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Autore: Psyker_    22/12/2009    0 recensioni
Un giornalista alla ricerca dello scoop della sua vita riesce a rispolverare, grazie alla sua mente e al suo computer, un caso irrisolto archiviato dalla polizia anni prima.. Insieme al suo gruppo parte quindi alla volta della grande villa di Comil Street per sbrogliare i misteri contenenti in essa..
Genere: Thriller, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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La calda routine estiva sembrava stesse finalmente per essere smossa da una scoperta del giovane giornalista Michael Tomas. Mentre nell’area vigeva un’aria ormai conosciuta e maledettamente familiare il ragazzo sgranò gli occhi dinnanzi lo schermo del suo portatile.
Una serie di notizie cominciarono a scorrere, sullo sfondo la foto di una grandissima villa presso Comil Street: Un quartiere quasi del tutto isolato ospitante esclusivamente qualche barbone senza tetto. Michael sembrava entusiasta e preso il cellulare si accinse a chiamare alcuni dei suoi amici.
“Jane?, bene devo parlarti…chiama anche Dave, Loren, Chiara e While..,stavolta mi sa che ci siamo davvero eheh”.

 
Qualche ora dopo il gruppo di amici si riunì in una vecchia e scricchiolante abitazione presso la foresta. Michael si fece serio e mostrando una Pen-drive invitò While ad accendere il suo portatile.
“Ho portato direttamente le prove.. vorrei evitare inutili incomprensioni ed arrivare immediatamente al sodo”
Chiara sembrava scettica e affondando la testa tra le mani scosse il capo rassegnata:
“Sarà un'altra tua stupida fissazione, ci giurerei”
Il computer venne avviato e delle immagini attirarono immediatamente l’attenzione dei presenti:
Una grandissima villa sembrava protagonista di delitti misteriosi e l’oscurità avvolgente quel quartiere maledetto teneva arcana la verità.
Loren sembrava non essere sorpresa:
“Quel caso è stato archiviato dalla polizia da circa un anno…,credete che cinque semplici ragazzi come noi possano in qualche modo riuscire ad infiltrarsi in quella villa?”
Michael la lasciò parlare per poi rispondere:
“Dieci ragazzi vanno a passare una settimana horror all’interno di quella villa abbandonata..,tra birre,droghe e chi più ne ha più ne metta sono crollati morendo, cancellando ogni traccia di sé.
La polizia la racconta così..,e voi credete ad una cosa simile? E i corpi? scomparsi nel nulla? Ma fatemi il piacere.Se avete visto l’articolo che ho pubblicato circa quattro mesi fa vi sarete pur accorti della mia idea completamente differente!”
Dave, colui che dei quattro sembrava maggiormente d’accordo con l’amico, si alzò dalla sua postazione e passeggiando avanti e indietro per la stanza riassunse l’articolo di Michael:
“Dieci ventenni amanti della follia decisero di passare qualche settimana in quella villa abbandonata lontano dai genitori. I primi giorni andarono esattamente come avevano previsto i presenti ma abituata la routine nell’enorme abitazione alcuni di loro cominciarono a scomparire nel nulla tra le grida degli altri ancora in salvo.. Alcuni morirono dissanguati colpiti da un qualche oggetto acuminato ovviamente non trovato, alla testa ; Altri soffocati ; altri colpiti da proiettili di un arma non ancora rinvenuta.. Si optò quindi per fuggire da quell’inferno ma per qualche ragione a noi sconosciuta nessuno riuscì a mettere più piede al di fuori di quella villa. L’ultima ed unica soluzione plausibile rimasta era quella di chiamare aiuto dal telefono: Una telefonata giunse al distretto di polizia..
||AIUTO!!!! AL 18 DI COMIL STREET!!!!!!||
Le uniche parole…,poi cadde la linea. A quel punto una squadra investigativa e la scientifica si diressero nel suddetto luogo ma giunti non trovarono che una villa abbandonata non più utilizzata da parecchi anni…”
Chiara sembrò finalmente interessata:
“Non furono trovate prove o comunque qualcosa di sospetto?”
“No, mai…,la polizia si spiegò il fatto come uno scherzo telefonico poco felice fatto da adolescenti e archiviò il caso dopo mesi di indagini come i dieci ragazzi morti per alcolici pesanti e per assunzione di droghe altamente illegali”
Michael annuì per poi aggiungere un piccolo particolare:
“Proprio al centro del salone della villa fu ritrovato un capello dorato…,secondo gli esami del DNA quel capello apparteneva a Stacy Milsit: Padrona della villa deceduta vent’anni prima!”
I ragazzi cominciavano ad alternare alla sorpresa di tutte quelle nuove rivelazioni un senso di angoscia verso quella villa così misteriosa ed ignota.
While, fino a quel momento silenzioso, prese la parola:
“Ho sentito dire che il corpo della bella Stacy fu ritrovato nel piccolo laghetto subito fuori la villa…senza testa”.
“Esattamente, e adesso ritroviamo ciocche di capelli nuovamente…”
Chiara continuava a scuotere la testa:
“Dove vuoi arrivare Michael..?”
“Ragazzi…,se la polizia non è riuscita a sbrogliare il caso, dobbiamo vedercela noi!”
Dave sorrise:
“Sai di poter contare su di me…”
Chiara si alzò improvvisamente:
“Papà non accetterà mai di mandarti in un luogo simile..”
“Dimentichi che ho aiutato la sua squadra a risolvere tantissimi casi? E comunque chi ha mai detto che gli avrei chiesto il permesso?”
La ragazza tornò seduta:
“E’ il capo della squadra investigativa..,credi davvero che colui che riesce a scovare in un attimo latitanti storici non riesca a trovare suo figlio?”
“Calma sorellina, andiamo e torniamo..,tanto per esaminare con i nostri occhi la villa”
La bella Jane sembrava d’accordo e While si accingeva già a preparare il necessario.
Michael si avvicinò verso Chiara:
“Avanti..,sarà lo scoop della nostra vita..non possiamo sottrarci a questa possibilità, ho scovato troppe informazioni per chiamarmi fuori”
“Non lo so…”
“Il tuo intuito da detective è necessario..e mentre While scatterà qualche foto qui e là io scriverò a più non posso…”.

 
Il gruppo sembrava formato: Un giornalista di 24 anni, un bravo fotografo di 20 anni, due aspiranti detective di 23 e 26 anni ed un’aspirante regista di 25 anni ; Cinque ragazzi a scoprire il mistero del 18 di Comil Street.

 
Il sole si ergeva alto nel cielo e splendendo teneva ben lontano ogni sorta di nube con il suo chiarore.I 5 ragazzi si trovavano sulla strada che avrebbe portato verso Comil Street, erano riusciti a creare dei pretesti per allontanarsi dai propri parenti senza destare sospetti.
Al volante vi era il frenetico Michael che armato di taccuino era sicuro di riuscire a scoprire la verità nascosta in quella villa.
I Km passavano ed il gruppo cominciava ad accorgersi di stare per entrare in una zona colma di vegetazione che con l’avanzare dei metri diventava sempre più fitta.
Jane sorrise:
“E’ tipico, tanta vegetazione che al momento della fuga dei ragazzi rinchiusi nella casa del male comincia a prendere vita e blocca ogni sorta di uscita…”
While si armò immediatamente della sua macchina fotografica:
“Ebbene, avremo più cose di cui parlare hihihi”.
Qualche minuto dopo ecco scorgere in lontananza il grande cancello che portava ai giardini della villa.Il luogo era immenso e molto lussuoso.Il tempo era l’unica ruga presente nella grande reggia e qualche ragnatela ornava gli angoli più angusti.
Il giornalista si accostò a qualche metro dall’entrata e con sorpresa si accorse che il cancello era aperto.
I 5 si affrettarono e prendere tutto il materiale necessario e velocemente si diressero verso il portone dell’abitazione. Questo era stavolta chiuso ma Dave aveva la soluzione:
“Grimaldello di ultima generazione, viene usato da alcuni colleghi di mio padre per scassinare le cassaforti delle case delle vittime”
La porta si aprì e il gruppo entrò silenziosamente.. Un grande interruttore al lato dell’entrata fu azionato e gli enormi lampadari di cristallo illuminarono la grande sala d’ingresso.
Michael avanzò di qualche passo:
“E’ incredibile, fuori il sole spaccava le pietre, eppure qui sembra notte”
“E’ quella vegetazione fittissima che impedisce ai raggi solari di filtrare..”
Jane sembrava abbastanza informata riguardo la casa e Dave si incuriosì:
“Non mi sembra la il volto di una fanciulla a conoscenza della tetra leggenda della casa...anzi mi sembri molto informata…”
La ragazza dai capelli rosso fuoco non si voltò nemmeno:
“Non sei l’unico a cui interessano i casi gialli Dave..,prima di venire in questo covo di sangue mi sono ben informata sai?”
While interruppe i due:
“Non litighiamo gente, potremmo aver bisogno l’uno dell’altro per uscire vivi da qui eh eh”
Gli altri quattro presenti risposero a quest’ultimo in coro:
“Taci While!”
Si optò per una pausa pranzo prima di cominciare le indagini e While uscì dal suo zainetto una serie di panini super imbottiti:
“Ho detto a mia madre che sarei andato in campeggio con amici e mi ha riempito lo zaino di cibo eh eh potete favorire gente”.
Il grandissimo tavolo fu pulito e sistemato ma proprio prima di cominciare a mangiare le luci della sala da pranzo si spensero improvvisamente.
Michael schizzò dal suo posto:
“Si comincia a scrivere ragazzi…,Jane accendi la video camera”
While riaccese immediatamente le luci ma nei dintorni non sembravano esserci particolari cambiamenti.
L’aspirante detective intanto, seguito dalla sorella, si diresse invece sulle scale e dato un auricolare all’amico giornalista si preoccupò di rimanere ben in contatto.
“Noi controlliamo di sopra, se succede qualcosa avvertimi immediatamente”.
While, Jane e Michael rimasero insieme e circospetti si avviarono verso una camera da letto:
“Per ora nulla di sospetto, lenzuola bianche, armadio antico molto costoso, lampadario in cristallo e finestra che da sul giardino…”
Il fotografo invece controllò superficialmente nei cassetti ma non trovò altro che ragnatele e cumuli di sporcizia:
“Questi “fantasmi” non hanno proprio il senso della pulizia…mah”
Intanto al piano di sopra, i due detective scrutavano dietro ogni dove ma non sembravano esserci elementi relativamente determinanti per la risoluzione del caso.
“Incredibile..niente di niente..”
Chiara però richiamò l’attenzione del fratello mostrandogli tramite uno strumento a raggi ultravioletti delle traccie sul tappeto.
“Questo era sangue..”
“Papà non si arrabbierà quando scoprirà di non avere più il suo caro e dolce sensore a UV?”
“Smettila ne avrà a decine..,e comunque osserva…non credo che dei ragazzi ubriachi si diano agli omicidi…e poi questa macchia è fin troppo larga per essere una semplice ferita da taglio…”
Dave sembrava pensieroso..:
“Chiunque abbia ideato questi delitti vuole farsi passare per un fantasma maledetto, ma per sua sfortuna avrà a che fare con il sottoscritto…,comunque sia credo che fino a qui ci sia arrivata anche la polizia quindi non perdiamo tempo e controlliamo più avanti”
Michael e gli altri intanto erano ritornati al salone d’ingresso e senza ancora nulla tra le mani continuavano a controllare nei dintorni:
“Fino ad ora solo delle luci spente..,in fondo può anche essere stato un guasto…”

Le ore trascorrevano e io due giovani detective trovarono finalmente qualcosa:
“Chiara guarda..”
“Sono dei segni sul pavimento…,spegni le luci e prendi il sensore”.
I raggi rivelarono alcuni graffi sul pavimento ed era possibile sentire alcuni spifferi d’aria provenienti dagli stessi.
“Una botola…,cavolo questo non va bene..avviso Michael”.
Il giovane aspirante detective contattò l’amico informandolo delle trappole indesiderate.
“Capisco..,a questo punto non credo ci siano altri dubbi che si tratti di omicidi”
“Potrebbero sempre essere trappole anti-furto, infondo è da dire che la villa è lussuosa ed un marchingegno tanto complesso potrebbe anche starci..,comunque sia sarà meglio continuare le ricerche..,per qualsiasi cosa contattami immediatamente”.
Chiara intanto continuava ad avanzare per le stanze del primo piano ma non sembravano esserci ulteriori indizi, improvvisamente però il pavimento si aprì facendo sprofondare la ragazza.
Il fratello, udendo il grido, avanzò anch’egli per il corridoio ma non trovando più la sorella cominciò a chiamarla a gran voce.
“Maledizione…Chiara!!”
Quest’ultima era finita in un sotterraneo completamente al buio pieno di ragnatele e la caduta aveva contuso la caviglia della malcapitata:
“D-dove diamine mi trovo..? Dave!! Dove sei?”
Un silenzio irritante padroneggiava l’area e la totale oscurità non aiutava.Fortunatamente nella tasca destra vi era una torcia elettrica che accesa rivelò l’interno della camera: Evidentemente una sgabuzzino ospitante molte cianfrusaglie di vario tipo.
Chiara,con ammirevole coraggio, decise di dirigersi verso una porta socchiusa cercando di risalire al piano superiore.La gamba zoppicante però non aiutava.
Intanto l’oscurità più totale aveva investito anche il resto della casa che dopo un ennesimo black-out rimase priva di ogni sorta di illuminazione.
Michael fu inoltre informato da Dave della scomparsa di Chiara ed insieme decisero di ritornare ad indagare in gruppo per minimizzare al massimo ulteriori complicazioni.
La luce fioca delle torce elettriche era la sola ad illuminare quanto bastava il presagio negativo che quella casa assumeva col passare delle ore.
While fotografava ogni angolo della villa sfruttando il flash della sua macchina fotografica per orientarsi mentre Jane continuava a firmare ogni avvenimento.
In seguito dei rumori ruppero il silenzio tombale, sembravano provenire dal secondo piano..
Michael invitò tutti alla calma avanzando lentamente:
“Chiara…sei tu?”
Il gruppo continuava a camminare furtivo quando Michael chiese a Jane,l’unica insieme a Dave a possedere una torcia, di fare luce verso il soffitto.
A quell’invito non vi fu risposta, While fece luce mediante il flash della sua digitale e ciò che fu possibile notare era la scomparsa della giovane aspirante regista…
“Jane??? Dove sei?? Non provare a fare scherzi!”
In quell’istante ecco giungere sul luogo anche Dave che informato subito della pessima novità non credeva alle proprie orecchie.
“Non è possibile..”
I tre erano sconvolti da quegli avvenimenti sempre più misteriosi ma non si persero d’animo, continuando le indagini e la ricerca dei due compagni scomparsi.
Dave continuava ad illuminare il pavimento con il sensore ad UV ma non vi erano novità rivelanti, finchè ad un tratto delle voci provenire dal pian terreno non fecero arrestare l’avanzata del gruppo.Dave cercò di far luce con la sua torcia elettrica riuscendo ad illuminare il punto generico da dove provenivano quei suoni sommessi: Un teschio umano ornava il pavimento che vistosamente attempato mostrava segni di cedimento con crepe e graffi. I presenti sussultarono, la tensione all’interno di quella villa si faceva sempre più insostenibile.
While non credeva ai propri occhi:
“Che cosa…,che cosa diavolo ci fa un teschio umano in..una..villa?”
Dave fu l’unico in grado di avvicinarsi per esaminare l’elemento:
“Non ci sono dubbi..,teschio umano..potrebbe essere ciò che rimane di uno dei dieci ragazzi…”
“Qui dentro ci sono stati degli omicidi…,ormai è chiaro”
“Michael..,non abbiamo prove, potrebbe davvero essere come l’ha descritto la polizia..”
In quell’istante però altre grida attirarono l’attenzione dei tre ragazzi.
“Già..e allora tutti i suoni che sentiamo?”
Nel buio, si continuò ad avanzare verso quelle voci..davvero molto familiari.
L’oscurità ricopriva un’arcana verità, la luce della torcia illuminò ciò che fino a quel momento tutti i presenti non avrebbero mai pensato di vedere…: Un corpo con un cappio al collo pendeva dal tetto, la sua pelle così chiara ed aggraziata si rese un elemento fondamentale per il suo riconoscimento, essendo il volto totalmente sfigurato e colmo di un sangue che copiosamente colava giù fino al pavimento ricreando quel tamburellare caratteristico di una pioggia nefasta.
Una lacrima segnò lo zigomo di Dave che non credendo a quella visione cercò di avvicinarsi per testare l’audenticità dell’accaduto:
“…no…non sei tu…”
Michael si voltò repentinamente vomitando e affogato fra le lacrime indietreggiò di qualche passo.
While non riusciva a capire cosa stesse succedendo e colpito da una crisi di panico si diresse verso l’uscita della villa:
“E’ irreale!!! NON E’ POSSIBILE!!!!”
Il grande portone si aprì ed una folata di vento precedette l’esterno…,i giardini di quella casa del terrore.
Il fotografo fece un passo,poi un altro e senza neanche rendersene conto arrivò fin al cancello d’ingresso, ma improvvisamente un proiettile sparato da diverse decine di metri percorse ad una velocità pazzesca l’aria gelida caratterizzante quell’istante di paura ed angoscia contro cui i tre ragazzi lottavano per far sovrastare la razionalità al panico…
Il colpo raggiunse la gamba del povero While che impotente cedette per terra fra i suoi gemiti.
Michael intanto provò ad inseguire l’amico corso fuori lasciando per un attimo Dave fra grida e pianti.L’aspirante detective però richiamò la sua attenzione immediatamente:
“Fermo!”
“M..ma While…”
Quest’ultimo continuava a gridare dolorante ma non sembrava aver subito ulteriori colpi.
Michael si riavvicinò quindi verso l’amico:
“Devo andare a recuperare While potrebbe essere pericoloso…”
“C’è stato uno sparo…,c-c’è stato uno sparo maledizione…non uscire…”
“Ma che dici…,è il temporale fuori…,avevano detto che sarebbe stata una sera devastata dai fulmini…”
Dave prese al collo Michael infuriato e piangente:
“Maledizione Michael!! Non capisci?? Chiara è stata uccisa!! Non esistono i fantasmi…,è un maledetto BASTARDO ASSASSINO!!!!!”
“Come..come fai a dirlo..?” affermò lacrimante il giovane giornalista..
Dave liberò la sorella dal cappio portandola nel soggiorno dove la coprì con un telo:
“Le sue mani sono ferite…,non sono ferite di una caduta..ne tanto mano si è arrampicata in nessun albero ultimamente..,ha semplicemente opposto resistenza a chiunque le abbia fatto questo…”
“Stai dicendo che dietro tutto questo…,c’è un assassino?”
“Non si oppone resistenza contro un fantasma..”
I due tornarono per un momento lucici nonostante la disgrazia ricevuta e si ricordarono dell’amico all’esterno:
“While è uscito..”
Dave sembrava aver capito tutto:
“Al primo piano ho trovato della polvere da sparo, elemento non ancora utilizzato per nessun tipo di arma da fuoco.Era allo stato puro pronto per essere lavorato..,capisci cosa voglio dire?”
“Chiunque ci sia dietro tutti questi delitti misteriosi..è armato”
“Esatto,esattamente poco fa ho sentito uno sparo provenire dal soffitto..logicamente crede di farla franca confondendosi con il temporale”.
“Ma Dave..,io non ho sentito niente..”
“Il suono si propaga più velocemente su una base solida che per via aerea..”
“Tu eri per terra..,avevi il volto poggiato sul pavimento…”
“Esatto, questo vuol dire che qualcuno ci tiene sotto tiro dall’alto, per questo nessuno…è mai riuscito ad uscire da questa casa del male!”
I due erano senza dubbio sconvolti dalla perdita di Chiara e non ritrovando Jane si pensò per forza al peggio, l’indagine doveva però continuare, la questione dell’assassino del 18 di Comil Street doveva assolutamente essere risolta.
Gli unici rimasti si diressero quindi verso la porta d’ingresso per osservare cosa fosse realmente successo all’amico.Si avvicinarono abbastanza per udire le grida sommesse di While, evidentemente ancora vivo.Michael perse le staffe:
“While…,devo aiutarlo!”
Dave bloccò per un braccio l’amico facendogli un cenno di intesa:
“Ho un idea..”
Il detective uscì dalla sua tasca un pezzo di carta ed una penna e cominciando a scrivere qualcosa invitò Michael a tacere:
“Ecco…,andrà tutto bene amico..”
Il giovane gli porse il foglio per poi correre a gran velocità verso le scale,facendo attenzione alle botole.
“Vediamo…: ||L’assassino è uno soltanto, e credo si sposti usando passaggi segreti, segue i nostri spostamenti con delle telecamere nascoste nei quadri o comunque nei muri. Le mie sono supposizioni ma non ci sarebbe altra soluzione.Adesso è impegnato a tenere sotto tiro While ma quando vedrà che uno di noi due si starà dirigendo verso la soffitta lascerà la sua postazione per andare ad accoglierlo, aspetta circa 30 secondi dopo aver letto queste scritte e corri a soccorrere While,dopodichè torna verso l’auto e scappa a tutta velocità…,io mi salverò||”.
Delle lacrime segnarono ancora il volto di Michael che dopo aver aspettato il tempo richiesto si fiondò verso l’amico in difficoltà.
La ferita non era grave, il proiettile aveva perforato la coscia uscendo di conseguenza verso l’esterno.Una benda fu per il momento sufficiente:
Michael si voltò verso la villa un ultima volta:
“Dave…”

 
L’aspirante detective sentì dei passi dietro di lui e sicuro della sua attenta analisi non sembrava cedere alla paura:
“Sei finito “fantasma” di Comil Street…”
Una voce tremolante si diffuse per l’intera zona facendo rabbrividire il giovane:
“Tu…,morirai come gli altri…..eheheheh”
Dave uscì dalla tasca della giacca una pistola che impugnò davanti a lui:
“Non fare un altro passo o ti freddo…”
“Sei solo un misero morto che cammina….”
La voce veniva da su, il coraggioso detective si incamminò repentinamente verso la soffitta.
“I passi venivano da dietro di me…,e la voce da su…cavolo mi ha fregato!!”
Un ascia sfiorò Dave che celermente riuscì a salvarsi la vita chinandosi, dietro di lui vi era l’assassino di sua sorella…
“Non puoi sfuggire alla morte…”
Dave si rialzò e con grande agilità si portò a qualche metro avanti il suo avversario, poi si voltò lentamente…: Un uomo incappucciato rimaneva arcano nel buio, l’unica cosa realmente visibile era un enorme sciabola sanguinante.
“Tu sei un pazzo…”
L’assassino cercò di colpire il povero ragazzo che in qualche modo rimaneva incolume, poi riuscì a ferirlo lievemente al bracciò.
Dave raggiunse la soffitta fuggendo e la pioggia cominciò a bagnare i suoi lineamenti marcati.
La furia omicida lo raggiunse all'istante continuando quei fendenti mortali. Il giovane si rifugiò dietro delle casse ricordandosi della sua arma:
“E’ il momento di farla finita…”
Dave uscì dal nascondiglio facendo fuoco con la sua pistola, il proiettile ando a schiantarsi contro la sciabola nemica che distruggendosi fece da scudo all’assassino. Questo però cominciò a ridere rumorosamente estraendo dalla sua tasca una piccola doppietta calibro 12.
I due erano faccia a faccia con le rispettive armi puntate in avanti…poi uno sparo, e tra i fulmini fragorosi quella notte si disperse uno strepito altisonante che avrebbe sconvolto il futuro di uno dei presenti quella notte arcana nella villa maledetta: L’assassino cadde fra il suo sangue rivelando alle sue spalle il coraggioso Michael che pur di salvare la vita del suo più caro amico avrebbe ben volentieri messo a repentaglio la propria. Dave, abbastanza sconvolto, si lasciò cadere al suolo come per porre inizio alla fine di un tragico evento.
Il giornalista gli si avvicinò:
“Non potevo perdermi la scena in cui sconfiggevi l’assassino..,che cosa avrei scritto eh?”
“L’hai sconfitto tu…,io sono solo la tua spalla…”

 
Qualche giorno dopo alcune notizie ricoprirono le prime pagine di migliaia di giornali:

||Risolto il caso del 18 di Comil Street, arrestato l’assassino dei dieci ragazzi qualche anno fa scomparsi e portati in salvo i quattro valorosi protagonisti||

 
§Era il figlio della padrona della villa, non si diede mai pace per la morte della madre e da quel momento decise di uccidere chiunque si avvicinasse alla villa macchiandola di altro peccato terreno.
Era sempre stato convinto che lo spirito della madre vivesse ancora in quella villa con lui difendendolo, ed in cambio avrebbe giurato protezione a quello che è oggi il 18 di Comil Street…
Un pazzo che decapitò la testa della stessa madre tanto adorata per poter conservare per sempre una parte di lei…,ibernò la testa in una stanza sotterranea della villa e per ogni vittima lasciava il “segno divino” della madre su di loro…,un frammento del suo dna conservato perfettamente…un capello”.
La madre morì per una malattia devastante…,egli spiegò la sua nascita come il “contatto con il mondo”, non avrebbe mai più permesso che un uomo si avvicinasse alla grande abitazione o l’avrebbe contaminata…,una filosofia perversa ma che poi forse nasconde sempre un velo di verità.
Tra il sacrificio di una donna e le gesta di quattro persone adesso ritenute eroiche si è compiuto il nostro dovere, il dovere di purificare il marcio di questo mondo ospitante la vita ma anche la morte…§

Da qui ripartono il glorioso Dave Namiet e la sua spalla Michael Tomas.

Firmato: Michael Tomas

 

  
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