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Autore: Clou Jeevas    22/12/2009    0 recensioni
E più beveva più il sangue gli ribolliva nelle vene, E più beveva più il cuore gli si scioglieva come ghiaccio al sole.
Genere: Triste, Malinconico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cento anni.
Cento anni di sangue.
Cento anni di continue battaglie.
Cento anni di speranze strappate.
Cento anni tra Ghiaccio e Fuoco.


"E' tutto pronto?" chiese Francis voltandosi di lato verso la ragazza ed ella annuì convinta,
"Pronto, attacheremo dal lato Ovest appena gli inglesi si faranno vivi" continuò la donna.
"Bene,Bene..." sussurrò con la sua solita voce lieve e maliziosa il biondo. Chiuse qualche
secondo le palpebre mentre la sua mente si riempiva di ricordi allegri ma sopratutto tristi.
Ripensò a quei momenti. Di totale disperazione.
"Come sarebbe a dire?" chiese furioso Francis neanche togliendosi gli stivali inzuppati d'acqua,
"Cosa vorebbe dire che Arthur se ne è andato ?!" ridomandò tuonando.
Aveva trovato sul piccolo comodino intagliato in legno massiccio una lettera.
L'aveva aperta.
L'aveva letta.
L'aveva riempita di amare lacrime.
Arthur se ne era andato per il semplice motivo che odiava combattere.
Odiava tutto quell'enorme casino per un fazzoletto di terra.
Che quel ragazzino dalle buffe sopracciglia sia diventato uomo improvvisamente?
Lui era L'inghilterra. La grande nazione che metteva in ginocchio la flotta Spagnola.
La grande nazione temuta da tutta l'Europa. Perchè? Perchè?
"Ti odio stramaledetto traditore!" sibillò il francese facendo cadere
una bottiglia a terra e rompendola in mille pezzi.
Alcuni dicono che l'alcol annebbi la mente e  dia qualche attimo di sollievo al dolore,
non si sà di preciso quante bottiglie di  Bordeaux si scolò quella scura notte
Francis, -ma se è vero quello che dicono- ,se ne scolò tante, davvero tante.
E più beveva più il sangue gli ribolliva nelle vene,
E più beveva più il cuore gli si scioglieva come ghiaccio al sole.


Rovente come il fuoco, completamente solo.

Poi -senza neanche molto preavviso- una dichiarazione di guerra. La cosa era stata così immediata
da non poter neanche a provare a difendersi e molti territori caddero nelle mani degli inglesi.
Francis non capiva come poteva essere successo -d'accordo un po' era stata colpa sua- ma come poteva
odiarlo fino a tal punto da distruggere la sua amata Francia? Come poteva distruggere una nazione
che gli era stata vicina fino a poco tempo prima? Non si dava risposta.

 

"Pfta, quell'idiota di Francia, non si aspetterà mai che arriveremo da Est" pronunciò Arthur
ridacchiando con la sua solita voce nasale e acuta. Aveva pianificato tutto quanto, in ogni evenienza,
l'esercito inglese avrebbe sconfitto quello francese. "Stupido Fracis.. affidare ad una donna
il comando di un esercito... ma cosa ha nella testa?" infierì di nuovo l'inglese.
Ma nessuno lo ascoltava.
Da quando Arthur aveva lasciato la Francia per tornare in Inghilterra - e poi ritornare in Francia per
distruggerla questa volta- si sentiva terribilmente solo. Un tempo passava i pomeriggi
nei prati erbosi inglesi, con Francis, che ogni tanto veniva a trovarlo - più che una visita di cortesia
era solo una visita per sfotterlo- e passava il tempo a insultare il francese. La vita
era abbastanza spensierata per Arthur a quei tempi ,se, non per il fatto che si sentiva leggermente inferiore
a Francis. Per questo si era fatto crescere i capelli lunghi come lui.
Ma il risultato fu abbastanza deludente, difatti, nonostante fosse scappato dalla maggior parte
delle volte dal vescovo che glieli voleva tagliare, avevano assunto una forma strana e bizzarra.
E Francis non aveva perso tempo per prenderlo per il culo un'altra volta. "Tagliali,Tagliali!"
gli aveva chiesto quasi disperato e il francese ubbidì.Così Arthur finì per
avere un'altra volta i capelli corti. Di nuovo.
"Stupido..." sussurrò Arthur ripensandoci e abbassò il capo. Un senso di malinconia lo avvolgeva
totalmente ormai da sempre, ma in quei giorni specialmente, aveva iniziato a bere per dimenticare.
Allungò la mano verso il tavolo e riuscì ad afferrare con la mano guantata la bottiglia di Rum,
ne bevve un sorso, poi due, poi tre, poi quattro ed infine si scolò tutta la bottiglia.
Gli bastò poco meno di un litro per andare fuori dai gangheri completamente
ed iniziare ad urlare dicendo cose senza senso, eppure, quel ghiaccio che gli bruciava
dentro non si spegneva mai. Mai.

Freddo come il ghiaccio, completamente solo.

 


 

   
 
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