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Autore: I Walk With Shadows    23/12/2009    3 recensioni
Tick. Tock. Tick. Tock.
La pioggia scendeva copiosa sulle strade, e sbatteva contro le finestre di vetro, che riproducevano i ticchettii che queste goccioline formavano pian piano.
Tick. Tick. Tick. Tick.
Maxwell Green non riusciva a dormire. Aveva sempre odiato ls pioggia, praticamente da quando era nato. La odiava soprattutto di sera -quando lui avrebbe dovuto dormire, invece le gocce che si infrangevano su quelle porte invisibili e irriconoscibili a esse, facevano fin troppo rumore, e lo tenevano sveglio.
[Mannie]
Genere: Romantico, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Max Green , Ronnie Radke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Without You I'm Nothing.




Strange infatuation seems to grace the evening tide.

I'll take it by your side.

Such imagination seems to help the feeling slide.

I'll take it by your side.

Instant correlation sucks and breeds a pack of lies.

I'll take it by your side.

Oversaturation curls the skin and tans the hide.

I'll take it by your side.


tick - tock [x3]

tick - tick - tick - tick - tick – tock


Tick. Tock. Tick. Tock.

La pioggia scendeva copiosa sulle strade, e sbatteva contro le finestre di vetro, che riproducevano i ticchettii che queste goccioline formavano pian piano.

Tick. Tick. Tick. Tick.

Maxwell Green non riusciva a dormire. Aveva sempre odiato ls pioggia, praticamente da quando era nato. La odiava soprattutto di sera -quando lui avrebbe dovuto dormire, invece le gocce che si infrangevano su quelle porte invisibili e irriconoscibili a esse, facevano fin troppo rumore, e lo tenevano sveglio.

Tock. Tock. Tock.

Passi. Passi di scarpe leggere, di tela, riempivano la casa. Con lui, nell'abitazione, però il fatto era che non c'era nessuno. Apparte Dexter, il suo Yorkshire, che zampettava nella cucina, cercando del cibo, visto che oggi si era dimenticato -di nuovo- di dargli da mangiare.

Max aprì gli occhi quando sentì che i passi -pressochè sconosciuti- arrivavano da lui. Non aveva il coraggio di guardare chi fosse, se un ladro, il suo cane o sua madre. Sperava solo che non fosse un ladro. Senza il suo coinquilino, gli rimaneva già poco così.

Poi i passi si fermarono pressochè alla porta della camera.

Si sentiva osservato, e strinse il cuscino per non guardare.

Sapeva, ora, chi era. O meglio, cos'era. Era soltanto frutto della sua immaginazione, sì, e sapeva persino, che girandosi l'avrebbe visto. Lì. Ad osservarlo.

Era soltanto l'immaginazione, che si mischiava con quella strana infantuazione che aveva addosso, che alimentava un sacco di bugie.

Perchè lui, non c'era più.

Non era in vita.

Non era nella sua vita. Almeno.

Ma avrebbe cercato di prenderla bene, si era detto, avrebbe cercato di prenderla dal punto di vista suo. Se lui era felice così, questo gli bastava.

Poi, come era comparsa, la figura svanì. Sentì i passi allontanarsi verso l'uscita, come se quella cosa fosse realmente lì. Strinse il cuscino affondandoci la testa, tentando invano di soffocarsi, tentando di morire, per non vedere più quella cosa.


I'm unclean, a libertine
And every time you vent your spleen,
I seem to lose the power of speech,
Your slipping slowly from my reach.
You grow me like an evergreen,
You never see the lonely me at all


Ogni volta che succedeva sembrava perdere la parola, stava zitto, per ore, con il suo cane che gli gironzolava intorno. Certe volte piangeva. Pensava al suicidio, e spesso, quando scivolava dalle sue mani, quando non riusciva a vederlo, o quando riusciva. L'aveva cresciuto, erano cresciuti insieme, uno sempre accanto all'altro e lui non aveva mai visto Max davvero. Non aveva mai visto quello che davvero era. Un debole, che si nascondeva dietro alle sue battutine, che piangeva di nascosto quando uno lo ripudiava, a cui solo le sue risate facevano stare bene.

Non gli diceva mai quello che sentiva, quando era triste e quando no, perchè non voleva che si preoccupasse.

Non gli aveva mai detto che lo amava per paura.

Non aveva mai visto com'era Max veramente.

Non l'avrebbe mai visto.


I...

Take the plan, spin it sideways.

I...

Fall.


Ora senza la sua ragione di vita non aveva più niente, nessun piano per continuare, nessun modo per andare avanti, nessun pensiero.

Era come se fosse morto anche lui. Dentro. In un modo così interno che, da fuori, sembrava la solita persona, Maxwell Green, il pazzo furioso, quel ragazzino sclerotico che camminava per strada come un paperotto.

Solo quei pensieri, quei dolori che aveva dentro lo facevano cadere. Quando era solo non si reggeva più e cadeva sulle ginocchia a piangere. Aveva lividi, e sbucciature, ma non gli importava molto.

Cadeva, cadeva perchè sembrava quasi che il mondo gli fosse contro.

Cadeva perchè ora non sapeva come andare avanti.

Cadeva perchè lui non c'era più.


Without you, I'm Nothing.

Without you, I'm nothing.

Without you, I'm nothing.

Take the plan, spin it sideways.

Without you, I'm nothing at all.


Senza di te non sono niente,

Senza di te non sono niente,

Senza di te non sono niente

Senza di te non sono assolutamente niente”.




**Walks Angle


Buongiorno, caVi u.u.

Non so come mi sia uscita. Sono tre giorni che mio fratello mette a palla Without You I'm Nothing dei Placebo a palla e non potevo fare a meno di scriverci qualcosa -di depressivo, ovviamente XD.

Mi è venuta bene, un po' tanto nonsense ma mi piace. Ah, non ho detto il nome di Ronnie per tutta l'effeffe, ma comunque dovrebbe esservi chiaro che l'uomo tanto bramato dal Signore Dei Verdi è lui. Povero amore, è la seconda -o terza?xD- ff in cui scrivo che Ronnie è morto.

Non avevo mai scritto qualcosa di più da suicidio. Almeno non credo.

Ringrazio per quelle povere piccole anime che recensiranno ^^.

Grazie,

Walks.

  
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