DRAGON BALL © 1984Akira Toriyama/Shueisha. All Rights Reserved.
Take theese tears my heir
Premessa: Non essendo contenta
della fine di Cell nella saga di Dragon Ball Z, ho deciso di scrivere un continuo.
Riprendo la storia da quando Cell, durante la battaglia con
i Sayan sulla Terra, diventa papà di 7 piccolini … buona lettura …
Tears by sun
… prima del suo ultimo respiro, l’essere perfetto era
riuscito a metter in salvo un ottavo figliolo, spedendolo tra le montagne,
passando inosservato sopra le teste dei Sayan.
Il ragazzo era
cresciuto per sette anni con una coppia di vecchietti per bene, ma non dimostra
la cattiveria e l’egocentrismo del padre, al contrario era buono e magnanimo
con tutti.
I due anziani che lui chiamava nonna Yukai e nonno Genki
gli avevano sempre tenuta segreta la sua origine, dicevano di averlo trovato in
città e che lo avevano portato sulle montagne con loro decidendo il suo nome alla luce del sole: Kirami. Un piccolo forse
troppo triste per la sua tenera età, ma estremamente dolce.
Gli tenevano nascosto il nome del padre, dalle malsane
idee di conquista, e temevano che il piccolo si recasse in città destando
panico tra i suoi cittadini, per questo non aveva il permesso di uscire di
giorno e di allontanarsi dal paese.
E’ proprio disobbedendo a questa importante regola che la
vita di Kirami prende un’altra strada il giorno del suo ottavo compleanno.
Nonna Yukai e nonno Genki erano usciti per commissioni
urgenti, lasciando il piccolo in casa con l’intento di scoprire cosa ci fosse
aldilà dei monti e com’era fatta la “città”.
Kirami:”Dicono che la città sia bellissima! … tanto i
nonni avranno da fare per molto tempo, tornerò prima di loro …”.
Oltrepassò le montagne in volo, non sapeva neanche lui perché
riuscisse a volare, ma si sentiva libero, la brezza che gli accarezzava la
faccia era così piacevole e dolce, non avrebbe mai voluto smettere di sentire
quella carezza.
Arrivò a Parsley City,
una cittadina ridente che ne aveva viste molte sin dalla sua nascita, e si
fermò nel mezzo di una strada trafficata. Subito non destò scalpore, ma non
appena i passanti si voltarono, la città cominciò ad urlare terrorizzata. La
paura attanagliò i presenti in una morsa terribile lanciandoli in una corsa sfrenata
verso il primo luogo al sicuro. Kirami non riusciva a capire il perché di tutta
quell’ agitazione.
Folla:”MOSTRO!!! MOSTRO!!!”.
Folla:”HAI ANCORA IL CORAGGIO DI PRESENTARTI?!”.
Folla:”MOSTRO!!”.
Vuoto intorno a lui.
Una bambina nel correre aveva lasciato cadere il suo
orsacchiotto di pezza sul nero asfalto, Kirami lo raccolse e lo guardò
intensamente scoppiando in lacrime, si sentiva prorpio come quel pupazzo: solo.
Voleva sapere perché suo padre l’aveva abbandonato quando era ancora molto
piccolo. Perché?! Perché l’aveva fatto?
Strizzò gli occhi e si fece coraggio, decise di
restituire l’orsacchiotto alla bambina, ma più s’avvicinava più la piccola
fuggiva impaurita.
Folla:” LASCIALA STARE!!!!”.
Così con sguardo
triste e sconsolato lasciò cadere il pupazzo. I suoi occhi si riempirono ancora una volta di
lacrime amare. Amare come il vuoto nel suo cuore che non riusciva a spiegarsi.
Un rombo fortissimo squarciò l’aria fredda. Un elicottero
sorvolava sulla testa di Kirami, all’improvviso si aprì il portellone sul
fianco e scese qualcuno. Quando gli stivaletti di quella figura toccarono terra
la folla l’ acclamò con applausi e grida di gioia.
Folla:”SATAN-SATAN-SATAN!!!”:
Folla:”… ahaha e ora che fai ?!” “E’ arrivato Mr.
Satan!!!”.
Mr. Satan:”Ehi Tu! Mostro!! Ti consiglio di alzare i
tacchi da qui altrimenti te la vedrai con me!”.
Kirami:”Mi scuso di aver terrorizzato queste persone, ma
io non ho fatto niente!”.
Mr. Satan:”Allora vuoi proprio prenderle?! Coraggio fatti
sotto!”.
Kirami:”Anche lei m’ha chiamato ‘mostro’, perché?”.
Continua …
PURA FINZIONE SCARLATTA
J.