pensi che sia.

• Ma maestro cosa dite.

• Lui non è Death Mask! Fidati di me ragazzo.

• Guardatelo maestro, è lui, ne sono sicuro, riconoscerei quel maledetto ghigno ovunque.

L'uomo, rimasto fino a quel momento in attesa, stufo di aspettare sbuffò.

• Ehi voi due, avete finito di scambiarvi frasi d'amore? Cos'è nonnetto vuoi impedire che il tuo nipotino venga spedito all'inferno?

• Death Mask non so come tu sia riuscito a tornare dall'inferno in cui ti ho spedito, ma sappi che sono pronto ad affrontarti di nuovo e a sconfiggerti anche questa volta.

• Senti occhi belli, ma di che diavolo stai parlando? Chi è Death Mask e come osi rivolgerti in questo modo a me? Non sai chi sono?

Le sue parole lasciaro Shiryu visibilmente sorpreso, diceva di non essere Death Mask, eppure era lui, non aveva dubbi, ma allora perchè quest'uomo negava così spudoratamente? Possibile che il cavaliere di Cancer si fosse abbassato ad un livello così infimo? Le parole del suo maestro lo ridestarono.

• Perdonatelo venerabile Manigoldo. Il giovane è nuovo e non conosce le regole del Santuario. Inoltre non ha idea delle gerarchie che lo governano e non sa chi voi siate.

• Vuoi dire nonno che esiste un posto in cui non è conosciuto il mio nome? Grave, molto grave. Comunque visto che non sa chi sono per questa volta lascerò correre, oggi sono di buon umore. In ogni caso, ora che ci penso, chi diavolo sei tu vecchio e chi sono questi damerini che ti porti dietro?

Shiryu, ma anche gli altri Bronze Saint rimasero sorpresi nel constatare che l'uomo di fronte a loro non era Death Mask, e soprattutto non riuscivano a spiegarsi come il maestro dei cinque picchi lo potesse conoscere. Manigoldo, così lo aveva chiamato. Anche Doko era incredulo, non aveva nessun dubbio che l'uomo di fronte a lui fosse il cavalier di Cancer Manigoldo, lo aveva riconosciuto immediatamente, molto simile a Death Mask, ma così diverso. Una forte emozione pervase tutto il suo cuore … non sapeva come … ma il suo desiderio era stato avverato, era tornato in quell'epoca che considerava sua. Ora il problema era capire come ciò era potuto accadere e come poter far ritorno nel XX secolo, il tutto prima che Ade risvegliasse le sue truppe.

Ciao a tutti, ecco una storia che sarà composta di circa 13 o 14 capitoli in cui si racconta del vecchio Doko e del suo incontro con i vecchi compagni d'armi. Pensando al cavaliere di Libra mi ha sempre incuriosito sapere se abbia mai provato una certa malinconia nel pensare ai suoi vecchi compagni. Inoltre leggendo Lost Canvas mi diverte scoprire le similitudini e le diversità fra i cavalieri delle due epoche.