Una serie di notizie cominciarono a scorrere, sullo sfondo
la foto di una grandissima villa presso Comil Street: Un quartiere quasi del
tutto isolato ospitante esclusivamente qualche barbone senza tetto. Michael
sembrava entusiasta e preso il cellulare si accinse a chiamare alcuni dei suoi
amici.
“Jane?, bene devo parlarti…chiama anche Dave, Loren, Chiara
e While..,stavolta mi sa che ci siamo davvero eheh”.
Qualche ora dopo il gruppo di amici si riunì in una vecchia
e scricchiolante abitazione presso la foresta. Michael si fece serio e
mostrando una Pen-drive invitò While ad accendere il suo portatile.
“Ho portato direttamente le prove.. vorrei evitare inutili
incomprensioni ed arrivare immediatamente al sodo”
Chiara sembrava scettica e affondando la testa tra le mani
scosse il capo rassegnata:
“Sarà un'altra tua stupida fissazione, ci giurerei”
Il computer venne avviato e delle immagini attirarono
immediatamente l’attenzione dei presenti:
Una grandissima villa sembrava protagonista di delitti
misteriosi e l’oscurità avvolgente quel quartiere maledetto teneva arcana la
verità.
Loren sembrava non essere sorpresa:
“Quel caso è stato archiviato dalla polizia da circa un
anno…,credete che cinque semplici ragazzi come noi possano in qualche modo
riuscire ad infiltrarsi in quella villa?”
Michael la lasciò parlare per poi rispondere:
“Dieci ragazzi vanno a passare una settimana horror
all’interno di quella villa abbandonata..,tra birre,droghe e chi più ne ha più
ne metta sono crollati morendo, cancellando ogni traccia di sé.
La polizia la racconta così..,e voi credete ad una cosa
simile? E i corpi? scomparsi nel nulla? Ma fatemi il piacere.Se avete visto
l’articolo che ho pubblicato circa quattro mesi fa vi sarete pur accorti della
mia idea completamente differente!”
Dave, colui che dei quattro sembrava maggiormente d’accordo
con l’amico, si alzò dalla sua postazione e passeggiando avanti e indietro per
la stanza riassunse l’articolo di Michael:
“Dieci ventenni amanti della follia decisero di passare
qualche settimana in quella villa abbandonata lontano dai genitori. I primi
giorni andarono esattamente come avevano previsto i presenti ma abituata la
routine nell’enorme abitazione alcuni di loro cominciarono a scomparire nel
nulla tra le grida degli altri ancora in salvo.. Alcuni morirono dissanguati
colpiti da un qualche oggetto acuminato ovviamente non trovato, alla testa ;
Altri soffocati ; altri colpiti da proiettili di un arma non ancora rinvenuta..
Si optò quindi per fuggire da quell’inferno ma per qualche ragione a noi
sconosciuta nessuno riuscì a mettere più piede al di fuori di quella villa.
L’ultima ed unica soluzione plausibile rimasta era quella di chiamare aiuto dal
telefono: Una telefonata giunse al distretto di polizia..
||AIUTO!!!! AL 18 DI COMIL STREET!!!!!!||
Le uniche parole…,poi cadde la linea. A quel punto una
squadra investigativa e la scientifica si diressero nel suddetto luogo ma
giunti non trovarono che una villa abbandonata non più utilizzata da parecchi
anni…”
Chiara sembrò finalmente interessata:
“Non furono trovate prove o comunque qualcosa di sospetto?”
“No, mai…,la polizia si spiegò il fatto come uno scherzo
telefonico poco felice fatto da adolescenti e archiviò il caso dopo mesi di
indagini come i dieci ragazzi morti per alcolici pesanti e per assunzione di
droghe altamente illegali”
Michael annuì per poi aggiungere un piccolo particolare:
“Proprio al centro del salone della villa fu ritrovato un
capello dorato…,secondo gli esami del DNA quel capello apparteneva a Stacy
Milsit: Padrona della villa deceduta vent’anni prima!”
I ragazzi cominciavano ad alternare alla sorpresa di tutte
quelle nuove rivelazioni un senso di angoscia verso quella villa così
misteriosa ed ignota.
While, fino a quel momento silenzioso, prese la parola:
“Ho sentito dire che il corpo della bella Stacy fu ritrovato
nel piccolo laghetto subito fuori la villa…senza testa”.
“Esattamente, e adesso ritroviamo ciocche di capelli
nuovamente…”
Chiara continuava a scuotere la testa:
“Dove vuoi arrivare Michael..?”
“Ragazzi…,se la polizia non è riuscita a sbrogliare il caso,
dobbiamo vedercela noi!”
Dave sorrise:
“Sai di poter contare su di me…”
Chiara si alzò improvvisamente:
“Papà non accetterà mai di mandarti in un luogo simile..”
“Dimentichi che ho aiutato la sua squadra a risolvere
tantissimi casi? E comunque chi ha mai detto che gli avrei chiesto il
permesso?”
La ragazza tornò seduta:
“E’ il capo della squadra investigativa..,credi davvero che colui
che riesce a scovare in un attimo latitanti storici non riesca a trovare suo
figlio?”
“Calma sorellina, andiamo e torniamo..,tanto per esaminare con
i nostri occhi la villa”
La bella Jane sembrava d’accordo e While si accingeva già a
preparare il necessario.
Michael si avvicinò verso Chiara:
“Avanti..,sarà lo scoop della nostra vita..non possiamo
sottrarci a questa possibilità, ho scovato troppe informazioni per chiamarmi
fuori”
“Non lo so…”
“Il tuo intuito da detective è necessario..e mentre While
scatterà qualche foto qui e là io scriverò a più non posso…”.
Il gruppo sembrava formato: Un giornalista di 24 anni, un
bravo fotografo di 20 anni, due aspiranti detective di 23 e 26 anni ed
un’aspirante regista di 25 anni ; Cinque ragazzi a scoprire il mistero del 18
di Comil Street.
Il sole si ergeva alto nel cielo e splendendo teneva ben
lontano ogni sorta di nube con il suo chiarore.I 5 ragazzi si trovavano sulla
strada che avrebbe portato verso Comil Street, erano riusciti a creare dei
pretesti per allontanarsi dai propri parenti senza destare sospetti.
Al volante vi era il frenetico Michael che armato di
taccuino era sicuro di riuscire a scoprire la verità nascosta in quella villa.
I Km passavano ed il gruppo cominciava ad accorgersi di
stare per entrare in una zona colma di vegetazione che con l’avanzare dei metri
diventava sempre più fitta.
Jane sorrise:
“E’ tipico, tanta vegetazione che al momento della fuga dei
ragazzi rinchiusi nella casa del male comincia a prendere vita e blocca ogni
sorta di uscita…”
While si armò immediatamente della sua macchina fotografica:
“Ebbene, avremo più cose di cui parlare hihihi”.
Qualche minuto dopo ecco scorgere in lontananza il grande
cancello che portava ai giardini della villa.Il luogo era immenso e molto
lussuoso.Il tempo era l’unica ruga presente nella grande reggia e qualche
ragnatela ornava gli angoli più angusti.
Il giornalista si accostò a qualche metro dall’entrata e con
sorpresa si accorse che il cancello era aperto.
I 5 si affrettarono e prendere tutto il materiale necessario
e velocemente si diressero verso il portone dell’abitazione. Questo era
stavolta chiuso ma Dave aveva la soluzione:
“Grimaldello di ultima generazione, viene usato da alcuni
colleghi di mio padre per scassinare le cassaforti delle case delle vittime”
La porta si aprì e il gruppo entrò silenziosamente.. Un
grande interruttore al lato dell’entrata fu azionato e gli enormi lampadari di
cristallo illuminarono la grande sala d’ingresso.
Michael avanzò di qualche passo:
“E’ incredibile, fuori il sole spaccava le pietre, eppure
qui sembra notte”
“E’ quella vegetazione fittissima che impedisce ai raggi
solari di filtrare..”
Jane sembrava abbastanza informata riguardo la casa e Dave
si incuriosì:
“Non mi sembra la il volto di una fanciulla a conoscenza della
tetra leggenda della casa...anzi mi sembri molto informata…”
La ragazza dai capelli rosso fuoco non si voltò nemmeno:
“Non sei l’unico a cui interessano i casi gialli
Dave..,prima di venire in questo covo di sangue mi sono ben informata sai?”
While interruppe i due:
“Non litighiamo gente, potremmo aver bisogno l’uno
dell’altro per uscire vivi da qui eh eh”
Gli altri quattro presenti risposero a quest’ultimo in coro:
“Taci While!”
Si optò per una pausa pranzo prima di cominciare le indagini
e While uscì dal suo zainetto una serie di panini super imbottiti:
“Ho detto a mia madre che sarei andato in campeggio con
amici e mi ha riempito lo zaino di cibo eh eh potete favorire gente”.
Il grandissimo tavolo fu pulito e sistemato ma proprio prima
di cominciare a mangiare le luci della sala da pranzo si spensero
improvvisamente.
Michael schizzò dal suo posto:
“Si comincia a scrivere ragazzi…,Jane accendi la video
camera”
While riaccese immediatamente le luci ma nei dintorni non
sembravano esserci particolari cambiamenti.
L’aspirante
detective intanto, seguito dalla sorella, si diresse invece sulle scale e dato
un auricolare all’amico giornalista si preoccupò di rimanere ben in contatto.
“Noi
controlliamo di sopra, se succede qualcosa avvertimi immediatamente”.
While, Jane e
Michael rimasero insieme e circospetti si avviarono verso una camera da letto:
“Per ora
nulla di sospetto, lenzuola bianche, armadio antico molto costoso, lampadario
in cristallo e finestra che da sul giardino…”
Il fotografo
invece controllò superficialmente nei cassetti ma non trovò altro che ragnatele
e cumuli di sporcizia:
“Questi
“fantasmi” non hanno proprio il senso della pulizia…mah”
Intanto al
piano di sopra, i due detective scrutavano dietro ogni dove ma non sembravano
esserci elementi relativamente determinanti per la risoluzione del caso.
“Incredibile..niente
di niente..”
Chiara però richiamò
l’attenzione del fratello mostrandogli tramite uno strumento a raggi
ultravioletti delle traccie sul tappeto.
“Questo era
sangue..”
“Papà non si
arrabbierà quando scoprirà di non avere più il suo caro e dolce sensore a UV?”
“Smettila ne
avrà a decine..,e comunque osserva…non credo che dei ragazzi ubriachi si diano
agli omicidi…e poi questa macchia è fin troppo larga per essere una semplice
ferita da taglio…”
Dave sembrava
pensieroso..:
“Chiunque
abbia ideato questi delitti vuole farsi passare per un fantasma maledetto, ma
per sua sfortuna avrà a che fare con il sottoscritto…,comunque sia credo che
fino a qui ci sia arrivata anche la polizia quindi non perdiamo tempo e
controlliamo più avanti”
Michael e gli
altri intanto erano ritornati al salone d’ingresso e senza ancora nulla tra le
mani continuavano a controllare nei dintorni:
“Fino ad ora
solo delle luci spente..,in fondo può anche essere stato un guasto…”
“Chiara
guarda..”
“Sono dei
segni sul pavimento…,spegni le luci e prendi il sensore”.
I raggi
rivelarono alcuni graffi sul pavimento ed era possibile sentire alcuni spifferi
d’aria provenienti dagli stessi.
“Una botola…,cavolo
questo non va bene..avviso Michael”.
Il giovane
aspirante detective contattò l’amico informandolo delle trappole indesiderate.
“Capisco..,a
questo punto non credo ci siano altri dubbi che si tratti di omicidi”
“Potrebbero
sempre essere trappole anti-furto, infondo è da dire che la villa è lussuosa ed
un marchingegno tanto complesso potrebbe anche starci..,comunque sia sarà
meglio continuare le ricerche..,per qualsiasi cosa contattami immediatamente”.
Chiara
intanto continuava ad avanzare per le stanze del primo piano ma non sembravano
esserci ulteriori indizi, improvvisamente però il pavimento si aprì facendo
sprofondare la ragazza.
Il fratello,
udendo il grido, avanzò anch’egli per il corridoio ma non trovando più la
sorella cominciò a chiamarla a gran voce.
“Maledizione…Chiara!!”
Quest’ultima
era finita in un sotterraneo completamente al buio pieno di ragnatele e la
caduta aveva contuso la caviglia della malcapitata:
“D-dove
diamine mi trovo..? Dave!! Dove sei?”
Un silenzio
irritante padroneggiava l’area e la totale oscurità non aiutava.Fortunatamente
nella tasca destra vi era una torcia elettrica che accesa rivelò l’interno
della camera: Evidentemente una sgabuzzino ospitante molte cianfrusaglie di
vario tipo.
Chiara,con
ammirevole coraggio, decise di dirigersi verso una porta socchiusa cercando di
risalire al piano superiore.La gamba zoppicante però non aiutava.
Intanto
l’oscurità più totale aveva investito anche il resto della casa che dopo un
ennesimo black-out rimase priva di ogni sorta di illuminazione.
Michael fu
inoltre informato da Dave della scomparsa di Chiara ed insieme decisero di
ritornare ad indagare in gruppo per minimizzare al massimo ulteriori
complicazioni.
La luce fioca
delle torce elettriche era la sola ad illuminare quanto bastava il presagio
negativo che quella casa assumeva col passare delle ore.
While
fotografava ogni angolo della villa sfruttando il flash della sua macchina fotografica
per orientarsi mentre Jane continuava a firmare ogni avvenimento.
In seguito
dei rumori ruppero il silenzio tombale, sembravano provenire dal secondo
piano..
Michael
invitò tutti alla calma avanzando lentamente:
“Chiara…sei
tu?”
Il gruppo
continuava a camminare furtivo quando Michael chiese a Jane,l’unica insieme a
Dave a possedere una torcia, di fare luce verso il soffitto.
A
quell’invito non vi fu risposta, While fece luce mediante il flash della sua
digitale e ciò che fu possibile notare era la scomparsa della giovane aspirante
regista…
“Jane??? Dove
sei?? Non provare a fare scherzi!”
In quell’istante
ecco giungere sul luogo anche Dave che informato subito della pessima novità
non credeva alle proprie orecchie.
“Non è
possibile..”
I tre erano
sconvolti da quegli avvenimenti sempre più misteriosi ma non si persero d’animo,
continuando le indagini e la ricerca dei due compagni scomparsi.
Dave
continuava ad illuminare il pavimento con il sensore ad UV ma non vi erano
novità rivelanti, finchè ad un tratto delle voci provenire dal pian terreno non
fecero arrestare l’avanzata del gruppo.Dave cercò di far luce con la sua torcia
elettrica riuscendo ad illuminare il punto generico da dove provenivano quei
suoni sommessi: Un teschio umano ornava il pavimento che vistosamente attempato
mostrava segni di cedimento con crepe e graffi. I presenti sussultarono, la
tensione all’interno di quella villa si faceva sempre più insostenibile.
While non
credeva ai propri occhi:
“Che
cosa…,che cosa diavolo ci fa un teschio umano in..una..villa?”
Dave fu
l’unico in grado di avvicinarsi per esaminare l’elemento:
“Non ci sono
dubbi..,teschio umano..potrebbe essere ciò che rimane di uno dei dieci
ragazzi…”
“Qui dentro
ci sono stati degli omicidi…,ormai è chiaro”
“Michael..,non
abbiamo prove, potrebbe davvero essere come l’ha descritto la polizia..”
In quell’istante però altre grida attirarono l’attenzione
dei tre ragazzi.
“Già..e allora tutti i suoni che sentiamo?”
Nel buio, si continuò ad avanzare verso quelle voci..davvero
molto familiari.
L’oscurità ricopriva un’arcana verità, la luce della torcia
illuminò ciò che fino a quel momento tutti i presenti non avrebbero mai pensato
di vedere…: Un corpo con un cappio al collo pendeva dal tetto, la sua pelle
così chiara ed aggraziata si rese un elemento fondamentale per il suo
riconoscimento, essendo il volto totalmente sfigurato e colmo di un sangue che
copiosamente colava giù fino al pavimento ricreando quel tamburellare
caratteristico di una pioggia nefasta.
Una lacrima segnò lo zigomo di Dave che non credendo a
quella visione cercò di avvicinarsi per testare l’audenticità dell’accaduto:
“…no…non sei tu…”
Michael si voltò repentinamente vomitando e affogato fra le
lacrime indietreggiò di qualche passo.
While non riusciva a capire cosa stesse succedendo e colpito
da una crisi di panico si diresse verso l’uscita della villa:
“E’ irreale!!! NON E’ POSSIBILE!!!!”
Il grande portone si aprì ed una folata di vento precedette
l’esterno…,i giardini di quella casa del terrore.
Il fotografo fece un passo,poi un altro e senza neanche
rendersene conto arrivò fin al cancello d’ingresso, ma improvvisamente un
proiettile sparato da diverse decine di metri percorse ad una velocità pazzesca
l’aria gelida caratterizzante quell’istante di paura ed angoscia contro cui i
tre ragazzi lottavano per far sovrastare la razionalità al panico…
Il colpo raggiunse la gamba del povero While che impotente
cedette per terra fra i suoi gemiti.
Michael intanto provò ad inseguire l’amico corso fuori
lasciando per un attimo Dave fra grida e pianti.L’aspirante detective però
richiamò la sua attenzione immediatamente:
“Fermo!”
“M..ma While…”
Quest’ultimo continuava a gridare dolorante ma non sembrava
aver subito ulteriori colpi.
Michael si riavvicinò quindi verso l’amico:
“Devo andare a recuperare While potrebbe essere pericoloso…”
“C’è stato uno sparo…,c-c’è stato uno sparo maledizione…non
uscire…”
“Ma che dici…,è il temporale fuori…,avevano detto che
sarebbe stata una sera devastata dai fulmini…”
Dave prese al collo Michael infuriato e piangente:
“Maledizione Michael!! Non capisci?? Chiara è stata uccisa!!
Non esistono i fantasmi…,è un maledetto BASTARDO ASSASSINO!!!!!”
“Come..come fai a dirlo..?” affermò lacrimante il giovane
giornalista..
Dave liberò la sorella dal cappio portandola nel soggiorno
dove la coprì con un telo:
“Le sue mani sono ferite…,non sono ferite di una caduta..ne
tanto mano si è arrampicata in nessun albero ultimamente..,ha semplicemente
opposto resistenza a chiunque le abbia fatto questo…”
“Stai dicendo che dietro tutto questo…,c’è un assassino?”
“Non si oppone resistenza contro un fantasma..”
I due tornarono per un momento lucici nonostante la
disgrazia ricevuta e si ricordarono dell’amico all’esterno:
“While è uscito..”
Dave sembrava aver capito tutto:
“Al primo piano ho trovato della polvere da sparo, elemento
non ancora utilizzato per nessun tipo di arma da fuoco.Era allo stato puro
pronto per essere lavorato..,capisci cosa voglio dire?”
“Chiunque ci sia dietro tutti questi delitti misteriosi..è
armato”
“Esatto,esattamente poco fa ho sentito uno sparo provenire
dal soffitto..logicamente crede di farla franca confondendosi con il
temporale”.
“Ma Dave..,io non ho sentito niente..”
“Il suono si propaga più velocemente su una base solida che
per via aerea..”
“Tu eri per terra..,avevi il volto poggiato sul pavimento…”
“Esatto, questo vuol dire che qualcuno ci tiene sotto tiro
dall’alto, per questo nessuno…è mai riuscito ad uscire da questa casa del
male!”
I due erano senza dubbio sconvolti dalla perdita di Chiara e
non ritrovando Jane si pensò per forza al peggio, l’indagine doveva però
continuare, la questione dell’assassino del 18 di Comil Street doveva
assolutamente essere risolta.
Gli unici rimasti si diressero quindi verso la porta
d’ingresso per osservare cosa fosse realmente successo all’amico.Si
avvicinarono abbastanza per udire le grida sommesse di While, evidentemente
ancora vivo.Michael perse le staffe:
“While…,devo aiutarlo!”
Dave bloccò per un braccio l’amico facendogli un cenno di
intesa:
“Ho un idea..”
Il detective uscì dalla sua tasca un pezzo di carta ed una
penna e cominciando a scrivere qualcosa invitò Michael a tacere:
“Ecco…,andrà tutto bene amico..”
Il giovane gli porse il foglio per poi correre a gran
velocità verso le scale,facendo attenzione alle botole.
“Vediamo…: ||L’assassino è uno soltanto, e credo si
sposti usando passaggi segreti, segue i nostri spostamenti con delle telecamere
nascoste nei quadri o comunque nei muri. Le mie sono supposizioni ma non ci
sarebbe altra soluzione.Adesso è impegnato a tenere sotto tiro While ma quando
vedrà che uno di noi due si starà dirigendo verso la soffitta lascerà la sua
postazione per andare ad accoglierlo, aspetta circa 30 secondi dopo aver letto
queste scritte e corri a soccorrere While,dopodichè torna verso l’auto e scappa
a tutta velocità…,io mi salverò||”.
Delle lacrime segnarono ancora il volto di Michael che dopo
aver aspettato il tempo richiesto si fiondò verso l’amico in difficoltà.
La ferita non era grave, il proiettile aveva perforato la
coscia uscendo di conseguenza verso l’esterno.Una benda fu per il momento
sufficiente:
Michael si voltò verso la villa un ultima volta:
“Dave…”
L’aspirante detective sentì dei passi dietro di lui e sicuro
della sua attenta analisi non sembrava cedere alla paura:
“Sei finito “fantasma” di Comil Street…”
Una voce tremolante si diffuse per l’intera zona facendo
rabbrividire il giovane:
“Tu…,morirai come gli altri…..eheheheh”
Dave uscì dalla tasca della giacca una pistola che impugnò
davanti a lui:
“Non fare un altro passo o ti freddo…”
“Sei solo un misero morto che cammina….”
La voce veniva da su, il coraggioso detective si incamminò
repentinamente verso la soffitta.
“I passi venivano da dietro di me…,e la voce da su…cavolo mi
ha fregato!!”
Un ascia sfiorò Dave che celermente riuscì a salvarsi la
vita chinandosi, dietro di lui vi era l’assassino di sua sorella…
“Non puoi sfuggire alla morte…”
Dave si rialzò e con grande agilità si portò a qualche metro
avanti il suo avversario, poi si voltò lentamente…: Un uomo incappucciato
rimaneva arcano nel buio, l’unica cosa realmente visibile era un enorme
sciabola sanguinante.
“Tu sei un pazzo…”
L’assassino cercò di colpire il povero ragazzo che in
qualche modo rimaneva incolume, poi riuscì a ferirlo lievemente al bracciò.
Dave raggiunse la soffitta fuggendo e la pioggia cominciò a
bagnare i suoi lineamenti marcati.
La furia omicida lo raggiunse all'istante continuando quei
fendenti mortali. Il giovane si rifugiò dietro delle casse ricordandosi della
sua arma:
“E’ il momento di farla finita…”
Dave uscì dal nascondiglio facendo fuoco con la sua pistola,
il proiettile ando a schiantarsi contro la sciabola nemica che distruggendosi
fece da scudo all’assassino. Questo però cominciò a ridere rumorosamente
estraendo dalla sua tasca una piccola doppietta calibro 12.
I due erano faccia a faccia con le rispettive armi puntate
in avanti…poi uno sparo, e tra i fulmini fragorosi quella notte si disperse uno
strepito altisonante che avrebbe sconvolto il futuro di uno dei presenti quella
notte arcana nella villa maledetta: L’assassino cadde fra il suo sangue
rivelando alle sue spalle il coraggioso Michael che pur di salvare la vita del
suo più caro amico avrebbe ben volentieri messo a repentaglio la propria. Dave,
abbastanza sconvolto, si lasciò cadere al suolo come per porre inizio alla fine
di un tragico evento.
Il giornalista gli si avvicinò:
“Non potevo perdermi la scena in cui sconfiggevi
l’assassino..,che cosa avrei scritto eh?”
“L’hai sconfitto tu…,io sono solo la tua spalla…”
||Risolto il caso del 18 di Comil Street, arrestato l’assassino dei dieci ragazzi qualche anno fa scomparsi e portati in salvo i quattro valorosi protagonisti||
§Era il figlio della padrona della villa, non si diede mai
pace per la morte della madre e da quel momento decise di uccidere chiunque si
avvicinasse alla villa macchiandola di altro peccato terreno.
Era sempre stato convinto che lo spirito della madre vivesse
ancora in quella villa con lui difendendolo, ed in cambio avrebbe giurato
protezione a quello che è oggi il 18 di Comil Street…
Un pazzo che decapitò la testa della stessa madre tanto
adorata per poter conservare per sempre una parte di lei…,ibernò la testa in
una stanza sotterranea della villa e per ogni vittima lasciava il “segno
divino” della madre su di loro…,un frammento del suo dna conservato
perfettamente…un capello”.
La madre morì per una malattia devastante…,egli spiegò la
sua nascita come il “contatto con il mondo”, non avrebbe mai più permesso che
un uomo si avvicinasse alla grande abitazione o l’avrebbe contaminata…,una
filosofia perversa ma che poi forse nasconde sempre un velo di verità.
Tra il sacrificio di una donna e le gesta di quattro persone
adesso ritenute eroiche si è compiuto il nostro dovere, il dovere di purificare
il marcio di questo mondo ospitante la vita ma anche la morte…§