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Autore: Maggie_Lullaby    25/12/2009    7 recensioni
Lei scrolla le spalle.
- Tutti prima o poi se ne vanno – dice lei, a bassa voce.
- Io no – ribatte lui.
- Sì, invece, Joe – lo rimprovera dolcemente Clary. - Ma devi farmi una promessa.
Lui la guarda e annuisce.
- Se dovessi andarmene prima del tempo dovrai dimenticarmi, va bene? - gli spiega, a bassa voce, il naso rosso per il gelo.
- Come?!
- Prometti, Joe.
- Io... va bene, Clarisse, prometto – mano sul cuore. Una promessa che va mantenuta.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Our Promise

Forget me


Sì, Joe Jonas sapeva benissimo cos'era appena successo. Sapeva che era finita; tutto era stato cancellato, distrutto, annientato, rimosso. Le loro carezze, i loro baci, le notti passate l'uno accanto all'altra a parlare, a sfiorarsi senza mai oltrepassare il limite che quell'anello che lui portava al dito aveva tracciato.

Si sedette sul suo letto, passandosi una mano fra i capelli, ancora vestito con gli abiti neri indossati quella mattina. Non era uscito di casa.

Non voleva uscire, ascoltare quelle parole tristi di uno sconosciuto, vedere le lacrime di persone che probabilmente aveva visto una volta nella vita. No. Voleva restare solo, lui con il suo dolore. Lui con la sua presenza. Con lei.

Pioveva. Incredibile, a Los Angeles non pioveva mai, ma quel giorno sì. Perchè poi? Per provare il suo dolore, forse.

La casa era vuota, silenziosa, l'unica luce proveniva da un abat-jour sulla sua scrivania, che illuminava una lettera. La sua lettera.

Si alzò tremando, barcollando per il male alla testa.

Prese il foglio, scritto con una scrittura in corsivo, leggera, elegante.

Tornò a sedersi sul letto, una lacrima che gli colava lungo il viso. Una sola. Per quel momento.

Caro Joe,

buffo, ho sempre trovato che le lettere siano un modo blasfemo per comunicare con qualcuno, al posto che parlarne di persona.

Ti chiederai perchè ti scrivo, forse, perchè dopo i nostri undici mesi insieme ti scrivo, anche se abitiamo quasi l'uno accanto all'altra, beh, il motivo è semplice: ho paura.

Non ho paura di te, ma della tua reazione, a piuttosto di quello che io potrei dirti. Qui, seduta davanti alla mia scrivania, posso riflettere prima di dirti chissà cosa.

Ti voglio ricordare un avvenimento che abbiamo vissuto, quanto?, un mese fa, circa, quando siamo usciti assieme, in quel bar a Parigi, sul Tamigi, dove abbiamo incontrato quella scrittrice di quel libro che tu hai già chiarito non leggerai mai.

Abbiamo riso, scherzato, scambiato i numeri di telefono con lei, o per lo meno l'ho fatto io e oggi, dopo tanto tempo, lei mi ha richiamato. So che non ti ricordi il suo nome, si chiama Miss Haley Wilson.

Le avevo mandato qualche settimana fa il manoscritto del mio romanzo, la nostra storia e le è piaciuto a tal punto da volerlo pubblicare.

Pubblicare, ti rendi conto?? Diventerò una scrittrice, io! Il mio sogno!

Sì, amore, però non esultare, non esultiamo, perchè niente è come sembra. Mi pubblicherà il libro, ma prima devo studiare in una scuola. Joe, in Europa, sempre a Parigi.

Qui capirai quello che ti voglio dire. Io ti amo, tanto anche. Hai sempre la risposta giusta, il consiglio adatto e devi dirmi cosa devo fare.

Partire? Allontanarci?

Restare? Rimanere uniti?

A te la scelta, amore mio, perchè io ti amo e sono certa che qualunque sia la tua decisione resteremo insieme.

Tua,

Clarisse, Clary


Sì, lui aveva fatto la sua scelta, la aveva detto di partire, di andare. La loro sarebbe stata una relazione a distanza. Le sarebbe mancata, ma così avrebbe potuto realizzare il suo sogni, rimanendo uniti.

Ma quel sogno, quella vita, quella relazione, tutto era bruciato.

Ed era colpa sua se, ora, in quel... luogo ora Clary, la sua Clary, riposava, in eterno.

Morta.

Morta a causa di un autista ubriaco che non aveva rispettato il semaforo rosso. Morta per causa sua, di Joe, che non era stato capace di sterzare ed evitarlo. Morta perchè quel camion aveva colpito la sua fiancata, l'aveva travolta in pieno e lei aveva chiuso gli occhi per l'ultima volta.

Lui, Joe, si era solo rotto una spalle. Lei era morta.

Non era riuscito quella mattina ad andare al cimitero e vedere quella bara bianca in cui le avrebbe riposato per sempre, con quel taglio in testa che le aveva tolto la vita. La bara sarebbe stata ricoperta di rose bianche. Lei odiava le rose bianche. Voleva quelle rosse, gliel'aveva detto, una volta.

Si coprì la faccia con le mani, nascondendo le lacrime. Perchè doveva essere morta lei, perchè non lui? Perchè?

Le sembrò di vederla, lì, in quella stanza, i capelli rossi che le incorniciavano il viso, il sorriso sulle labbra.

E ancora il dolore lo avvolse, ma non era il dolore alla spalle che protestava per gli strattonamenti a cui era sottoposta, era il dolore del cuore. Il suo cuore si era spezzato.

- Un giorno io me ne andrò, Joseph, lo sai questo? - dice Clarisse, avvolgendosi nella sua sciarpa di lana bianca.

- E con questo cosa vuoi dire? - le chiede lui, tenendola per mano.

Lei scrolla le spalle.

- Tutti prima o poi se ne vanno – dice lei, a bassa voce.

- Io no – ribatte lui

- Sì, invece, Joe – lo rimprovera dolcemente Clary. - Ma devi farmi una promessa.

Lui la guarda e annuisce.

- Se dovessi andarmene prima del tempo dovrai dimenticarmi, va bene? - gli spiega, a bassa voce, il naso rosso per il gelo.

- Come?!

- Prometti, Joe.

- Io... va bene, Clarisse, prometto – mano sul cuore. Una promessa che va mantenuta.

Aveva pensato si riferisse a una partenza all'inizio, ora aveva capito, si riferiva alla morte.

- Promettimi che mi dimenticherai – sentì la sua voce nell'aria. - Mi conserverai nel cuore come una persona con la quale hai condiviso una parte del tuo cuore, ma non sarò mai niente di più. Hai promesso – sentì la sua risata. - Ricordati, mano sul cuore, una promessa che va mantenuta.

Joe annuì e si posò la mano destra sul cuore, ripetendo quella frase.

Ci sarebbe voluto del tempo, ma l'avrebbe dimenticata. Un giorno.

- Mano sul cuore, una promessa che va mantenuta.

***


Oddio, nemmeno so da dove mi è venuta 'sta idea, cioè è Natale e vi posto una fic deprimente??

E' brutta, non dico altro.

Grazie a chi leggerà e a chi commenterà (se qualcuno commenterà, ovvio! E non vi biasimo se non lo farete, sta storia fa schifo davvero!).

Il personaggio di Joe Jonas non mi appartiene (che voi sappiate!) e con questa storia non intendo rappresentare il suo vero carattere. Questa fic non è a scopi di lucro.

Il personaggio di Clary, invece, è una mia creatura e mi appartiene in quanto tale.

BUON NATALE!!!!!


  
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