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Autore: Doubt    21/12/2009    6 recensioni
Come al solito cercai di resistere alla convocazione, ma ci riuscii solo per pochi secondi prima che la mia essenza venisse imprigionata all’interno di un pentacolo.
Ok. A quel punto le possibilità erano due; o prendere la vita con filosofia, accettando la tragica situazione senza ribellarsi con la speranza che il mago in questione, in qualche modo, morisse tra atroci sofferenze da solo, oppure aiutarlo, più o meno volontariamente, a metterlo nei guai e farlo morire tra atroci sofferenze.
Genere: Generale, Commedia, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

Come al solito cercai di resistere alla convocazione, ma ci riuscii solo per pochi secondi prima che la mia essenza venisse imprigionata all’interno di un pentacolo.
Ok. A quel punto le possibilità erano due; o prendere la vita con filosofia, accettando la tragica situazione senza ribellarsi con la speranza che il mago in questione, in qualche modo, morisse tra atroci sofferenze da solo, oppure aiutarlo, più o meno volontariamente, a metterlo nei guai e farlo morire tra atroci sofferenze.
Beh, la scelta mi sembra ovvia*.
Ormai non mi rimaneva che decidere l’aspetto da assumere e il tutto era fatto.
Le scelte non erano molte: vista la convocazione, il mago doveva essere di alto rango, uno che non si spaventa a morte alla vista di un topo gigante o di un Minotauro, seppure bene riusciti precisiamolo, quindi presi le sembianze di Nathaniel*.
Quando la mia essenza si materializzò nel pentacolo, mi voltai verso il mago incosciente che aveva osato richiamarmi, disturbando il mio riposo e vidi…
Ecco. Ti pareva; un altro bambino.
Occhi un po’ fuori dalle orbite, carnagione da fantasma oppure da cadavere a seconda dei gusti personali e uno sguardo fiero e ambizioso.
Voglio dire; non vi ricorda qualcuno?
- Questa è Londra, vero? – domandai irritato, anche se non avevo bisogno di una risposta da parte del ragazzo.
Si capiva subito dov’eravamo. Nonostante tutto ciò che aveva fatto Nathaniel, le attività magiche a Londra sembravano non essere diminuite se un pivello simile era in grado di convocare me, un Jinn di quattordicesimo livello.
Poi mi misi ad osservare la sua camera: un letto in mogano al centro, un armadio a destra, una scrivania e tanti poster di calciatori, cantanti e altre- persone- che- non- conoscevo.
Se non altro questo sembrava leggermente più normale, ok, normale è una grossa parola, diciamo meno strano, di Nathaniel.
- Tu sei Bartimeus, vero? - mi domandò il ragazzino, guardandomi di sottecchi.
- No, sono il fantasma dei tuoi avi, venuti per punirti. – recitai in modo teatrale, riducendo gli occhi perennemente con le occhiaie di Nathaniel a due fessure.
Il viso dei bambino si fece grave; prima impallidì, poi iniziò ad assumere un colore molto tendente al verdognolo e per finire un bel rosso acceso.
- Non è vero. – sibilò questi, probabilmente offeso.
O almeno è così che interpretai il suo ringhiare e il suo sbattere i piedi per terra come un moccioso di tre anni.
- Calmati bimbo. – gli dissi – Sì, sono Bartimeus. Che cosa vuoi? –
A queste parole sembrò rasserenarsi; il tipo mi sembrava avere la coscienza piuttosto sporca. Se non fosse stato sicuro di non aver realmente convocato i suoi avi, probabilmente sarebbe morto d'infarto.
- Voglio che tu vada a rubare la collana dei Maya al ministro degli Affari Interni. – mi ordinò, scandendo bene le parole – Ma senza farti scoprire da nessuno e senza rivelare niente di ciò che conosci riguardo al tuo padrone. –
Tipico dei bambini. O almeno, di quelli che conosco io.
- E che cosa te ne fai di quella collana? – gli domandai veramente curioso.
Dubitavo che sapesse il vero potenziale di quell’oggetto…
- Voglio riportare in vita una persona. – rispose sorridendo in modo sinistro.
… e infatti mi sbagliavo.
- E chi vorresti riportare in vita? –
- John Mandrake. –


* Nessuno, e ripeto nessuno, sano di mente prenderebbe questa situazione con filosofia.
*Che in certi momenti, cioè quando era stanco, indaffarato e di pessimo umore, alias sempre, era davvero terrificante e faceva molto più paura di un minotauro e di un topo messi insieme.


  
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