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Autore: Nena Hyuga    26/12/2009    4 recensioni
Buon Natale a tutti!^.^ Sono tornata con una nuova one-shot natalizia! In questa fanfic non ci saranno storie d'amore, non vedrete scene d'azione o altro..infatti credo che non rispecchi molto il mio stile, ma credo sia appunto questa la sua particolarità^-^ One-shot composta di getto che guarda lo strano nascere di un'amicizia molto speciale, il valore a cui tengo di più personalmente. E se...Mariam e Mao chiedessero la stessa cosa a Babbo Natale? e se il loro desiderio di trovare un'amica si esaudisse? Beh, non posso dire altro..leggete e, mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate!^-^ un bacione! Buone feste a tutti!^o^
Genere: Generale, Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mao, Mariam
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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A Natale puoi...

 

Buon Natale a tutti!^o^ sono tornata con una nuova fic, anzi, una one-shot di Natale per due semplici motivi!V.V primo, è un regalo speciale per la mia best , e il secondo motivo, è perché in clima natalizio mi sento di dover ringraziare tutti i miei amici e le mie amiche a cui voglio bene con una piccola storia dove il tema fondamentale è l’amicizia appunto..una cosa a cui tengo particolarmente perché senza amici non si campa!V.V

Quindi non mi perdo in chiacchiere, e vi auguro una buona lettura e spero vi piaccia!^^

 

 

 

 

 

Caro Babbo Natale,

dato che sono stata una bambina tanto tanto buona, per quest’anno  vorrei chiederti un regalo speciale specialissimo! Credo di meritarmelo dopotutto, no? Ho sempre fatto i compiti, ho aiutato nonno J e nonno Tao a fare le pulizie, sono bella e carina con tutti. Anche Rei lo dice sempre!

Babbo Natale, volevo chiederti se per quest’anno mi potresti portare un’amichetta del cuore con cui fare tante belle cose, perché sono stufa di fare giochi da maschi con quell’antipatico di mio fratello Lai, Rei e Kiki.

Grazie mille! Con affetto, Mao!

 

“Mao! Hai finito di scrivere la lettera per Babbo Natale?” chiamò a gran voce il vecchio Tao, ormai spazientito dopo la quinta volta che tentava di attirare l’attenzione della piccola bimba.

“sì, nonno Tao! Adesso arrivo! Un attimo solo!” esclamò di rimando la bambina vestita con un dolcissimo completino color rosa confetto.

“è la millesima volta che lo ripeti!” brontolò Lai, incrociando le braccia al petto

La bambina di appena 9 anni ignorò il commento acido del fratello maggiore e si impegnò per concludere meglio la sua lettera.

 

PS:  dato che ci sei, e i giocattoli te li fabbricano i tuoi folletti, non è che potresti portarmi anche un beyblade più forte di quello di Rei così riesco a batterlo? Grazie!

 

Mao guardò più soddisfatta che mai la sua lettera, la piegò e la mise nella busta rosso fuoco che le aveva dato Tao, promettendole che l’avrebbero spedita insieme.

“nonno Tao! Qual è l’indirizzo di Babbo Natale?” domandò ingenuamente la più giovane del gruppo.

“ehm...ehm...non c’ha un indirizzo! Basta che scrivi sopra la busta che è destinata a Babbo Natale e gli verrò consegnata personalmente dai suoi aiutanti!” disse un po’ in difficoltà l’arzillo vecchietto che cominciò a sudare freddo per paura che i bambini venissero a conoscenza della farsa su Babbo Natale.

Mao trotterellò a fianco di Rei e consegnò la busta al nonno con un sorrisone trionfante sulle labbra e notò le trottoline strette nei pugni dei suoi amici.

Ognuno di loro teneva saldamente in mano un piccolo beyblade colorato e in ogni trottola vi risiedeva uno spirito che mostrava le sue sembianze  non appena il proprietario ne necessitava l’intervento.

Mao corse in lungo e in largo per l’immenso salotto alla ricerca della sua trottola che giurava aver lasciato poche ore prima appoggiata sul tavolo.

“cercavi questa?” domandò con fare dispettoso Kiki, esibendo una bellissima trottola color rosa dagli stemmi rossi.

Tao sbuffò rassegnato e con uno scatto felino rubò dalle mani di Kiki il beyblade di Mao, che non appena ne rientrò in possesso rimase a fissare il bit chip del suo beyblade. Vuoto. Nessuno animale sacro risiedeva nella sua trottola, pronta a portarle un po’ di forza nel momento del bisogno.

“muoviti, Mao! Dobbiamo andare da Takao! Te ne sei dimenticata?” sbottò innervosito Lai mentre pestava freneticamente il piede a terra.

“smettila, Lai!” lo bloccò Rei raggiungendo Mao e prendendola per mano.

“vedrai che un giorno anche tu potrai contare sulla forza incredibile di un alleato potente come il bit power..” mormorò Rei dandole un piccolo bacetto sulla guancia che fece tornare il sorriso sul viso della piccola Mao.

I quattro ragazzini si infagottarono per bene nei loro cappotti, si misero le sciarpe e uscirono prendendosi per mano e seguendo il vecchio Tao nella tormenta di neve.

 

 

-----> nel frattempo <----

 

 

Caro Babbo Natale,

quest’anno ho cercato di fare del mio meglio: ho litigato poco con Dunga, ho sempre aiutato mio fratellino Jessie a fare i compiti, ho fatto tutti gli allenamenti di beyblade che Mister X mi ha detto di fare.

Sogno di poter dare una mano alla causa per cui si battono i guerrieri più valorosi del mio villaggio: poter rinchiudere nella pietra i bit power leggendari e metterli al sicuro per tanto tempo.

Sono felice con mio fratello e i miei amici, mi diverto tanto con loro e giochiamo sempre con i nostri beyblade a chi rimane in piedi fino a finire tutte le nostre forze. Solo una cosa mi manca. Un’amica con cui poter confidare tutti i miei segreti e tutti i miei desideri. Puoi aiutarmi?

So che i tuoi aiutanti folletti possono fabbricare qualunque cosa! Perciò non vi chiedo molto, no?

Grazie mille! Con amore, Mariam.

 

“finita!!” gridò esaltata la piccola bimba dai capelli corvini.

“non è giusto! Tu hai cominciato a scrivere la tua lettera per prima!” ribattè offeso Jessie che si era lasciato giocare dalla sorella maggiore.

“tutte scuse perché non sai perdere!” rimbrottò Mariam con una linguaccia.

“o forse non sa scrivere!” si aggiunse Mister X, dando il 5 alla bambina.

“piantatela voi tre! Non vedete che state facendo una scenata per nulla? la lettera per Babbo Natale non è una gara! Dovete scriverla con il cuore!” li rimproverò il saggio del villaggio che stava pazientemente aspettando la consegna della varie lettere per Babbo Natale di tutti i bambini del villaggio.

Mister X si alzò in silenzio dal suo banco, imbustò la lettera e ci scrisse sopra a caratteri cubitali: “PER BABBO NATALE”.

“così sapranno subito a chi consegnarla!” disse rivolgendo un sorrisetto compiaciuto a Mariam che imitò il suo compagno di squadra e scarabocchiò qualche geroglifico incomprensibile sopra la busta.

“Babbo Natale non esiste!” brontolò Dunga, appoggiato al muro di fianco alla finestra.

Il colosso biondo si era perso ad ammirare quei candidi fiocchi bianchi svolazzare davanti al suo naso, separati solo da una finestrella che dava sul cortile della casupola.

“brutto idiota! Babbo Natale esiste eccome!” rispose subito Mariam aggredendo l’amico e avvicinandosi pericolosamente al colosso di soli 11 anni, due più di lei.

“calma! Calma!” il vecchio saggio si fece spazio tra i vari banchi e i ragazzini all’interno della stanza, e si fermò a pochi passi da Dunga che indietreggiò per il timore in una tirata d’orecchi.

“Mariam, non mi pare proprio questo il linguaggio che si addice ad una bambina carina come te, chiedi subito scusa altrimenti Babbo Natale non ti porterà nessun regalo!” la rimproverò con fare autoritario.

La bimba dal fisico apparentemente esile ma scattante e atletica all’occorrenza, puntò i suoi intensi smeraldi negli occhi del colosso biondo e bofonchiò qualcosa simile a delle scuse.

“e tu, zuccone, non devi dubitare dell’esistenza di Babbo Natale! Non avrai nessun regalo se non credi nella magia del Natale!” sbottò rivolto a Dunga

Il ragazzino 11enne sbuffò scocciato e incrociò le braccia al petto.

“non mi fa né freddo né caldo, tanto Babbo Natale non esiste!”

In pochi istanti il vecchio saggio prese saldamente possesso dell’orecchio di Dunga e lo costrinse ad accasciarsi a terra e invocare l’aiuto divino.

L’anziano signore sorrise soddisfatto e lasciò andare Dunga, non prima di essersi assicurato che la lezione avesse avuto un esito positivo dato che il colosso chiese immediatamente perdono alla bimba per aver insinuato che Babbo Natale non esistesse.

Mariam rabbrividì di freddo non appena guardò oltre la coltre di neve e non vide altro che una vasta distesa bianca e candida dove poter giocare e scherzare con i propri amici.

Si soffermò ad osservare quel cielo grigio e plumbeo dalla quale scendevano lenti e tranquilli immensi fiocchi di neve che si adagiavano sul terreno e formavano chiazze bianche per l’intero cortile.

“che fai?” domandò una voce alle sue spalle, spaventandola.

Era così assorta nei suoi pensieri che non si accorse che era ora di tornare a casa e Jessie, Mister X e Dunga l’aspettavano sulla porta, imbacuccati fino all’orlo con sciarpe e giacche.

“andiamo! Takao e nonno J ci aspettano!” trillò Jessie con una punta di nervosismo nella voce.

Afferrò Squalo sopra al piccolo banchetto di legno e raggiunse i proprio amici con un paio di balzi.

L’idea di ritrovare Max e Takao le piaceva: trovava molto simpatici i giapponesi e passare un paio di giorni delle vacanze di Natale in loro compagnia le andava a genio.

Si incamminarono verso la casa del blaider giapponese, avvolti dalla coltre di neve che fece svanire le loro tracce, come ombre avvolte dal buio.

 

 

----> 24 Dicembre, la vigilia <----

 

Casa Kinomiya.

L’enorme villetta della famiglia di Takao era agghindata a festa in ogni minimo particolare: nastri rossi e dorati pendevano dalla veranda, fiocchi e ghirlande dei medesimi colori erano attaccate alla porta d’ingresso e su tutte le finestre, una serie di fili luminosi si incrociavano e si allungavano per tutta la lunghezza del secondo piano nella scritta “Buon Natale” e una simpatica renna-peluche dal naso rosso fissava i passanti dalla panchina di fianco all’entrata.

Mao rimase imbambolata  a fissare la casa a bocca aperta mentre si lasciava sfuggire la presa di Tao e di Rei che si impappinò a pochi passi di distanza a guardare i festoni rossi sfavillanti mentre riflettevano la luce delle piccole lampadine natalizie.

“ooh...” sfuggì a Mao, ammirata e meravigliata da tanta appariscenza.

“non vorrete far tardi alla festa, vero bambini?” domandò insistente Tao che non sopportava il freddo invernale.

“sì, nonno Tao...arriviamo!” mormorò Lai, anche lui affiancato da Kiki in un muto grido di stupore.

I quattro ragazzini entrarono in casa accolti dalle urla e dalle grida dei presenti.

“buon Natale, ragazzi! Vi stavamo aspettando! Entrate, avanti! O prenderete un raffreddore!” li invitò nonno J, che si dimostrò subito cordiale e gentile con i nuovi arrivati.

Mao fu letteralmente trascinata all’interno della casa da Rei che non vedeva l’ora di provare il suo nuovo beyblade con Takao e magari di potersi sfidare per tutta la sera con i suoi amici.

La bambina dagli occhioni felini entrò timidamente, lasciò il cappotto su un mucchio di altri giubbotti e si fermò in centro alla stanza, cominciando a fissare il vuoto davanti a se.

Rei e Lai avevano già attaccato briga, giocosamente, con i ragazzini presenti nell’immensa sala.

Ma la piccola dovette frenare il suo iniziale entusiasmo perché si accorse che non c’era nessun’altra bambina con la quale poter giocare e scherzare al di fuori dei suoi soliti amici. Si sarebbe trovata costretta a giocare a beyblade con i maschi, ad essere derisa del fatto di non avere un bit power ed essere clamorosamente battuta ed esclusa dal gioco.

La questione la deprimeva non poco, e si mise in un angolino a fissare il caminetto scoppiettante di fianco all’immancabile albero di Natale, decorato con fili di pop-corn, palline rosse e dorate, nastrini d’oro e una bellissima stella luminosa sulla punta.

“qualcosa non va, piccola?” domandò una voce alle sue spalle.

Mao si girò e si trovò a fissare gli arzilli occhi simpatici di nonno J, che le rivolse un sorrisone a 32 denti.

Scosse la testa freneticamente e si mise sull’attenti, quasi fosse sotto esame.

“mi sa tanto che non ti trovi molto bene a stare sempre in  mezzo a questo branco di ragazzini scapestrati, mi sbaglio?”

La piccola si vedette costretta a scuotere la testa un’altra volta, questa volta con meno vigore.

Serrò il pugno su Galux e lo mostrò a nonno J, la quale capì all’istante dove stava il problema.

“non vinco mai..non sono abbastanza forte..e se chiedessi loro di giocare, mi direbbero che non sono alla loro altezza! E hanno ragione!” biascicò con gli occhi lucidi.

“non preoccuparti, Mao...glielo chiederemo insieme di farti giocare con loro!” la rassicurò nonno J.

Ma la cinesina si ritrasse immediatamente, ritornando a fissare quel gruppetto che ora contava cinque ragazzi: Takao, Max, Rei, Lai e Kiki.

“Takao! Non è corretto!” gridò arrabbiato Max, che mise il broncio e incrociò le braccia al petto

“non accetti la sconfitta, Max!” lo canzonò Kiki.

“attento Kiki, potresti fare la sua stessa fine!” lo minacciò Rei che con un colpo di Driger, riuscì a spedire Galman in fondo alla stanza, proprio ai piedi di Mao.

Il ragazzino dai capelli corvini esultò e diede il 5 a Takao che ricominciò ad essere il sovrano indiscusso del campo di gioco.

Mao raccolse Galman e lo ispezionò per bene; pure un ragazzino antipatico e prepotente come Kiki possedeva un bitpower, e la cosa le faceva rabbia a tal punto da prendere coraggio e andare di fronte al gruppetto.

“dammi Galman, Mao! Subito!” disse Kiki con fare spocchioso

“Kiki! Piantala! Non rompere le scatole come il tuo solito!” sbottò Rei, prendendo le difese di Mao.

“posso giocare anche io?” domandò piano la bambina.

Takao e Max sbarrarono gli occhi in preda al panico: non si sarebbero più divertiti se avesse giocato anche lei, e non potevano permettere ad una bambina di pochi anni più piccola di rovinar loro la festa.

Rei indietreggiò; capì subito che Mao era intenzionata a dimostrarsi forte e coraggiosa davanti agli amici, ma temeva per la sua reputazione e per il suo orgoglio.

“Mao...non credo che..”

“ti prego, Rei, una partita soltanto!”

Il ragazzino dai capelli corvini non riuscì a resistere allo sguardo supplice della compagna di squadra. I suoi occhi ambrati rapivano il cuore, e Rei non poteva che lasciarsi andare a quell’istinto di fratello protettivo che aveva sempre avuto nei confronti della bimba.

“d’accordo...ma non voglio sentirti frignare se..”
“non frigno, io!” sbottò Mao, guardando insistentemente il fratello che avvampò di vergogna.

Il gruppetto iniziò a ridere di gusto, additando Lai che poteva confondersi con i festoni appiccicati dietro la sua schiena, tanto era rosso.

“smettetela di ridere e combattiamo!” tuonò il cinesino che fissò adirato la sorella minore, la quale gli rispose con una smorfia.

Takao e Max si scambiarono sguardi d’intesa non appena lanciarono tutti i loro bey nel piccolo beyblade stadio rosso fiammante, il regalo di Natale del padre di Max per il giapponesino dai capelli corvini.

Galux si accodò a Driger,  la quale fece ampi giri del perimetro del beyblade stadio prima di passare all’attacco e scagliarsi contro Galyon che non riuscì ad incassare bene il colpo e andò a sbattere contro la trottolina rosa e rossa della sorella.

“attento a dove vai!” rimbrottò Mao che si scansò appena in tempo per non essere travolta dal furioso attacco di Dragoon.

“tsè, in questa sfida siamo tutti rivali! Non ci sono alleanze! Perciò, Rei, smettila di proteggerla!” ringhiò Lai tentando un’altra offensiva contro Mao per sbarazzarsene al più presto ma...

“se questo è il tuo scopo, Lai, allora non te lo posso lasciar fare!” rispose Rei con vero atteggiamento da leader, difendendo Galux dall’attacco di Galyon.

“GALUX! Attacco felino!” gridò la bambina, serrando in pugni fino a far sbiancare le nocche.

Il bey rosa si mise a girare più velocemente e oramai la sua traiettoria era solo una scia indistinta che schizzava da parte a parte del beyblade stadio, travolgendo in pieno tutti i beyblade presenti e scaraventandoli in giro per la stanza.

“Galux! Fermati!”

Mao perse il controllo del suo beyblade e la trottolina sfrecciò fuori dal campo di gioco, sfondando la porta del ripostiglio alle spalle di Max, che deglutì sonoramente, terrorizzato al pensiero di poter essere stato travolto da un simile bolide.

“MAO!” urlò furioso Lai.

La ragazzina non riuscì a rispondere. Rimase immobile a fissare la porta fracassata e il suo bey incastrato nel legno fumante. I suoi occhi felini si fecero improvvisamente lucidi e velati.

“MAO! Guarda cosa hai fatto!” la rimproverò

“Lai, non è successo niente..” tentò di fermarlo Takao.

“Smettila, Lai! Non è colpa sua!”

“è pericolosa! Ed è anche senza bit power!”

Fu una stilettata al cuore per Mao, che accusò il colpo sentendosi una vera frana nel gioco che più l’appassionava e la divertiva.

Dai suoi occhi sgorgò un fiume di lacrime e, ripreso Galux, si accoccolò sul divano che aveva adocchiato poco prima, stringendo le gambe al petto.

Guardò triste la piccola trottolina rosa, priva del mitico potere del bit power, e la scaraventò a terra  sfogando tutta la rabbia in un solo gesto.

“inutile giocattolo!” sbottò continuando in un silenzioso e lungo pianto.

Ma la piccola Mao non sapeva che quel momento di sconforto sarebbe presto finito, e su quel suo visino sarebbe ricomparso un radioso sorriso.

 

 

----> poco dopo <----

 

 

“perché stiamo andando da Takao?” protestò per l’ennesima volta

“l’avrai chiesto mille volte, Dunga, ora smettila! Nonno J è stato così gentile da ospitarvi per alcuni giorni delle vacanze di Natale, e tu brontoli dall’inizio del viaggio!” rispose senza troppi complimenti il vecchio saggio del villaggio.

Imbucarono varie viottole prima di arrivare all’indirizzo esatto, quello scritto su un pezzetto di carta spiegazzata.

Il presidente Daitenji, quando fece recapitare la lettera di nonno J al villaggio, si premurò di far arrivare anche l’indirizzo preciso di casa Kinomiya, con tanto di indicazioni stradali e un piccolo schizzo delle stradine secondarie. Non che Daitenji non fosse bravo a disegnare ma...orientarsi con un pezzo di carta straccia con su disegnate quattro linee accurate era assai difficile per chiunque.

“oh...finalmente!” mormorò l’anziano.

“signore, ma..è questa?” domandò Mariam, tirando per la manica il vecchio capo-villaggio.

“sì, piccola..è questa la casa di Takao!” rispose soddisfatto e compiaciuto, ma soprattutto contento di poter disfarsi di quei marmocchi a volte così fastidiosi.

Le espressioni estasiate ed entusiaste dei quattro ragazzini, fecero sorridere l’anziano signore che invitò loro di muoversi ad entrare e raggiungere gli altri bambini per poter festeggiare tutti assieme e divertirsi.

I quattro raggiunsero in pochi attimi la porta d’ingresso e si attaccarono al campanello con foga, strepitando e gridando di aprire immediatamente. La loro voglia di rincontrare Takao e gli altri e di giocare per il resto della serata a beyblade non aveva confini.

Nonno J aprì subito, quasi tenesse d’occhio il loro arrivo dalla finestrella che dava sul cortile di fronte al cancello.

“oh! Finalmente! Manca solo un’ospite e poi siamo al completo!” trillò l’arzillo vecchietto sulla soglia di casa, fece un cenno di saluto all’anziano saggio del villaggio che se ne andò svanendo nell’ombra, lasciando alle cure del nonno nipponico i suoi quattro pupilli.

Mister X, Dunga e Jessie si unirono al gruppetto di ragazzini che giocava tutt’intorno all’enorme tinozza rossa, lanciando all’attacco trottoline multicolore dalle forme e dai nomi più stravaganti possibili.

“Ciao Takao! Possiamo unirci a voi?” domandò Mister X con un sorrisone a 32 denti, mostrando il suo Leopard quasi fosse un guanto di sfida.

Takao sorrise divertito da quel confronto, pensava di aver vita facile con un avversario così apparentemente scarso e impreparato. Ma i suoi piano di vittoria facile sfumarono in pochi minuti e dovette ricredersi sull’abilità del ragazzino dalle origini misteriose.

Dunga si accovacciò in un angolo della stanza e rimase a fissare il gigantesco albero di Natale, addobbato e luccicante, e si imbambolò a pensare alla sua prossima sfida a bey per poter testare la forza del suo nuovo bey.

Il campanello suonò per la terza volta, e sulla soglia della porta spuntò una scura figura minuta e incappucciata, impossibile scorgere i tratti del viso di quello sconosciuto.

“Kei! ti stavamo aspettando!” tuonò allegro nonno J, facendosi largo tra pacchi regalo e cappotti lasciati in un mucchio nell’angolo tra la cucina e l’ingresso.

Il 12enne non rispose, né si azzardò a proferire parola per i successivi dieci minuti. Si limitò solamente a levarsi il pastrano, zuppo di neve, deporlo ordinatamente su una sedia e tirar fuori da una piccola tasca un pacchettino regalo.

Kei, un ragazzino dall’aspetto alquanto misterioso e intrigante, attirò l’attenzione di Mariam con il suo beyblade scintillante di cui fece sfoggio poco dopo in compagnia degli altri ragazzini.

Prese il pacchettino e lo porse a nonno J che, preso alla sprovvista da tale gesto apparentemente comune, si limitò a sorridere e ringraziare con un profondo cenno della testa.

Il piccolo ragazzino abbozzò un sorrisetto e farfugliò qualcosa, con tono molto impacciato e imbarazzato.

“mio nonno la ringrazia del disturbo che si è preso ospitandomi in casa sua, signor Kinomiya!”mormorò Kei.

Il linguaggio accurato e colto del ragazzino insospettì alquanto il colosso biondo, Dunga, che si rizzò sull’attenti e incrociò le braccia al petto aspettandosi qualche altro strano comportamento.

“dammi pure del ‘tu’, Kei, e dì pure al signor Hiwatari di non preoccuparsi, non mi crea nessun disturbo.” rispose gentile l’anziano padrone di casa.

Ma nonno J si tradì con le proprie mani non appena sentì un tonfo sordo provenire dalla stanza accanto e si accorse che Takao e Max cercavano di riaggiustare alla meglio la porta del ripostiglio.

L’arzillo vecchietto sbuffò, rassegnato all’idea che l’indomani la casa sarebbe stata vittima di soprusi di giovani blaider, distruttori di mobili e porte.

“Kei! mancavi solo tu! Muoviti! Ti sfido per primo!” gridò entusiasta Takao.

“ehi! C’ero prima io!” brontolò Rei

“eh..sì..ma...Kei è Kei!” si giustificò Takao, alzando le braccia al cielo

“non è una buona scusa! Ora ci sfidiamo noi due e vediamo chi è il più forte!” sbottò il cinesino

“ma io volevo Kei...” piagnucolò Takao

Il viso serioso di Kei si increspò in un debole sorriso e si avvicinò a Dunga, riservandogli un’occhiata indagatrice.

“tu mi sembri piuttosto forte..potrei divertirmi a batterti!” sibilò l’argenteo

“che cosa hai detto??”

“sei sordo? Hai bisogno che te lo ripeta?”rispose acido il piccoletto dagli occhi ametista.

Mariam, che fino a quel momento era rimasta in cucina con nonno J ad aiutarlo a preparare le creme per i panettoni e i pandori, uscì dalla stanza sentendo i toni di voce alzarsi.

Fece una rapida scansione di tutto il soggiorno e notò parecchie cose che ad una prima occhiata non le parvero rilevanti.

La insospettì molto il ragazzino che aveva sfidato con così tanta baldanza il colosso di appena 11 anni, ma la incuriosì ulteriormente il piccolo fagottino rosa appallottolato sul divano, davanti al caminetto, di fianco all’enorme albero di Natale.

Si avvicinò cauta e prudente, senza capire se quella cosa rosa era un essere umano o semplicemente un peluche buttato sul divano come abbellimento.

Cercò di richiamare l’attenzione della bimba appollaiata sul divano punzecchiandola con il dito, ma il suo tentativo fallì miseramente.

“ciao!” esclamò Mariam radiosa, ma non ottenne risposta.

“chi sei?” domandò la morettina, avvicinandosi alla piccola Mao.

La cinesina tirò su col naso e puntò i suoi occhi color ambra sulla bambina di fronte a  lei, che aggrottò le sopracciglia con fare incuriosito.

“mi chiamo Mariam, e quelli sono mio fratello Jessie, Mister X e...” non trovò Dunga che era sparito in cortile a sfidarsi con Kei.

“non mi interessa!” sbottò la bambina dagli occhi ambrati.

“dai, dimmi almeno come ti chiami!”

“Mao.” la cinesina fu lapidaria.

La conversazione non sembrava delle più vivaci, ma Mariam si sentì istintivamente protettiva nei confronti di Mao, che continuava a riversare lacrime su un fazzoletto ormai zuppo e si ostinata ad essere ostile nei confronti della bambina dai capelli corvini.  

Mariam si sedette di fianco alla cinesina, cominciando a fissarla insistentemente per capire qual era il problema.

“perché stai piangendo?”

Il tono di voce di Mariam era dolce, quasi fraterno nei riguardi di Mao.

La ragazza proveniente dal misterioso villaggio intuì che doveva essere una blaider anche lei per stare insieme ai ragazzini che in quel momento giocavano appassionatamente tutti assieme.

“non sono affari tuoi!” sbottò Mao, incrociando le braccia al petto.

“scusa, non volevo darti fastidio...” si difese subito Mariam, alzandosi dal divano.

Fece per andarsene ma qualcosa cadde a terra, rotolando fino  a sotto l’albero addobbato.

Prese tra le piccole mani la trottolina rosa e rossa e se la rigirò tra le mani.

“questo è il tuo beyblade? È davvero bello!” esclamò Mariam, allungando Galux a Mao.

“no, fa schifo!”

“e perché?”

“perché non ho un bit power! Non sono abbastanza forte per poter giocare con loro!”

Nessuna delle due si rese conto che in quel momento il desiderio che avevano espresso sulla lettera per Babbo Natale si stava esaudendo.

Nessuna sapeva che, per qualche fortuita coincidenza, la mancanza del bit power di Galux fu la causa che instaurò un’amicizia profonda tra le due bambine.

Mariam sorrise accondiscendente.

“Ti faccio tanto ridere?” rimbrottò Mao

“no, affatto..pensavo solo che anche io sono stata l’ultima a poter contare sull’aiuto del bit power.”

“davvero?” chiese con nuova fiducia la piccola Mao

“davvero! Perciò, ora, perché non vai da loro e non chiediamo di giocare insieme?”

“perché ho combinato un guaio e mio fratello Lai non mi lascia più giocare!”
Mao indicò la porta sfondata dietro le spalle di Max.

Mariam si zittì. Non poté credere che un fratello si comportasse così con la sorella minore. Non poteva permettere che avvenisse una simile ingiustizia.

“mi ha detto che fino a quando non sarò più brava e responsabile, di giocare con loro me lo devo scordare!”

“e tu vuoi che ti tratti così?” chiese adirata la ragazzina dagli occhi smeraldini.

Mariam saltò giù dal divano e si diresse dritta verso Lai; le sue intenzioni non erano delle più buone.

“sei cattivo! Sei solo un prepotente! Perché Mao non può giocare?” domandò con foga al ragazzino ben più grande di lei.

Mister X non mosse un muscolo per fermare Mariam. Sapeva che era una bambina ostinata e non avrebbe osato mettersi in mezzo alle sue discussioni per evitare il peggio.

Max e Takao rimasero sorpresi da una reazione simile, ma Rei era curioso di sapere come si sarebbe risolta la situazione.

“mia sorella è un’incapace! Ecco perché non la lascio giocare!”

Mariam prese in mano il suo beyblade e lo lanciò direttamente contro Galyon, che, preso alla sprovvista, venne sparato contro ciò che rimaneva della porta del ripostiglio.

“Che cosa succede qui??” tuonò nonno J, arrivando tutto trafelato in soggiorno.

“è stata lei! Ha usato il suo Squalo per distruggere il mio beyblade!” frignò Lai, indicando la bambina dagli occhi smeraldini.

“spia!” borbottò Mariam che sbuffò arrabbiata.

“frignone..” si aggiunse Kiki, causando le risa di tutti i presenti.

Rei si sentì sollevato: non era semplice dover essere in una situazione tale da vedersi protettore della sorella del suo migliore amico, che per di più stava dalla parte del torto marcio. Era grato a Mariam per essere intervenuta in una faccenda in cui lui non aveva avuto il coraggio di sistemare, e anche se questo lo rendeva un vigliacco, si rilassò contemplando il sorriso di Mao spuntare da dietro il divano.

“Mariam, non  mi sarei mai aspettato un comportamento così da una bimba come te! Fila in punizione! Per il resto della serata non toccherai il tuo Squalo!” sentenziò nonno J, che allungò la mano per prendere la trottolina verde acqua di Mariam.

La ragazzina dai capelli corvini si arrampicò rapida sul divano e si sedette di fianco a Mao, soddisfatta e compiaciuta.

“perché l’hai fatto?” domandò cauta la cinesina, che fissò con occhi lucidi la bimba di fianco a sé.

Mariam sorrise radiosa e si lasciò sfuggire un sospiro di rassegnazione.

Cosa ci trovava di così divertente, Mao proprio non lo capiva.

“non sopporto di vedere certe ingiustizie lasciate impunite..”

“ma ora non potrai più giocare con Squalo e gli altri!” si impuntò Mao che si sentiva in parte responsabile.

“non importa...” le parole le si bloccarono in gola. Mariam non riuscì a finire la frase vedendo gli occhioni color ambra di Mao farsi lucidi.

“non importa perché ora posso divertirmi con la mia nuova amica del cuore..”

Nonno J rimase impietrito da tanta semplicità nel pronunciare tali parole.

Come riuscivano ad instaurare l’amicizia due bambine era impossibile da rivedere negli adolescenti.

Mao prese tra le mani Galux la quale iniziò a risplendere di luce propria, ed emise uno strano bagliore lattiginoso, inondando l’intero soggiorno e creando un’atmosfera iridescente.

La luce si concentrò al centro del bit chip della trottola rosa e rossa, prendendo pian piano le sembianze di un animaletto incastrato in un piccolo spazio vitale.

Finalmente, Mao poteva contare sulla forza di un potente alleato e su una nuova amica che non avrebbe lasciato andare facilmente.

 

 

----> e il tempo passa...<----

 

 

Le due ragazze chiusero l’album delle foto ricordo con le lacrime agli occhi. Era sempre bello poter ricordare i momenti passati assieme, magari in compagnia dei propri fidanzati. .

Si sorrisero e si abbracciarono dolcemente, dandosi un piccolo bacetto sulla guancia.

Presero i loro beyblade e li ammirarono alla luce del fuoco scoppiettante del camino: sul bit chip di Galux era disegnato un piccolo gatto che risiedeva nella trottolina da quel fatidico giorno in cui si promisero di essere amiche per molti anni a venire.

Metà dell’album era ancora vuota, pronta per essere riempita con altrettanti ricordi di avventure indimenticabili e stupefacenti, ma si limitarono a godersi quel momento e rimembrare il passato.

Pochi minuti dopo, i loro ragazzi le baciarono, abbracciandole e unendosi alle due ragazze per poter ricordare ancora quei bei momenti spensierati dell’infanzia.

Max si accoccolò di fianco a Mariam che ricambiò quel gesto affettuoso, mentre si scostò per fare spazio a Rei, che prese in braccio Mao.

La cinese prese tra le braccia quel libro carico di foto e lo depose sopra uno scaffale accuratamente spolverato e mantenuto in ordine.

Si scaldavano al fuoco del caminetto di fianco ad un bellissimo albero di Natale decorato e addobbato personalmente dalle due ragazze, mentre guardarono con nostalgia quel vecchio album fotografico.

Quel vecchio librone rilegato da pelle marrone che solevano riaprire ogni anno per una ricorrenza speciale. La nascita di una grande e profonda amicizia, destinata a durare per molto tempo.

 

 

----> Fine <----

 

 

 

Angolo dell’autrice

 

Nena: Salve a tutti!^o^ che ve ne pare?? Piaciuta? Vi ha fatto schifo? Siete rimasti inorriditi e traumatizzati? Ditemi pure quello che pensate!^_- hihihi!! Una fic natalizia per un Natale che si prospetta bellissimo!*.* bene bene!! Questa one-shot, come si può notare, è ben diversa dalle mie solite storie..forse è proprio per questo che mi sembra strana pure a me!XD

Yuri: che idiota =.=’’

Boris: ma si può?? =.=’’

Kei: è senza speranza!=.=’’

Nena: ma si può sapere che caspita c’entrate voi in questa storia??>.<

Kei: siamo qui solo di passaggio!V.V

Yuri: volevamo accertarci che in nostra presenza non combinassi guai!U.U

Nena: che emeriti bastardi!=.=’’

Boris: non si dicono parolacce a Natale!V.V

Nena: grrr!! +.+ io..io t’ammazzo!!

Kei: e nemmeno le minacce!!V.V

Nena: ma vi sentite!?! +.+

Yuri: forte e chiaro! V.V

Nena: vi divertite a prendermi per il c**o!? >O<  <---censura by Boris

Yuri&Kei: bravo!V.V

Boris: grazie!^.^

Nena: str***o! +.+

Kei: dato che l’autrice qui presente non è in uno stato di perfetto equilibrio mentale..

Yuri: ...e siccome che tocca sempre a  noi fare il lavoro sporco....

Boris: spetta a noi augurare buon Natale e felice anno nuovo!V.V quindi...

Kei,Boris&Yuri: Auguri a tutti!!!^O^

 

Sì, sì!V.V come hanno detto i miei collaboratori (chiamaci pure schiavetti!V.V** ndDemBoy) spero la one-shot vi sia piaciuta!^o^ un bacione a tutti!!

   
 
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