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Autore: xCaRolx    24/12/2009    4 recensioni
Non sospettavano neanche lontanamente che quell'individuo che attendevano fosse proprio quello seduto al reciproco fianco.
Genere: Generale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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Titolo: This couldn't be more unexpected;
Fandom: Hetalia: Axis Powers;
Personaggi: England/UK (Arthur Kirkland), France (Francis Bonnefoy); 
Avvertimenti: AlternativeUniverse 
Genere: Fluff
Note dell'Autrice: Il titolo è preso da una canzone, Contagiously degli Acceptance. Ovviamente i personaggi non mi appartengono. Spero piaccia <3


Attorno a loro si poteva udire unicamente il suono del silenzio. 
Talvolta, un lieve ticchetìo si faceva strada, prepotente, in quel silenzio, sferzandolo. 
Entrambi seduti su di una panchinetta, munita di cinque sedili di plastica malmessi, aspettavano l'arrivo di una persona, coprendosi come meglio potevano il viso, per ripararlo dal freddo dell'inverno. 
Sedevano distanti, tra di loro si frapponevano tre dei cinque sedili di plastica arancione, di cui uno privo di schienale, e non si guardavano o, meglio, non volevano guardarsi. 
Non sospettavano neanche lontanamente che quell'individuo che attendevano fosse proprio quello seduto al reciproco fianco.


Erano entrambi dei giovani, ad occhio si poteva dire sui vent'anni e, grazie alle comunicazioni via internet et similia, si erano conosciuti praticamente qualche ora prima. 
Però, a differenza della maggior parte dei ragazzi che utilizzano questi metodi, loro due non si erano presentati, non avevano scritto qualche loro generalità del tipo "Ehi, io mi chiamo Tizio" o "Io sono Caio"; no, loro si erano solamente detti "Abito a Londra" e l'altro subito prontamente aveva chiarito che anch'egli abitava nella capitale inglese. 
A dirla tutta, neanche erano a conoscenza del fatto che fossero entrambi dei maschi. 
Infatti, il ragazzo seduto sul lato sinistro della panchinetta, Arthur, era nervoso, molto nervoso. 
Respirava con affanno dietro alla sciarpa vermiglia a righe smeraldine che aveva sulla bocca. Le sue mani, purtroppo per lui, prive di guanti, erano inflilate tra le cosce, nella speranza di trovarvi calore. 
Muoveva di tanto in tanto le gambe per non farle "addormentare" e mentre ripeteva quest'azione per, forse, la quinta o sesta volta da quando era giunto lì, una voce proveniente alla sua destra esordì, con tono un po' scocciato:
- Ohi, mon cherì, smettila di far così! -
Arthur quindi fu costretto a voltarsi verso la testa da cui erano uscite quelle parole, verso quella persona che si rifiutava categoricamente di guardare. 
- Non è affare che ti riguarda, no? - ribattè, continuando a far quello che stava facendo, cioè muovere le gambe, facendo risuonare i tacchi delle scarpe di cuoio sulla pavimentazione sotto la panchinetta.
L'altro ragazzo parve sorpreso di quella risposta, lo si poteva notare dagli occhi cerulei un po' spalancati. Sorrise subito dopo, affondando il viso nella sciarpa violetta che anch'egli indossava. 
  - Aspetti qualcuno, cherì? - domandò poi, cercando di attaccare un discorso: quel silenzio lo stava uccidendo.
Aggiunse quell'ultima parola nella sua lingua natale, facendo intendere ad Arthur che era un francese. E lui odiava i francesi.
Non sapeva perchè, non aveva un motivo ben preciso, ma come gli scozzesi odiavano gli inglesi, gli inglesi odiavano i francesi. 
Per principio e basta.  
Lo guardò sottecchi, assottigliando gli occhi nella speranza, forse, di intimidirlo e così farlo stare zitto nuovamente, però fu costretto a rispondere alla sua domanda, perchè il francese sembrava particolarmente interessato. 
- Yes, I'm waiting for someone. - si può dire che sputò quelle parole, o le vomitò. 
Il volto, incorniciato da lunghi capelli ondulati e biondi, del francese parve illuminarsi a quelle parole. 
Si avvicinò, scalando i sedili che li separavano e si sedette su quello accanto ad Arthur. 
- E per caso, - iniziò, sporgendosi in avanti col corpo, verso il viso di Arthur, che sgomento si allontanò quanto più possibile. - Stai aspettando un ragazzo conosciuto su internet? - 
Gli occhi color smeraldo di Arthur si spalancarono, sorpresi. Le sottili labbra si piegarono lievemente verso il basso, contrariate. 
Poteva specchiarsi negli occhi azzuri del francese, vedeva chiaramente quanto quella domanda lo aveva colto di sorpresa, lo aveva come pugnalato. 
Esatto, sentiva come se avesse un pugnale infliato nella cassa toracica, ma non capiva perchè. Che motivo aveva di essere così preoccupato? 
Hai la coda di paglia, Arthur, disse una vocina nella sua testa, istigandolo.
Già, perchè lui sperava di incotrare una bella ragazza, non un blaterante francese. 

  
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