Libri > La Scacchiera Nera
Segui la storia  |       
Autore: hinayuki    25/12/2009    13 recensioni
La massiccia scacchiera ottagonale era intagliata in quello che sembrava un unico blocco di ebano, alto tre dita. O margini erano finemente decorati con logore serpentine di foglie e di teschi che davano l'impressione di ghignare beffardamente, mentre il campo di gioco era composto da piccoli ottagoni e quadrati dai bordi smussati in legni diversi e pietre dure[...] (Cit. La scacchiera nera M.Monticelli)
Ho preferito iniziare con una citazione dal libro originale per la presentazione così che divenisse più semplice la lettura. Questa FF è pensata appunto come un seguito del libro "La Scacchiera Nera" edito da Piemme Freeway al quale mi sono parecchio affezionata per la trama e il modo di scrivere dell'autrice.
I protagonisti del primo libro verranno richiamti all'interno del Tavoliere per giocare un'altra partita, affiancati questa volta dalle pedine che non hanno ancora avuto modo di conoscere né nelle file alleate che in quelle nemniche. Una nuova guerra e nuovi personaggi. Spero ci darete un occhio anche solo per curiosità. Hope u enjoy it! ;)
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Fan fiction

Italia.

 

Mi alzai a sedere urlando, dopo l’ennesimo incubo.

Era sempre lo stesso che si ripeteva in continuazione.

Una figura incappucciata con un mantello nero senza ombre, che uccideva un uomo vestito di rosso.

Non riuscivo a vedere il volto della vittima, ma sapevo già che fossero i due contendenti.

O per lo meno potevo ipotizzarlo.

E la cosa mi faceva rabbrividire ogni volta.

Trassi le ginocchia al petto, nascondendo il volto contro di esse e cominciai a singhiozzare sommessamente, mentre le lacrime mi rigavano il volto senza che glielo potessi impedire.

-Io non posso ucciderlo...- Un mugugnio risentito si fece spazio tra le mie labbra, uscendo a fatica da esse, mentre le spalle mi rimbalzavano a tempo con singhiozzi.

Era da molto che non mi capitava di piangere. Non così almeno.

 

Il suono del telefono, seguito dalla voce di mia madre mi fece sussultare e mi misi in ascolto, lanciando un’occhiata veloce all’orologio sopra la scrivania. Le due di notte. C’era solo una persona che si sarebbe sognata di chiamare a casa a quel ora. E sapevo perfettamente chi fosse questo idiota dal tempismo assolutamente perfetto. Pareva quasi sapere che ero sveglia.

-Milla, credo sia per te! Dev’essere quel ragazzo americano...- Il capo di mia madre entrò timidamente nella mia stanza (lei non sa l’inglese, quindi non riesce mai a capire di chi si tratti, ogni volta che quel idiota mi chiama a casa), mentre la sua voce mi raggiungeva flebilmente. Il suo volto assunse un’espressione stupita quando mi vide già seduta con il braccio proteso per prendere il cordless ed un’espressione neutrale in volto, a nascondere la tristezza.

-Ho avuto un brutto sogno.- Dissi semplicemente in spiegazione del mio stato mentre le dita magre della mia mano afferravano il ricevitore. Quando lo portai all’orecchio l’inconfondibile e familiare voce di Ryan mi giunse con quel accento americano particolare.

Avevo imparato bene l’inglese solo per poter comunicare più agevolmente con lui e l’Arciere.

-Le brave bambine a quest’ora dormono e sognano il principe azzurro, mocciosa.- Sarcastico. La prima frecciatina della serata era partita. Un leggero sorriso incurvò le mie labbra mentre mi accoccolavo nuovamente al cuscino, stesa supina.

-Ma io ho già un Arciere Azzurro e argentato, perfino... cosa potrei volere di più?- Sogghignai ironica cominciando poi a ridacchiare sommessamente. La mano che non reggeva il telefono andò a fermarsi a mezz’aria, davanti al mio volto. L’osservai vagamente preoccupata, evidentemente. Non poteva non essere così, in effetti. Ero preoccupatissima. Era nera. La fissai come se stessi guardando il nulla, in attesa di una risposta del mio amico.

-Boh, che ne so? Un guerriero rosso?- Ribatté il ragazzo dall’altra parte del telefono, facendomi ridere di nuovo, sommessamente. Emisi poi un mugolio pensieroso, per non dare alcun responso lla fine, lasciandolo sulle spine. Mi limitai quindi a cambiare discorso.

-Guerriero Rosso dei miei stivali, hai pensato a che ore erano qui, prima di chiamarmi?- Gli domandai simulando un tono irritato. Il mio quesito dovette lasciarlo sorpreso, visto che non rispose subito e sentii una specie di rantolo che stava ad indicare che l’avevo preso in contropiede e che no, non ci aveva pensato. Al massimo sapeva che qui doveva essere sera.

-Ragazzina petulante, ti ho chiamato non appena ho letto la tua E-mail...- Mi spiegò con il tono da scorbutico irritato di sempre e la cosa mi fece sorridere. Un sorriso che ormai, anche se lui non poteva saperlo, era dedicato esclusivamente al Mio Eroe.

Nemmeno del possessivo che metto spontaneamente davanti alla sua carica verrà mai a conoscenza.

Non ci sarebbe gusto, altrimenti. -Cos’è successo?- Mi chiese alla fine con un tono preoccupato che sapevo dedicasse solo a me. In fondo da due anni ero la sua principale fonte di preoccupazione.

Dovevo pur giocarmi bene il mio ruolo, no?

Mi incupii appena ripensando al mio incubo precedente e mormorai un sommesso.

-Vieni qui quando puoi... ho un brutto presentimento.- Ripetei semplicemente.

Alla fine non era nulla di più di quello che avevo detto nell’E-mail che gli avevo mandato. Probabilmente la cosa dovette irritarlo particolarmente, perché gli sentii emettere una specie di grugnito che aveva l’abitudine di fare ogni volta gli dicessi qualcosa che non gli andava a genio.

Non vi furono risposte. La linea cadde poco dopo.

I miei occhi scivolarono alla scacchiera. Alcune pedine erano già girateIn fondo ero una delle sue poche fonti di preoccupazione.

 conoscenzaclusivamente al Mio guerriero.

lo che stava ad indicare che. Cinque. Ma non le nostre.

 

La mattina dopo mi alzai con un mal di testa sconsigliabile a chiunque. Anche a Ryan.

Lui poi è già irritante di suo. Quando sta male è veramente insopportabile.

Sospirai e mentalmente mi preparai a trascorrere una giornata assurda tra scuola e compiti.

Ma soprattutto, dovevo trovare una scusa per le condizioni della mia mano: non volevo che i miei lo sapessero. Già troppe preoccupazioni.

Ringraziai l’inverno ed il freddo gelido di quella mattina, che mi permise di avere la buona scusa di indossare i guanti sopra la fasciatura di emergenza che mi ero fatta alla mano.

Sospirai di nuovo e mi preparai ad un’altra giornata da incubo.

Sperai solo che in classe non facessero troppe domande.

E che Micaela non decidesse che era oggi il giorno buono per fare la famosa giornata di shopping e rimorchio che progettava ormai da diverse settimane. Ed alla quale io ero sempre riuscita a sfuggire. In primis, non amavo fare shopping... e poi... non mi interessava rimorchiare.

 

Come da previsione le mie mani... e io in generale, passammo inosservate.

Micaela mi agguanto da parte come sempre e cominciò a parlarmi come se fosse un fiume in piena. Non riuscivo a capire perché, ma nella mia classe, tutti avevano una specie di timore reverenziale per me. Tutti tranne Mica e il bullo di turno, che invece mi aveva presa in simpatia.

Inizialmente la cosa era stata pure divertente. Cercava di averla vinta con me. Si vedeva che non mi conosceva, ma alla fine sono riuscita a rimetterlo al suo posto.

Così ha cominciato a girarmi attorno. Più per la mia migliore amica che per me in generale, ma questo l’abbiamo scoperto solo in seguito. E da qui il terrore generale dei miei compagni di classe che quando vicino a me c’era lui, se ne stavano alla larga. Stefano però non è una ragazzo tanto malvagio e da quando si è messo con Micaela par essersi anche rimesso in carreggiata con noi. La mia amica lo ha in pugno.

 

Per mia grande sfortuna non sono riuscita a scampare la giornata tra amiche e così mi sono ritrovata in un centro commerciale davanti alla mia amica che frugava ad destra e a manca per trovarmi “dei vestiti decenti”.

-Mica... di abiti decenti ne ho a ca...- Ma non feci a tempo a concludere la mia protesta che mi piazzo una gonna tra le mani. Di quelle alla liceale, tutte pieghettate, rossa a scacchi neri. Tutto sommato con le mie All Star non sarebbe stata male. Mi lanciò anche una maglietta con un teschio che mi ricordava terribilmente quelli presenti sulla mia scacchiera. Quella che mi aveva portata nel mondo del Tavoliere solo due anni e mezzo prima.

-Lo so che ne ha a casa, ma... con questo riuscirai sicuramente a fare colpo su qualche ragazzo!- Mi assicurò facendomi l’occhiolino. E a me non interessava fare colpo su qualche ragazzo, ma semplicemente che il ragazzo che mi piaceva si accorgesse di me. Dei sorrisi che dedicavo solo a lui. Sbuffai e corsi a cambiarmi sotto incitazione della mia amica.

 

Detto fatto. Nemmeno il tempo di obbiettare che ci siamo ritrovate alla cassa a pagare i vestiti che Mica aveva scelto per me e che probabilmente mi avrebbe fatto indossare a forza da lì a cinque minuti. Quando mi opposi però si arrese, lasciandomi tirare un sospiro di sollievo.

Sosta obbligatoria quella al nostro bar di fiducia, lì, al centro commerciale e quattro chiacchiere tra amiche. Chiacchiere che solitamente evito come la peste.

-Quel ragazzo americano lo senti ancora?- Se n’è uscita tranquillamente la ragazza seduta davanti a me, facendomi quasi soffocare con il mio milkshake. Ho sgranato gli occhi per poi sbattere un paio di volte le ciglia, incredula che si ricordasse ancora di lui. Glielo avevo accennato solo una volta. Annuii però, poco convinta, tornando al mio bicchiere, come se fosse la cosa più interessante lì. Ed effettivamente lo era. Sapete quante cose ci si possono leggere in un Milkshake? Secondo me la vecchia Caranna avrebbe perfino potuto leggerci il futuro, come sui residui del Tea.

 

A salvarmi... o forse a rovinarmi la faccia di bronzo che avevo assunto... il mio cellulare decise di suonare giusto in quel momento lasciando libertà di espressione alla voce metallica e leggermente graffiante della registrazione di “I don’t want to miss a thing”... la mia suoneria. Che Steve Tyler mi perdoni. Lentamente ho sospirato andando a recuperare l’aggeggio malefico dalle tasche dei pantaloni.

Un nokia 3310.

Il mio... Nokia 3310.

La scritta “Mamma” lampeggiava ad intermittenza sul display e mi sono affrettata a rispondere con tono preoccupato. Non mi pareva che mi avesse dato un coprifuoco, quella mattina, ne che avessimo impegni per la sera.

-Mamma?- Ho chiesto facendo cenno a Micaela di tacere con un gesto della mano. Mi ero accorta solo in quel momento che stava andando avanti a parlare da sola da almeno cinque minuti buoni.

-Milla... mi serve che torni subito a casa... ci sono due strani individui che chiedono di te...- Mi ha spiegato mia madre con voce vagamente tremolante. Preoccupata. Subito mi sono alzata dalla sedia osservando Mica in volto e lei mi ha fatto segno di andarmene pure via, rivolgendomi un sorriso appena abbozzato. Io ho annuito e sono scappata via come rincorsa da un branco di animali feroci e affamati. Chi potevano essere gli strani individui che chiedevano di me?

 

 

 

 

Angolino autrice: E visto che a Natale siamo tutti più buoni... io ho deciso di regalarvi l'ultimo capitoletto dell'introduzione *///*

Dal prossimo capitolo entreremo finalmente nella storia al 100%, promesso ^_*

Spero che queste poche paginette vi incuriosiranno, altrimenti posso darmi per spacciata e mi rifiuto di continuare il racconto ç-ç

 

Alyrav: Ciauuuuuu *-* Sono contenta che l'idea di introdurre nuovi Pg ti sia piaciuta! ^^ Ovviamente giocheranno tutti dei ruoli importanti per la storia... il gioco sarà scoprire quali ;)

Ti ringrazio ancora per i complimenti >/////< Chu X3

 

Skannerizzata: L'importante è averla scoperta ;) Anche io adoro il Giappone *ç* Infatti non sono riuscita ad aggiornare in tempo record, perché sono presa con lo studio all'uni... ho gli esami di Giappo a Gennaio ç-ç

Spero continuerai a seguirmi ^_* Chu X3

 

Un bacione anche a chi solo legge e Bone Feste! Chu <3

 

Hina-chan

 

 

  
Leggi le 13 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > La Scacchiera Nera / Vai alla pagina dell'autore: hinayuki